Have a Nice Death | Recensione - Una normale giornata lavorativa per la Morte
Have a Nice Death è un rogue-lite dalla spiccata vena action, divertente e caotico al punto giusto
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Magic Design Studios
- Produttore: Perfect World Entertainment
- Distributore: Gearbox Publishing
- Piattaforme: PC , SWITCH , PS5 , PS4 , XSX , XONE
- Generi: Roguelite
- Data di uscita: Marzo 2022 (Early) - 22 marzo 2023 (PC e Switch) - 5 dicembre 2023 (PlayStation, Xbox)
La vita d’ufficio può essere un inferno, letteralmente. Ti siedi per la prima volta alla scrivania come un giovane dalle belle speranze e voglioso di imparare il mestiere, ma dopo qualche mese ti ritrovi sommerso dalle scartoffie e vittima di una burocrazia sclerotizzata e di colleghi arrivisti. Questo vale anche alla Death, Inc. l’azienda messa in piedi dalla Morte stessa – una direttrice che, circondata da assillanti sottoposti, carte da timbrare e stanze fatiscenti, è purtroppo finita sull’orlo di una crisi di nervi.
Le stanze sono infatti stracolme di anime mai raccolte e in questa confusione totale hanno preso il sopravvento le Sofferenze, diciamo dei quadri non proprio ligi ai loro compiti.
Spetta quindi a noi, falce in mano e con l’immancabile cappa nera, rimettere al loro posto questi scansafatiche in Have a Nice Death, opera creata da Magic Design Studios e che, dopo un lungo periodo di accesso anticipato, è ora pronta per approdare su Steam – e anche Nintendo Switch (la trovate su Amazon) – in versione definitiva.
La Morte non può morire, per definizione
Senza perdere tempo in lunghe disquisizioni filosofiche sulle categorie videoludiche, Have a Nice Death può essere classificato come un rogue-lite action in 2D a scorrimento laterale. Le varie run si dipanano lungo i piani della Death, Inc, attraverso i canonici livelli generati in modo casuale, in modo tale da dare al loop di gioco una certa freschezza e non scadere nella banale routine.
I vari dipartimenti, governati ciascuno da una Sofferenza diversa, sono suddivisi in più stanze, classificate in modo approssimativo per far intuire quale tipo di bottino possano nascondere.
Questi indizi hanno una valenza strategica ben precisa e permettono al giocatore di approssimare una build ottimale con cui affrontare lo spietato boss finale.
Ad esempio, ci sono piani adatti a rimpinguare i punti vita, altri perfetti per allungare l’immancabile barra del mana e non mancano poi sezioni pensate per aumentare l’armamentario, decisamente folle e uno dei punti di forza di Have a Nice Death.
Sono poi presenti sezioni strutturate proprio in modo differente, come piccole arene da portare a termine nel minor tempo possibile, o brevi livelli platform da affrontare come un classico time attack.
Infine, ci sono anche uffici più tranquilli, che precedono gli incontri più complessi contro i boss. In questi negozi c’è modo di spendere la valuta accumulata con le eliminazioni, di rivedere parzialmente l’arsenale, di acquistare le ricariche per i punti vita e anche di sfruttare i prismi per potenziare ancora di più la propria falce.
Una Morte armata fino ai denti
Pur non arrivando ai picchi di follia distruttiva di un Vampire Survivors, anche la Morte può accumulare poteri, attacchi speciali e potenziamenti di tutto rispetto.
Nelle prime run ci si trova ad impugnare una semplice falce con cui combinare qualche mossa ma, livello dopo livello, ecco aggiungersi un attacco secondario e poi anche un terzo, caselle in cui trovano spazio magie e fendenti sempre più esagerati. È impossibile fare l’elenco di tutto l’armamentario e il caos che questo può generare sullo schermo.
Sappiate solo che, durante una nostra partita, abbiamo iniziato a sparare corvi dal mantello nero, avevamo due falcetti affilatissimi, potevamo circondarci di nuvole velenose, lanciavamo palle infuocata e, come se non bastasse, ogni nostra uccisione faceva esplodere anche un ulteriore nemico random.
L’arsenale a disposizione della triste mietitrice viene completato dalle maledizioni. Suddivise in tre alberi, queste tipologie di bonus forniscono, giusto per fare alcuni esempi, danni aggiuntivi per la falce, attacchi che causano sanguinamento, punti vita ogni qual volta si completa un’area e si prende l’ascensore o, ancora, aumentano le riserve di mana.
La lista è davvero lunga ma, con un pizzico di black humor, queste maledizioni portano con sé spesso anche dei malus con cui convivere, che vanno a rendere ogni run un percorso in salita.
Infine, fra lapidi da abbattere e urne da aprire, c’è anche spazio per dei buff momentanei che aumentano la difesa o sieri che aumentano perennemente la barra vitale. Grazie alla numerosità di queste variabili, ogni run risulta differente dalla precedente e, per quanto si possa essere preparati, non si sa mai cosa si celi dentro gli uffici infernali.
Un move-set infernale
L’unione di tutti questi ingredienti è soprattutto la perfetta base per un combat system frenetico ed esagerato, in cui non manca comunque un pizzico di tecnicità con parecchie combo da apprendere, tra scatti fulminei, esplosioni e colpi di falce in tutte le direzioni.
Purtroppo, pad alla mano, il sistema di combattimento non ci è però parso impeccabile. Nei dipartimenti più complessi e contro i boss abbiamo infatti notato sulla nostra pelle – vabbé, ossa – come, una volta iniziate, le animazioni delle combo non potessero essere interrotte, magari aggiustando il tiro con una schivata o un salto per evitare l’ennesimo cazzotto tirato da un fantasma energumeno senza testa.
Non si tratta di un problema radicale o che compromette la godibilità complessiva del titolo, ma occorre prestare parecchia attenzione e non farsi prendere la mano in direzione di un frenetico button mashing, che potrebbe essere punito dall’apparizione di un nuovo avversario o da un proiettile proveniente da un nemico fuori schermo.
Have a Nice Death, come da tradizione per quasi tutti i roguelite, è un gioco che fa della difficoltà una delle sue principali ragioni d’essere, senza però mai raggiungere picchi elevati di frustrazione o blocchi definitivi – anche grazie ad un costante senso di progressione.
Nelle stanze dei vari dipartimenti si annidano nemici di ogni genere, dai più semplici colletti bianchi spettrali fino a delle lattine sparafuoco con gli addominali scolpiti, tutte creature assurde perfettamente tematizzate e che donano una spiccata personalità ad ogni livello.
Ad esempio, nell’area dedicata allo smaltimento dei rifiuti tossici abbiamo dovuto affrontare masse informi di liquame nero, sacchetti dell’immondizia volanti o putridi volatili, mentre nel dipartimento dei cibi tossici siamo stati attaccati da pacchetti di patatine assassine o da strani masticatori di chewing gum.
I pessimi colleghi di lavoro
I veri protagonisti delle run sono però i mini-boss – chiamati Thanager – e le Sofferenze, avversari davvero degni di nota e capaci di far sudare le proverbiali sette camicie, scogli contro cui spesso si sono interrotte le nostre partite.
Nonostante il livello di difficoltà tarato decisamente verso l’alto e qualche seconda fase inaspettata, questi strani esseri si sono sempre rivelati dei nemici corretti, con attacchi anticipati da indizi visivi e spazi – seppur brevi – utili ad imbastire un piano difensivo, pattern esagerati da studiare fallimento dopo fallimento.
Inoltre, come per i minion, anche i tirapiedi e i boss veri e propri sono sempre tematizzati alla perfezione dentro il mondo di Have a Nice Death – come Pierce Gorske, panino esperto di arti marziali, lo scienziato pazzo Lambert Heisenberg o il generale Warren Plishkan.
Un KO alla volta
Come detto in apertura, Have a Nice Death ricompensa ogni fallimento e, al termine di una run, si viene catapultati nell’hub principale con dei punti esperienza aggiuntivi e con dei lingotti d’oro da spendere per aumentare la probabilità di ricevere armi migliori.
La progressione non avviene quindi solo tramite il duro allenamento, ma anche con la semplice perseveranza e con la ripetizione. Ad esempio, all’aumentare di livello si ottengono ad inizio run cure aggiuntive, attacchi migliori e addirittura la possibilità di venire catapultati direttamente al cospetto di una Sofferenza, evitando così intere sezioni dei dipartimenti.
Insomma, ogni partita ha il suo perché Have a Nice Death, anche quelle più sfortunate e che si inceppano dopo pochi livelli, e questo è senza dubbio un aspetto positivo della produzione.
Un'azienda decisamente strana
Che siano fallimentari o che rimettano al loro posto tutti i dipendenti indisciplinati, i viaggi negli uffici della Death, Inc. regalano sempre dei colpi d’occhio piacevoli, grazie ad una direzione artistica capace di caratterizzare ogni area di gioco con un bestiario davvero azzeccato e in cui prendono vita esplosioni ed effetti sempre più esagerati, in un crescendo di follie e strani incontri.
Infine, per quanto scanzonato e senza la volontà di prendersi troppo sul serio, Have a Nice Death affronta a suo modo tutte le storture che affliggono il mondo del lavoro odierno. Non aspettatevi lunghe introspettive o un particolare tatto sull’argomento, ma in mezzo ad un improbabile cast di impiegati c’è anche spazio per qualche battuta sarcastica, ma anche per qualche caduta di stile e banalizzazione di troppo.
In conclusione, insomma, Have a Nice Death è un rogue-lite dal combat system divertente e frenetico, impreziosito da quel pizzico di casualità dovuto ad un arsenale ampio ma sempre differente tra una partita e la successiva.
Questi elementi sono però sufficienti a elevare l’opera di Magic Design Studios dalla concorrenza spietata? Purtroppo la risposta non è sicura al cento per cento, vista la presenza di mostri sacri come Hades o Cult of the Lamb e anche a causa di una longevità non eccelsa una volta appresi tutti i segreti dei boss, a meno che non ci si dedichi in maniera maniacale allo sblocco di tutte le armi e alla ricerca di ogni singolo segreto.
Versione recensita: PC
Voto Recensione di Have a Nice Death - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Il moveset cambia sempre a seconda della build
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L'arsenale è davvero ampio
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Anche dopo una sconfitta, c'è sempre la sensazione di aver fatto un passo in avanti
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Ottima direzione artistica
Contro
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I boss possono essere dei nemici fin troppo spietati
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Il combat system ha qualche falla
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Il tema del burn out lavorativo poteva ricevere una maggiore attenzione
Commento
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