Immagine di Humanity | Recensione – Viaggio al centro dell’uomo
Recensione

Humanity | Recensione – Viaggio al centro dell’uomo

Humanity è uno dei migliori videogiochi del 2023 che ora avete il tempo e il dovere di recuperare: da adesso anche su Xbox e Game Pass.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

In sintesi

  • Un'opera dove la forma è contenuto, e viceversa.
  • Gameplay che cresce esponenzialmente senza inciampi.
  • Narrazione perfettamente coesa, mai opprimente.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Humanity
Humanity
  • Sviluppatore: tha ltd.
  • Produttore: Enhance
  • Testato su: XSX , PC
  • Piattaforme: PC , PS4 , PS5 , XSX , XONE
  • Generi: Puzzle game
  • Data di uscita: 16 maggio 2023 - 30 maggio 2024 (Xbox)

Humanity è una di quelle opere che si potrebbe facilmente descrivere con (almeno) due livelli di lettura.

Il primo è quello di un puzzle game strabiliante, che mette alla prova l’intelligenza e la curiosità con proposte a dir poco fuori dagli schemi; il secondo è quello di un’opera profonda che esprime e manipola i temi atavici dell’umanità, raccontati attraverso la figura di un cane come elemento simbolico e totemico.

Ed è incredibile come entrambe queste visioni possano coesistere allo stesso tempo, all’interno di Humanity, senza che una sovrasti l’altra in alcun momento.

Confusi? È normale, Humanity non è un videogioco come gli altri.

Il nuovo lavoro di Tetsuya Mizuguchi è uscito lo scorso anno su PC e piattaforme PlayStation, e dal 30 maggio è disponibile anche su Xbox e all’interno del sempre più ampio catalogo di Game Pass.

L’occasione è propizia, quindi, per recuperare il prezioso lavoro dell’autore di videogiochi come Space Channel 5 e Rez e scoprire perché, in un’annata a dir poco straordinaria, Humanity è stato in ogni caso uno dei videogiochi migliori del 2023.

Cani, uomini e serpenti

Come dicevo, Humanity è alla base un puzzle game con il classico concept immediato, che si evolve con il tempo fino ad arrivare a creare enigmi che mettono a dura prova la capacità di risolvere problemi, a volte con soluzioni fuori dalla normalità.

Nei panni di uno shiba inu con poteri divini, l’obiettivo è quello di salvare letteralmente l’umanità.

Nel concreto, ogni sfida di Humanity si supera creando un percorso sicuro per un flusso di umani da un punto A fino a un punto B. Tuttavia è chiaro fin dai primi secondi di gioco che Humanity farà presto delle cose fuori dall’ordinario, così come racconterà qualcosa che è difficile immaginare che possa emergere da un puzzle game.

Già la sola immagine di un piccolo cagnolino luminoso che guida l’umanità, e non il contrario, crea un sottotesto narrativo che vi porterete dietro in ognuno degli oltre 90 livelli che compongono la modalità storia.

Ma come funziona, Humanity?

Nei panni del cagnolino di cui sopra dovrete impartire dei comandi ad un gruppo di umani, per consentire loro di superare tutti gli ostacoli e raggiungere la salvezza, ovvero la fine del livello.

Le azioni possibili sono molte, e ogni livello vi consentirà di usarne solo alcune specifiche in ogni caso. Gli umani possono cambiare direzione, diventare più leggeri per saltare più in alto o sopravvivere alle cadute, saltare in alto o in lungo, dividersi in due percorsi differenti, ma anche combattere, e tanto altro.

Immaginate se qualcuno avesse deciso di creare un videogioco che mescola Lemmings, Chu-Chu Rocket, Captain Toad Treasure Tracker, con un pizzico di Pikmin e un pochino di strategia in tempo reale, con il principio alla base di Snake. Sì, il gioco per Nokia 3310.

Ogni livello di Humanity comincia con una massa di umani che irromperanno al suo interno. Nella maggior parte dei casi usciranno continuamente da una o più porte luminose ma, al complicarsi delle sfide, a volte dovrete impartire comandi stando molto lontani dalla massa di umani, oppure avrete un numero limitato di essi da portare fino alla fine. Il tutto in tempo reale, piazzando i comandi sulle parti utili di terreno per creare il percorso necessario alla salvezza.

A volte, nei livelli in cui riuscirete a sentire quasi la vostra materia grigia andare in ebollizione, bisogna impartire tutti i comandi in anticipo, per poi avviare il movimento degli umani senza dare più nessun comando fino alla fine (se avrete previsto tutto con esattezza).

Humanity gioca con il design, a volta in maniera assurda, per ribaltare questo concetto in ogni occasione e proporre sfide che hanno sempre qualcosa di nuovo. Il tutto con una curva di apprendimento di una precisione clamorosa, con il risultato che anche la sequenza più lunga possibile di trial and error (e vi ritroverete a farne molte) non diventa mai frustrante.

In tutto questo, in ogni livello ci sono i Goldy: degli esseri umani dorati, più alti del normale, che vanno recuperati e guidati verso l’uscita dal flusso di umani.

I Goldy garantiscono la possibilità di poter sbloccare le cosiddette ricompense auree, che vanno da elementi cosmetici ad altre, importanti funzioni di gioco, come il bloccare il tempo o salvare le azioni immesse tra un tentativo e l’altro.

In Humanity il giocatore diventa parte integrante del videogioco stesso.

Alcuni Goldy sono obbligatori, ma non avrete mai bisogno di completare al 100% ogni livello per poter proseguire. C’è anche la possibilità di visualizzare la soluzione del livello in corso con un breve video, ma questa azione finirà per influire sui punteggi finali.

È quindi letteralmente impossibile bloccarsi, anche quando si getta la spugna, perché pure i giocatori meno pazienti avranno modo di fruire del sistema di progressione accogliente e totalizzante.

In Humanity, infatti, il giocatore diventa parte integrante del videogioco stesso.

A coronare il meccanismo ad orologeria del gameplay, il nostro cagnolino ha anche la possibilità di poter viaggiare attraverso la fiumana di persone per poter raggiungere fisicamente alcune parti delle mappe. Lo shiba inu è infatti presente fisicamente nella mappa, e in molte occasioni le azioni da intraprendere vanno fatte anche con una certa velocità.

Questo porta ad alcune storture, le uniche all’interno di una produzione granitica, per cui i livelli più veloci e frenetici (sono pochi, per fortuna) di Humanity sono quelli che lasciano ogni tanto una leggera sensazione di fastidio. Lo shiba può infatti cadere dagli stage, nel caso sbagliaste un salto o valutaste male una prospettiva, e questo sembra più un impedimento gratuito che una sfida.

C’è già tanto a cui pensare, ed è divertente e stimolante farlo, che il perdersi un angolo di un livello per colpa della telecamera, mentre si pensa a far muovere gli umani, non perdere i Goldy e affrontare anche dei nemici, sembra una punizione fine a sé stessa. Non capita spesso, anzi, ed è davvero l’unico aspetto realmente negativo da sottolineare.

Ma, quando Humanity finisce di proporre le prime serie di sfide e si ha la sensazione di aver capito più o meno tutto, arriva il momento per Mizuguchi di mostrare le sue carte e raccontare cos’è davvero il suo gioco.

Umanità ritrovata

Insieme a una narrazione che ricostruisce l’umanità attraversando ogni sua fase etica ed empatica, si interroga e ci interroga sulle conseguenze di avere a che fare gli uni con gli altri, (in un gioco dove si sta tutti ammassati, per altro), Humanity alza il tiro e propone sfide sempre più complesse e a volte completamente differenti da quanto visto all’inizio.

Ad un certo punto gli umani guidati dallo shiba luminoso dovranno affrontare degli avversari. Gli Altri, dei nuovi esseri umani in bianco e nero, visivamente e logisticamente antagonisti, che oltre ad essere in alcuni casi armati potranno rubare i Goldy e portarli via con sé.

Humanity propone alcuni livelli che diventano quasi delle mini-missioni da campagna di uno strategico, con tanto di boss fight in cui bisogna dare agli umani le giuste armi per poter affrontare gli Altri. Un gesto, questo dell’armamento in particolare, che risuona tristemente molto attuale con la cronaca quotidiana per altro, donando a Humanity una struttura densa di quel significato eterno che solo le storie universali sanno costruire.

Intendiamoci, Humanity non vuole darvi nessuna lezione.

Potrete giocare ad affrontare i puzzle e le sfide ignorando ogni elemento della sinestesia di colori, storie e accompagnamenti sonori che il team di sviluppo ha costruito per questo puzzle game unico. Ma c’è una storia tra un puzzle e l’altro di Humanity, per chi vuole ascoltarla. Ed è una grande storia.

Per questo vi consigliamo di recuperare Humanity in un modo o nell’altro, su qualsiasi console vogliate o su Game Pass (trovate degli abbonamenti su Amazon), o anche in realtà virtuale per i più audaci su Meta Quest.

Nel caso finiate per appassionarvi, c’è anche un editor di livelli integrato che, al momento, ha prodotto oltre 10mila stage ulteriori dalla community. La condivisione dei livelli è (involontariamente?) un altro modo geniale di raccontare la storia di Humanity con i mezzi della contemporaneità.

Perché un po’ come il Death Stranding di Hideo Kojima, qui c’è un cagnolino luminoso che ci insegna che l’umanità si salva e si ricostruisce solo se rimane unita. Non male, per un puzzle game.

Voto Recensione di Humanity


9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Provoca assuefazione

  • Gameplay elegante che alza sempre l’asticella

  • Definirlo “pieno di idee” è un eufemismo

Contro

  • Provoca assuefazione

  • I livelli più concitati non sono i migliori

Commento

Humanity è uno dei migliori videogiochi del 2023 e, indubbiamente, una delle migliori espressioni di un puzzle game di sempre. Il design minimale ed elegante supporta una complessità di gameplay crescente che non ha eguali, perfettamente restituita e costruita nelle mani del giocatore. Humanity provoca facilmente assuefazione, soprattutto quando si inizia a scoprire cosa c’è dietro la luce del cagnolino protagonista. 
È un videogioco totalizzante, dove forma e contenuto sono una cosa sola e il giocatore diventa parte stessa dell’opera. Era facile, e comprensibile, lasciarselo scappare in un 2023 con troppi videogiochi sul mercato, ma ora che è disponibile anche su piattaforme Xbox e Game Pass prendetevi il vostro tempo per giocarlo e apprezzarlo come si deve.
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