Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin | Recensione – Cuore di mostro
Dopo averli presi a sganassoni per mesi con Rise, in Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin impariamo che i mostri hanno anche un cuore.
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Distributore: Capcom, Nintendo
- Piattaforme: PC , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure
- Data di uscita: 9 luglio 2021
Quello di Monster Hunter Stories fu un esperimento che arrivò in un momento molto diverso rispetto a quello che, ora, accoglie Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin. Lo spin-off del franchise di Capcom non aveva in primis ricevuto il grande boost mediatico di Monster Hunter World, che sarebbe uscito solo qualche mese dopo, e che avrebbe introdotto il gioco di caccia ad un pubblico del tutto nuovo. Men che meno Monster Hunter Rise, che ha consacrato nuovamente la bontà del titolo anche in esclusiva su Nintendo Switch.
Esperimento che riuscì tutto sommato, con qualche asperità. Il titolo per 3DS dimostrò che Monster Hunter è un franchise che potenzialmente può esplorare altri generi, come quello dei JRPG. Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin arriva quindi forte di questa consapevolezza, su Switch e PC, ovvero le stesse piattaforme che ospitano (e ospiteranno) anche l’ultimo arrivato della saga.
Questa premessa può risultare superflua, ma in realtà è importante per capire cosa ci si può aspettare esattamente da Monster Hunter Stories 2. Di fatto è un JRPG che piace di più ai fan della serie, ma dall’altro lato è un’esperienza che può innescare il procedimento contrario, incuriosendo i fan dei giochi di ruolo verso la serie principale di Monster Hunter.
L’episodio per 3DS riuscì con intelligenza ad incasellare lo spirito di MH, con tutti suoi personaggi, lore e dinamiche, ma abbracciando anche gli stilemi della narrazione giapponese tipica dei gdr, con giusto un po’ di ingenuità per quanto riguarda il combat system e la progressione dell’avventura. Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin rappresenta un’evoluzione, ma anche un po’ un bis.
Monster Hunter Stories 2 e la leggenda delle Ali della Distruzione
La leggenda narra di un Ratha tagliente, così potente che è in grado di distruggere il mondo con un battito di ali. Questa è la profezia che fa da sottofondo alla storia di Monster Hunter Stories 2, quella delle Ali della Distruzione citate nel sottotitolo dell’avventura made in Capcom. In un mondo in cui i possenti Rathalos sono estinti, il nostro Rider protagonista si ritroverà a dover gestire l’ultimo uovo della specie, e salvare il cucciolo di Ratha che tutti credono possa portare alla distruzione del mondo conosciuto.
La grande intuizione di Stories, infatti, fu quella di narrare un mondo diverso da quello che i fan di Monster Hunter conoscevano. Non ci sono solo i cacciatori, che combattono i mostri per evitare la distruzione dell’umanità, ma anche i Rider, ovvero persone che vivono in sintonia con essi, li venerano, e riescono a creare un legame così forte da poterli usare come cavalcature nella vita di tutti i giorni, oppure in battaglia.
In questo senso Wings of Ruin fa anche il buon lavoro di alzare un po’ il registro del racconto. Se l’episodio per 3DS era fanciullesco e destinato a non prendersi troppo sul serio, in questo caso pur non travalicando mai nella tragedia struggente si fanno dei discorsi molto interessanti, rapportati a quanto il franchise di Monster Hunter abbia mai provato a raccontare sé stesso.
Mentre nel mondo si aprono delle misteriose voragini, dalle quali emerge una strana luce che manda in stato di furia incontrollabile anche il più docile dei mostri, il cucciolo di Ratha è al centro della contesa di più parti – tra chi lo vuole uccidere perché potenzialmente pericoloso, chi decide di provare ad addomesticarlo e chi vorrebbe che semplicemente nessuno interferisse con il corso naturale della vita. Non vi aspettate di dovervi interrogare sul senso della vita, né di assistere a dialoghi filosofici sulla natura degli esseri viventi, ma sono comunque piacevoli la messa in scena e il fatto che Monster Hunter stesso provi ad alzare un po’ il livello della sua narrazione.
Complici del maggior coinvolgimento emotivo sono sicuramente i personaggi e soprattutto le cutscene. Il livello di animazione e regia è sorprendentemente buono, l’impressione è quella di assistere ad un prodotto di animazione giapponese ad alto budget. Tra siparietti comici (raramente cringe, come si suol dire), momenti di grande azione e combattimenti pirotecnici, dialoghi e flashback, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin racconta una storia che è sempre piacevole da seguire e personaggi che è bello amare e odiare. Certo proprio come un classico anime ogni tanto si perde in qualche cliché, ci sono momenti e archi narrativi inutilmente reiterativi, qualche spiegone un po’ di troppo, ma niente che risulti mai insopportabile.
La grande storia del Ratha e dei suoi amici
A questo proposito giova anche l’aver abbandonato lo stile chibi e caricaturale del precedente episodio, che Marvelous adottò facendo di necessità virtù rispetto alla potenza di calcolo del 3DS. Mantenendo ovviamente lo stile anime, stavolta i personaggi hanno un aspetto più veritiero (per quanto si parli sempre di un mondo con gatti parlanti e mostri giganteschi), e un design che ricorda più da vicino la già citata animazione nipponica di qualità.
Al di là dei personaggi, ben modellati ed esteticamente piacevoli, Monster Hunter Stories 2 si difende abbastanza bene anche per quanto riguarda il mero impianto tecnico ed estetico – pur con alti e bassi che siano, relativi alla versione Nintendo Switch, che è quella utilizzata per la recensione che state leggendo.
Le mappe di Stories 2 sono più ampie, con un’estetica piacevole e vari biomi ad accompagnare il progresso dell’avventura. I mostri appaiono a vista, a volte pascolano serenamente oppure rappresentano una minaccia da cui nascondersi, o verso cui approcciarsi per un attacco a sorpresa. Il fatto che gli scenari rappresentano mondi selvaggi e perlopiù poco ospitali è un ottimo assist per non sentire troppo il peso di girovagare, di fatto, in scenari per la maggior parte vuoti. Oltre alle tane dei mostri, i mostri stessi, e gli ingressi dei centri abitati (uno per bioma, genericamente), non c’è molto altro.
Il colpo d’occhio è molto buono relativamente allo stile cartoonesco, ma probabilmente per riuscire a rientrare nelle performance dell’hardware di Switch si sono fatti degli evidenti sacrifici per quanto riguarda i dettagli del mondo di gioco.
Dettagli come l’erba, alcuni elementi poligonali e le texture dei particolari meno importanti sono chiaramente in bassa definizione e di scarsa qualità. La situazione migliore leggermente nei centri abitati dove complici le costruzioni, i personaggi che girano qua e là, e più cose che riempiono lo sguardo, non si avverte quasi mai quel senso di pochezza del mondo di gioco.
Ma subentra in questo caso il più grande problema tecnico della versione Switch, ovvero il frame rate. La console Nintendo sembrerebbe essere giunta al limite di sopportazione nei videogiochi sviluppati da terze parti, perché anche in questo caso ci tocca registrare una fluidità che oscilla rovinosamente tra i 30 e 50 frame per secondo, raggiungendo raramente i 60 solo nei luoghi piccoli e chiusi. Siamo ben lontani dal miracolo di ottimizzazione fatto da Capcom per Monster Hunter Rise e, sebbene Stories 2 non sia un videogioco così tecnico da richiedere una stabilità assoluta, è la suddetta oscillazione a dare inevitabilmente fastidio.
Anche girando solamente la telecamera in alcune situazioni i frame per secondo crollano in maniera vertiginosa, e anche una buona parte delle cut-scene (ancora più inspiegabilmente) soffrono dello stesso problema. Nel momento in cui scriviamo non siamo stati aggiornati sull’esistenza di una proverbiale patch del day one che potrebbe limare la situazione, che potrebbe arrivare a ridosso dell’uscita.
Carta, sasso, forbice, spadone, lancia-fucile e arco
Come funziona, quindi, questa grande variazione in stile JRPG di Monster Hunter? Sostanzialmente in maniera non molto diversa dal predecessore. Il sistema di combattimento ruota intorno ad un triangolo sasso-carta-forbice, dove gli Attacchi Potenti battono quelli Tecnici, che a loro volta vincono su quelli Veloci, che infine tornano a prevalere su quelli Potenti.
Quando si viene presi di mira da un avversario (lo si nota per una striscia colorata che passa dal Rider a lui) si deve indovinare quale sia l’attacco che sta facendo, e contrastarlo. In questo caso si attacca per primi, e si riceve un quantitativo minimo di danni rispetto a quello che si sarebbe subito fallendo la scelta dell’attacco. In caso di parità i due personaggi si colpiscono allo stesso momento.
A questo si aggiungono le tecniche, dei Rider e dei Monstie, che a loro volta possono essere legate ad uno dei tre attacchi principali oppure rappresentare buff generici per la squadra. Il sistema è semplice, facile da apprendere, a tratti può sembrare semplicistico, e riesce a dare il meglio di sé solo nella seconda parte dell’avventura quando le boss fight cominciano ad essere ostiche, e contemporaneamente viene dato al giocatore tutto il potenziale in termini di strumenti di gioco.
Oltre a questo i mostri possono subire attacchi perforanti, taglienti o contundenti, risultando più o meno resistenti alle armi che generano questo tipo di danni. I mostri grandi hanno più bersagli, ai quali sono collegati tipi di attacchi che gli stessi possono effettuare. Rompendo la coda di un mostro questi non potrà più usarla per attaccare, mentre sfondando la corazza non potrà più usare una mossa difensiva che lo rende più coriaceo ad esempio.
Questo non sarebbe un Monster Hunter senza armi ed armature, che ovviamente sono il fulcro dell’equipaggiamento del Rider. Ognuna di esse può essere costruita con i pezzi di mostro, fornisce bonus passivi ed offensivi ed è legata ad uno specifico elemento. Ogni arma (spada e scudo, spadone, martello, corno da guerra, arco e lancia-fucile) ha un funzionamento specifico in combattimento, punti di forza e debolezze, e la necessità di dover passare dall’una all’altra nel corso dei turni diminuisce un po’ la sensazione di ripetitività e semplicità di cui parlavamo sopra.
Un Monstie per amico
Oltre ad essere un classico JRPG, Monster Hunter Stories 2 è anche un gioco che strizza l’occhio a Pokémon. Come nel precedente episodio si possono collezionare i Monstie raccogliendo uova in giro per la mappa, all’interno delle tane dei mostri, che sono dei piccoli dungeon al termine dei quali sono situati dei nidi con altrettante uova. Si pescano casualmente, sono differenti per rarità e potenza, e il compagno felyne Navirou ci darà degli indizi su cosa potremmo trovare dentro, così da decidere se tenere l’uovo o provare a prenderne un altro.
Una volta nati dalle uova i mostri salgono di livello, imparano nuove mosse e migliorano le statistiche, si possono portare in squadra (fino a un massimo di sei) o mandare in spedizione per raccogliere oggetti ed ottenere punti esperienza. In tutto questo c’è il rituale sciamanico che, in maniera similare a quanto visto in Persona 5, permette di sacrificare dei mostri meno utili per dare ad altri dei bonus ulteriori.
Un vero e proprio gioco nel gioco, che vi porterà via parecchio tempo qualora vogliate fare la vostra squadra perfetta. Ogni mappa ha molte tane da scoprire, alcune anche molto impervie e più pericolose (e quindi fruttuose) di altre, e raccogliere molti Monstie vi permetterà di essere più versatili in combattimento ma anche di poter esplorare più zone della mappa visto che alcuni possono arrampicarsi, scavare, rompere rocce o saltare.
Una meccanica che contribuisce ad aumentare la voglia di giocare e rigiocare Monster Hunter Stories 2, anche in vista dell’endgame dove vi dovrete scontrare con mostri veramente feroci che richiederanno molto grinding e la costruzione di una squadra perfetta. Un plauso anche alle mosse speciali effettuate tramite la barra del legame, la quale permette di scatenare un attacco devastante quando viene riempita. Ognuno di questi colpi è caratteristico per ogni mostro, che può andare in combo anche con quelli dei compagni che vi seguiranno durante l’avventura, con il risultato di un’esecuzione di attacco pirotecnica e galvanizzante.
Versione recensita: Switch
Monster Hunter Stories 2: come gira su PC?
Prova a cura di Paolo Sirio
Per la prima volta nella storia della serie, un Monster Hunter arriva fin dal day one anche su PC, segno dell’impegno di Capcom per una piattaforma che negli ultimi anni ha riservato a lei e al franchise grandi soddisfazioni.
Il gioco è fondamentalmente lo stesso, anche se come port è abbastanza limitato in termini di personalizzazione e la cosa, sebbene non stiamo parlando di un capitolo hardcore, potrebbe far storcere un po’ il naso al raffinato pubblico PC.
Abbiamo solo quattro opzioni per la customizzazione del comparto grafico, ovvero anti-aliasing, LOD, qualità delle texture e delle ombre, e sfortunatamente non è stato implementato il supporto ai monitor ultrawide, per cui se ne possedete come noi uno in 21:9 dovrete sopportare le barre nere ai lati (fino all’arrivo di una mod, almeno).
Tuttavia, questa conversione risolve uno dei punti deboli dell’edizione per Nintendo Switch, e cioè il frame rate: Capcom lo ha sbloccato fino a 144fps su PC, con un upgrade sensibile a confronto con il titolo di partenza, e non abbiamo registrato incertezze durante la nostra prova.
Oltre a Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin vi consigliamo lo splendido artbook delle illustrazioni di Monster Hunter, imperdibile per gli appassionati!
Voto Recensione di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
I fan di Monster Hunter si sentiranno a casa, di nuovo
-
La gestione dei Monstie è un gioco nel gioco
-
Storia piacevole da seguire, tra alti e bassi
Contro
-
Cali di frame rate importanti e a volte inspiegabili
-
Il sistema di combattimento può risultare semplicistico
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La fase finale dell'avventura richiede molto grinding