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Recensione

I Was a Teenage Exocolonist | Recensione - Un'esperienza che rimane

Il gioco di Northway Games ci porterà su una colonia spaziale in cui rivivremo indirettamente la delicata età adolescenziale

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a cura di Pia Colucci

Redattrice

Informazioni sul prodotto

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I Was a Teenage Exocolonist
  • Sviluppatore: Northway Games
  • Produttore: Finji
  • Distributore: Finji
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH , PS5
  • Generi: Avventura , Gioco di carte
  • Data di uscita: 25 agosto 2022

Una larga fetta di videogiochi appartenenti ad ogni genere esplora o vive in uno spazio lontano dai confini terrestri. Pianeti da conquistare, colonie sulla Luna, viaggi interplanetari alla scoperta di nuove realtà: il viaggio nello spazio è una delle avventure più ambite dagli esseri umani, che spesso si sono spinti verso “l’infinito e oltre” disneyiano.

I Was a Teenage Exocolonist ci offre l’opportunità di metterci nei panni di un colono di un pianeta alieno e seguirlo per dieci anni della sua vita, precisamente dai dieci ai vent’anni, rendendoci responsabili di scelte più disparate, dalle attività quotidiane agli studi, quali relazioni amicali e sentimentali avere e quali scartare, con varie conseguenze.

Si tratta di un viaggio introspettivo tout court che ci permette di valutare le conseguenze delle nostre azioni e rapportarle a quelle che abbiamo intrapreso nella nostra vita, attraverso metafore e un sistema di gioco che si fonda su basi solide, mescolando le caratteristiche tipiche di un gioco di ruolo ad un gameplay basato sulle carte.

Riuscirà il titolo sviluppato da Northway Games a convincerci? Approfondiamone la conoscenza nella recensione.

In una colonia lontana, lontana…

Il pianeta Terra è ormai in ginocchio a causa di guerre, inquinamento e cambiamenti climatici, uno scenario spaventosamente vicino alla nostra quotidianità. Il popolo terreste decide di lasciare il suo luogo natìo, ormai prossimo alla decadenza, per stabilirsi su un nuovo pianeta situato all’estremità di un wormhole, Vertumna, palcoscenico dove avranno luogo le nostre avventure.

Il main character della nostra avventura nasce proprio durante il viaggio all’interno della navicella che porterà gli emigrati terrestri verso questa sperduta colonia. Sarà nostra discrezione scegliere il suo sesso e l'orientamento sessuale con totale libertà.

Seguiremo i dieci anni più delicati della sua vita, caratterizzati dal passaggio dalla vita infantile a quella adulta, con la differenza che la vita nella colonia spaziale è leggermente diversa da quella terrestre e sarà un punto focale della narrazione.

Ogni anno che passa è composto da tredici mesi, suddivisi da quattro stagioni e trenta giorni di buio. Tradotto in termini di longevità, I Was a Teenage Exocolonist si completa in dieci ore che, a prima vista, possono sembrare scarse; il titolo dello sviluppatore britannico ha dalla sua parte ben 29 finali diversi che aumentano in maniera esponenziale la rigiocabilità del titolo.

Titolo che vi trascinerà per moltissime ore, grazie ad un sistema di gioco coinvolgente e a una storia complessa ma appagante, che riesce a raccogliere il meglio delle visual novel e dei giochi di ruolo – diventando un po’ un erede di uno dei titoli più premiati negli ultimi tempi, Disco Elysium (che potete acquistare su Amazon), con il quale condivide più o meno le stesse meccaniche ludiche e narrative.

Una menzione doverosa va all’altrettanto squisito sistema da dating sim che ci vedrà stringere legami con i diversi abitanti della colonia, partendo dai nostri amici d’infanzia ai nostri genitori, passando per insegnanti e semplici abitanti che incontreremo nell’arco degli anni passati insieme.

Non mancheranno eventi spiacevoli come litigi, abbandoni, violenze e addirittura lutti che ci porranno di fronte a scelte e rinunce importantissime. Insomma, all’interno del titolo creato da Northway Games troviamo una complessità non indifferente, che assaporeremo attraverso una narrazione certosina e impeccabile, seppur di ostacolo per coloro che non masticano l’inglese, ad oggi l’unica lingua disponibile per questo titolo.

Odissea nello spazio

La complessa storia del titolo segue i canoni delle visual novel interattive, con una grandissima mole di dialoghi (preparatevi a leggere tantissimo!) e scelte multiple. In base a queste ultime sarà possibile imboccare oppure no le varie diramazioni che caratterizzano la storia del nostro alter ego e dei suoi comprimari.

Un aspetto puramente ruolistico si trova nei tre macrogruppi che andranno a comporre la personalità e i tratti peculiari del/della/delle protagonista del gioco. Del primo gruppo, caratterizzato dal colore rosso, abbiamo abilità cognitive quali l’empatia, la persuasione, la creatività e il coraggio. Nel secondo gruppo abbiamo delle abilità più prettamente tecniche o “accademiche” quali la ragionevolezza, l’organizzazione, l’ingegno e le nozioni in biologia. Infine, spiccano le qualità più fisiche come la forza, percezione, abilità nel combattimento e maestria con gli animali.

Per migliorare ognuna di queste caratteristiche è necessario prendere parte a delle attività specifiche come seguire le lezioni di biologia o ingegneria presso la nostra accademia, fare sport o dedicarsi alle consegne. Man mano che si andrà avanti con l’età, le attività da fare saranno più complesse e variegate e ci aiuteranno a sbloccare vari dialoghi e relazioni con le persone attorno a noi, un po’ come accade nel celebre Persona 5 in cui, senza determinate skills non era possibile portare avanti la relazione con alcuni Social Link.

Tuttavia, non sarà possibile far tutto. Ogni attività ci terrà occupati per un mese (per un totale di tredici attività in un anno) le quali porteranno nel personaggio principale un livello di stress che dovrà smaltire riposando.

House of Cards

Tolti gli aspetti puramente dating sim e visual novel, l’azione vera e propria del titolo si basa sul sistema di carte. Qualsiasi attività, anche quelle suddette, prevede una breve sessione di gioco con le carte a nostra disposizione, le quali ci serviranno per superare i punteggi richiesti da una sfida.

Ad esempio, per superare la lezione di ingegneria meccanica con un punteggio di 10 è fondamentale collezionare con le proprie carte un punteggio superiore ad esso.

Anche le carte sono suddivise per colore e tipologia, che si rifanno alle caratteristiche personali del main character. Avremo nel nostro deck carte che riguardano le emozioni, la forza o l’intelletto oltre che carte speciali, di colore viola, chiamate wild. Ovviamente, il punteggio sarà più alto se riuscissimo a mettere a terra le carte dello stesso colore/tipologia per avere dei punteggi bonus. Il mazzo da gioco sarà arricchito, di volta in volta, da nuove carte pescate (ma d’altro canto, alcune saranno scartate) e da oggetti particolari che – se usati sul “terreno di gioco” – ci daranno dei vantaggi e power up.

Si tratta di un gameplay accattivante ma allo stesso tempo semplice, che permette a tutti i tipi di videogiocatori di andare avanti nella trama senza lasciarsi intimorire da uno stile di gioco verso il quale non sono propriamente avvezzi.

Le carte non saranno solo utili per portare a compimento le nostre attività quotidiane, ma saranno fondamentali nel momento in cui volessimo esplorare il mondo fuori dalla nostra colonia. Di fatti, la nostra vita quotidiana non si dipana solo tra le quattro mura di casa, ma anche nel mondo selvaggio coloniale che nasconde insidie e segreti; per questo motivo, il contesto narrativo ci spinge a esplorarlo in lungo e in largo specialmente quando si è più piccoli perché, si sa, i bambini sono maledettamente curiosi.

Le scelte plasmano la nostra vita

Non sottovalutate I Was a Teenage Exocolonist e soprattutto non valutate “il libro dalla copertina”. Il bellissimo comparto audiovisivo e i trasognanti luoghi extraterrestri abilmente nascondono ciò che il titolo realmente tratta: temi maturi quali la scoperta della propria identità e il senso della propria esistenza su un pianeta alieno.

Anche tematiche sinistre come l’abuso, la violenza e la morte sono il fulcro fondamentale dell’esperienza, in contrasto con i colori pastello che dominano l’estetica e l’UI. Un contrasto volutamente cercato dagli sviluppatori e dal team di artisti che ha collaborato nella stesura narrativa e nello sviluppo della direzione artistica di gioco, che risulta in ogni caso di pregevole fattura, come se fosse una graphic novel interattiva.

Nulla è lasciato al caso, qualsiasi scelta o azione intrapresa snocciola testi su testi sempre diversi, difficilmente durante le varie run sono stati trovati dei passaggi identici, la cura degli sviluppatori di creare e arricchire i branch narrativi è a dir poco maniacale: questo regala una rigiocabilità autentica in cui anche le fasi di “New Game+” diventano fondamentali per vivere l’esperienza in toto poiché è possibile – in qualche modo – portarsi con sé, in ogni nuova run, i ricordi della storia precedente.

Le varie diramazioni e i disegni permettono al mondo di gioco di diventare dinamico ed evolversi nel corso del tempo. Questo permette agli esseri umani con cui stringeremo legami (oppure no!) di cambiare in base alle proprie esperienze, al carattere e all’estetica che muterà di pari passo con l’età anagrafica: I Was a Teenage Exocolonist presenta insomma una profondità non indifferente, tipica della vita reale.

Quante volte pensiamo al nostro presente, al nostro esserci, come conseguenza di azioni intraprese in precedenza? Quante volte il fato ha giocato con noi, come se fossimo – guarda caso – protagonisti di una partita a carte dal risultato incerto? Il videogioco prodotto da Northway Games mette in scena tutto questo diventando un titolo unico nel suo genere poiché – oltre alla complessità narrativa così efficacemente trattata – implementa correttamente tre generi videoludici diversi e lo fa senza cadere nel banale o senza essere mai eccessivamente ripetitivo.

Versione recensita: Switch

Voto Recensione di I Was a Teenage Exocolonist - Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Narrazione complessa ma efficace con dialoghi sempre diversi

  • Ottimo comparto sonoro ed eccellente character design

  • Il gioco di carte si basa su regole semplici

Contro

  • Una grande mole di testi che può scoraggiare

  • Mancanza della lingua italiana

Commento

I Was a Teenage Exocolonist è stato una piacevole sorpresa ed è un titolo che merita visibilità proprio per la complessità dei temi trattati, dall’efficacia dei dialoghi e da un sistema di gioco semplice. Ogni run si può completare in circa dieci ore e la longevità è altissima – complici i ben 29 finali a disposizione, completamente diversi tra loro e non solo durante l’epilogo, ma anche durante i dialoghi e le azioni intraprese durante l’intero arco dei dieci anni. I Was a Teenage Exocolonist, con la sua ibridazione, non è probabilmente un gioco per tutti: non è un gioco d’azione ma non è neanche una visual novel pura, ma un’esperienza vera e propria che rimarrà nella mente di chi l’ha vissuta per tantissimo tempo.
***

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