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Flashback 2 | Recensione - Non c'è niente da salvare

Il ritorno di Conrad B. Heart si rivela, purtroppo, uno dei titoli peggiori dell'anno: ecco la nostra recensione di Flashback 2.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Incompleto.
  • Controlli legnosissimi.
  • È davvero difficile trovare qualcosa da salvare.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Flashback 2
Flashback 2
  • Sviluppatore: Microids
  • Produttore: Microids
  • Distributore: Microids
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5 , SWITCH , XSX , XONE
  • Generi: Action Adventure
  • Data di uscita: 16 novembre 2023 (PC, PS5, XSX)

Nonostante conclamati limiti di gameplay, relativi a controlli poco reattivi e ad un personaggio generalmente molto ingessato, Flashback rimane una delle pietre miliari dei giochi dal taglio cinematografico, nonostante siano intercorsi oltre trentuno anni dal suo debutto su Amiga e Commodore.

Per qualche strano motivo nessuno aveva fin qui pensato di riesumare il brand, ed eravamo insieme elettrizzati e spaventati da cosa sarebbe potuto scaturire da Flashback 2.

Oggi, dopo averci speso fin troppe ore, sappiamo che facevamo bene ad essere soprattutto preoccupati: non vi resta che scoprirne i motivi nella nostra recensione.

Fino a New Tokyo

La trama di Flashback 2 è ambientata perlopiù a New Washington, una metropoli dal taglio cyberpunk che richiama, molto alla lontana, la Night City immaginata da CD Projekt per Cyberpunk 2077, tra luci al neon, clima inclemente e metropolitane sovraffollate.

Gli eventi narrati avvengono in contemporanea con quelli visti nel capostipite, e per questo tagliano fuori quanto avvenuto nel seguito ufficiale, Fade to Black, pubblicato nel lontano 1995: pochi tra i giocatori più giovani si accorgeranno di questa cosa, ma per i veterani ha senso segnalarla, visto che interrompe la continuità narrativa che si era instaurata tra i due capitoli precedentemente pubblicati.

Ma non è solo questa idea che non funziona, a nostro avviso: nonostante al timone del team di sceneggiatori ci sia Paul Cuisset, venerato sviluppatore che già scrisse la storia dietro ai primi due episodi, la narrativa è sfilacciata, narrata male e senza alcuna partecipazione da parte del cast di doppiatori, che si è limitato al compitino, senza alcuna enfasi nella recitazione.

La telecamera diventa rapidamente il principale antagonista del gioco.
Dove c'erano cutscene iconiche, divenute poi un punto di riferimento per il medium (quantomeno in quei suoi primi anni di esplorazione "cinematografica"), qui ci sono interminabili sequenze statiche con talking head dal design generico che si alternano su schermo mentre l'azione sullo sfondo viene messa in stand-by.

Per i fan della prima ora di Conrad B. Heart qui non c'è davvero nulla, purtroppo, ed è un delitto se si pensa al ruolo fondamentale che i primi due giochi (il capostipite in particolare) ebbero nell'ibridazione tra i videogiochi ed il cinema, che ha oggi raggiunto picchi non indifferenti.

Tutto sbagliato, tutto da rifare

La legnosità dei movimenti del titolo originale, che non gli impedì comunque di passare alla storia, è stata fin troppo fedelmente riprodotta, rendendo i controlli imprecisi e difficoltosi anche in sequenze alquanto basilari, per non parlare delle sparatorie.

Anche quando i controlli non distruggono il senso di immersione e di godimento, ci pensa la telecamera: se già nei primi livelli si dimostra scarsamente collaborativa, i pochi eroi che avranno il coraggio di proseguire lungo la quest principale la troveranno sempre più capricciosa, fin quando, nelle fasi finali, essa non si ergerà a principale antagonista del gioco, perdendosi l'azione a più riprese o rimanendo incastrata in un angolo di visuale totalmente inutile (se non dannoso) per il giocatore.

Oltre che dall'assenza di un selettore per la difficoltà, il livello di sfida è azzerato dalla possibilità di respawnare istantaneamente nel preciso punto in cui si sono tirate le cuoia con la barra della salute nuovamente piena, a differenza di quella dei nemici, che porteranno ancora i segni delle ferite inflitte loro prima della dipartita.

In soldoni, questo significa che se anche vi capitasse di morire in Flashback 2, evenienza alquanto improbabile al livello di difficoltà di default (se non per colpa di qualche glitch, s'intende), riprendereste esattamente da lì, come un dio immortale che continua a tornare in vita in un ciclo infinito.

È davvero difficile trovare qualcosa che funzioni in Flashback 2.
Purtroppo, durante la nostra prova, sebbene meno frequentemente man mano che venivano rilasciate patch correttive, ci è spesso capitato che anche piccoli gruppi di nemici apparissero letteralmente dal nulla a due metri dal nostro alter ego, talvolta solo per finire crivellati dai nostri colpi, talaltra per infliggerci alcune delle ferite meno giustificate della storia del videogioco.

C'è da qualche parte un crossover con la serie Mario con un Magikoopa che evoca nemici dal nulla o il gioco è uscito quando avrebbe avuto bisogno di diversi mesi di ulteriore testing? Ai posteri l'ardua sentenza, ma noi temiamo di conoscere la risposta.

Dispiace sempre molto dover stroncare il lavoro altrui, per quanto mal realizzato, e di certo non possiamo conoscere le ragioni di un tale, clamoroso fallimento, ma è davvero difficile trovare qualcosa che funzioni in Flashback 2, figuriamoci pensare di consigliarlo anche alle frange più nostalgiche dei nostri lettori.

A metà del processo di sviluppo

Nonostante abbiamo deciso di posticipare la pubblicazione di questa recensione in attesa di qualche patch risolutiva, e nonostante il rilascio di una serie di correttivi che hanno marginalmente migliorato la situazione dopo il day one, la lista delle problematiche tecniche che il gioco si porta dietro è piuttosto lunga.

Scenari che caricano solo l'audio ma non il video, costringendo ad uscire dall'applicazione e riavviarla dalla dashboard, la frequente possibilità di rimanere incastrati in porzioni dello scenario e dover ricaricare l'ultimo checkpoint, nemici che a loro volta si fondono con le ambientazioni e rimangono in un limbo di non-morte o che ci vedono anche voltandoci le spalle, come se avessero un diabolico sesto senso – e, come ciliegina sulla torta, tentativi falliti di lanciare il gioco dalla dashboard, con un caricamento infinito dal quale è possibile uscire solo riavviando tutto.

Nella dozzina di ore di gioco dedicate complessivamente a Flashback 2 (molte di più se si contano i continui caricamenti di precedenti checkpoint), ci siamo imbattuti in almeno quattro o cinque istanze in cui la progressione era sporcata da bug di gravità che andava dal passabile all'odioso, sebbene mai game-breaking: abbiamo dovuto ricaricare una particolare boss fight per sei volte prima che si realizzasse come gli sviluppatori intendessero originariamente (o almeno così crediamo...) e più di un quest giver ci ha spiazzati e costretti a ricaricare perché non vedeva l'oggetto che gli stavamo consegnando o non registrava come compiuta una missione che ci aveva affidato e che eravamo riusciti a portare a termine.

Almeno il sistema di autosalvataggio di Flashback 2 crea numerose copie e si attiva sufficientemente spesso, ma se questa è la cosa migliore che riusciamo a dire del gioco, allora siamo davvero alla frutta.

Il risultato finale della somma delle parti di Flashback 2 è, purtroppo, uno strazio.
Un tale livello di sporcizia è difficilmente accettabile anche alla luce del fatto che, a differenza di molti tripla A, crediamo che nessuno abbia fatto pressione sul team di sviluppo per uscire quanto prima, visti i trentuno anni intercorsi dal primo episodio.

Se aggiungete al menu un frame rate piuttosto instabile, nonostante il gioco sia stato testato sulla stessa console che fa girare Horizon Forbidden West, God of War Ragnarok e Alan Wake II, capirete come Microids stavolta l'ha davvero combinata grossa.

La frequente impressione, durante le ore faticosamente dedicate al test del prodotto e soprattutto nelle fasi avanzate dell'avventura, è che questo sia stato immesso sul mercato incompleto, quasi nel bel mezzo del processo di sviluppo, come se andasse rispettata una data ad ogni costo, ed il risultato finale, purtroppo, è uno strazio.

L'unico, pallido raggio di sole in questa infinita giornata uggiosa che è Flashback 2 è rappresentato dalle musiche, firmate dal veterano della serie Raphael Gesqua, che centrano bene l'atmosfera che il gioco avrebbe dovuto avere, a metà tra il cyberpunk più cupo e l'introspezione psicologica.

Voto Recensione di Flashback 2 | Recensione


3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Discrete musiche firmate Gesqua

Contro

  • Completamente rotto in più punti

  • Sistema di controllo che più legnoso non si può

  • Quando non è rotto è comunque pieno di bug

  • Non si salva nemmeno a livello narrativo

  • Anche dopo mille patch, difficilmente raggiungerebbe la sufficienza

Commento

In qualità tanto di publisher quanto di sviluppatore, Microids ha alternato alti e bassi, immettendo sul mercato prodotti di discreta qualità e altri che invece non raggiungevano la sufficienza, ma i minimi comun denominatori erano, quasi sempre, la passione e l'impegno, che spesso tenevano a galla la nave a dispetto di evidenti limiti di budget, di gameplay, di game design in generale.
Purtroppo Flashback 2 concentra in un solo prodotto il peggio che la compagnia francese ha prodotto nei suoi oltre trentacinque anni di vita, senza che vi si intraveda un briciolo di impegno in fase di ottimizzazione o di programmazione.
Nelle condizioni attuali, è impossibile pensare che Flashback 2 possa avere qualcosa da dire, perfino ai più nostalgici e amanti del primo episodio.
Ovviamente non possiamo sapere come questo prodotto sarà di qui a venti patch correttive, ma, a meno di non rifare tutto da zero, e quand'anche i gravi bug presenti fossero tutti eliminati, rimarrebbero grosse problematiche a livello di reattività dei controlli, di bilanciamento generale della difficoltà, di game design, che lo terrebbero lontano dalla tanto agognata sufficienza.
Starne alla larga è anche un messaggio a Microids, che ha saputo sempre fare molto meglio di così: Flashback non meritava un seguito del genere.
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