Feel free to Pay: Diablo III Vs Path of Exile [Ep. 3]
Una sfida all'ultimo loot
a cura di Marco Giannotta
Per la rubrica “Feel Free to Pay“, quest’oggi la sfida si svolge sul terreno degli Action RPG. Per la categoria “Titoli a pagamento” scende in campo Diablo III, recentemente reinventato anche su console Nintendo Switch, mentre la categoria “Titoli gratuiti” è rappresentata dalla bandiera di Path of Exile.
Maggiore l’età, più grande l’esperienza
Diablo III, blasonato titolo della Blizzard, è su piazza oramai dal 2012 e, come il buon vino, migliora con l’avanzare degli anni. Al di là della trama, che funge principalmente da contorno, ciò che tiene banco da sempre è il gameplay. Il concept di per sé è semplice – si clicca su un mostro su schermo e l’eroe gli dà il benservito – ma è l’impalcatura che gli è stata costruita intorno che fa davvero brillare questo titolo. Non esistono, infatti, scelte permanenti da attribuire al proprio personaggio, poiché per ogni Level Up si ottiene una nuova abilità, da collocare in un numero di slot via via crescente. Le varie skill possono essere combinate fra loro e unite alle cosiddette “runes“, dei tratti aggiuntivi che consentono di apportare una miriade di modifiche alle caratteristiche di abilità già possedute. Tutto ciò apre la strada a build anche molto differenti fra loro, del tutto personalizzate sulla base dello stile del giocatore. In pratica, ogni giocatore si riconosce dalla propria firma ed è proprio questo il cuore strategico che fa di Diablo III un RPG vario, gratificante e divertente da giocare.
Path of Exile, sviluppato dalla neozelandese Grinding Gear Games, è online dal 2013 e, come il suo concorrente, si è molto evoluto nel corso del tempo. Ambientato sulle rive di Wraeclast, l’eroe nasce da superstite e finisce per diventare un’inarrestabile macchina da guerra. Il concept, inutile negarlo, ricalca quello di Diablo III, ma Path of Exile riesce a differenziarsi grazie ad una Lore dalle radici profonde, a cui si aggiunge un gameplay altrettanto ramificato. Naturalmente, anche qui le strategie si annodano su varie combinazioni di abilità attive e passive, con un ventaglio di build che si è fatto sempre più ampio col passare del tempo e con l’introduzione delle nuove classi in Ascendancy. Tuttavia, al comparto si aggiungono degli elementi inaspettati: ad esempio, è possibile costruire uno zoo di mostri, catapultarsi in un nuovo mondo temporaneo con regole a sé stanti o visitare/depredare aree generate in maniera del tutto casuale. Da esplorare ce n’è quanto si vuole. E le ambientazioni di Diablo III non sono da meno. Vagare nelle terre del Sanctuarium, ricche di dettagli da scoprire e di misteri da risolvere, conferisce davvero la sensazione d’immergersi in una realtà alternativa, uno spaventoso universo dal quale però non ci si vorrebbe più allontanare.
All’ultimo sangue, ma non il mio
Con un simile approccio tattico al gameplay, cimentarsi nelle battaglie di Diablo III è un vero e proprio spasso. I nemici adottano gli schemi di comportamento più screziati e le battaglie Boss sanno come non annoiare che vi partecipa, regalando un livello di sfida che remunera ogni singola vittoria da ogni punto di vista. Il divertimento raddoppia, se si sceglie di giocare in modalità co-op multiplayer: basta un clic per unirsi ad un giocatore e un altro clic per raggiungerlo ovunque si trovi, anche a metà combattimento.
Con la configurazione che possiede Path of Exile, invece, le classi non posseggono abilità predefinite. Pertanto, occorrerà utilizzare le cosiddette “skill gems” per ricavare delle abilità, a patto di possedere i parametri richiesti dalla gemma stessa. Le gemme possono essere amalgamate fra loro per trasferire e condividere gli effetti di cui sono portatrici, il che ha un riflesso immediato sul livello di difficoltà percepito nelle battaglie, specialmente nei combattimenti con i Boss.
In entrambi i titoli, ma soprattutto in quello della software house neozelandese, riuscire negli scontri è essenziale per puntare a dell’equipaggiamento di una certa caratura. Inutile dire che la probabilità di ottenere buoni capi è piuttosto bassa, pur se compensata dalla possibilità di potenziare alcuni oggetti, di scambiare carte collezionabili in cambio di pezzi unici o di dedicarsi al crafting, senza considerare il sistema di trading interno al gioco.
Meglio prevenire che sclerare
E adesso le dolenti note. Quando fu rilasciato per la prima volta, gli sviluppatori di Diablo III avevano sottostimato l’affluenza che il gioco avrebbe registrato, il che rese i server instabili al punto di richiedere massicce manutenzioni. Ad oggi, Diablo III funziona egregiamente, con una connessione stabile e a banda larga. Poiché è possibile esplorare le sue terre soltanto (e ripeto soltanto) online, che siate in single o in multiple player, assicurarsi di avere una connessione come si deve (meglio se fibra) è fondamentale, pena un’esperienza di gioco frustrante o inconsistente.
Considerando che Diablo III è un titolo a pagamento, è sconsigliabile acquistarlo, se non si poggia su una linea internet realmente efficiente. In questo caso, è bene rinunciare alle meraviglie del gameplay messe a disposizione dal gioiello della Blizzard in favore di un gratuito Path of Exile, gratuito per davvero: nessuna espansione o caratteristica aggiuntiva, infatti, richiede denaro vero. Gli acquisti effettuabili con valuta reale (si arriva anche a spendere circa 40 euro, volendo) sono di carattere puramente estetico, fatto salvo l’aumento della capienza dell’inventario, comunque già piuttosto generosa di suo. Ogni ricompensa, ogni eventuale acquisto è finalizzato a dissetare quel desiderio di scoperta e di arricchimento che spinge i giocatori a saccheggiare dungeon e a sbaragliare nemici in ogni dove.
In definitiva, la bellezza di Diablo sta nella sua capacità di rinnovarsi costantemente. Non mancano aggiunte periodiche, vedi nuove classi o nuove location, così come competizioni stagionali, e lo stesso può dirsi di Path of Exile, che spicca soprattutto per la gestione dell’end-game. In queste fasi finali, infatti, si ottiene l’accesso a nuovi mondi, dai quali reperire nuovi e scintillanti oggetti per potenziare il proprio personaggio. Con il sistema della League, peraltro, gli sviluppatori della Grinding Gear Games hanno lanciato l’amo con cui tenere agganciati anche i veterani, incoraggiandoli a ricominciare la propria avventura. Si tratta di modalità di gioco che in qualche caso quasi lo reinventano, inserendo meccaniche inedite, come la cattura dei mostri per costruire un proprio bestiario. Scegliete voi, quindi, per quale destinazione fare il biglietto.