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Recensione

NOOB: The Factionless | Recensione - JRPG come una volta?

La web-serie francese sbarca nei videogiochi grazie a Microids, in un'incarnazione interattiva con tanti contro e qualche pro.

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a cura di Francesco Bellacicco

Redattore

In sintesi

  • Un omaggio ai JRPG classici.
  • Ricco di citazioni al mondo videoludico (e non solo).
  • Longevo e ricco di zone da esplorare.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Noob: The Factionless
Noob: The Factionless
  • Sviluppatore: BlackPixel Studio
  • Produttore: Microids
  • Distributore: Microids
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: PC , PS4 , XSX , PS5 , XONE , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 29 giugno 2023

Solo dopo qualche ora di gioco ho scoperto che NOOB: The Factionless è tratto da una web-serie francese creata nel 2008 da Fabien Fournier e Anne-Laure Jarnet, tanto sconosciuta in Italia quanto nota in Francia. Il franchise può vantare svariate incarnazioni sotto forma di romanzi, fumetti, manga e light novel. Dal 29 giugno, grazie a Microids, ha fatto il suo debutto in ambito videoludico con un titolo disponibile per PS4, PS5, Xbox Series X|S, Xbox One e Nintendo Switch.

In tutta onestà chi scrive non aveva mai sentito parlare del marchio NOOB prima di mettere le mani sul gioco, e presumo che lo stesso possa dirsi (salvo immancabili eccezioni) per gran parte del pubblico italiano.

Il prodotto del publisher francese è quindi a tutti gli effetti un titolo su licenza che però, lo chiariamo subito a scanso di equivoci, può essere tranquillamente giocato senza sapere nulla del franchise di provenienza.

Ma, controller alla mano, cosa ci si trova davanti?

Tra Olydri e Tolone

A un primo avvio, NOOB: The Factionless mi ha lasciato sorpreso. Date le premesse, ero convinto di iniziare l'avventura in un mondo fantasy con tutti i crismi, piuttosto che in un internet café di Tolone. Dopo qualche secondo di smarrimento ho colto il plot twist che, devo dire, sul momento è riuscito a convincermi.

I NOOB del titolo sono una gilda formata da quattro videogiocatori francesi divenuta leggendaria all'interno di Horizon 4.2, un MMORPG di culto nel mondo narrativo del gioco. Adam e Martin, due ragazzi di Tolone nonché protagonisti del gioco, sono appena venuti a sapere che la versione 5.0 di Horizon uscirà a breve – e includerà un aggiornamento che permetterà al titolo di entrare nel mondo degli eSport.

Spinti dalla voglia di competere, i due amici fremono all'idea di acquistare una copia di Horizon e iniziare a muovere i primi passi con l'obiettivo di diventare dei campioni. Pad alla mano, il prodotto di Microids mi ha ricordato esteticamente Fantasy Life, che giocai nel lontano 2014 e apprezzai non poco.

Il fatto che, a livello tecnico, un titolo del 2023 ne ricordi uno uscito quasi dieci anni prima non è esattamente il migliore dei biglietti da visita, ma se siamo qui è per dirci la verità, anche se scomoda. Di certo non mi aspettavo una produzione graficamente da urlo ma, in tutta onestà, qualcosina in più sì.

Su questo aspetto torneremo in seguito, ma intanto possiamo dirvi che il ritmo della narrazione non è affatto male, almeno inizialmente.

Il gioco si divide tra il mondo reale e quello virtuale dove i protagonisti sono intenzionati a portare alla gloria la loro gilda.
La suddivisione del gioco tra fase IRL e fase MMORPG (l'aspetto multiplayer è solo simulato per fini narrativi, il titolo non ha alcun comparto multigiocatore) funziona abbastanza bene e rende il tutto più frizzante.

Muovendo i primi passi a Olydri, questo il nome del continente dov'è ambientato Horizon 4.2, viene voglia di saperne di più su ciò che avviene nel mondo reale, e l'alternanza dei due segmenti di gioco suscita un certo interesse.

Attenzione però, e lo sottolineo perché sono stato il primo a sperarci: uscire da una sessione di Horizon 4.2 per fare un giro a Tolone è possibile solo in snodi ben precisi di trama. Terminare una partita "online" e passare alla fase nella vita reale non è una scelta che il giocatore può gestire in alcun modo, e per chi scrive è un peccato.

L'idea di per sé è buona, ma il fatto che le attività da svolgere a Tolone siano ridotte all'osso rende evidente come questa seconda anima di NOOB: The Factionless sia stata concepita per rimanere in ombra rispetto a quella prettamente JRPG.

Insomma, per tutta la durata dell'avventura i protagonisti si divideranno tra la loro città natale (dove scopriremo di più sui loro rapporti e dove avranno occasione di incontrarsi dal vivo) e Olydri, continente digitale nel quale faranno del loro meglio per spingere la gilda Rush fin sulla vetta delle più potenti della storia di Horizon 4.2.

Per chi conoscesse già la saga di Fournier-Jarnet, sottolineiamo che i protagonisti di questa incarnazione videoludica non sono gli stessi di quella originale. Nel titolo di Microids i NOOB della web-serie sono infatti quelle leggende di cui vi abbiamo parlato poco fa, alle quali i protagonisti del titolo guardano con ammirazione.

Parola d'ordine: classico

Una volta messo piede a Olydri e terminati gli immancabili tutorial, due cose saranno subito chiare: la prima è che il prodotto di Microids ha ereditato dal franchise di provenienza un'ironia onnipresente. La seconda è che il gioco intero è un enorme compendio di citazioni videoludiche e di cultura pop.

Tra acronimi di ogni genere, rimandi più o meno velati a titoli che hanno fatto la storia dei videogiochi, dialoghi deliranti e situazioni comiche, NOOB: The Factionless fa dei riferimenti sopracitati un vanto a tutti gli effetti.

Ogni abitante della Tolone digitale ha qualcosa da dire su fiere, cosplay, videogame, developer, software house, web-serie, collezionismo di ogni genere e molto altro. In poche parole, quasi tutto ciò che avviene in NOOB: The Factionless è un'enorme citazione della cultura videoludica (e non solo) dei nostri tempi, e questo è certamente uno dei suoi punti di forza.

Poi c'è la lore di Horizon 4.2, non molto coinvolgente e davvero poco originale.

Quello che dovrebbe essere l'aspetto più "serio" del titolo non spicca per coinvolgimento e non si può certo definire brillante. Olydri è minacciata da un gruppo di maghi cattivi sulle tracce di una pietra dall'immenso potere, che vorrebbero utilizzare per spalancare le porte del mondo a una forza malvagia. Saranno proprio i quattro protagonisti, ovvero Martin, Adam, Leo e Sarah (o meglio, i loro corrispettivi nel mondo di Horizon 4.2, Baster, Drek, Logs e May) a dover far fronte alle minacce che di volta in volta metteranno a repentaglio la pace del continente.

Il gioco propone una professione per ciascuna personaggio, ma non è possibile sceglierle liberamente.
Sul versante del gameplay, il titolo si presenta come un JRPG piuttosto classico. Combattimenti a turni, un mondo a onor del vero piuttosto vasto da esplorare, personaggi con delle caratteristiche ben precise, alberi delle abilità, professioni (altra cosa che mi ha ricordato Fantasy Life, ma nel gioco di Level-5 questo aspetto era gestito molto meglio), missioni principali e secondarie e una gilda da migliorare ed espandere in popolarità e potenza.

In tutta onestà la scelta di simulare un MMORPG ha una lunga serie di contro. In primis, e riallacciandoci al paragrafo precedente, espandere la gilda con nuovi giocatori non starà in alcun modo a noi, ma avverrà in modo del tutto automatico.

La sua fondazione è accompagnata da dialoghi in cui i protagonisti si dicono fermamente intenzionati a renderla celebre, al livello di quella dei leggendari NOOB, ma accogliere nuovi giocatori sarà un processo totalmente scriptato. Discorso analogo, almeno in quanto alle scelte lasciate in mano o meno ai giocatori, è quello che riguarda le professioni.

In totale sono sei (Domatore, Chef, Inventore, Erborista, Pescatore e Minatore) e ognuna a legata a delle specifiche attività che poco o nulla apporteranno all'esperienza di gioco. Non sarà infatti possibile scegliere a quale giocatore assegnare una specifica professione, ma sarà il gioco stesso a indirizzarvi verso determinati NPC a cui chiedere informazioni in merito, e in pochi istanti acquisirete una specifica abilità da poter utilizzare.

mini-giochi (se così possiamo chiamarli) relativi a ogni professione sono fin troppo semplici e non donano alcuna profondità aggiuntiva. Per pescare basterà premere una volta il tasto per immergere la lenza, aspettare che compaia una specifica icona e premere di nuovo il medesimo tasto per catturare un pesce senza alcuna resistenza (scordatevi la pesca di Stardew Valley, per intenderci, ma anche quella di Animal Crossing). Idem per le altre cinque professioni, tutte di semplicissima applicazione e di scarsa utilità.

Non aspettatevi grandi guizzi nemmeno dalle battaglie. Se è vero che il livello di sfida (anche in modalità normale) è in fin dei conti ben tarato, le abilità, gli attacchi e le caratteristiche dei personaggi sanno fin troppo di già visto, che di per sé non è necessariamente un male, ma lo diventa quando l'adagiarsi su specifici stilemi diventa una scusa per celare una certa mancanza di creatività.

È chiaro come l'obiettivo primario del titolo sia quello di divertire sfornando citazioni a valanga e omaggiare il genere MMORPG/JRPG, ma se per farlo si trascurano tanti altri aspetti allora c'è qualcosa che non va.

Ad esempio, resta inspiegabile la scelta di non aver incluso una mappa delle città e dei punti di interesse al loro interno (potreste metterci mezz'ora per trovare un NPC) ma solo una generica mappa del mondo consultabile quando ci si trova al di fuori dei centri abitati e dei dungeon.

Ciò non significa che il titolo non sia a suo modo apprezzabile, ma siamo di fronte a un prodotto minato da una serie di scelte che ne pregiudicano la godibilità. Altro esempio: il level cap è 100 (e raggiungerlo, bisogna dirlo, vi porterà via parecchie ore, quindi sul fronte della longevità ci siamo), ma arrivati allo scaglione della decina sarà necessario tornare in una specifica località per affrontare delle sfide secondarie che sbloccheranno la decina successiva.

Ciò significa che se inizierete un dungeon al livello 18 potrete completarlo massimo al livello 20, dato che in molte occasioni non sarà possibile abbandonare la zona durante la missione.

Tecnicamente rimandato a settembre

Il comparto tecnico non è certo il punto di forza di NOOB: The Factionless, anzi, è uno dei suoi punti deboli più evidenti. Abbiamo giocato il titolo in versione Nintendo Switch (che potete comodamente acquistare su Amazon) e fin dai primi minuti abbiamo notato qualcosa che ci ha fatto storcere il naso.

Se da una parte la palette cromatica non è poi così male, ricca di colori accesi e dotata di una buona varietà di sfumature, dall'altra molte texture sono davvero poco definite, al punto da sembrare uscite da uno dei peggiori titoli per Nintendo 3DS.

Non è chiaro se gli sviluppatori abbiano voluto applicare una sorta di pixel art (ma solo ad alcune texture?) o se si tratti di limiti produttivi: navighiamo nel buio.

Anche l'UI non aiuta, con i menu di gestione dei personaggi che ricordano più un titolo mobile che non un prodotto disponibile anche su PS5 e Xbox Series X|S. La qualità tecnica generale è piuttosto scarsa, e il gioco è stato lanciato (almeno in lingua italiana) con una serie di imperfezioni testuali presenti in abbondanza anche nel menu dell'inventario, dove testi più lunghi del previsto si sovrappongono con nonchalance al numero che indica la quantità posseduta di uno specifico oggetto.

Apprezzabile invece la scelta di inserire parecchi abiti e accessori (visibili non solo in battaglia ma anche durante l'esplorazione) con cui personalizzare i protagonisti. Peccato che il character design lasci molto, ma molto a desiderare. Dulcis in fundo (più o meno), le animazioni dei combattimenti sono ridotte all'osso e quelle della corsa sono identiche per tutti i personaggi.

Le zone da visitare sono tante, e alcune sono anche piuttosto estese, ma nessuna di loro spicca per originalità. Peccato, perché una maggiore attenzione alla varietà e al versante tecnico le avrebbe sicuramente valorizzate.

Inoltre, il gioco è totalmente privo di doppiaggio – e di conseguenza tutta l'emotività dei protagonisti passa per i testi. In questo caso, ricorrere a un buon uso delle animazioni facciali (ridotte all'osso anche loro, se non del tutto assenti) sarebbe stata una scelta vincente.

Sorridere non basta

In conclusione, il titolo di Microids ha dalla sua un'ossatura citazionistica oculata, zeppa di rimandi divertenti alla cultura pop contemporanea, al mondo di Internet e ai videogiochi a tutto tondo, ma è purtroppo minato da un comparto tecnico che fatica a raggiungere la sufficienza e da una diffusa e onnipresente genericità.

Se da una parte è comprensibile come questa prima incarnazione videoludica del franchise NOOB abbia inevitabilmente il compito di tastare il terreno per eventuali future iterazioni, dall'altra è chiaro che il pubblico di riferimento possa essere composto quasi esclusivamente da appassionati di vecchia data del brand.

Purtroppo sentirsi protagonisti e interessarsi davvero alla lore e alle sorti di Olydri risulta tedioso e rischia di venire a noia presto, nonostante una longevità più che rispettabile. In fin dei conti risultano di maggiore interesse le vicende che avvengono fuori da Horizon 4.2, a Tolone, più leggere e meno ridondanti.

Tirando le somme, possiamo dire che NOOB: The Factionless si limita a dare il suo meglio grazie a una vena ironica ben diffusa e sapientemente dosata che, purtroppo, non basta a renderlo davvero un JRPG da ricordare.

Voto Recensione di NOOB: The Factionless | Recensione


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Farà felici gli appassionati dei combattimenti a turni.

  • Ricco di location da esplorare.

  • Zeppo di omaggi e citazioni al mondo videoludico.

Contro

  • Generico oltremisura.

  • Tecnicamente non raggiunge la sufficienza.

  • Narrativamente privo di mordente, in particolare nelle fasi a Olydri.

  • Alcune incomprensibili scelte di game design ne minano la godibilità.

Commento

Se da una parte NOOB: The Factionless soddisfa per la gran quantità di citazioni e omaggi al mondo videoludico e alla cultura pop a tutto tondo, dall'altra questo non basta per chiudere un occhio su una lunga serie di difetti tecnici e di gameplay che lo rendono, purtroppo, un JRPG abbastanza irrilevante. A occhio e croce, è probabile che il franchise dia il suo meglio sulla carta piuttosto che sullo schermo.
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