Outer Wilds: Archaeologist Edition | Com'è su Nintendo Switch?
Outer Wilds, completo di DLC, sbarca anche su Nintendo Switch: vediamo come se la cava nella nostra recensione dedicata.
Advertisement
a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Un titolo intrigante, anche in portabilità.
- Game design non per tutti.
- Diversi compromessi in questa versione per Switch.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Mobius Digital
- Produttore: Annapurna Interactive
- Distributore: Annapurna Interactive
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Avventura
- Data di uscita: Disponibile (PC, Xbox One), 15 ottobre 2019 (PS4) - 7 dicembre 2023 (Switch)
Dopo rinvii multipli, che in genere non fanno ben sperare sull'esito finale di un lavoro di port, Outer Wilds, uno dei titoli indipendenti più coraggiosi ed originali degli ultimi anni è finalmente giunto anche su Nintendo Switch – e, come spesso successo in questi anni sulla console ibrida Nintendo, l'attesa dei fan è stata ripagata da un'edizione contenutisticamente onnicomprensiva, che include anche il DLC Echoes of the Eye, venduto a parte sulle altre piattaforme.
Ci siamo rituffati nell'universo partorito da Mobius Digital per farvi sapere se l'edizione Switch è all'altezza di quelle che l'hanno preceduta e se recuperare il gioco sulla console ibrida di Nintendo sia o no una buona idea. Vediamo com'è andata.
Misteri insondabili e dove trovarli
A metà tra un puzzle game ed un walking simulator dai forti toni narrativi, Outer Wilds fu accolto tra gli applausi della critica (compreso il nostro) quattro anni e mezzo or sono per una varietà di fattori, ma per quanto ci riguarda uno dei punti di forza più significativi è insito nella sua capacità di nascondere l'importanza del plot dietro meccaniche di gioco divertenti, per poi farne esplodere l'intensità dinanzi agli occhi del giocatore quando meno se l'aspetta, al termine di un viaggio della durata indicativa di circa venti ore.
Gli ingredienti di questo saporito piatto sono una galassia in miniatura, con un numero finito di deliziosi pianeti da esplorare (tutti dalle dimensioni molto contenute, sia chiaro), un misterioso loop temporale da spezzare e piccole comunità sparse per i pianeti, con i loro usi e costumi a fare da folkloristico sfondo ad un viaggio strano eppure appassionante e ricco di interrogativi.
Che sia a piedi, tramite il jetpack in dotazione al nostro alter ego o la fida navicella spaziale, con cui uscire dall'atmosfera di un pianeta per essere risucchiato in quella di un altro, l'esplorazione, e, in senso lato, la curiosità del giocatore non sono solamente elementi accessori, ma rappresentano la spina dorsale del titolo.
Per una ulteriore analisi della narrazione e del gameplay non possiamo che rimandare alla recensione della prima versione a debuttare sul mercato, quella per PC ed Xbox, che coprimmo all'epoca sulle nostre pagine: al di fuori della già citata inclusione del DLC Echoes of the Eye, che aggiunge un'altra dozzina scarsa di ore di gioco ed un nuovo mistero, quanto scritto all'epoca risulta ancora accurato, visto che questa versione non modifica nulla né a livello narrativo né di meccaniche di gioco.
Si parte ancora dalle foreste di Cuore Legnoso e si finisce per esplorare un cosmo che, per quanto minuscolo se paragonato a quello di giochi come No Man's Sky e Starfield, mantiene intatta quell'aura di mistero e di scoperta che rende così eccitanti i viaggi spaziali.
Quantomeno quelli virtuali, perché per quelli veri dovreste chiedere a Samantha Cristoforetti o Luca Parmitano.
Veditela da solo, in tutti i sensi
Quello che ci limiteremo a dire prima di passare ad un'analisi più approfondita sulla qualità della conversione per la macchina Nintendo è che non tutti si troveranno immediatamente a proprio agio con la scelta del team di sviluppo di non prendere mai per mano il giocatore, abbandonato a se stesso tanto nella ricerca di indizi quanto nel come procedere nel malaugurato caso si trovi dinanzi ad un vicolo cieco.
Gli elementi per progredire sono tutti lì, ed il diario di bordo, che tiene conto dei progressi al di là del loop temporale, di certo aiuta, ma non è raro trovarsi spaesati in mancanza di un collegamento logico tra un indizio ed un luogo o tra una porta chiusa ed il modo per aprirla.
A seconda di come si sceglierà di esplorare ed impiegare i ventidue fatali minuti del loop temporale, ci si potrebbe imbattere dopo tre ore nell'indizio necessario a risolvere un enigma che non si presenterà se non cinque o sei ore dopo, quando magari si è persa completamente memoria del nostro precedente incontro.
Eppure, come per i giochi migliori, pazienza e perseveranza vengono premiati con un senso di soddisfazione non indifferente quando si riescono ad unire i puntini e si trova agilmente la via per proseguire lungo la quest principale.
La capacità di lettura tra le righe, il pensiero laterale, un buon colpo d'occhio tornano tutti molto più utili dei riflessi pronti, ad esempio, considerando che non ci sono nemici sulle nostre tracce, e gli strumenti più utili si rivelano da subito essere il fido traduttore spaziale e la fotocamera, capaci di catturare le prove in cui ci imbatteremo.
Anche i controlli inizialmente richiedono una certa pazienza, perché tanto la navicella quanto il jetpack non sempre si dimostrano intuitivi e possiedono un'inerzia tutta loro, che comunque digerirete senza troppi problemi dopo qualche ora alla ricerca del segreto dei Nomai.
In generale, ed è bene sottolinearlo, Outer Wilds, anche in questa Archaeologist Edition, è un gioco che si allontana dal percorso battuto e non fa nulla per accogliere il neofita o il giocatore abituato ad estensivi tutorial o a enormi frecce atte a direzionarlo: questa, a seconda dei vostri gusti, potrebbe essere la sua più grande forza o la debolezza più impediente, ma di certo è una sua caratteristica distintiva che è rimasta intatta ad oltre quattro anni dalla prima pubblicazione.
Ottimizzazione nebulosa (no pun intended)
Tra tante conversioni di qualità, quella di Outer Wilds risulta buona nel complesso a livello tecnico, ma certamente non perfetta – quantomeno in queste primissime settimane dal debutto sul mercato: l'obiettivo dei 30 fps viene mantenuto solo in parte, con cali frequenti ed abbastanza avvertibili tanto durante l'esplorazione spaziale quanto, inspiegabilmente, durante normali fasi di attraversamento di scenari nemmeno troppo popolati.
Questo ci fa pensare ad un'ottimizzazione migliorabile piuttosto che alle conclamate carenze tecniche del vetusto hardware Nintendo, che ha dimostrato di saper comunque far girare egregiamente titoli ben più impegnativi di quello di Mobius Digital.
Altrove, specificatamente nella perdita di dettaglio rispetto alle altre versioni e nell'impoverimento delle texture che compongono scenari e personaggi non giocanti, i tagli non sono stati così severi e probabilmente li avvertiranno solamente coloro i quali hanno già avuto modo di portare a termine l'avventura su una piattaforma più performante.
Le duplici prove in modalità TV e portatile non hanno denunciato particolari differenze, se non una maggiore incertezza del frame rate giocando lontani dal televisore, compensata però dalla maggiore difficoltà dell'occhio più clinico di scovare dettagli in bassa risoluzione e texture slavate.
Rispetto alla concorrenza si sono poi allungati sensibilmente i tempi di attesa durante i caricamenti, e questo nonostante utilizzassimo la memoria interna di un modello OLED di Switch: preparatevi ad osservare una schermata di caricamento abbastanza a lungo, se intendete arrivare fino in fondo.
Fortunatamente nulla è andato perso quando si tratta dell'ipnotica colonna sonora, che rimane uno dei punti più alti della produzione e che su Switch, complici un buon paio di auricolari, saprà farsi apprezzare anche in metropolitana o sotto le coperte.
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Un mistero che rimane molto affascinante
-
DLC incluso
-
Filosofico ed unico nel suo genere
Contro
-
Diversi problemi di ottimizzazione
-
Frame rate incostante e raramente vicino al target prefissato
-
Non un gioco per tutti, soprattutto durante le prime ore
Commento
Advertisement