Inscryption | Recensione - Una perla da non perdere, anche su Switch
Un po' roguelike e un po' deck builder, Inscryption è senza dubbio una delle esperienze più originali e imperdibili dei tempi recenti.
Advertisement
a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Daniel Mullins Games
- Produttore: Devolver Digital
- Distributore: Devolver Digital
- Piattaforme: PC , APPLE
- Generi: Survival Horror , Puzzle game , Gioco di carte
- Data di uscita: 19 ottobre 2021
Capita qualche volta di trovarsi tra le mani dei giochi talmente peculiari che diventa difficile parlarne e sviscerare i loro contenuti in un’analisi completa e sensata. Si tratta di casi in cui l’esperienza va provata e vissuta in prima persona per essere compresa a fondo, perché nessun quantitativo di parole basterebbe a raccontare quanto accade.
In questa categoria di giochi rientra Inscryption, titolo di Daniel Mullins Games pubblicato da Devolver Digital. Nato inizialmente come progetto del solo Daniel Mullins durante una game jam, il gioco si è gradualmente evoluto fino a raggiungere una release completa prima su PC, poi su PlayStation 5 e PlayStation 4 e infine, adesso, su Nintendo Switch.
In occasione del lancio di quest’ultima versione siamo tornati per raccontarvi come si comporta sull'ibrida di casa Nintendo e come si presti a essere vissuto in handheld. Qui, invece, trovate la recensione dell'uscita originaria su PC, a cura di Daniele Spelta.
Un gioco mortale
Al primo avvio di Inscryption, noterete subito una stranezza: dallo spartano menù principale, non è possibile scegliere di iniziare una nuova partita. Potrete solamente scegliere l’opzione “continua”, come se qualcuno avesse già cominciato a giocare prima di voi.
Una volta avviata la partita, vi ritroverete all’interno di quello che sembra essere un capanno, illuminato dalle fioche luci di alcune candele disposte al suo interno. Di fronte a voi c'è un tavolo, dietro al quale sembra sedere una creatura invisibile, senza nome, di cui sono visibili soltanto gli occhi, che seguiranno ogni vostro movimento all’interno della stanza.
Questa persona o cosa, chiunque essa sia, vi inviterà a giocare ad un gioco da tavolo, dove dovrete muovere la vostra pedina su una mappa. Arrivando in certe “caselle”, la creatura vi sfiderà ad un gioco di carte, dove c’è una regola più importante di tutte le altre: dopo due sconfitte, verrete sacrificati.
Questo è l’incipit narrativo di Inscryption: una volta avviato il gioco, vi ritroverete nel giro di pochi minuti ad avere moltissime domande che vi frullano nella testa. A chi appartengono quegli occhi che vi fissano costantemente? Come siete finiti in quella capanna? Ma soprattutto, come potete uscirne? E perché alcune carte del gioco sembrano riuscire a comunicare con voi?
Andare oltre nella spiegazione della narrativa significherebbe rovinarvi, almeno in parte, l’esperienza. Inscryption ha una storia complessa, da sviscerare lentamente, che dovete vivere assolutamente in prima persona senza che sia qualcun altro a raccontarvela.
La storia ha molti elementi meta-narrativi, e nel corso del tempo Inscryption è diventato anche una sorta di ARG, visto che la sua lore viene costantemente espansa sul web. Di nuovo, è difficile parlarne senza farvi spoiler, per cui preferiamo lasciare che siate voi a scoprire tutto da soli, senza darvi indicazioni.
Quello che vi possiamo dire è che se vi piacciono le storie di mistero con tinte inquietanti, soprattutto quelle che mescolano elementi di leggenda urbana e meta-narrativa (pensate alla creepypasta di Ben Drowned, ad esempio), qui troverete una vicenda in grado di tenervi incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Sotto ogni profilo, il gioco è diviso in tre atti che, pur raccontando ovviamente pezzi della stessa storia, sono nettamente distinti sia narrativamente che a livello estetico e di gameplay.
Anche in questo caso, preferiamo non farvi spoiler, visto che vedere il gioco trasformarsi di fronte ai propri occhi è una delle cose che più sorprendono.
Vi possiamo dire che a livello tecnico Inscryption non presenta particolari problemi nella sua versione Nintendo Switch (potete godervelo al meglio nella splendida versione Oled, che potete trovare su Amazon). Si tratta di un titolo indipendente a basso budget, dunque ovviamente non aspettatevi qualcosa che punti al realismo grafico, men che meno su Switch.
La direzione artistica, poi, è ottima: gli scenari lugubri ed inquietanti del gioco saranno in grado di tenervi costantemente in tensione, nonostante non si tratti di un horror. Lo stesso possiamo dire per il comparto audio, composto perlopiù da brani di punteggiatura e di ottima fattura.
Non una semplice partita a carte
Veniamo quindi al gameplay di Inscryption. Come vi abbiamo anticipato, il gioco è diviso in tre parti, con delle differenze importanti tra le tre. Per evitare spoiler, vi parleremo solamente della prima, che comunque costituisce la base di tutta l’esperienza di gioco.
In buona sostanza, Inscryption può essere definito come un incrocio tra un roguelike ed un deck building game. Questo perché nel corso della storia potrete costruire il vostro mazzo, aggiungendo nuove carte, potenziandone alcune e rimuovendone altre; al contempo, qualora doveste perdere due volte, verrete sacrificati, e sarete costretti a ricominciare da capo.
Prima di essere sacrificati, però, la creatura che gioca con voi vi scatterà una foto; il vostro avatar verrà quindi trasformato in una carta da gioco, che potrete ritrovare nel corso della partita successiva.
Per quanto riguarda il gioco di carte in sé si tratta di un gioco semplice e profondo allo stesso tempo. Nella sua versione iniziale, giocherete su due-tre griglie da quattro caselle.Le prime quattro sono le vostre caselle, dopodiché ci sono le quattro caselle dell’avversario e infine altre quattro caselle dell’avversario, che rappresentano però le carte che egli giocherà al turno successivo (dunque avrete sempre modo di sapere in anticipo cosa vi aspetta).
Nel vostro turno potrete evocare delle creature da disporre nel vostro campo. Alcune creature possono essere evocate senza problemi, mentre altre richiedono dei passaggi ulteriori. Ad esempio, alcune richiedono sacrifici: questo significa che dovrete sacrificare un certo numero di quelle che avete già in campo.
Altre creature, invece, richiedono di spendere delle ossa: ne accumulerete una per ogni vostra creatura distrutta, indipendentemente dal modo in cui ha lasciato il campo. Ogni creatura ha poi due valori: potenza e vita. La potenza rappresenta il danno che infligge, la vita è ovviamente lo stato di salute, ed una volta terminati i punti vita la carta viene eliminata.
Molte creature, inoltre, hanno delle abilità speciali: alcune possono superare le creature dell’avversario e attaccarlo direttamente, altre non lasciano il campo quando vengono sacrificate e così via.
Una volta terminato il turno, le vostre carte attaccheranno ciò che si trova di fronte a loro, che può essere una creatura dell’avversario oppure l’avversario stesso. Ad ogni danno inflitto al nemico, verrà aggiunto un dente sul suo piatto della bilancia che si trova a lato del tavolo su cui giocate. Per vincere, dovrete portare la bilancia a pendere completamente dalla sua parte.
Una volta presa dimestichezza con le meccaniche, scoprirete che si tratta di un concept piuttosto semplice da tenere a mente, che non rinuncia però alla profondità, grazie anche a numerose modifiche ed aggiunte che arrivano nel corso dell’avventura. Il gioco di carte, però, non rappresenta la totalità di Inscryption.
Nel primo atto, infatti, giocheremo in prima persona, e saremo liberi di alzarci dal tavolo per esplorare la capanna in cui siamo intrappolati. In giro ci sono diversi elementi con cui interagire, e diversi enigmi da risolvere. In sostanza, la capanna diventa una vera e propria escape room, e le partite al gioco da tavolo saranno il nostro modo di trovare indizi per scappare.
Insomma, è davvero complicato descrivere Inscryption, ma credeteci quando vi diciamo che si tratta di una delle esperienze più originali che abbiamo giocato in tempi recenti (potere recuperarlo ricaricando il vostro saldo su eShop, trovate le card apposite su Amazon). In tutte le sue 15-20 ore di durata, il gioco continua a stupire, tanto a livello narrativo quanto di gameplay, con situazioni che sarebbe stato difficile prevedere al primo avvio del gioco. E il tutto rimane assolutamente godibile anche su Nintendo Switch.
Versione recensita: Nintendo Switch
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Concept originale ed intrigante
-
Gioco di carte semplice ma profondo e divertente
-
Ottima conversione
Contro
-
In alcuni frangenti l'elemento fortuna potrebbe rivelarsi frustrante
Commento
Advertisement