Martha is Dead | Recensione - La guerra si inchina al passare della follia
Gli orrori e i misteri del folcore italiano del secolo scorso, dagli autori di The Town of Light.
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a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: LKA
- Produttore: Wired Productions
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 24 febbraio 2022
Con The Town of Light, il team LKA aveva ampiamente dimostrato di saper affondare gli artigli in tematiche forti e per nulla semplici da raccontare, trattando senza fare sconti a nessuno la storia di una ragazza che subiva il dramma dell’internamento in manicomio. Attraverso la storia di Renèe, la protagonista del gioco, il piccolo studio di sviluppo italiano riuscì nell'intento di raccontare una storia dai toni insospettabilmente drammatici e in grado di far discutere oggi come ieri.
A livello di gioco giocato, The Town of Light era impostato come un’avventura esplorativa che ci permetteva di rivivere un periodo storico dimenticato nel tempo attraverso gli occhi (e la voce) della ragazza appena sedicenne, indagando gli interni del manicomio di Volterra che ad oggi versa in stato di abbandono.
Un'esperienza breve ma a tratti molto intensa, forte di una cura stilistica realmente sorprendente, accompagnata giocoforza da alcuni difetti tipici delle avventure esplorative, tra cui un'interattività limitata e la mancanza di vere e proprie dinamiche di gameplay. Con Martha is Dead, disponibile dal 24 febbraio su console e PC, LKA vuole portare il realismo già ampiamente esposto con il dramma di Renèè a un livello superiore, se possibile ancora più intimista, grazie a un altro titolo che non ha paura di portare a schermo tematiche estremamente delicate.
Anche in questo caso, il team capeggiato da Luca Dalcò ha infatti scelto la strada del thriller psicologico, appoggiato a sua volta su una struttura ludica esile e poco strutturata che imita per sommi capi la struttura delle vecchie avventure grafiche, senza però replicarne - per scelta - l'enigmistica ambientale.
Martha is Dead mette infatti sul piatto una sequela di azioni basilari e scelte da compiere - molte delle quali preimpostate - all’interno di ambienti dai toni cupi e inquietanti, al fine di far progredire la drammatica storia scritta per l'occasione. Dimenticate quindi contorti rompicapo o combattimenti di vario tipo: il titolo LKA è fondato solo ed esclusivamente sull'esplorazione incondizionata e costante, al fine di raccogliete gli indizi che sveleranno progressivamente la verità sull'infausto destino occorso a due sorelle.
Italia, anno del Signore 1944
Martha is Dead ci porta indietro nel tempo di quasi cento anni, in un periodo storico realmente esistito che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene nei libri di storia. Siamo infatti nell’Italia del '44, più precisamente nei terreni toscani di San Casciano: il conflitto bellico tra la Germania nazista e le forze alleate sta raggiungendo il suo picco massimo, portando gli orrori della Seconda Guerra Mondiale in ogni angolo del Paese, anche quelli dove spesso e volentieri è l'omertà a farla da padrone.
Un giorno, una giovane ragazza di nome Giulia fa una macabra scoperta: durante una sessione fotografica trova infatti il corpo senza vita di sua sorella gemella Martha, trasportata sulle rive di un lago dopo essere morta in circostanze misteriose.
Ciò che deciderà di fare Giulia, apparentemente sconvolta dalla dipartita della sorella, sarà appropriarsi del laccio che la sorella defunta porta al collo, decidendo a sua volta di spacciarsi proprio per Martha. Sarà quindi Giulia a "morire" piuttosto che la sorella, nonostante resti il mistero su chi abbia ucciso davvero la giovane ragazza, un mistero gravato da tutta una serie di segreti nascosti che gettano un'ombra nera sul passato della protagonista e della sua famiglia.
In maniera ancora più marcata rispetto a The Town of Light, il comparto narrativo di Martha is Dead è sicuramente la cosa più importante dell'intera produzione: senza scadere mai nel cliché, l'avventura messa in piedi da Dalcò e il suo team racconta di oscuri segreti e tradimenti, occultati per il puro gusto di nascondere gelosie e faide all'interno di un nucleo familiare che solo alla fine dei titoli di coda riuscirà a rivelarsi per ciò che è davvero.
Il personaggio di Giulia è tratteggiato in maniera intelligente e quasi mai banale, il tutto sullo sfondo di un conflitto bellico che rende la vita delle persone vicine alle due sorelle a suo modo ancora più atroce. I colpi di scena, centellinati col contagocce ma sempre assolutamente funzionali al contesto, mettono in chiaro una cosa, ossia che Martha is Dead è uno dei pochi - pochissimi - videogiochi che abbraccia il folclore d'Italia, senza disdegnare anche uno sguardo ai racconti popolari diffusi sul territorio italiano verso la metà del secolo scorso.
Il gioco è quindi un'avventura che smussa e corregge le incertezze vissute tra le mura dell'ex manicomio di Volterra in The Town of Light, legandosi nuovamente alla psiche - spesso contorta - e all'emotività dei suoi personaggi, senza negarsi anche un'incursione nel terrore puro e semplice. No, non parliamo di certo di un survival horror in senso stretto, bensì di un gioco che usa la paura per veicolare un messaggio, un segnale, senza mai aggrapparsi all'orrore fine a se stesso e preferendo quindi un'inquietudine costante e reiterata, dettata anche dal particolare contesto storico che saremo chiamati a vivere.
Tra orrore e follia
Come accennato poco sopra, con Martha is Dead il team LKA ha deciso di proporre un impianto ludico più strutturato e "spesso" rispetto a quanto visto con il precedente The Town of Light. Il prologo dell'avventura è molto lento e riflessivo (nonché estremamente lineare), pensato più che altro a introdurci nelle pieghe del racconto e nelle meccaniche di gameplay senza troppi guizzi o sussulti.
Man mano che la storia di Giulia/Martha prenderà quota, assieme a lei aumenteranno anche le possibilità ludiche offerte dall'esperienza, la quale è sempre e comunque impostata come un gioco narrativo di spessore prima ancora che un buon videogioco giocato in senso stretto.
https://youtu.be/KWRYUz29mK0
Indagare le campagne toscane sarà un buon incentivo all'esplorazione, immergendoci all'interno di una mappa contenuta e mai dispersiva ma allo stesso tempo ampia al punto giusto, non andando a scomodare i mostri sacri del genere. Capiterà inoltre di poter usare una bicicletta o una piccola barca per muoversi tra le varie location, sebbene la sensazione non sarà mai quella di avere tra le mani un open world all'italiana, seppur nelle intenzioni l'idea è proprio quella di offrire una maggiore libertà rispetto all'avventura di Renèe.
Ma non solo: più andremo avanti con la storia, più la magione della protagonista aprirà le sue porte al giocatore, aiutando di conseguenza Giulia a mettere in ordine i tasselli della sua indagine, sino a un finale del tutto coerente al contesto. Nel mentre, saremo chiamati a cercare oggetti, recuperare informazioni e più in generale mettere insieme i pezzi di un puzzle che si rivelerà man mano sempre più complesso.
Discorso a parte per l’uso della macchina fotografica d'epoca, la quale - oltre a risultare fondamentale per l’avanzamento della storia in più di un'occasione - proporrà tutta una serie di meccaniche specifiche legate alla messa a fuoco delle immagini (per ottenere gli scatti dovremo del resto recarci nella camera oscura della villa di Giulia).
Al netto di elementi ludici senza dubbio affascinanti, Martha is Dead offre in ogni caso un gameplay basilare e piuttosto schematico, che non va oltre i limiti imposti dal team di sviluppo: un'esplorazione consueta, un'analisi degli elementi ambientali e interazione ridotta al minimo - basta infatti premere un singolo tasto per effettuare la stragrande maggioranza delle azioni a schermo - a favore di un comparto narrativo che ama prendersi in ogni caso tremendamente sul serio, senza deviazioni o inciampi.
Nonostante il comparto stilistico ed estetico sia tutto sommato appagante, Martha is Dead non punta di certo il suo fascino sulla grafica in senso stretto: le ambientazioni che saremo chiamati a esplorare sono infatti piuttosto basilari, così come i modelli poligonali non faranno di certo gridare al miracolo, specie per quanto riguarda la resa dei volti. Una splendida partitura musicale aiuterà in ogni caso a immergerci ancora di più nel contesto storico replicato da LKA, il tutto accompagnato da un doppiaggio in italiano che non mostra il fianco alle critiche, salvo casi rari ed eccezionali.
Insomma, Martha is Dead è un gioco che sa il fatto suo, pur non andando oltre le intenzioni iniziali: l’opera di Dalcò e del suo team è infatti un racconto giallo tutto improntato sul mistero, senza scadere nello splatter ma indagando la follia e l'angoscia nel senso più puro del termine. E se l'avventura nella sua interezza è piuttosto breve - basteranno infatti circa 5/6 ore per arrivare all'epilogo della storia di Giulia - Martha is Dead è sicuramente un'esperienza che saprà lasciarsi godere nella sua interezza, specie da chi non avrà eccessive pretese tecniche e ludiche.
Nota di redazione: l'11 febbraio scorso, attraverso un messaggio pubblicato sui canali social del gioco, è stato confermato che il titolo subirà tagli e censure per quanto riguarda l'edizione per console PlayStation. Il gioco uscirà invece in forma integrale su tutte le altre piattaforme, ossia PC e console Microsoft. Negli scorsi giorni abbiamo contattato il publisher e anche lo stesso Dalcò, spiegandovi con chiarezza quali fossero i motivi legati a questa scelta.
Versione recensita: PC
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Voto Recensione di Martha Is Dead - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Atmosfera incisiva e coinvolgente
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Narrazione adulta e mai scontata
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Buon doppiaggio in italiano
Contro
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Gameplay tendente al minimo sindacale
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Qualche stortura dal punto di vista tecnico