Hindsight | Recensione - Un toccante viaggio nel senno di poi
Hindsight è un'avventura narrativa capace di toccare le corde sensibili delle nostre vite frenetiche in cui non abbiamo tempo per gli altri. Ma nemmeno per noi stessi.
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a cura di Stefania Sperandio
Editor-in-chief
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Team Hindsight
- Produttore: Annapurna Interactive
- Distributore: Annapurna Interactive
- Piattaforme: PC , SWITCH , APPLE
- Generi: Avventura grafica
- Data di uscita: 4 agosto 2022
Se vi guardate intorno, sul mercato si stanno facendo largo sempre più videogiochi da ritmi rilassati, che intendono offrire agli utenti prima di tutto un'esperienza narrativa che li spinga a guardarsi dentro.
È senza dubbio anche l'intento di Hindsight, il nuovo lavoro di Team Hindsight (già autore dell'intrigante Prune) che, come suggerisce il titolo, ci parla del senno di poi.
E, per farlo, sceglie un peculiare approccio videoludico che tocca corde comuni a chiunque, dove non ci sono supereroi e mondi da salvare, ma è già tanto eroico ammettere di dover salvare se stessi.
Cos'è Hindsight
In uscita il 4 agosto su PC (la versione da noi testata e probabilmente quella meno adatta all'approccio, poi vedremo perché), Nintendo Switch (la trovate su Amazon) e piattaforme mobile, Hindsight ci pone nei panni di una protagonista che ripercorre le tappe della sua vita, arrivata a un momento chiave.
È proprio qui che entra in gioco il senno di poi che dà nome all'opera: quando ci riguardiamo indietro, con diverse consapevolezze su noi stessi e sugli altri, ci rendiamo conto di dare nuovi significati, di vedere nuove interpretazioni in quello che abbiamo vissuto. Le nostre esperienze, in qualche modo, ci arricchiscono in modo diverso anche a seconda di come le abbiamo interiorizzate nel nostro percorso, col passare degli anni.
Ecco che così, senza fare nessuno spoiler, la nostra protagonista tornando alla sua casa natia riguarda alla sua infanzia, alla sua famiglia, alle sue ambizioni e a quelle che gli altri volevano per lei – con quell'abito stretto cucito dai sogni-degli-altri che spesso i figli si trovano a indossare e non sanno come svestire.
Ma come si gioca?
Per consentirci di vivere questo viaggio a ritroso, suddiviso in diversi capitoli, Hindsight si affida a un gameplay estremamente basilare in cui siamo testimoni della storia e non attori principali.
Dal momento che ogni singolo elemento che ci ritroviamo davanti, tornando alla nostra casa natia, può nascondere un ricordo, il gioco fa proprio questo: permette all'utente di analizzare oggetti predefiniti, identificati dagli autori, e di vedere i ricordi che ci si trovano dentro.
Nel farlo, noi controlleremo semplicemente l'inquadratura, cliccando sui punti di interesse suggeriti dal gioco in scene statiche che sembrano delle diapositive.
Premendo su un peluche, ad esempio, la nostra protagonista potrebbe ricordarsi di quando ci giocava da bambina e, dentro quel ricordo, potremmo dover cliccare sullo zaino per ripensare a quando eravamo a scuola. Nel ricordo della scuola, una matita potrebbe riportarci a chi ce l'aveva regalata – e così via.
Hindsight è costruito come una matrioska di ricordi, ma da rivivere essendo ora adulta, dove ogni cosa ne richiama un'altra, fino a quando la protagonista non torna al presente e riprende a guardarsi intorno, in cerca di un altro dettaglio che le riporti qualcosa alla mente.
Da un punto di vista della pura interazione, si tratta di un approccio che va a nozze soprattutto con Switch e gli smartphone, perché il touchscreen rende molto facile il click rapido sul prossimo punto di interesse.
Su PC, invece, se è vero che con il mouse la cosa è abbastanza intuitiva – ma palesemente progettata per il touch, comunque – con il controller non risulta mai la massima comodità.
Il modo di procedere, in ogni caso, è ingegnoso e genialmente amalgamato al fluire delle vicende. È anche vero, però, che in termini di gameplay parliamo in pratica di spostare l'inquadratura per individuare il prossimo oggetto su cui cliccare o capire dove sia nascosto il prossimo ricordo giocando con la prospettiva: una soluzione meravigliosamente suggestiva dal punto di vista artistico e davvero evocativa, ma che di tanto in tanto vi vedrà incastrarvi per qualche minuto perché non è immediatamente chiaro dove il gioco vuole che poniate il vostro sguardo.
L'unicità di Hindsight
L'interazione ridotta a questo semplice schema è in realtà al servizio dello storytelling, e non l'opposto.
Di tanto in tanto, Hindsight gioca con alcune brillanti soluzioni per farvi scoprire il prossimo ricordo, con simbolismi che anticipano in modo pittoresco perché quel ricordo potrebbe essere davvero importante per la nostra protagonista.
Quella che si tesse, di ricordo in ricordo (con alcuni di certo più riusciti ed evocativi di altri), è una vicenda di incredibile normalità. Ed è proprio per questo che risulta così efficace.
Via via che esplorerete le memorie della protagonista, la sua voce – con un ottimo doppiaggio in inglese e sottotitoli italiani – si racconterà come se stesse scrivendo una lettera alle persone care, dando ad Hindsight una intrigante forma a metà tra il racconto epistolare e la confessione a cuore aperto.
Ad accompagnare la voce del personaggio principale è una colonna sonora onnipresente: raramente i ricordi sono popolati dal silenzio e le orchestrazioni, molto toccanti e riuscite, ci hanno ricordato un po' lo tile di Journey tra i videogiochi, di The Island nel cinema. Due nomi che dovrebbero rendere bene l'idea.
Al termine di ogni capitolo, dopo aver riscoperto alcuni momenti importanti della vostra vita, dovrete scegliere cosa portare con voi e cosa lasciar andare. Ed è qui il succo di tutta l'esperienza di gioco: il percorso a ritroso fatto dalla nostra eroina non è un mero viaggio nella nostalgia, ma è un a-tu-per-tu con il bisogno di imparare a lasciar andare.
Terrete con voi l'oggetto che vi ricorda il male che quella persona vi ha fatto o quello che avete usato per preparare qualcosa insieme? Vi aggrapperete a un ricordo di normalità come una cena con tutta la famiglia o meglio qualcosa di straordinario e unico come quella volta che siete stati in gita al mare?
I ricordi che la protagonista sceglierà di portare con sé non danno vita a vere e proprie ramificazioni della vicenda, ma rimarranno con lei nella sua futura casa – e vi diranno, ovviamente, qualcosa su di voi, il giocatore.
Così, in qualcosa in più di due ore, Hindsight ci fa guardare dentro questa donna per farci guardare in realtà dentro noi stessi e farci riflettere su quanto strenuamente ci attacchiamo a ricordi, quanto guardiamo indietro per provare a capire come andare avanti. E, spesso, senza accorgerci che il ricordo è solo una nostra interpretazione di quello che è stato – proprio come tutte le scene del gioco sono i ricordi interpretati dalla nostra eroina.
In una sequenza, quest'ultima riflette sul fatto che di una persona cara che non c'è più, alla fine, rimane l'immagine che si è creata nella mente di chi l'ha conosciuta, la propria interpretazione di chi quella persona fosse.
In un certo senso, i ricordi sono anche questo e Hindsight gioca in modo intelligente con il fatto che noi stessi siamo il filtro attraverso cui guardiamo a una realtà che ha le sue oggettività, certo, ma anche sfumature che solo il singolo individuo è in grado di dare – che possono essere diverse perfino per lui stesso, con il progredire della sua vita.
Ne emerge un'esperienza peculiare, dove l'interazione serve la storia facendosi piccola piccola per raccontarvi di umani piccoli piccoli – come qualsiasi persona. Per raccontarvi di voi.
Versione recensita: PC
Voto Recensione di Hindsight - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Narrazione di straordinaria delicatezza ed efficacia
-
Direzione artistica piacevole
-
Ben musicato e ben doppiato
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Alcune poetiche trovate di gameplay
Contro
-
Le meccaniche in alcuni casi non sono del tutto intuitive
Commento
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