Immortals of Aveum | Recensione - Un bel FPS, ma senza guizzi
EA e Ascendant Studios danno vita a Immortals of Aveum, uno sparatutto dove la magia prende il posto delle armi. Sarà una delle sorprese di questa estate?
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
In sintesi
- Uno shooter in prima persona che unisce alle armi l'uso della magia
- L'esperienza funziona, ma le manca quel guizzo in più che le permette di farsi davvero ricordare
- Mondo di gioco interessante, ma proposto con dei tempi narrativi da rivedere
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ascendant Studios
- Produttore: Electronic Arts
- Distributore: Electronic Arts
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , XSX , PS5
- Generi: Azione , Sparatutto
- Data di uscita: 22 agosto 2023
Gli FPS hanno conosciuto una seconda giovinezza nello scorso decennio, in cui questo genere sembrava essere tornato improvvisamente alla ribalta, sia in chiave single player che multiplayer.
Oggi le uscite sono diminuite, complice anche l’incedere degli action-adventure open world, ma nonostante questo non mancano proposte sparatutto interessanti anche per chi ama le campagne pensate per giocatore singolo.
In questa categoria rientra Immortals of Aveum, prima opera del team Ascendant Studios, pubblicata da Electronic Arts e disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.
Il gioco può vantare un’idea piuttosto inusuale, cioè quella di unire FPS e magia (il gioco è stato descritto ironicamente da qualcuno come “Call of Duty con i draghi”), oltre ad un team che, sebbene sia alla sua prima prova come gruppo, vanta al suo interno numerosi veterani dell’industria.
Scopriamo insieme se Immortals of Aveum può essere una delle sorprese di questa estate 2023.
Guerre magiche
La storia di Immortals of Aveum è ambientata in un mondo sconquassato da una guerra apparentemente interminabile che vede contrapposti due eserciti, uno guidato da Kirkan e l’altro da Sandrakk.
Il nostro protagonista è Jak, un ragazzo che vive di espedienti nei bassifondi di Lucium, insieme alla sua famiglia acquisita, che comprende anche Luna, una ragazza determinata ad entrare nell’esercito di Kirkan.
Jak, invece, vede la Sempiguerra come qualcosa di lontano dalle loro quotidianità, e preferisce di gran lunga continuare la sua vita fatta di piccoli furti e scorribande.
Purtroppo, Jak è costretto ben presto a fare i conti con il fatto che la Sempiguerra lo riguarda molto da vicino. Nei primi momenti della vicenda, il suo quartiere viene distrutto, e con esso la famiglia che si era costruito. Proprio questo evento lo porterà a scoprire di possedere il raro potere dei Triarchi, e ad essere contestualmente assoldato da Kirkan.
Seguono cinque anni di addestramento che vedono Jak cambiare e fare suo quello che era il sogno di Luna, cioè riuscire a porre fine alla guerra. Non vogliamo farvi spoiler sulla trama, dunque ci fermeremo a questo punto (vi abbiamo raccontato, molto sinteticamente, la prima missione di gioco). Da qui potrete già intuire che Immortals of Aveum non brilla certo per originalità: la storia percorre terreni già battuti ed anche i colpi di scena presenti sono piuttosto prevedibili.
In generale, però, la storia si lascia comunque seguire con piacere, ed abbiamo apprezzato lo sforzo degli sviluppatori per realizzare un world building solido. Molte informazioni sono lasciate ai manufatti opzionali che potrebbe recuperare in ogni livello, ma si vede comunque l’intento di creare un mondo credibile.
Insomma, una storia che si lascia seguire, sebbene non raccontata benissimo, ma che non riesce mai a stupire o a rimanere impressa e con palesi storture nella gestione dei ritmi.
Discorso diverso invece per le ambientazioni. Abbiamo apprezzato davvero molto il design di Seren, che mescola elementi futuristici e steampunk in una direzione artistica di personalità. Si tratta probabilmente di uno degli aspetti del gioco destinato a rimanere più impresso.
Anche a livello tecnico, Immortals of Aveum fa la sua figura, grazie all’utilizzo di Unreal Engine 5.1. La scelta degli sviluppatori di fare arrivare il gioco solo sull’attuale generazione di console (a cui potete unirvi recuperando PlayStation 5 su Amazon) si è dimostrata quindi estremamente sensata. Certo, non siamo ai livelli delle produzioni più importanti del settore, ma considerando che EA considera questa una produzione “minore” è difficile non ritenere il risultato soddisfacente.
Se al colpo d’occhio il gioco riesce ad impressionare in certi frangenti, dobbiamo dire che mostra il fianco sotto altri aspetti, su tutti il frame rate, che risulta instabile in più di qualche situazione, almeno nella versione PS5 da noi testata.
Piuttosto anonimo invece il comparto sonoro: le musiche di accompagnamento risultano funzionali durante le fasi di gioco, ma già adesso faremmo una notevole fatica a ricordare anche una sola traccia presente nel titolo.
Discorso diverso invece per l’ottimo doppiaggio italiano: l’intero cast di personaggi è stato doppiato con delle ottime performance, consolidando così il taglio cinematografico dell’avventura.
Una guerra diversa dal solito
Veniamo quindi al gameplay di Immortals of Aveum (che trovate già da ora su Amazon). Come vi abbiamo anticipato, si tratta di un FPS che mette al centro dell’attenzione la magia al posto delle “solite” armi da fuoco – e questo ha un grandissimo impatto, ovviamente, sulle dinamiche di azione. Prima, però, vogliamo concentrarci sulla struttura del gioco.
Immortals of Aveum è un’avventura lineare strutturata a livelli. Ci saranno delle occasioni in cui avrete una buona libertà di esplorazione, per scovare aree segrete, ricompense, dialoghi opzionali e manufatti extra relativi alla lore, ma per la maggior parte del tempo la progressione sarà, appunto, lineare.
Dopo diverse ore di gioco sbloccherete anche una sorta di hub e dei portali che vi consentiranno di tornare in aree già visitate, per recuperare segreti o ancora per fare esperienza, ma queste deviazioni di percorso non incidono profondamente sull’esperienza.
I livelli vi vedranno affrontare orde di nemici, come da tradizione per il genere, nonché mini-boss e boss di fine livello, ma non mancheranno anche fasi di platforming ed enigmi ambientali per rendere più variegato il vostro viaggio.
Come Triarca, Jak potrà contare su tre colori di magia: blu, rossa e verde. Quella blu è associata a colpi di precisione, quella rossa a colpi potenti dal basso raggio e quella verde, infine, a raffiche di colpi. Proseguendo nell’avventura otterrete materiali ed esperienza sufficienti per sbloccare nuove abilità e per poter potenziare quelle già in vostro possesso, dotando così Jak di un arsenale magico inarrestabile.
Utilizzare la magia per abbattere i nemici è estremamente soddisfacente: la presenza di tre tipologie di magia vi spingerà a ricercare la combinazione di attacchi che più si addice al vostro stile, pur tenendo a mente che alcune situazioni richiedono un colore specifico (ad esempio, gli scudi possono essere abbattuti solamente dalla magia blu).
Imparare a destreggiarvi tra tutti gli attacchi disponibili sarà piuttosto semplice, complice il fatto che tutto viene sbloccato gradualmente: non vedrete il pieno potenziale di Jak fino a circa metà del gioco, momento in cui le cose cominceranno a farsi effettivamente più impegnative.
Anche a difficoltà normale, infatti, troverete delle situazioni che vi metteranno a dura prova. Certe volte semplicemente perché ci sono molti nemici sullo schermo, mentre in altri contesti vi troverete ad affrontare boss particolarmente coriacei che vi potranno facilmente accompagnare alla schermata di game over.
Proprio per questo, dovrete costantemente monitorare il campo alla ricerca di cristalli della salute, che vi permetteranno di riempire completamente la vostra barra di energia.
Immortals of Aveum, insomma, è un gioco discretamente impegnativo anche a difficoltà normale; sono presenti comunque anche una modalità facile e difficile per chi vuole invece diminuire o aumentare il tasso di sfida.
Oltre ai combattimenti, il gioco è condito anche da enigmi ambientali e da fasi di platforming, perlopiù riscontrabili nei cammini opzionali che vi condurranno a delle ricompense extra. Si tratta di un bel modo di spezzare il ritmo e di dare maggiore profondità alle meccaniche di gameplay del gioco, in quanto diverse abilità troveranno un utilizzo anche nella risoluzione degli enigmi (ad esempio, la capacità di rallentare nemici può essere utilizzata su alcuni oggetti).
Nelle fasi più avanzate, come detto, noterete un aumento della difficoltà, che potrebbe portarvi a voler potenziare un po’ il vostro personaggio. Non aspettatevi ore ed ore di grinding come in un JRPG, certo, ma comunque potreste volervi fermare un attimo prima di procedere verso il finale.
Il gameplay, insomma, è ciò che più funziona in Immortals of Aveum. Sostituire la magia alle classiche armi da fuoco si rivela molto più di un semplice cambiamento di facciata: grazie a questo espediente, il team di Ascendant Studios è riuscito a confezionare un’esperienza spettacolare e frenetica, dove abbattere i nemici a colpi di magia risulta incredibilmente soddisfacente.
E allora perché, invece, Immortals of Aveum non arriva a essere un ottimo FPS? Quello che vi abbiamo detto rimane tutto vero, ma al gioco manca comunque qualcosa, cioè la capacità di rimanere davvero impresso.
La variazione sul tema è interessante e divertente, ma il gioco non dice nulla che non sia già stato detto – e alcuni elementi, come ad esempio le limitate possibilità di interazione con l’ambientazione, fanno storcere un po’ il naso, soprattutto pensando a tutte le possibilità create grazie all’utilizzo della magia. A questo si aggiungono i problemi sul fronte narrativo, che sicuramente non aiutano le vicende del gioco a farsi ricordare.
Insomma, una buona prima prova e sicuramente un FPS per giocatore singolo che sa divertire e sa proporre una valida variazione del tema, ma non un gioco in grado di rimanere impresso per gli anni a venire.
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Voto Recensione di Immortals of Aveum | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Gameplay frenetico e divertente
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Longevo senza annoiare
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Tecnicamente molto buono...
Contro
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... ma mostra il fianco sotto diversi aspetti
-
La storia spreca molto del suo potenziale
-
Gli manca quel "qualcosa" per fare il salto di qualità