Sono dovuti passare ben sette anni prima che La-Mulana 2 arrivasse sul mercato, ma alla fine – come vedremo in questa recensione – ne è valsa davvero la pena. Dopo l’uscita del capostipite nel 2011, che a sua volta è un remake del primo progetto a 8-bit ideato dai giapponesi Nigoro, è stata la campagna Kickstarter a dare nuova speranza a coloro che avevano apprezzato uno degli indie più in vista di quel periodo, ricordato soprattutto per la sua proibitiva difficoltà. Se i critici di settori e il pubblico non sono in grado di associare altri giochi al di fuori di Dark Souls quando pensano a delle sfide ardue, mantenendo la serie di From Software come unico metro di paragone, il motivo è da ricercare nella scarsa conoscenza delle opere che prima e dopo il parto di Miyazaki hanno fatto letteralmente impazzire i più virtuosi. Ecco, proprio a tal proposito ci sentiamo di tagliare subito la testa al toro e saltare i convenevoli: sappiate che La-Mulana 2 è ancora più difficile del primo – e non di poco – e sappiate anche che il potenziamento della formula dell’originale (e l’apprezzamento del pubblico) ha convinto i creatori a proseguire in questa direzione, senza avere pietà di chi ha poca pazienza e scarso spirito di abnegazione.
Le Rovine del Male
Nonostante la storia si ricolleghi al primo capitolo, è doveroso affermare che anche chi non lo ha mai giocato potrà avvicinarsi a La-Mulana 2, che grazie a una sorta di compendio della trama costruito attraverso i dialoghi, riesce a dare un’infarinatura essenziale ai profani della serie.
Sono passati cinque anni da quando l’archeologo Lemeza Kosugi ha scoperto l’origine della civilizzazione all’interno delle rovine de La-Mulana. Oggi quelle rovine sono diventate un’attrazione turistica, ma da qualche tempo dei mostri hanno nuovamente fatto la loro apparizione nei pressi dell’entrata, mandando nel panico la gente del villaggio. Probabilmente – considerate le rivelazioni del precedente capitolo – il potere creazionistico della “Madre” non è andato distrutto in mezzo alle rovine, e la figlia di Lemeza, di nome Lumisa, è pronta a indagare sul mistero che avvolge quel luogo antico e misterioso. In ogni caso, le segnalazioni sembrano provenire da Eg-Lana, conosciuta come l’altro lato delle rovine de La-Mulana, usata tempo fa come colonia penale. Ciò che ne scaturirà sarà una storia complessa, bizzarra, surreale e con diversi momenti inaspettati. Rispetto al capitolo precedente, però, la mescolanza di divinità di cui si parla e il volume di informazioni anche non necessarie tendono a creare un impasto narrativo più confusionario.
Inaspettato è anche tutto ciò che nel gioco accadrà durante le vostre partite, poiché niente è davvero lineare – nonostante la mappa visibile possa darvi la sensazione che la strada, in fin dei conti, sia quella che immaginate. Trovarsi nel ventre di un tempio e fuoriuscire d’improvviso in un’area ghiacciata, avanzare e camminare su piattaforme sospese sopra alla lava ribollente, giungere in antri oscuri dove si annidano i temibili e ostici boss, sono solo alcuni dei momenti che vivrete in La-Mulana 2, ammesso che abbiate davvero l’abilità necessaria – e la pazienza. Tantissima pazienza! – per arrivare ai titoli di coda.
Non scherziamo affatto quando affermiamo che La-Mulana 2 è di una difficoltà che a tratti diventa davvero fuori parametro, perché oltre agli scogli più evidenti rappresentati da alcune sezioni costruite ad-hoc per farvi letteralmente impazzire di rabbia, ci sono tranelli che traboccano a ogni pie’ sospinto, assieme a puzzle senz’altro ottimi, ma su cui vi ritroverete a rimuginare per intere mezz’ore, se non addirittura per più tempo. Considerando ciò è pertanto impossibile fare una stima precisa sulle ore di gioco globali (non si va comunque al di sotto delle 20-30 ore).
The Other Ruins
La-Mulana 2 esaspera la già elevata difficoltà del primo capitolo e raggiunge un livello che potremmo definire – senza remora alcuna – masochistico. Apprezzare l’opera di Nigoro significa doversi preparare psicologicamente ad essere rimandati continuamente indietro al punto di salvataggio fino a quando non avrete memorizzato l’ubicazione delle trappole, dei tranelli occultati nei punti più inaspettati, e le strade ramificate attraverso cui passerete (più e più volte) per tentare di avanzare. Non sarà affatto semplice, perché La-Mulana 2 potrebbe lasciarvi lì a rimuginare sul percorso intrapreso e soprattutto su ciò di cui non vi siete accorti (dall’elemento un po’ più in vista all’interpretazione di scritte, cartelli e indizi). Nonostante sia un metroidvania in piena regola, l’opera di Nigoro non vuole affatto aiutarvi durante l’avventura e non sposa scelleratezze come la generazione procedurale o delle banali scorciatoie che possano darvi un’ alternativa. Si capisce dunque quanto la progressione di gioco sia tutto sommato ben diversa rispetto agli altri titolo dello stesso genere, poiché La-Mulana 2 è, in poche parole, un gigantesco sistema di intricate cave lungo cui dovrete districarvi: un indie su vasta scala e al contempo un’avventura colossale. Pensate, a questo punto, cosa significa riuscire a superare delle zone complesse per poi trovarvi davanti al nulla, o avanzare indisturbati per una ventina di minuti e rimanere bloccati per quella che sembrerà un’eternità. Ecco, La-Mulana 2 è difficile non solo per i nemici che popolano le rovine, ma soprattutto per come è strutturato. In tal senso si tratta di un’evoluzione più concettuale che pratica, perché le armi a disposizione, i movimenti e in generale le possibilità di approccio che offre il gioco sono poche rispetto – per esempio – a un titolo come Spelunky, che agli elementi classici del genere unisce anche un paio di novità niente male. Lumisa può principalmente usare la propria frusta e saltare, pertanto non aspettatevi chissà quale esempio di maestria a livello di combat system. Eppure ci è bastato e si è rivelato funzionale a ciò che il gioco propone, con qualche doverosa riserva. La-Mulana 2 è asciutto e vi dà poche possibilità. E lo stesso avviene con le app installabili sul PC della protagonista, la cui memoria è assai limitata e vi costringe tutte le volte a installare quelle più utili a seconda del momento in cui sono effettivamente utili.
Tecnicamente non c’è molto dire su La-Mulana 2, che di fatto è un lieve miglioramento del capostipite. Va certamente incensata la varietà delle aree, così come l’essenzialità della grafica, che rimane curata e realizzata in modo tale da non nascondere quei dettagli senza i quali sarebbe impossibile riuscire ad andare avanti. Ma attenzione, perché ogni schermata dovrà passare attraverso un occhio clinico e attentissimo. In bocca al lupo.
– Difficilissimo, ma in grado di ricompensare i più pazienti e abili
– Le rovine sono una grande matassa ingarbugliata piena di misteri, trappole e puzzle
– Rappresenta un passo in avanti rispetto al primo capitolo…
… Ma solo a livello di concept, mentre poche sono le altre novità
– Un po’ troppa carne al fuoco per quanto riguarda gli elementi della trama, che creano confusione
Se non siete spaventati dalla difficoltà, dalla dispersività, dalla cattiveria e dall’indulgenza pressoché nulla de La-Mulana 2, avete trovato senza dubbi il gioco che vi farà sudare più dell’estate stessa.
Nigoro non ha per niente addolcito la formula del capostipite, e anzi è andata ancora oltre, regalando agli utenti più hardcore una sfida che difficilmente dimenticheranno. I pregi del gioco sono evidenti in una struttura ben studiata, ampia e ingarbugliatissima, e in generale in un avanzamento che è in grado di dare soddisfazioni enormi ogni qual volta si riesce a superare la zona che a lungo vi aveva fatto penare. Basta un’intuizione, un’improvvisa illuminazione dopo aver compreso un suggerimento, un colpo d’occhio in quella parete che nascondeva un passaggio ben nascosto, e la Mulana-2 dà di nuovo quella spinta per continuare, per non mollare, per tentare ancora una volta di arrivare alla fine.
Per pochi eletti.