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Metal Slug Tactics | Recensione - Novità e tradizione

Uno snello strategico in salsa roguelike, che cerca di mantenere i ritmi forsennati della saga e ne omaggia la storia: la recensione di Metal Slug Tactics.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Uno strategico poco profondo ma molto veloce.
  • Omaggia il franchise base con classe.
  • Ideale per i neofiti.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Metal Slug Tactics
Metal Slug Tactics
  • Sviluppatore: Leikir Studio
  • Produttore: Dotemu
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , SWITCH , PS5 , PS4 , XSX , XONE
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 5 novembre 2024

Può uno degli sparatutto più frenetici della storia dei videogiochi trasformarsi senza conseguenze in uno strategico a turni, peraltro di impronta roguelite?

Ce lo siamo chiesti tutti all'annuncio di Metal Slug Tactics, coproduzione Dotemu e Leikir Studio, in arrivo in questi giorni su tutte le principali piattaforme di gioco ed incluso fin dal day-one nel catalogo Game Pass di Microsoft.

Abbiamo giocato a lungo per voi alla versione per PlayStation 5, e non vedevamo l'ora di raccontarvi com'era andata la nostra prova.

Se condividete la nostra medesima curiosità per la riuscita di questo coraggioso progetto, non dovete far altro che continuare a leggere la recensione.

Quando non c'è bisogno di una storia

Trama? Davvero dobbiamo parlare di trama in un gioco che porta il nome Metal Slug?

Lo facciamo solo per dovere di cronaca, sia chiaro: i Falchi Pellegrini, storici eroi della serie SNK, sono chiamati a porre ancora una volta rimedio alle malefatte del perfido generale Donald Morden – il quale, non contento di essere evaso di prigione, sta a sua volta facendo scappare molti dei suoi vecchi alleati, così da creare una squadra di "supercattivi" che possa seminare caos e distruzione in giro per il mondo.

Se vi sembra la caricatura di un soggetto per un B-movie della prima metà degli anni '80 è perché, beh, lo è: l'umorismo nero, le tremende freddure e la satira alla guerra e alla vita militare sono presenti anche in Metal Slug Tactics e, sebbene risultino meno pregnanti che nei titoli canonici della serie, contribuiscono a ricrearne lo spirito e le atmosfere, a beneficio dei fan di vecchia data.

Molte delle cose che i veterani speravano fossero implementate in effetti lo sono, dalla possibilità di utilizzare i Metal Slug lasciati sulla mappa dai nemici sconfitti a quella di cimentarsi in missioni che esulino dal mero assassinio di tutti i nemici per salvaguardare uno o più NPC.

L'amore e la riverenza del team di sviluppo per il franchise appaiono evidenti, e questo ha portato, al netto di qualche scelta di game design che non ci ha convinto fino in fondo, a creare un titolo che sicuramente parla alla fanbase storica del franchise e che riesce a farlo bene.

Rapido e procedurale

I numeri, spesso importanti ma non esaustivi quando si analizza un titolo procedurale, sono dalla parte di Leikir Studio: durante la nostra prova, distribuiti sui quattro mondi da esplorare, abbiamo contato nove differenti protagonisti ed un totale che si assesta ben oltre le trenta differenti classi (incluse le sottoclassi uniche).

Già dalle prime partite, appare evidente come il team di sviluppo abbia fatto i compiti a casa, visto che le meccaniche divenute ormai standard per questa tipologia di giochi (da Into the Breach in giù) ci sono tutte, a formare un unicum piacevole anche se non troppo immediato durante le prime ore, anche a causa di tutorial prolissi e poco chiari.

Non tutte le scelte di game design, però, ci hanno convinto: nel tentativo di non distaccarsi troppo dai ritmi forsennati dei titoli canonici del franchise, il team di sviluppo ha deciso di basare gran parte del gameplay sul movimento.

Per aumentare la possibilità di schivare i colpi in arrivo ed avere un coefficiente di evasione più alto, infatti, oltre che per guadagnare l'adrenalina necessaria all'utilizzo delle abilità, il gioco costringe a muoversi sempre, spesso anche quando spostarsi sul campo di battaglia risulta un'operazione fine a se stessa.

Il risultato non poteva che essere un'appassionata lettera d'amore al franchise SNK.

Rimanere fermi, scelta premiata in altri giochi di ruolo tattici con visuale isometrica, in Metal Slug Tactics significa abbassare drasticamente le proprie chance di rimanere al riparo dai danni – assicurando, nel contempo, che entro un paio di turni il nostro personaggio sia circondato dai rinforzi nemici, che in molte mappe spawnano senza soluzione di continuità.

Questa scelta del team di sviluppo costringe, di fatto, a girovagare per la mappa anche quando non se ne vedrebbe la necessità, solo per omaggiare il concetto di run and gun alla base di Metal Slug: anche dopo tante ore di gioco, non siamo convinti che sia una scelta particolarmente felice per uno strategico a turni.

Il movimento continuo e il posizionamento intelligente, oltre all'attenzione per la verticalità di certe mappe, risultano allora essere la chiave di ogni vittoria – ma, al contempo, il giocatore finisce spesso per spostare le unità sulla mappa anche senza un senso apparente, pur di non vedere decrescere il loro potere in quella data mappa, o nella speranza di evitare quanti più colpi possibili.

Sempre nel nome della rapidità di esecuzione e del mantenimento di certi ritmi di gioco, si è scelto di limitare a tre il numero di personaggi utilizzabili contemporaneamente, il che finisce anche per limitare, giocoforza, tanto il numero di strategie differenti attuabili quanto il numero di mosse speciali tra cui scegliere quando arriva il proprio turno: se la rapidità è preservata, la profondità strategica finisce con il risentirne sul lungo periodo.

La generazione procedurale (forse sarebbe meglio dire "modulare") degli stage, come sempre, rimane un'arma a doppio taglio: se, da un lato, favorisce la rigiocabilità e prolunga la vita del prodotto al di là del completamento della campagna, dall'altro spersonalizza un po' le missioni, con un numero limitato di preset (tanto a livello di generazione delle mappe quanto di obiettivi per il conseguimento della vittoria) che finisce con l'accentuare il senso di ripetitività generale.

Tra le scelte che invece condividiamo c'è sicuramente la breve durata delle missioni, che mantiene alte le frequenze e favorisce la loro rigiocabilità, alla ricerca di collezionabili nascosti o, più semplicemente, di un punteggio migliore derivato dal raggiungimento di uno o più obiettivi secondari.

Apprezzabile anche quella di rendere le boss fight decisamente più ardue delle mappe comuni, restituendo il senso di sfida che gli amanti duri e puri di Metal Slug (ancora oggi, in epoca post-Souls, uno dei giochi più difficili della storia del medium videoludico) sicuramente apprezzeranno.

Il senso di progressione è costante: ai tre eroi iniziali (Marco, Eri e Fio) se ne aggiungeranno altri, che andranno ad arricchire un hub in cui sarà possibile mutare la propria squadra, fare acquisti e tenere conto degli obiettivi portati a termine fin lì.

Il gran numero di abilità sbloccabili lascerà grande libertà al giocatore in termini di build, ma poi, quantomeno nella nostra prova, le skill e le tattiche più utilizzate finiranno col ripetersi molto spesso grazie alla loro efficacia.

Sfruttare gli attacchi combinati, quando un nemico è nella gittata dell'arma di un nostro commilitone, far fruttare i pochi colpi delle armi secondarie, spesso decisive ma limitate nel numero di utilizzi rispetto all'arma di base, e (nemmeno a dirlo) appropriarsi il più velocemente possibile di un Metal Slug qualora fosse disponibile sul campo di battaglia: queste sono sempre state le chiavi della vittoria durante le ore che abbiamo speso in compagnia di Metal Slug Tactics.

New Neo Geo

Se è vero che la pixel art non muore mai, e che quella di Metal Slug rappresenta ancora oggi il pinnacolo di una certa scuola di character design degli anni '90, Metal Slug Tactics riesce a riprendere quasi tutti i punti forti di quell'estetica e a riproporli per il pubblico moderno, pagando dazio solamente in termini di originalità e di chiarezza dell'immagine, che risulta a tratti piuttosto impastata quando molti personaggi sono racchiusi in poco spazio – quantomeno nella versione PS5 oggetto della nostra analisi.

Gli autori del team di Leikir hanno puntato sulla verosimiglianza con gli sprite originali – e in effetti, ad una prima occhiata, la resa è la medesima: Marco Rossi e compagnia si muovono e si agitano esattamente come le loro controparti su Neo Geo, eppure qualcosa in termini di fluidità è andato perso, probabilmente per la natura più statica del genere di riferimento rispetto a quello originario.

Nondimeno, l'estetica del prodotto farà la gioia di quanti guardano all'epoca d'oro della pixel art con nostalgia, di quanti siano cresciuti a pane e Super Nintendo e, soprattutto, di coloro che, nonostante tutto, fanno ancora un po' di fatica a raccapezzarsi con i poligoni.

Lavorare a stretto contatto con il team di sviluppo originale dei primi due Metal Slug, utilizzando i bozzetti e gli artwork dell'epoca, ha permesso al team di avere accesso ad ogni minuzia e, complice un amore sconfinato per il materiale di partenza, il risultato non poteva che essere un'appassionata lettera d'amore al franchise SNK.

Le stesse cinematiche che portano avanti l'esile scheletro narrativo, tanto quanto le talking head dei protagonisti richiamate a schermo in concomitanza con l'attivazione di alcune mosse speciali o degli attacchi di concerto, rappresentano quanto di più fedele al materiale di partenza potessimo augurarci.

Il fatto che il tutto giri a 60 fps adamantini, poi, rappresenta la classica ciliegina sulla torta.

Difficile, come spesso accade per i roguelike, pronunciarsi sulla durata complessiva: se la quantità di contenuti totale può dirsi soddisfacente, una singola run può portare via una sola ora di gioco come tre, a seconda della fortuna (che riveste sempre un ruolo in questa tipologia di giochi), delle manie di completismo del giocatore e del suo grado di abilità.

Passerà parecchio tempo qualora voleste vedere tutto ciò che Metal Slug Tactics ha da offrire in termini di differenti loadout e armi, ma se vi accontenterete di portarlo a termine due o tre volte, convinti di aver visto il meglio che il combat system può offrire, non siamo sicuri che sarete soddisfatti della longevità, che rimane comunque grossomodo in linea con quella degli episodi canonici del franchise.

Segnaliamo in chiusura anche un paio di improvvisi crash, che ci hanno rimandato alla dashboard di PS5: nulla di problematico visto che il sistema di autosalvataggio del gioco si è dimostrato estremamente efficiente, ma comunque una piccola seccatura che speriamo venga limata con le prossime patch.

Offerte per Metal Slug Tactics

Voto Recensione di Metal Slug Tactics | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Abbastanza unico nel suo genere.

  • Grande rispetto per il materiale di partenza.

  • La generazione procedurale può dare...

Contro

  • ... e la generazione procedurale può togliere.

  • Qualche scelta di game design controversa.

  • Pecca in profondità dell'elemento strategico.

Commento

Nel duplice tentativo di rendere originale il gameplay di Metal Slug Tactics, nonché il più vicino possibile a quello degli episodi regolari del franchise, i membri di Leikir Studio hanno coniato un ibrido roguelite/strategico interessante, ma non privo di difetti.
Rimaniamo convinti che la generazione procedurale porti con sé tanti pregi quanti difetti, e non siamo persuasi al cento per cento che basare le possibilità di sopravvivenza delle truppe alleate sul loro andirivieni incessante lungo le mappe di gioco rappresenti una scelta consona al genere di appartenenza.
Eppure, Metal Slug Tactics rimane uno strategico snello e veloce, ideale per sessioni brevi ed intense e profondamente rispettoso dei canoni codificati dal franchise in tanti anni di militanza sul mercato. Il gioco parla con amore a chi è affezionato alla longeva saga di SNK, ma coloro che gli si avvicinano per la sua componente di strategico a turni troveranno senz'altro un limite nella sua scarsa profondità strategica.
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