Fallen Legion: Revenants | Recensione - Le buone idee bastano?
La terza volta non sempre è quella buona
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: YummyYummyTummy
- Produttore: NIS America
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PS4 , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 19 febbraio 2021
Tre anni fa avevamo recensito per voi, su queste stesse pagine, un peculiare RPG tattico dal titolo Fallen Legion; si trattava, ricorderete, di una riedizione di due titoli precedentemente usciti come capitoli separati della stessa saga, vale a dire Fallen Legion: Sins of an Empire e Fallen Legion: Flames of Rebellion. Il gioco non ci aveva convinti del tutto, riuscendo a raggiungere soltanto una sufficienza risicata.
Il vero tallone d’Achille della produzione era il gameplay, risultato troppo semplice, poco sviluppato e, anche in ragione delle due motivazioni precedenti, ripetitivo. Nonostante il nostro parere piuttosto freddo, la dilogia di YummyYummyTummy ha raccolto un buon consenso, soprattutto in Giappone, riuscendo a crearsi una piccola ma dedicata nicchia di fan.
A quasi quattro anni dalla prima uscita, e dopo numerose riedizioni, eccoci finalmente a parlare del terzo capitolo, Fallen Legion: Revenants, in uscita il 19 Febbraio su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC. Sarà riuscito questo sequel a farci cambiare idea sulle potenzialità della serie? Scopriamolo insieme.
Un politico carismatico ed uno spirito in cerca di vendetta
Proprio come i due capitoli che lo hanno preceduto, Fallen Legion: Revenants (d’ora in poi solamente Revenants) ci mette di fronte ad una storia di fantapolitica, mantenendo tematiche simili ai predecessori pur abbandonando i protagonisti delle vecchie avventure (che sono adesso disponibili in unico pacchetto anche su Nintendo Switch).
La storia di Revenants si apre su un mondo ricoperto da un fatale miasma, in grado di trasformare ogni creatura vivente; l’umanità è riuscita a costruire un ultimo baluardo per la sopravvivenza, il Castello volante di Welkin, dove si sono rifugiati tutti i sopravvissuti. Qui incontriamo i nostri due protagonisti: Lucien e Rowena. Lucien è un politico estremamente carismatico e sagace, che da tempo lavora su un piano per detronizzare il tiranno del castello, Ivor, il quale non è soltanto l’attuale cancelliere ma è anche il responsabile della salvezza dei sopravvissuti, in quanto fu lui ad utilizzare la magia per sollevare in aria il castello di Welkin.
I piani di Lucien subiscono una forte accelerazione quando scopre un antico libro, tramite il quale viene a sapere delll’esistenza degli Exemplar, armi che possono trasformarsi in soldati senzienti. Rowena, invece, è l’ex-cancelliere di Welkin, fatta giustiziare da Ivor con l’accusa di tradimento; il suo spirito, spinto dalla volontà di crescere il figlio rimasto solo, è attualmente alla ricerca di un modo per tornare in vita, non senza un forte desiderio di vendetta verso chi l’ha uccisa. È proprio quest’odio comune ad unire i due protagonisti in un’improbabile alleanza: Lucien e Rowena stringono un patto per arrivare a rovesciare il tiranno, impresa che richiederà le abilità uniche di entrambi i nostri protagonisti.
La storia, lo diciamo subito, è uno degli aspetti più curati della produzione; a colpirci non è stata tanto la qualità dell’intreccio narrativo, quanto la cura che è stata riposta nei dialoghi e nella caratterizzazione dei personaggi. Lucien, in particolar modo, risalta per il suo umorismo cinico e spesso tagliente, che ce lo ha reso simpatico fin dalle prime battute di gioco.
Un altro elemento che abbiamo particolarmente apprezzato è lo stile grafico, soprattutto per il character design; se le ambientazioni risultano buone ma piuttosto generiche, i personaggi mostrano invece una distinta personalità a livello visivo, e la loro realizzazione ci ha ricordato gli ottimi lavori di Ayami Kojima nella serie Castlevania – in particolare con episodi come Harmony of Dissonance e Aria of Sorrow.
Anche il comparto audio ci è piaciuto, con tracce che riescono a creare una buona atmosfera nel corso dell’avventura. Se però da un lato il gioco non presenta grosse magagne tecniche, abbiamo notato - nella versione PlayStation 4 da noi testata - una consistenze e fastidiosa presenza di caricamenti. Essi non avvengono soltanto durante il passaggio da una location all’altra; spesso, infatti, anche dopo aver iniziato o terminato un dialogo capita di dover aspettare qualche manciata di secondi prima di poter muovere nuovamente il personaggio. Non si tratta di un difetto insormontabile, ma essendo una buona porzione del gioco basata sui dialoghi (come vedremo nel paragrafo successivo) questo difetto ha cominciato a pesarci sempre di più mano a mano che proseguivamo nell’avventura.
Intrighi di palazzo e scontri a base di magia
Il gameplay di Revenants si divide sostanzialmente in due sezioni separate. Le fasi in cui controlliamo Lucien appartengono ricordano il genere visual novel; nei suoi panni, infatti, dovremo muoverci tra le diverse location del Castello di Welkin, interagendo con i suoi abitanti, favorendo l’ascesa di Lucien nel firmamento politico di Welkin. Avremo spesso a che fare con scelte multiple e con eventi a tempo, dove dovremo sfruttare i minuti concessi per portare a termine determinati obiettivi, come raccogliere abbastanza informazioni su dove potrebbe trovarsi un oggetto.
Come sarebbe lecito aspettarsi, queste fasi sono quasi interamente basate sui dialoghi, con buona pace di chi non apprezza le avventure grafiche; noi siamo riusciti ad apprezzarle, soprattutto grazie all’ottima qualità dello script, elemento di cui vi avevamo già parlato nel precedente paragrafo.
È innegabile, però, che se siete in cerca di un RPG dinamico queste fasi potrebbero risultare per voi fin troppo lente, anche a causa di quanto spesso vi ritroverete a vestire i panni di Lucien. Le cose cambiano, invece, con Rowena; le sue fasi di gioco ereditano sostanzialmente le basi di gameplay viste nei due Fallen Legion precedenti. In poche parole, si tratta di un RPG tattico a scorrimento, dove controlleremo una squadra di quattro personaggi (tre Exemplar, che potremo scegliere prima di scendere in campo, più Rowena). La nostra unica occupazione in queste fasi sono i combattimenti, che sono gestiti in un modo abbastanza peculiare. La schermata di combattimento si divide in due griglie: a sinistra troviamo quella dei nostri eroi, composta da tre caselle, mentre a destra quella degli avversari, composta da quattro.
Ad ogni nostro Exemplar viene assegnato un pulsante di attacco; premendolo da solo eseguiremo un attacco semplice, mentre tenendo premuto R1 insieme al pulsante di attacco potremo eseguire degli attacchi speciali. Una volta eseguita un’azione, dovremo attendere il riempimento di una barra di energia prima di poter utilizzare nuovamente quel determinato personaggio. Con L1, invece, potremo bloccare i colpi dei nemici; qualora riuscissimo a parare all’ultimo momento un proiettile, inoltre, potremo rispedirlo direttamente al mittente. Rowena dispone, invece, di mosse differenti rispetto agli Exemplar, assegnate alla pressione del tasto triangolo insieme ad un tasto direzionale; a seconda di quale premeremo, andremo ad utilizzare una specifica magia.
Trattandosi di combattimenti in tempo reale, potremo concatenare i colpi dei nostri eroi per dare vita a lunghe serie di combo, in grado di mettere al tappeto qualsiasi nemico. Il sistema di combattimento, descritto così, può apparire complesso, e forse potreste sentirvi spaesati durante le battute iniziali di gioco, ma possiamo assicurarvi che ci vorrà poco tempo per prenderci la mano.
Inoltre, combattendo i nostri personaggi saliranno di livello, acquisendo nuove abilità passive (chiamate Archeus) volte a migliorarne le caratteristiche; non solo, quando saremo di nuovo nel castello, nei panni di Lucien, potremo anche acquistare altre migliorie per il loro equipaggiamento. Questi elementi donano un tocco di profondità in più al battle system di Revenants, ma purtroppo tutto viene affossato dallo stesso, grande difetto che affliggeva i predecessori.
È difficile tenere traccia di tutto quello che succede su schermo, e spesso e volentieri ci si trova a fare affidamento su un casuale button-mashing; e il problema è che il button-mashing, qui, funziona alla grande, perché raramente i nemici costituiscono un vero ostacolo. Ben presto, dunque, si finisce per affidarsi esclusivamente (o quasi) al caso, potendo contare sul fatto che difficilmente arriveremo a vedere la schermata di game over (a patto di stare attenti almeno alle parate).
Anche questa volta, quindi, il fattore ripetitività si nasconde dietro l’angolo, a causa di un gameplay contemporaneamente troppo confusionario e troppo semplice. Un vero peccato, perché anche questa volta le buone idee, in realtà, non mancavano, soprattutto sul fronte narrativo. La speranza è che un eventuale quarto capitolo della serie possa riuscire finalmente a limare questa formula di gameplay che finora, nonostante le buone premesse, gli sviluppatori non sono riusciti a sfruttare adeguatamente.
Versione recensita: PS4
La versione fisica di Fallen Legion: Revenants viene accompagnata da un delizioso artbook e dalla colonna sonora digitale: potete farla vostra ad un ottimo prezzo a questo indirizzo.
Voto Recensione di Fallen Legion Revenants - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Ottimo character design
-
Buona qualità dello script
-
Gameplay di base divertente...
Contro
-
... ma afflitto dagli stessi problemi del passato
-
Caricamenti continui e spesso fastidiosi
Commento
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