Nintendo se la sta veramente prendendo comoda? – Speciale
Il 2020 è stato insolitamente silenzioso per Nintendo: solo per via delle emergenze che lo hanno scosso, o forse perché dobbiamo aspettarci qualche sorpresa in futuro?
a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Distributore: Nintendo
- Data di uscita: Fondata nel 1889
Con l’E3 2020 e gamescom fuori dai (video)giochi, come ormai tristemente sapete, ci aspettavamo un’estate completamente piatta in termini di annunci. Ci ha pensato Geoff Keighley con il Summer Game Fest a dare un senso a questa estate funestata dall’emergenza Covid-19, con questa “super gamescom” che durerà fino alla fine di agosto.
Sono tante le aziende che hanno aderito alla proposta dello showman videoludico, così come altrettante stanno sfruttando questo momento per dilazionare i propri annunci e rivelazioni. Tra tutte Microsoft e Sony ovviamente, che tra i gameplay non così tanto “gameplay” di Xbox Series X e le informazioni centellinate su PlayStation 5, stanno dando pane ai videogiocatori così come ai newser delle redazioni di tutto il mondo.
Ce n’è una, però, l’avrete notato anche voi, che è rimasta stranamente silenziosa in questi primi sei mesi del 2020. Nonostante questo fosse considerato da molti un grande anno, anche in funzione degli annunci del passato che ripercorreremo a breve, Nintendo sembra aver tirato un po’ i remi in barca per quanto riguarda le novità per Nintendo Switch.
Non che non ce ne siano in assoluto, e non che la console ibrida stia passando un brutto momento – tutt’altro. Però è curioso come la casa di Kyoto se ne sia stata in disparte finora, annunciando addirittura lo slittamento dell’ormai rituale Nintendo Direct di giugno, e che addirittura l’azienda stessa non farà annunci di nessun tipo nei prossimi mesi, lasciando alle terze parti la libertà di rivelare novità sui “lavori in corso”.
Un anno fa
Partiamo dall’E3 2019, dove Nintendo aveva giocato molte delle sue carte più importanti. Avevamo visto novità su Luigi’s Mansion 3, Astral Chain, The Witcher 3, No More Heroes 3, ma anche annunci piacevolmente a sorpresa come Cadence of Hyrule e, sempre rimanendo nella terra fiabesca di Nintendo, la vera bomba: il sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
Proprio quest’ultimo è il silenzio che pesa più di tutti. Abbiamo parlato più volte su queste pagine di come ci aspettassimo Breath of the Wild 2 a sorpresa proprio quest’anno, ma a quasi 365 giorni dal suo annuncio non c’è stata la benché minima novità al riguardo e, al netto di clamorose smentite dell’ultimo minuto, possiamo aspettarci una data di uscita molto lontana per il titolo.
Molti dei videogiochi annunciati poi sono usciti, o lo stanno facendo a breve, e sempre nel corso del 2019 c’è stato un altro Direct, a settembre. In quell’occasione l’annuncio importante è stata la versione Switch di Overwatch, ed altri aggiornamenti sui titoli che di lì a poco sarebbero arrivati sulla console come Luigi’s Mansion 3, ma anche Trials of Mana e l’arrivo di Banjo-Kazooie, insieme all’annuncio di Terry Bogard in Super Smash Bros. Ultimate, Link’s Awakening, Animal Crossing: New Horizons, tanto per fare qualche esempio.
Di tutti i titoli annunciati in quelle occasioni, l’unico grande assente è rimasto ad oggi proprio Breath of the Wild 2, che in nessuna di queste occasioni Nintendo ha menzionato in alcun modo, né a maggior ragione al di fuori di un Direct.
Un 2020 da rivedere
Questo è stato un anno, lo abbiamo ripetuto molte volte, che ha costretto molti ad affrontare dei cambiamenti repentini nelle proprie vite. In questo procedimento non vengono escluse neanche le aziende videoludiche ovviamente che, tra l’impossibilità di garantire la distribuzione dei propri prodotti e l’assenza delle suddette fiere, hanno dovuto rimettere a posto le idee ed affrontare il nuovo momento storico.
Abbiamo assistito a molti rinvii, ma anche a situazioni surreali come Square Enix che ha deciso di inviare Final Fantasy VII Remake in anticipo a coloro i quali effettuarono il pre-order del titolo. Tra i casi più discussi, in questo senso, c’è senz’altro The Last of Us – Parte 2 prima rinviato a data da destinarsi, e poi pubblicato il 19 giugno a seguito – anche – dei corposi leak diffusi riguardanti la trama dell’avventura di Naughty Dog.
In questa condizione Nintendo si è ritrovata a pubblicare un simulatore di vita digitale, coloratissimo e rilassante, in un periodo in cui tutto il mondo è stato costretto in casa. Ci riferiamo ad Animal Crossing: New Horizons ovviamente, che è risultato essere un successo oltre ogni aspettativa per Switch, in grado di battere record su record e diventare un vero e proprio fenomeno mediatico in grado di eclissare tranquillamente il pur recente Pokémon Spada/Scudo, tanto per fare un esempio. Dal 20 marzo scorso Animal Crossing è la punta di diamante di Switch, e Nintendo non sembra intenzionata ad affiancargli troppo altro.
L’ultima uscita è Xenoblade Chronicles: Definitive Edition (qui trovate la nostra recensione), un appuntamento di grandissimo prestigio che però non può certo paragonarsi ad un tripla A classico. In questo frangente Nintendo ha pubblicato lo scorso 26 marzo un Direct Mini, in cui sono stati annunciati più che altro molti porting di titoli terze parti, alcune novità sul suddetto remake dell’avventura di Shulk, e poco altro. Recentemente è stato anche annunciato Paper Mario: The Origami King, completamente a sorpresa ed uscito dal nulla, ma non c’è effettivamente quella pianificazione annuale a cui l’azienda ci ha abituato dal 2017 ad oggi.
Ci sono tanti titoli in attesa per il 2020, ma ancora niente di concreto. No More Heroes 3 e Bravely Default 2 tanto per citarne alcuni, che sono sì fissati per l’anno in corso ma ancora senza data. Volendo ripescare i vecchi annunci continuiamo a trovare asfissiante il silenzio intorno a Bayonetta 3 che, ci assicura a più riprese Hideki Kamiya, è vivo e vegeto mentre lo sviluppo procede a gonfie vele. Solitamente Nintendo ha piazzato, in questi ultimi anni, tre grandi uscite nei 365 giorni, un tripla A per trimestre accompagnato da progetti o di terze parti, o minori.
Per quest’anno, al momento, non c’è questa chiara suddivisione in termini di uscite. Non c’è un Super Mario Odyssey, un Super Smash Bros. Ultimate, un Luigi’s Mansion 3, oppure un Pokémon, tanto per ripercorrere le ultime parti degli anni precedenti. Cerchiamo di capire il perché di questo silenzio, cosa possiamo aspettarci dalla seconda parte del 2020 di Nintendo Switch, nonché dal futuro.
Le ragioni del silenzio
Partiamo da una considerazione. Come detto sopra, Nintendo non ha in serbo annunci per i prossimi mesi (nonostante il rumor di una Metroid Prime Trilogy), ma ha dichiarato di lasciare la libertà agli sviluppatori esterni di annunciare i loro progetti per Nintendo Switch. Eppure ha tirato fuori dal cilindro il già citato Paper Mario. Quindi è già di base difficile fare delle previsioni quando la stessa azienda sembra contraddirsi, come già successo con Nintendo Switch Lite che fu annunciata non molto dopo l’assoluta rassicurazione che non ci sarebbero stati aggiornamenti hardware della console.
Rimane però la costante del silenzio, del fatto che Nintendo non sembra sbilanciarsi in alcun modo su quello che sarà il futuro prossimo della line-up di Switch. Mancano quel paio di bombe che farebbero attendere i fan della console con golosità la seconda metà dell’anno. Perché?
Ci sono alcune considerazioni che si potrebbero fare e, lo anticipiamo, sono giusto frutto di speculazioni e idee nate da un’analisi.
Guardando ai primi anni di Nintendo Switch c’è un dato che emerge: molte delle IP storiche di Nintendo sono già state utilizzate. Con titoli peraltro talmente apprezzati da non aver ancora esaurito il loro naturale ciclo vitale: Zelda, Mario, Fire Emblem, Smash, Kirby, Yoshi, anche Mario Party. Molte di queste sono quelle più digeribili dal grande pubblico, o che digeribili lo sono diventate per via del loro estremo valore, come Breath of the Wild, che ha fatto conoscere il franchise di The Legend of Zelda a videogiocatori che prima non si erano mai avvicinati alla saga.
Banalmente potremmo dire che, sul finire del 2020, Nintendo abbia già giocato molte delle sue carte migliori. L’unica soluzione al momento è inventare nuovi franchise o rispolverare quelli vecchi per un grande ritorno. Pensiamo a Star Fox ed F-Zero, da anni attesi al varco di una console Nintendo, per esempio. Metroid Prime 4 è ancora uno spettro che ci portiamo dietro: che sia pronto per un lancio a sorpresa nel 2020? Molto improbabile, considerato che dal reset totale dei lavori datato gennaio 2019 non se ne è più parlato.
Gli stessi titoli di Wii U, che su Switch stanno avendo una nuova e meritata vita, sono ormai finiti, ed anche lavorare di remastered o remake che siano diventa un’operazione complessa da fare. I margini ci sono, perché portare ad esempio le versioni HD di Twilight Princess o Wind Waker potrebbe essere una mossa per dare alla console un paio di uscite di qualità senza per forza scomodare un grande nome da utilizzare in momenti migliori. A meno di clamorosi colpi di scena, ripescando dall’epoca Nintendo 64 per esempio, anche in questo senso è difficile aspettarsi rimaneggiamenti di videogiochi del passato.
Affrontare la nuova generazione
Allo stesso tempo è difficile pensare che Nintendo sia alla frutta, con una console che ha dimostrato di saper vendere oltre ogni aspettativa e che si è rivelata, a conti fatti, uno dei successi più importanti della storia dell’azienda. Siamo sicuri che in qualche ufficio di Kyoto c’è qualcuno che sta lavorando ad una presentazione in grado di farci saltare dalla sedia, ma perché ci stanno mettendo così tanto?
La risposta potrebbe essere banale quanto efficace: la nuova generazione. Entro la fine dell’anno debutteranno PlayStation 5 ed Xbox Series X, e questo significa due cose per Nintendo: l’attenzione sarà lontana dalle proprie IP e dalla propria console; il divario tecnologico tra Switch e le console Sony e Microsoft diventerà troppo ampio per poter essere ignorato del tutto.
Per questo secondo punto va detto che Nintendo ha saputo lavorare molto bene in ottica promozionale finora, facendo capire perfettamente agli utenti come Switch non debba essere paragonata con le altre console, perché offre un’esperienza completamente diversa. C’è un problema però: i multipiattaforma. Ora è fattibile, e già molto difficile, dare al parco titoli dell’ibrida una pletora di software terze parti, ma già dal 2021 sarà praticamente impossibile.
Questo è il momento in cui, probabilmente, Nintendo sta ragionando e ipotizziamo stia prendendo tempo. Come detto, molte IP sono già uscite, le vendite sono andate bene e, fino all’inizio del prossimo anno, la compagnia di Kyoto potrebbe anche permettersi di allentare un po’ la tensione – diciamo. A conti fatti, questo è forse il motivo principale per cui stiamo assistendo a questo silenzio. In attesa di capire le mosse degli avversari (prezzo, data di uscita, lineup), la grande N sta preparando la strategia di contrattacco che, come di consueto, giocherà sempre su un campo diverso.
C’è un’ultima opzione da tenere in considerazione, ovvero una eventuale Switch Pro. Non è improbabile che, nel corso del 2021, Nintendo si prepari ad accorciare le distanze con un hardware più performante in grado di ridare vitalità all’immagine del brand.
In questo periodo a dir poco imprevedibile, Nintendo se n’è stata più in silenzio di quanto ci aspettassimo. Con tanti annunci da confermare, forte di un Animal Crossing: New Horizons in stato di grazia come forse non mai nella storia del franchise, la casa di Kyoto si appresta ad affrontare la seconda parte del 2020 in punta di piedi, senza annunci importanti all’orizzonte. Che sia giunto il momento di tirare un po’ il fiato, oppure c’è qualcosa di veramente importante – e magari inaspettato – in arrivo?