“Niente Russo” è ancora la missione più controversa di Call of Duty - Speciale
Alla riscoperta di uno dei momenti fondanti del linguaggio di Call of Duty, grazie al remaster di Modern Warfare 2
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Beenox
- Produttore: Activision
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 31 marzo 2020 (PS4) - 30 aprile 2020 (PC, Xbox One)
Call of Duty ha cambiato abbastanza radicalmente il proprio approccio alle uscite annuali, negli ultimi tempi, e lo ha fatto in una maniera così sottile che forse non ce ne siamo neanche accorti per tempo.
Modern Warfare è disponibile dal 2019, a marzo sono usciti la battle royale Warzone e il remaster della campagna di Modern Warfare 2; con rumor già in rampa di lancio per la rimasterizzazione di Modern Warfare 3, non sarebbe una sorpresa se Activision rinunciasse alla release di un Call of Duty principale nel 2020 e slittasse quel chiacchierato reboot di Black Ops al prossimo anno.
Questo modus operandi atipico, che stiamo ancora cercando di decifrare insieme a voi, ci dà però la possibilità di tornare a discutere di alcuni degli aspetti più interessanti del franchise sparatutto, e vi assicuriamo che in Call of Duty: Modern Warfare 2 Campaign Remastered ce ne sono davvero moltissimi – a cominciare dalla missione più controversa nella storia della saga, “Niente Russo”.
Niente Russo ha suscitato un notevole scalpore nel novembre 2009 perché mette in scena il più grande massacro di civili mai visto in un videogioco, e lo fa coinvolgendo il giocatore in prima persona: gli utenti sono letteralmente chiamati a premere il grilletto e sparare su una folla inerme e questo “coinvolgimento”, questa volontà di sporcare le mani della gente ha causato polemiche innumerevoli negli anni, al punto che pubblico e critica sono divisi ancora adesso sul giudizio di quella trovata – grande intuizione di design, oppure espediente di marketing senza scrupoli.
“Ho aspettato a lungo questo momento…”
Che la missione fosse particolarmente complessa “by design”, ovvero per stretta volontà dello sviluppatore, è assodato: lo dimostra il fatto che, nell’originale come nel remaster, ci sia fornita la possibilità di rinunciare agli elementi “offensivi” compresi nella campagna, e che in qualunque momento nel corso di Niente Russo possiamo «saltare questo contenuto».
In Campaign Remastered, un avviso precisa, esattamente come quasi undici anni fa, che «la tua scelta non comporta penalizzazioni per i trofei e il comportamento del gioco», il che vuol dire che rinunciare ad una determinata missione perché non ce la sentiamo o siamo contrari da un punto di vista etico non si traduce in alcun caso in una riduzione delle ricompense che riceveremo.
La missione viene preceduta da un rapido briefing video nello stile di Modern Warfare: una veduta satellitare del mondo ci porta prima in Nord Africa, poi nel Kosovo, e infine su Mosca, capitale della Russia che ne ospiterà le vicende.
Qui, da agenti sotto copertura della C.I.A., ci infiltreremo in un gruppo terroristico impegnato in una campagna d’odio in territorio russo con l’intento di spingere l’opinione pubblica verso una guerra con gli Stati Uniti per cambiare gli equilibri politici mondiali.
Un breve passaggio per giornali e siti web mette in evidenza la figura di Vladimir Makarov – dal nome di una pistola semiautomatica russa –, capo di questa organizzazione terroristica.
Le sue «attività nell’Est Europa allertano i servizi di sicurezza occidentali», al punto che questi avallano una missione segreta per reperire informazioni sul suo conto e carpirne gli intenti finali.
Schermo nero. Il silenzio dell’ascensore di un aeroporto in sottofondo, e le coordinate della missione che si compongono in basso a sinistra: “Niente Russo”, Aeroporto Internazionale Zakhaev di Mosca, Russia.
Prima che lo cerchiate, no, questo aeroporto non esiste ed una location creata ad hoc per Modern Warfare (tornerà sia nel multiplayer dell’originale che in quello del seguito). Il suono delle armi che si caricano ci indica che siamo pronti a partire.
Lo schermo lentamente si accende, e riprende quattro terroristi davanti a noi: a sinistra troviamo Makarov, la mente di questa operazione e, si scoprirà poi, della Terza Guerra Mondiale.
Una parolina nella sua lingua, e poi l’avviso (in originale in Inglese, doppiato in Italiano nella nostra versione): «niente Russo»– non parlate russo perché le autorità locali devono pensare che quest’attività ostile sia collegata direttamente agli americani.
Le porte dell’ascensore si aprono, e ci affacciamo subito sull’ingresso dell’area degli imbarchi, ad un passo dai metal detector. I nostri compagni di squadra aprono il fuoco, causando subito decine di morti; la scena è truculenta, vediamo cadere sotto i nostri occhi decine di corpi, inermi, colti di sorpresa, neanche il tempo di provare paura.
Possiamo partecipare all’azione aprendo a nostra volta il fuoco, o astenerci e assistere impietriti al tragico spettacolo che andrà avanti comunque anche senza il nostro piombo.
Passiamo il metal detector, che, ironicamente, suona all’impazzata; saliamo le scale che portano al piano superiore, i viaggiatori nell’aeroporto si rendono conto di quanto stia succedendo, e iniziano a correre a destra e manca in preda al panico.
Qualche altra sventagliata di mitra, e cominciamo a vedere delle vittime che si trascinano, ferite ormai letalmente, sul pavimento; possiamo dare loro il colpo di grazia oppure aspettare che ci pensi qualcun altro, ma non ne usciranno vivi.
Degli addetti alla sicurezza provano a mettere al riparo quante più persone possibile, ci ostacola, ma è mal equipaggiato e cade rapidamente sotto i nostro colpi.
Superiamo due file di negozi, dai quali riusciamo a stanare qualche sparuto gruppo di superstiti, e ci imbattiamo in una scena significativa: un uomo del commando si affaccia sulle partenze e, gomito sinistro sulla balaustra, prende a sparare all’impazzata su una folta schiera di viaggiatori assiepata al piano di sotto.
Il gusto della provocazione è qualcosa che fa parte del DNA di Call of Duty e in particolare di Modern Warfare, in cui Infinity Ward – sia la vecchia, capitanata da Vince Zampella e Jason West (curiosità: sono ancora citati nei titoli di testa del remaster, nonostante le frizioni con Activision), che la nuova – alza continuamente l’asticella quando si tratta di mettere alla prova la tenuta morale dei giocatori. Niente Russo è la sintesi perfetta di questa visione e probabilmente, oltre ad esserne la missione più controversa, lo è anche della serie tutta.