Hellblade: Senua’s Sacrifice e le suadenti vocine - Il Dettaglio
Quando si parte per un viaggio nella mente di una guerriera, non sai mai con che compagni puoi ritrovarti.
a cura di Francesco Ursino
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ninja Theory
- Produttore: Ninja Theory
- Distributore: Ninja Theory
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Azione
- Data di uscita: 8 agosto 2017 - 11 aprile 2018 (Xbox One) - 11 aprile 2019 (Switch)
Hellblade: Senua’s Sacrifice è un gioco davvero originale. Prima di approcciarmi al titolo Ninja Theory sapevo più o meno cosa aspettarmi, ma l’esperienza finale è stata superiore alle aspettative. Accompagnare Senua nel suo inferno personale è stato qualcosa di singolare, e l’arrivo del trailer del secondo capitolo mi ha fatto tornare in mente alcuni particolari delle avventure della guerriera pitta.
Il Dettaglio di cui voglio parlare oggi è avvertibile anche nel trailer di lancio del secondo capitolo, e costituisce uno dei motivi che rendono così unica tutta l’esperienza offerta da questi titoli.
Un tuffo nel passato con Hellblade: Senua’s Sacrifice
Per molti versi, Hellblade: Senua’s Sacrifice è un gioco vecchia maniera. Uno di quei titoli che, dopo averci giocato per qualche minuto, hai capito benissimo come si svilupperà, almeno in termini di gameplay. Dopo una sequenza di combattimento seguiva un puzzle, tanto per fare un esempio, e poi una cutscene. Una lunga sequenza riflessiva veniva seguita da un attacco in massa di nemici. Una meccanica illustrata per la prima volta veniva approfondita dopo poco, ma questa volta in maniera più complessa (come nel caso delle illusioni di Valravn).
La stessa Senua, poi, sembrava essere calata in un mondo videoludico veramente di altri tempi. Nell’epoca dove gli open world ci fanno esplorare ogni centimetro di sterminati mondi di gioco, la nostra non è nemmeno in grado di saltare un piccolo ostacolo, e i muri invisibili tornano a essere compagni del giocatore. Insomma, volendo fare i cattivi, la protagonista sarà pure in grado di sconfiggere parte dei suoi demoni, ma di saltare un piccolo masso non se ne parla nemmeno.
A volte, la sensazione era che Hellblade: Senua’s Sacrifice fosse uno di quei titoli dove il gameplay è messo tanto per intervallare le cutscene – cosa alla fine non vera però, considerato che i combattimenti alla fine avevano il loro perché. E proprio i combattimenti costituivano una delle occasioni dove il dettaglio di cui voglio parlare oggi era più chiaramente avvertibile.
Servono le cuffie!
Non fate come me: se pianificate di giocare (o rigiocare) Hellblade: Senua’s Sacrifice, fatelo mettendovi un bel paio di cuffie sulla testa. Io ho giocato solo la seconda parte della storia così e mi sono subito pentito di non averlo fatto subito. Perché è con le cuffie che si apprezza quello che secondo me è il particolare più bello del gioco, le Furie.
Sì, perché Senua, affetta da psicosi, era costantemente accompagnata dalle voci che abitavano nella sua mente. Ed è davvero interessante (e inquietante) giocare sentendo cinque, sei voci che commentano quello che fai. Grazie alla registrazione binaurale delle tracce audio (qui trovate un breve video che spiega di cosa si tratta), il titolo dava davvero l’impressione di essere nella mente della protagonista.
Ed essere nella mente di Senua era un’esperienza piuttosto intensa.
Siamo tornate, Senua
La maggior parte dei momenti in cui Senua girovagava per le lande afflitte della sua mente tra demoni, rune e storie della mitologia norrena, le Furie erano lì ad accompagnarla. E la cosa bella è che questa dinamica creava scene dall’impatto evidente. La mia preferita, ad esempio, è quella dopo l’ultima prova di Odino, quando Senua tornava sulla spiaggia prima di avventurarsi nel territorio di Garm, e successivamente nel palazzo di Hela.
Durante l’ultima prova, le voci avevano abbandonato Senua, che invece poteva sentire parlare solo il suo amato Dillion. Le Furie, dopo questo intermezzo, erano tornate, e non nascondevano la propria soddisfazione, come si ascolta in questo video.
Il dubbio che avevo sempre quando giocavo era: mi posso fidare di queste voci? Immedesimandomi in Senua, dovevo pur convivere con la presenza delle Furie, e la cosa che mi disorientava era che alcune voci sembravano andare contro la protagonista, mentre altre parevano supportarla. Durante i combattimenti, ad esempio, la loro funzione era importante, se non necessaria. Era grazie a loro che si riusciva a capire se un avversario stesse avanzando da dietro – cosa che, vista la limitata gestione della telecamera, sarebbe stata altrimenti impossibile. Per non parlare delle scene più dinamiche, come questa, dove l’intera narrazione era sostenuta dalle Furie, e l’impatto emotivo della sequenza era interamente merito loro.
Le voci di Senua, quindi, confondevano e disorientavano, aiutavano e deridevano. E poi, quante erano alla fine?
Sento tante voci
La cosa interessante è che le voci di Hellblade: Senua’s Sacrifice sono molto simili tra di loro, quindi l’impressione è che ce ne siano davvero, davvero tante. Oltre alle voci di Druth, Zynbel, Dillion, Galena e della narratrice, quante erano veramente le Furie?
Se ci si rivolge a Imdb, è possibile comprendere più o meno quanti attori sono stati coinvolti nella realizzazione delle voci. E il risultato mi ha piuttosto sorpreso, perché è spuntato fuori che i doppiatori segnalati come Furie sono otto. Di questi, cinque sono donne, e ben tre sono maschi.
Arrivato alla fine del gioco, poi, si comprende come le voci siano destinate a rimanere nella mente di Senua. E non mancavano di farlo sapere al giocatore, come sempre in maniera beffarda. Chissà che non siano proprio le Furie a guidare la vendetta della guerriera nel secondo capitolo, che dai primi secondi del trailer pare già essere indirizzata verso uno scontro con gli altri popoli del Nord.
Hellblade: Senua’s Sacrifice è un’esperienza videoludica veramente fuori dal comune – con i suoi difetti e i suoi pregi, ma sicuramente originale.
Avete giocato il titolo Ninja Theory con le cuffie? Qual è stata la sequenza del gioco che più vi è rimasta impressa?