Oltre a questo cambio di ritmo vi erano anche delle armi davvero originali da usare. L’arsenale era indubbiamente meno ricco rispetto ai Dark Souls, ma ogni arma aveva molta più personalità. Ogni strumento di morte nelle nostre mani poteva essere usato in due modalità differenti, come ad esempio una spada lunga che poteva diventare un martello a due mani violentissimo. Aggiungete poi l’utilizzo in contemporanea di un’arma da fuoco, selezionabile tra diversi tipi, da pistole a cannoni, e capirete quante strategie fosse possibile attuare in fase offensiva.
Ma, tolto l’incredibile gameplay, quello che colpì soprattutto di Bloodborne era il suo immaginario gotico che fondeva atmosfere che ricordavano molto le storie dell’orrore di Bram Stocker con l’affascinante mitologia fatta di mostruosità inconcepibili di H.P. Lovecraft. Tra mostri classici nello stile dei licantropi e orrori tentacolari provenienti da altre dimensioni, l’immaginario di Miyazaki ha creato un titolo dalla lore pazzesca, carica di un fascino che pochi altri titoli posseggono. Per molti giocatori l’ambientazione di Bloodborne è risultata molto più affascinante di quella di Dark Souls, nonostante l’innegabile qualità di quest’ultima.
La cripticità delle vicende resta comunque un marchio di fabbrica di From, e Bloodborne non fa eccezione. Quest’aura di mistero aumenta il fascino e spinge tanti fan dell’esclusiva Sony a cercare di decifrare ogni avvenimento spulciando ogni dettaglio contenuto in un oggetto o in un luogo all’interno del gioco. L’epico finale ha poi chiuso il cerchio, ma tantissimi appassionati sperano ancora oggi di poter ritornare nei panni del proprio cacciatore in un sequel.
La nostalgia di Yharnam, del sangue e dei peli di bestia bruciati
La voglia dei giocatori di tornare a immergersi nelle atmosfere di Yharnam è stato evidente quando l’anno scorso uscì Déraciné, primo titolo realizzato per la VR di From Software. All’interno si trovava un easter egg che faceva riferimento a Bloodborne e la gente impazzì credendo volesse dire che presto la software house avrebbe annunciato il seguito. Purtroppo non fu così e Miyazaki dovette ribadire in diverse interviste che l’easter egg era un semplice omaggio alla serie e che non aveva nessun significato nascosto.
Caro Miyazaki, noi continuiamo però a sognare di poter riaffrontare mostri e creature da incubo nei panni del nostro amato cacciatore; per questo, desideriamo un sequel che ci riporti in quelle atmosfere tanto inquietanti quanto affascinanti. Bloodborne 2 ce lo immaginiamo in arrivo sulla futura PS5, magari tra i titoli di lancio o pochi mesi dopo l’arrivo della next gen.
Onestamente, il titolo non avrebbe bisogno nemmeno di grossi cambiamenti – dato che era già perfetto di suo. Un’evoluzione del sistema precedente, così come è stato da Dark Souls a Dark Souls III, con una limata ad alcuni aspetti, andrebbe più che bene. Ovviamente vorremmo nuove armi, ancora più particolari e divertenti da usare, nuovi nemici e boss battle ancora più epiche, con nuovi Grandi Esseri partoriti dagli angoli più bui della mente brillante del game director, qualcosa che tormenterà i nostri incubi come solo Lovecraft avrebbe saputo fare tramite i suoi scritti. A questi aggiungeremmo anche delle boss battle fatte con altri cacciatori o nemici dalle fattezze umane, come la bellissima boss battle con Lady Maria nell’espansione The Old Hunters – affermatasi come una delle battaglie più intense e adrenaliniche del titolo, secondo il nostro modesto parere.
Magari, si potrebbe ampliare ancor di più l’elemento legato alla malattia del sangue, implementando nel sistema di combattimento l’utilizzo di trasformazioni parziali degli arti da unire alle armi bianche e da fuoco, cosa che magari renderebbe possibile aumentare le nostre statistiche temporaneamente nei momenti di maggior pericolo. Questa meccanica sarebbe poi da utilizzare con parsimonia, pena la totale perdita d’umanità e la trasformazione totale in bestia alla fine del racconto. Nel vecchio Bloodborne, tramite l’utilizzo di alcuni oggetti equipaggiati, era già possibile trasformare il nostro cacciatore in una bestia, dunque non vedremmo un sistema simile così fuori luogo.
Dal punto di vista della storia vorremmo un approfondimento ancora maggiore dei Grandi Esseri, andando a indagare maggiormente nelle origini insondabili di queste creature e di come abbiano influito nel corso del tempo sull’umanità. Ci piacerebbe poter visitare luoghi alieni appartenenti a dimensioni differenti come intermezzo alle classiche strutture gotiche che saranno ovviamente immancabili in un eventuale seguito.
Sarebbe bello rivedere anche una versione espansa e migliorata dei Calici, meccanica davvero interessante del primo Bloodborne che permetteva di creare dungeon procedurali sempre nuovi e con anche boss e creature inedite da affrontare, mai viste nella storia. Di questi modificheremmo soprattutto la varietà e la cura delle ambientazioni, che alla lunga nel primo titolo diventavano troppo ripetitive e prevedibili. Magari, con la potenza della nuova generazione di console sarà possibile creare qualcosa di ancora più vario e unico, e a quel punto addio vita sociale – dato che il gioco potrebbe diventare potenzialmente infinito.
Bloodborne 2 secondo la nostra visione dovrebbe rimanere fedele a sé stesso ma elevandosi all’ennesima potenza. Già solo il pensiero di esplorare maggiormente la mitologia delle notti della caccia e dei Grandi Esseri, con boss fight ancora più surreali, ci affascina incredibilmente. L’unica cosa che non vorremmo questa volta è giungere alla fine trasformati in lumache interdimensionali.