Outriders Worldslayer | Recensione - Un'espansione apocalittica
Si torna su Enoch con nuovi nemici e un nuovo, interessante endgame.
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a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: People Can Fly
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 1 aprile 2021
Dopo tanta attesa è finalmente arrivato Outriders Worldslayer, ossia l’espansione dello sparatutto in terza persona di People Can Fly. Negli scorsi mesi avevamo avuto occasione di provarlo in anteprima e di vedere nel dettaglio il funzionamento dell’endgame, che questa volta abbiamo anche potuto mettere alla prova in prima persona. L’originale Outriders era uscito lo scorso anno (qui potete trovare la recensione) non convincendo completamente la stampa e il pubblico, nonostante un gameplay piuttosto solido e divertente.
Il problema principale di questo titolo, che nonostante una lore e una narrativa più presente mantiene un’anima da looter-shooter, era la ripetitività delle missioni, specialmente durante l’endgame.
Questo problema era stato in parte mitigato dall’aggiornamento gratuito New Horizon, anche se, dopo molti mesi dalla sua uscita, la ripetitività, soprattutto dell’endgame, è tornata a farsi sentire. Sarà riuscito Worldslayer a migliorare la situazione e a dare una ventata di freschezza alla proposta ludica?
Nuove minacce all’orizzonte
La campagna di Outriders Worldslayer riparte da dove si era conclusa quella originale. Chi ha portato a termine il gioco originale ricorderà che ancora molti quesiti sulla natura del pianeta Enoch e non solo rimanevano aperti.
In Worldslayer l’Anomalia è sempre più pericolosa, con tempeste sempre più frequenti e violente che rischiano di spazzare via dal pianeta i pochi sopravvissuti o di trasformarli in pericolose Mutazioni.
Durante l’indagine sulla frequenza delle tempeste, il nostro protagonista si troverà ad affrontare una nuova carismatica nemica chiamata Ereshkigal, una Mutazione dai capelli rossi dotata di enormi poteri e con degli ideali molto particolari, che hanno raccolto sotto il suo comando diversi proseliti. La minaccia da lei rappresentata metterà in serio pericolo la spedizione degli Outriders.
Il personaggio di Ereshkigal è interessante e ben caratterizzato, ma questo bel lavoro si perde quasi completamente per l’esigua durata della campagna – terminabile in circa 5 o 6 ore se si completa anche qualche missione secondaria, altrimenti anche in meno.
Il susseguirsi delle missioni è molto lineare e non presenta grandi sorprese, e a rimetterci è soprattutto la narrazione, che è compressa in un tempo troppo ristretto per dare il giusto spazio al racconto e ai personaggi.
La conseguenza è una storia dalle premesse interessanti, ma soffocata dalla frettolosità di alcune scelte narrative, e che lascia aperte diverse domande per il futuro.
La cosa più riuscita sono le battaglie, con alcuni boss che risultano avvincenti e spettacolari, anche se in numero esiguo.
Potenza apocalittica
Dal punto di vista del gameplay, in Outriders Worldslayer (già disponibile su Amazon) troviamo diverse aggiunte che permettono di evolvere ulteriormente il proprio personaggio. Il limite del livello è rimasto a 30, ma ora si potranno perfezionare le proprie statistiche grazie ai punti Ascensione, che andranno a potenziare quattro diversi elementi: Brutalità, Resistenza, Abilità e Anomalia.
Grazie all’ottenimento di questi punti si potrà migliorare con maggior precisione uno o più aspetti del nostro eroe, per rendere ancora più potenti i suoi punti di forza o colmare una mancanza.
I punti Pax andranno invece usati nei nuovi rami di abilità esclusivi di quest’espansione: non potranno essere utilizzati nei rami delle abilità di classe normali (e viceversa con i punti classici) e consentiranno di ottenere nuove skill per potenziare la classe del proprio personaggio in modo da renderlo ancora più letale.
La grande novità di Outriders Worldslayer è l’introduzione dei Gradi Apocalisse, che andranno a sostituire i Livelli del Mondo presenti nel gioco originale. La funzione è praticamente uguale ai precedenti: ogni Grado Apocalisse sbloccato aumenterà la difficoltà generale, ma allo stesso tempo ci consentirà di ottenere equipaggiamento più potente e raro.
Questi Gradi in totale sono 40 e renderanno la progressione più complessa, ma anche più lenta, senza aggiungere veramente nulla di nuovo al titolo.
Varrà però la pena però affrontarli, così da ottenere le nuove armi e armature presenti nell’espansione, che sono molte e anche parecchio potenti. La caratteristica più interessante è la possibilità di trovare equipaggiamento dotato di tre slot, il che renderà ogni arma estremamente più potente rispetto alle versioni con soli due slot. Queste armi saranno dunque fondamentali per arrivare ad affrontare i Gradi Apocalisse più elevati.
Tolte queste variazioni, in realtà il gameplay si mantiene pressoché uguale al passato; cambiano le statistiche del nostro personaggio e del nostro equipaggiamento, ma le meccaniche saranno sempre quelle dello sparatutto in terza persona che abbiamo imparato a conoscere già un anno fa. Certo, il gunplay è sempre solido e divertente, ma senza nessuna aggiunta a livello di meccaniche che sia degna di nota.
Il nuovo endgame di Outriders Worldslayer
Quello che però ci ha più impressionato positivamente di Outriders Worldslayer è il nuovo endgame. Le Prove di Tarya Gratar sono ben fatte sia strutturalmente che per quanto riguarda i legami con la storia del gioco.
Si potrebbe quasi dire che questa modalità sia una sorta di epilogo che svela qualche ulteriore mistero del gioco, ma anche la sua struttura ludica ci ha colpito.
Tarya Gratar è un’antica città dei Pax, la razza autoctona del passato di Enoch, e noi dovremo addentrarci al suo interno, affrontando diverse stanze piene di nemici e bottino, senza avere mai la possibilità di tornare indietro.
La struttura è infatti simile a quella di un roguelite: uscire senza aver completato tutte le stanze o andare incontro alla morte ci farà ricominciare il viaggio nella città antica da capo, stavolta con una diversa posizione di nemici e bottino. Non dovremo per forza affrontare tutte le stanze per giungere alla fine: alcune saranno opzionali, ma probabilmente nasconderanno equipaggiamento più interessante, oltre che pericoli maggiori.
La cosa interessante delle Prove di Tarya Gratar è che, anche dopo averle affrontate diverse volte, si continueranno a trovare elementi nuovi, con nemici inediti e affrontabili solo all’interno di questa modalità endgame, tra cui alcuni boss piuttosto potenti e ben fatti.
A lungo andare probabilmente anche qui si farà sentire la ripetitività, ma la struttura in stile roguelite rende l'avventura molto più varia e divertente, soprattutto se paragonata alle vecchie Spedizioni.
Se in futuro gli sviluppatori di People Can Fly aggiungeranno, tramite qualche aggiornamento, nuovi nemici, boss e nuove tipologie di stanze, allora potremo avere una modalità endgame molto più longeva e divertente del solito.
Versione recensita: PS5
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Tante nuove armi ed armature ancora più potenti e belle da vedere
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Maggior controllo sulla personalizzazione della propria build
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Un endgame molto vario e divertente
Contro
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Campagna narrata frettolosamente e sottotono
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Nessuna aggiunta degna di nota alle meccaniche del gameplay
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Gradi Apocalisse rallentano la progressione per un grinding ancor più marcato