Nell’ultimo articolo avevamo fatto un resoconto di tutte le informazioni trapelate su Final Fantasy VII Remake fino ad oggi. Prima del 3 marzo 2020 usciranno sicuramente ulteriori dettagli. Attualmente possiamo dire di aver visto e compreso gran parte delle meccaniche legate al gameplay: l’esplorazione e il combat system sono stati mostrati per bene negli ultimi mesi – e abbiamo potuto vedere una Midgar vitale e sfaccettata come non mai, oltre a diverse battaglie, anche con boss importanti, dall’inizio alla fine. C’è stato anche un accenno legato allo sviluppo dei personaggi e al nuovo sistema di evoluzione delle armi, aspetto inedito di questo remake.
Insomma, il gameplay lo abbiamo visto, la storia sappiamo che si concentrerà sulla parte ambientata a Midgar, cosa manca da sapere, ancora? In teoria niente, ma in pratica c’è un grosso alone di mistero che ci mette addosso un certo senso di inquietudine, ci sono dei dubbi che probabilmente saranno risolti solo quando metteremo mano alla versione finale, o addirittura alla conclusione di tutti i capitoli del remake.
Non toccate la storia!
I dubbi principali riguardano la storia e tutti quei vuoti da riempire per fare in modo che questo gioco duri molto più delle sole 7-8 ore che in origine si impiegavano per completare la parte di Midgar. Nei trailer abbiamo visto diversi momenti importanti: gli assalti ai reattori Mako, l’incontro tra Aeris e Cloud, l’attraversamento delle fogne, la presenza di Don Corneo, i Turks e molto altro. Questo ci conforta e ci fa capire che i pilastri della trama non dovrebbero essere stati toccati. Ma in aggiunta a ciò, abbiamo anche visto un nuovo Soldier, ancora senza nome, e degli spettri misteriosi che attaccano Cloud e Aeris. In entrambi i casi lo zampino di Nomura è evidente, sia nel character design del nuovo personaggio, molto più nello stile di un Kingdom Hearts, che nell’aggiunta di queste ombre rinominate dal direttore stesso “Guardiani del Fato”.

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Detto questo, l’aspetto che ci preoccupa di più è la gestione del titolo da parte di Tetsuya Nomura, che ha avuto un ruolo molto importante già nella creazione del VII originale – e che poi si è occupato di tutto il progetto della compilation di Final Fantasy VII nei primi anni 2000, mettendosi alla regia di Advent Children e poi supervisionando gli altri progetti, ossia Dirge of Cerberus e Crisis Core, oltre a un paio di titoli per cellulari. Nomura non si è limitato solo al character design, ma ha comunque segnato delle linee guida da seguire nel loro sviluppo. Il risultato è stato molto altalenante, con storie dall’atmosfera e dallo spirito molto diversi dal titolo originale, quasi come se fossero gli episodi filler di un anime, utili solo ad allungare il brodo ma che non saranno mai visti come realmente canonici.
Certo, Crisis Core era un bel gioco ed era emozionante soprattutto nella parte finale, ma ricordiamo che le parti più belle sono proprio quelle che riprendono la storia originale. Vogliamo invece ricordare che uno dei personaggi principali di questo prequel era Gackt, noto cantante e attore giapponese, qui trasformato nel villain di turno dai modi teatrali e pieno di incomprensibili paturnie mentali che lo facevano sembrare la brutta copia di Sephiroth. Tutti gli eventi che coinvolgevano lui e i personaggi originali di Crisis Core con lo spirito di FFVII non c’entravano proprio nulla.

Stesso dicasi per la storia di Dirge of Cerberus: aveva il merito di approfondire Vincent e far rivedere alcuni personaggi importanti come Cloud, Barret e Tifa, ma quanto narrato andava a cozzare con la storia originale. Advent Children, poi, era un grosso momento nostalgia con splendide scene d’azione, ma anche in questo caso si sentivano le grandi forzature alla trama attuate solo per mettere in scena i protagonisti tanto amati da milioni di fan.
Nomura è sicuramente un professionista importante all’interno di Square Enix, avendo creato comunque dei capolavori come Kingdom Hearts e The World Ends With You, ma la sua scrittura non è sempre stata impeccabile, come dimostra anche quanto successo con Kingdom Hearts 3. La nostra paura più grande è dunque quella che possa inserire dei riferimenti a questi progetti passati nel remake, facendo magari comparire Genesis Rhapsodos, il Geostigma o altri elementi che mal si inserirebbero nella storia originale.

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Nonostante queste preoccupazioni bisogna comunque tenere a mente che Yoshinori Kitase è il produttore del titolo e molti altri membri storici che lavorarono all’originale fanno parte del team di questo remake. Confidiamo dunque in una visione d’insieme che faccia in modo che la via seguita sia quella del rispetto per lo spirito originale del settimo capitolo. Square Enix ha già fatto diversi errori con titoli importanti nel recente passato, e sa che con Final Fantasy VII non può sbagliare; non ci resta che riporre ancora una volta la nostra fiducia in questo team storico.
Il numero dei capitoli e la progressione futura
Se le incognite sulla storia sono ancora diverse, dal lato del gameplay, come avevamo visto nell’articolo scorso, non ce ne sono poi molte. Il combat system, l’esplorazione e il sistema di progressione sono stati mostrati e sembrano realizzati piuttosto bene. La questione che resta in sospeso è più che altro quella di come si comporterà Square Enix quando arriverà il secondo capitolo, già in piena fase di sviluppo e che molto probabilmente sbarcherà nella next-gen.

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Ultimo elemento da scoprire è il numero di personaggi giocabili. Sappiamo che Cloud, Barret, Tifa e Aeris sono presenti e forse saranno gli unici a essere giocabili in questo primo capitolo. La grossa incognita è Red XIII, il fiero erede di Cosmo Canyon, che verrebbe sbloccato nella fase finale di Midgar, un momento un po’ troppo in là nella storia per introdurlo propriamente. Certo, gli eventi potrebbero cambiare in modo da integrarlo anche nella fase di gameplay. D’altronde è già stato comunicato da Nomura che qui il boss finale non sarà Motor Ball e la possibilità che la fuga finale venga prolungata sembra dunque alta.
Chissà che poi non possa comparire anche qualche personaggio che incontreremo successivamente, come Yuffie e Vincent, come detto anche prima, o magari anche Cid o Caith Sith. Le possibilità sono insomma tantissime. D’altronde anche Sephiroth è già stato confermato dai trailer, nonostante non dovesse vedersi fino a molto dopo Midgar, e chissà che non sia proprio lui a concludere con un’epica battaglia questo inizio del remake.
Final Fantasy VII Remake è un progetto incredibilmente ambizioso che tenta l’impresa di ricreare le emozioni che l’originale capolavoro di Square Enix aveva donato a tanti giocatori nel lontano 1997. L’impegno dimostrato nell’ultimo anno, tra trailer e gameplay, è innegabile: resta soltanto da capire se, nonostante le aggiunte e le variazioni alla storia, si possa riuscire a mantenere lo spirito che ha reso l’originale un capolavoro immortale. Appuntamento allora al 3 marzo per scoprire se l’impresa sarà stata compiuta.