MSI MAG301RF | Recensione – La next-gen è ultrawide?
Scopriamo da vicino il monitor MSI MAG301RF, pensato soprattutto per i giocatori su console che voglio sperimentare l'ultrawide.
a cura di Paolo Sirio
Quando si parla di next-gen, si pensa al miglioramento da un punto di vista prestazionale, più che della grafica. Al 4K siamo ormai abituati, in un certo senso, dopo la mid-gen di Xbox One e PS4 che avevano introdotto se non altro dalla prospettiva del linguaggio questa terminologia; ai 120fps, però, la platea console ci sta facendo la bocca soltanto grazie all'innesto di CPU abbastanza performanti da reggerne l'impatto come su PC con Xbox Series X|S e PS5.
I produttori di hardware si stanno adeguando a questa nuova richiesta che proviene da un mondo finora escluso dal mercato dei pannelli con refresh rate superiore a 60hz, ed è per questa ragione che cominciamo ad assistere a proposte come quelle dell'MSI MAG301RF: un prodotto che si rivolge al suo pubblico PC tradizionale, certo, ma che strizza l'occhio pure alla platea che comincia a sentire soltanto adesso non soltanto di 120Hz ma anche di VRR e, perché no, di ultrawide.
MSI ci ha fornito per un buon numero di settimane il suo ultimo schermo, con l'idea che avrebbe esercitato un buon appeal anche sull'utenza console next-gen e che dunque potesse parlare a qualcosa di più ampio rispetto alla classica nicchia super hardcore della master race. All'atto pratico, però, come se la cava MAG301RF? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.
Il design
Prima di addentrarci nella dimensione tecnica, è il caso di parlare del design di questo MSI MAG301RF, che riserva alcune sorprese positive, specie se venite da un monitor “rigido” di qualche tempo fa. In particolare, venendo da uno schermo similmente ultrawide, abbiamo apprezzato come MSI abbia optato per una rotazione “estrema” della struttura del pannello.
Ciò ci ha permesso di regolare a nostro piacimento l'orientamento dello schermo a prescindere da dove ci fossimo accomodati, e di recuperare un buon margine nell'eterna gara tra polliciaggio (vi spiegheremo meglio dopo) e distanza dal display, specialmente provenendo da una soluzione che prevede un'asta rigida con movimenti soltanto sul piano verticale.
La “plancia” è molto elegante, con nessun tasto a vista e la sottilissima scocca con logo MSI sulla parte bassa al centro. I bordi dello schermo sono quasi impercettibili, il che rende questo pannello molto comodo qualora voleste affiancarlo ad altri monitor, che siano due o tre come da configurazione professionale (soprattutto per simulatori e racing a base di automobili).
Paradossalmente, questa ripulita del fronte della scocca fa sì che il tasto di accensione sia nascosto addirittura fin troppo, il che la prima volta in cui abbiamo acceso il monitor ci ha causato qualche grattacapo per capire cosa dovessimo fare per metterlo in moto – chiamiamola inesperienza... Tuttavia, il pulsante meccanico per richiamare l'interfaccia per la personalizzazione orientata al gaming è posizionato nella parte posteriore esterna.
Questo la rende un po' fastidiosa da raggiungere, specialmente se state tentando di calibrare la vostra esperienza sul vostro gioco su una console – e abbiamo sperimentato che diverse calibrazioni vanno bene su diversi giochi, quindi se siete perfezionisti potreste ritrovarvi spesso a smanettarci. Su PC, se non altro, la cosa viene aggirata con un'apposita app da scaricare, in modo da usare mouse e tastiera per modificare gli stessi parametri, mentre su console resta la perplessità di dover cambiare ogni volta impostazioni muovendo l'apposito tastino rosso sporgendosi sul retro del pannello.
Su console, e non solo
I giocatori console possono approfittare della tecnologia HDMI CEC, con cui possono riattivare lo schermo usando un controller; facendolo, il display riconoscerà la console che usa quel controller e lo assocerà al profilo visivo desiderato. Anche in questo caso una soluzione “hardcore”, ovvero per quella nicchia che possiede più di una console oltre che alla classica accoppiata console e PC.
Il pannello in generale e soprattutto i bianchi esprimono un certo grado di ingiallimento, e la brillantezza dell'immagine non ne trae giovamento: rispetto ad un monitor LG che usiamo di norma sia nel quotidiano che per i videogiochi, abbiamo notato uno stacco abbastanza imponente per quanto riguarda la fedeltà della riproduzione della luce sullo schermo.
Anche all'impostazione massima, lo schermo non brilla per luminosità, e le varie impostazioni per genere di videogioco tendono a bruciare l'immagine – non sono adatte all'uso quotidiano, che prevede scrittura o navigazione, specie per quanto riguarda il testo. Per ciò che concerne i singoli generi videoludici, invece, come anticipato potreste ritrovarvi anche abbastanza piacevolmente a girare per i singoli setting, che calzano sui più importanti filoni del gaming.
Sotto il profilo dell'HDR, quella proposta è una soluzione che, se non è “finta”, poco ci manca: lo schermo si ferma a 300 nits di luminosità e, come sapranno gli utenti più esperti, si tratta della soglia minima da raggiungere per ottenere la certificazione dell'HDR 10: insomma, qualcosa che registriamo sulla carta ma che, a conti fatti, non ha una reale corrispondenza con l'esperienza del gamer.
Di contro, i neri sono profondi com'è tipico dei pannelli IPS, e questo produce un effetto che troviamo piacevole in particolare alla lettura, e l'angolo di visione da 180 gradi garantisce di avere la stessa esperienza visiva a prescindere da dove stiate guardando lo schermo – il che, viste le sue dimensioni, costituisce un argomento tutt'altro che da sottovalutare.
Per il gaming
MSI MAG301RF si propone per il gaming su console con un pannello da 200 Hz, anche se sappiamo che le piattaforme next-gen possono arrivare a 120fps se tutto va bene; quindi, da questo punto di vista, chi gioca su PS5 e Xbox Series X|S lo troverà alquanto “op”, per non parlare dell'aspetto ultrawide, il cui ratio 21:9 non è supportato dagli hardware di Microsoft e Sony.
Ciò non toglie che MSI abbia spuntato tutte le voci per quanto riguarda la formazione di un pannello che serva la next-gen: basti pensare ad esempio al supporto al variable refresh rate (VRR), con cui abbattere di sistema fenomeni aberranti come le fluttuazioni del frame rate e il conseguente tearing che spacca in due l'immagine.
Il pannello supporta il FreeSync Premium di AMD (48-200 Hz) ed è compatibile con G-Sync di Nvidia (60-200 Hz), mettendosi così al passo con le new entry in campo console degli ultimi mesi. Va detto che le nuove Xbox e PlayStation continuano a non funzionare in ultrawide, il che vuol dire che dovrete “sopportare” voi in prima persona le classiche bande nere a sinistra e destra per evitare che l’immagine si schiacci.
Questo significa – al netto del parco funzionalità che registra “sì” praticamente dappertutto, sbloccando alcune delle feature più avveniristiche e tecniche della generazione appena avviata – che, in quanto ultrawide, questo prodotto rimane una scelta non ideale se il vostro orientamento è un gaming su console al palo dei 16:9, che si sta aprendo solo di recente giusto ad una simulazione del formato, come nel caso annunciato di Death Stranding Director’s Cut, ma si tratta appunto di una circostanza isolata e di un’emulazione che dovremo capire quanto sarà davvero efficace.
Di contro, il gaming su PC gode di tempi di risposta eccezionali, di appena 1 ms, con cui vengono abbattuti non soltanto i problemi che abbiamo menzionato finora, ma persino l'input lag e il ghosting, che sono tipici di soluzioni con un refresh rate di 60hz o persino superiori (quando, magari puntando al 4K, i display perdono di vista la fluidità).
A patto di avere un PC abbastanza performante, si tratta di un vantaggio potenziale di quasi 60 fotogrammi al secondo se teniamo come metro di paragone lo standard del frame rate elevato, ovvero i 144 Hz cui siamo del resto abituati pure noi quando giochiamo su questa piattaforma. La risoluzione di 2560x1080 (in luogo dei 1440p che forse potreste aspettarvi per il prezzo e chiaramente a debita distanza dal 4K che su PC non pare sfondare ancora e che su console non si accompagnerà nativamente ai 120fps per un bel pezzo) rende più agevole arrivarci in serenità con una macchina di fascia medio-alta.
Quanto al polliciaggio, MSI ha puntato su una soluzione da 29,5” che le consente di esercitare un buon fascino sui giocatori attivi proprio nel competitive: l’ultrawide – formato che propone un tipo di esperienza deliziosa specie con gli open world, e dal quale non torneremmo mai indietro - di cui disponiamo quotidianamente va per i 34” e quella misura può risultare abbastanza dispersiva quando c’è da avere un campo visivo ottimale e operare decisioni veloci in uno sparatutto multiplayer.
Per quanto ci riguarda, per l’uso che ne facciamo, abbiamo avvertito una differenza abissale in quei cinque pollici o giù di lì, tant’è vero che venendo dal taglio dei 34” almeno inizialmente non ci siamo neppure resi conto di stare usando un ultrawide. Il che può essere letto pure come complimento: tra le chicche del design che abbiamo notato in apertura e lo scarso ingombro, non dovrete fare (troppo) spazio sulla vostra scrivania.
Se volete portare a casa un monitor di casa MSI per le vostre esperienze di gaming, date un'occhiata a queste proposte su Amazon.
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
La nextgen c'è
-
Design elegante e funzionale
Contro
-
L'ultrawide rimane un ostacolo sul mondo console a cui il monitor punta