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Persona e le riedizioni prima di Persona 5 Royal - Speciale

I casi di Persona 3 e Persona 4

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Il 31 marzo anche noi occidentali potremo finalmente mettere le mani su Persona 5 Royal, versione riveduta e corretta del gargantuesco Persona 5, uscito su PlayStation 3 e PlayStation 4 ormai tre anni fa. Molte persone si sono avvicinate a questo peculiare brand proprio con il quinto capitolo della serie, dunque potrebbero essere leggermente disorientate di fronte ad una seconda release, relativamente così vicina nel tempo alla prima.

Ovviamente, ci sarà la nostra review a fugare ogni vostro dubbio, aiutandovi a decidere sull’eventuale acquisto; per farvi capire meglio però il senso di questa re-release, abbiamo pensato di proporvi questo speciale, in cui andremo a vedere come quest’idea fosse già stata applicata a Persona 3 e Persona 4 (in realtà anche i primi due episodi hanno ricevuto re-relase, ma il loro caso è diverso, perciò li lasceremo da parte). Che siate nuovi appassionati, arrivati con Persona 5, o che siate veterani del franchise in cera di un viaggio nei ricordi, vi diamo il benvenuto in questo tragitto verso la Velvet Room.

Le tre anime di Persona 3

Persona 3 è sicuramente stato un punto di svolta per la serie. Uscito a luglio 2006 in Giappone, il gioco arrivò sugli scaffali europei soltanto nel febbraio 2008, in esclusiva su PlayStation 2. Già questo debutto, per quanto tardivo, fu un vero e proprio evento: fino ad allora, infatti, il franchise non aveva mai raggiunto il Vecchio Continente, ed anche in America contava una sola apparizione, con l’uscita di Persona 2: Eternal Punishment sulla prima PlayStation.

Come dicevamo, fu un punto di svolta: commercialmente parlando perché la serie, da qui, cominciò a guadagnarsi un suo piccolo culto anche nei territori occidentali, pubblico che sarebbe andato a crescere nel corso degli anni. Per essere chiari, senza l’arrivo ed il successo di Persona 3 nel 2008, oggi non potremmo neanche sognarci di avere Persona 5 nel nostro territorio, men che meno tradotto in italiano. Ad ogni modo, il gioco ricevette anche un ampio consenso di critica, stabilendo la formula dei titoli Persona come li conosciamo oggi.

Fu nel terzo capitolo, infatti, che la serie prese definitivamente forma, abbracciando appieno anche gli elementi visual novel e dating sim che sono diventati una caratteristica distintiva degli episodi successivi. Contraddistinto dalle sue tinte cupe e da un’atmosfera particolarmente opprimente, Persona 3 ebbe un tale successo da garantirsi un adattamento in film animati (che vi consigliamo di recuperare) e in formato manga.

Appena un anno dopo la sua uscita, però, ecco fare la sua comparsa Persona 3 FES. Uscito nell’aprile 2007 in Giappone e a ottobre 2008 in Europa (neanche un anno dopo la release dell’episodio originale!), questo nuovo titolo altro non era che un’espansione del Persona 3 originale. In questa nuova versione, la storia veniva divisa in due sezioni. La prima, denominata “The Journey” era una riproposizione perlopiù fedele di quanto visto in Persona 3, sebbene con alcune modifiche ad eventi di gioco. La seconda sezione, denominata “The Answer”, era un epilogo ambientato dopo gli eventi di Persona 3. Questa seconda sezione portava con sé una trentina di ore di gioco extra, svelando nuovi retroscena, mettendoci per la prima volta al comando dell’enigmatica Aegis e dando una “vera” conclusione alla storia.

Come nel caso di Persona 5 Royal, non era possibile importare i salvataggi di Persona 3 per continuare da dove si era rimasti; Persona 3 FES richiedeva di affrontare l’avventura interamente da capo, con buona pace di chi aveva speso cinquanta ore circa sul gioco originale.

In ogni caso, la storia di Persona 3 era desinata a continuare.  Nel 2009 (in Giappone, in Europa nel 2011) arrivò infatti una terza versione del gioco, stavolta su Playstation Portable, denominata Persona 3 Portable, abbreviata in P3P. Potreste pensare che questa sia la versione definitiva di Persona 3, ma vi sbagliate: P3P, infatti, non includeva l’epilogo “The Answer”, e perdeva la navigazione in ambientazioni 3D, sostituita da uno spostamento attraverso dei semplici menù, a causa delle limitazioni dell’hardware su cui girava. Al contempo, però, venivano introdotte numerose modifiche, tanto al gameplay quanto alla storia: su tutte, la più importante era certamente la possibilità di selezionare, ad inizio partita, il sesso del protagonista, feature mai più rivista nella serie. Certo, la route del protagonista maschile è sempre rimasta quella canonica, ma l’idea di permettere di scegliere anche una protagonista femminile era stata certamente gradita.

Proprio in ragione delle differenze esistenti tra P3P e P3 FES, non c’è una versione, tra le due, che può essere davvero detta la “versione definitiva” di Persona 3, nonostante sia innegabile l’importanza dell’epilogo contenuto solamente nella riedizione per PlayStation 2.

Persona 4 e l’arrivo su Playstation Vita

Come abbiamo visto, la situazione di Persona 3 è abbastanza confusionaria, a causa di ben due re-release, nessuna delle quali può davvero fregiarsi del titolo di edizione definitiva. Le cose andarono diversamente per Persona 4, ed in questo caso ci avviciniamo a quanto sta accadendo con Persona 5.

Persona 4 era infatti uscito nel 2008 (2009 in Europa) in esclusiva su PlayStation 2 – anche in questo caso riscuotendo un notevole successo di pubblico e critica; non ci furono riedizioni immediate, non fino al 2012, anno in cui arrivò sugli scaffali nipponici Persona 4 Golden, disponibile esclusivamente su Playstation Vita. La prima differenza rispetto al suo predecessore è la distanza temporale: ben quattro anni separano l’uscita di Persona 4 dalla sua versione Golden, un tempo vicino ai tre anni intercorsi tra le due versioni di Persona 5.

Non solo: Persona 4 Golden andava ad ampliare la storia di Persona 4 attraverso l’arrivo di un nuovo personaggio, Marie. E proprio grazie alla sua presenza veniva introdotta una nuova sezione di storia di gioco, che includeva anche un nuovo dungeon da esplorare. E ancora: venivano anche introdotti nuovi Social Links e, in generale, vennero aggiunti nuovi dialoghi, nuove scene, nuovi Persona.

Insomma, Persona 4 Golden era, senza alcun dubbio, il modo definitivo per giocare al memorabile Persona 4. E credeteci, per quanto le aggiunte possano sembrare poche, valeva davvero la pena sviscerare Persona 4 Golden per scoprirle, soprattutto per chi già aveva amato l’originale su PlayStation 2.

La maestria dimostrata da Atlus nell’integrare i nuovi elementi di trama al tessuto narrativo già esistente è innegabile, e sono proprio queste testimonianze ad averci resi ancora più ansiosi di provare le novità proposte da Persona 5 Royal.

La serie di Persona non è nuova a riedizioni dei suoi titoli, anzi; se Persona 4 ha ricevuto una sola riedizione, quella definitiva, Persona 3 ne ha ricevute ben due, entrambe valide contendenti per il titolo di versione finale. Fortunatamente, la maestria dimostrata da Atlus nel saper integrare i nuovi elementi di trama nel tessuto narrativo esistente ha sempre reso valide queste riedizioni, convincendo a giocare anche chi aveva già spolpato i titoli originali. Ora non ci rimane che attendere Persona 5 Royal, per scoprire se, anche questa volta, la compagnia giapponese avrà fatto centro.

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La serie di Persona non è nuova a riedizioni dei suoi titoli, anzi; se Persona 4 ha ricevuto una sola riedizione, quella definitiva, Persona 3 ne ha ricevute ben due, entrambe valide contendenti per il titolo di versione finale. Fortunatamente, la maestria dimostrata da Atlus nel saper integrare i nuovi elementi di trama nel tessuto narrativo esistente ha sempre reso valide queste riedizioni, convincendo a giocare anche chi aveva già spolpato i titoli originali. Ora non ci rimane che attendere Persona 5 Royal, per scoprire se, anche questa volta, la compagnia giapponese avrà fatto centro.
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