Gli smartphone pieghevoli sono già un disastro? | Le novità tech e social
Samsung Galaxy Fold e Huawei Mate X stanno avendo lanci più difficili del previsto: tecnologia sopravvalutata o semplicemente acerba?
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a cura di Stefania Sperandio
Editor-in-chief
Anche questa settimana vediamo in SpazioTech le notizie tech e social più chiacchierate dei giorni scorsi, con gli argomenti caldi che non sono certo mancati. A tenere banco è soprattutto il fatto che, dopo Samsung Galaxy Fold, anche Huawei Mate X veda la sua uscita fluttuare a data da destinarsi. Abbiamo corso troppo con la questione degli smartphone pieghevoli?
Vediamo gli argomenti di questa settimana.
Le novità di Apple TV anche in Italia
Apple aveva annunciato qualche tempo fa la sua intenzione di portare su Apple TV la possibilità di sottoscrivere abbonamenti per vedere i canali televisivi pay. L’iniziativa era stata già lanciata negli Stati Uniti e, quasi a sorpresa, si è appena concretizzata anche in Italia, grazie all’apertura degli abbonamenti a Starz. Per 4,99€ mensili, gli utenti potranno accedere a questo Apple TV Channel e a tutti i suoi contenuti (tra cui I Tudors, Nasvhille, The Royals, Castel Rock e numerose altre produzioni).
In futuro si aggiungeranno sicuramente altri canali e chissà che anche altre emittenti – come ad esempio HBO, celebre per il suo lavoro su Game of Thrones e, in queste settimane, per la messa in onda di Chernobyl – non decidano di aprirsi a loro volta anche all’Italia attraverso il supporto di Apple TV.
La multa italiana a Facebook per il caso Cambridge Analytica
Il caso Cambridge Analytica portò, qualche tempo, Facebook sulla bocca di tutti – e non nel solito modo. La compromissione dei dati degli utenti e l’utilizzo del social per fini lontani dal mero tenersi in contatto e socializzare innescarono un vero e proprio fuoco incrociato su Mark Zucerkberg e la sua creatura, chiamata a comparire e spiegare la situazione anche di fronte alla Commissione Europea.
In Italia, intanto, è arrivato un primo provvedimento: aver compromesso la privacy degli utenti nostrani costerà a Facebook una multa da 1 milione di euro, come sancito dal Garante per la Protezione dei Dati Personali, agente per conto della Repubblica Italiana.
Non si tratta sicuramente di una cifra capace di far impallidire Zuckerberg (ricordate quel giorno in cui comprò WhatsApp Messenger per oltre $19 miliardi? Ecco), ma consideriamo che è solo del mercato italiano, che stiamo parlando, potrebbe anche essere congrua al numero di persone coinvolte. Vedremo comunque se Facebook commenterà questa decisione o meno.
Nel frattempo, come vi abbiamo segnalato in settimana, il social network continua a lavorare ad alcune feature che migliorino il livello di gradimento degli utenti – e si prepara ad affrontare la classe politica divisa tra ostilità e ostracismo in merito al progetto Libra.
Il designer Jony Ive ha lasciato Apple
Grandi manovre in casa Apple. La compagnia della Mela ha assistito infatti in settimana all’addio di Jonny Ive: parliamo dello storico designer che, negli ultimi vent’anni di lavoro presso la compagnia di Cupertino, ha dato vita alla realizzazione di prodotti divenuti parte della nostra vita quotidiana, come Mac, iPod e iPhone.
Ad annunciare l’addio è stato lo stesso Ive in un’intervista: il motivo del divorzio è da ricondursi al fatto che il designer abbia deciso di mettersi in proprio, creando un’azienda autonoma che avrà tra i suoi clienti, udite udite, anche Apple. Potrebbe insomma cambiare il rapporto tra le parti, ma probabilmente Apple potrà ancora contare sul genio di Ive in materia di progettazione.
Distensione tra Cina e USA sul caso Huawei
Potrebbe essersi riaperto uno spiraglio, nella questione della messa la bando di Huawei dagli Stati Uniti e, praticamente, dal mercato occidentale. Nel corso del G20, infatti, i Presidenti Donald Trump e Xi Jinping hanno avuto modo di discutere della questione. Il numero uno della Casa Bianca ha affermato che le compagnie statunitensi che collaboravano con Huawei (come Google o Intel) non erano affatto felici del suo provvedimento, motivo per cui gli USA faranno in modo che i rapporti di lavoro tra le parti possano andare avanti.
Questo non significa che Huawei sia uscita dalla lista nera a stelle e strisce, ma è un buon inizio per riaprire un dialogo tra le parti: molte compagnie americane guadagnano e danno lavoro collaborando con i giganti cinesi dell’elettronica. Come potrebbero gli USA semplicemente accettare di impedirlo e di fatto tagliarne il giro d’affari?
Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane.
Smartphone pieghevoli, c’è qualcosa che non va?
Abbiamo parlato abbondantemente, sulle nostre pagine, dell’avvento degli smartphone pieghevoli. I due modelli di punta, Samsung Galaxy Fold prima e Huawei Mate X, però, sembra stiano incontrando più problemi del previsto a debuttare sul mercato.
Il terminale della compagnia coreana ha visto la sua uscita venire rinviata a data da destinarsi, al punto che ha dato per scontato l’annullamento di tutti i pre-ordini, se non diversamente specificato dall’utente interessato. Il procedimento sta seguendo più o meno la stessa via anche con il futuristico figlio della casa cinese: atteso inizialmente a luglio, Mate X arriverà in una data di fissarsi – forse settembre, forse no. Il motivo? Huawei ha deciso di rispedire il device in test, forte anche della brutta figura fatta dal concorrente Galaxy Fold, per assicurarsi che il lancio sul mercato non presti il fianco a difetti e ingenuità come si stava verificando per il terminale di casa Samsung, che aveva lasciato i giornalisti del settore colpiti – e non positivamente.
La sensazione che emerge è che, probabilmente, con gli smartphone pieghevoli si sia andati troppo di corsa: un terminale capace di unire la sensibilità del touchscreen a cui siamo abituati alla flessibilità e alla resistenza non è di facile realizzazione e l’idea di avere i primi modelli già dietro l’angolo aveva fatto sembrare che il tutto fosse ormai da considerarsi realtà. Evidentemente, invece, servirà qualche tempo in più: lanciare una nuova tecnologia acerba, che potrebbe costare dei bei soldi senza garantire in cambio una certa stabilità, non serve a nessuno. Né a Samsung, né a Huawei, né (ancora meno) a chi pagherà per mettersela in tasca.
Sembra legittimo tirare il freno a mano e lasciar andare l’acceleratore, sul caso degli smartphone pieghevoli. Il fatto che entrambi i modelli di punta abbiano finito per perdersi lungo la tabella di marcia, calendarizzando la nuova uscita in una data da destinarsi, ci dice sicuramente che le compagnie che stanno investendo in questo settore si stanno prendendo dei rischi e che, se i device uscissero allo stato attuale, se li prenderebbero anche coloro che li acquisterebbero. Un modello di vendita che sarebbe ovviamente inaccettabile, motivo per cui ben vengano i rinvii. Per il futuro possiamo aspettare, purché non si corra il rischio di pagare uno smartphone pieghevole 1.000€ con il rischio di usarlo, dieci giorni dopo, al massimo come sottobicchiere.
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