Fae Farm | Recensione - Tra campagne e dungeon
Fae Farm è un simulatore che ci fa costruire la nostra vita bucolica in un mondo fatato. Scopriamo com'è andato nella nostra recensione.
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
In sintesi
- Un simulatore che unisci vita quotidiana e dungeon crawling
- L'esperienza è godibile soprattutto a piccole dosi
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Phoenix Labs
- Produttore: Phoenix Labs
- Distributore: Phoenix Labs
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: PC , SWITCH
- Generi: Simulazione
- Data di uscita: 08 settembre 2023
Il genere dei simulatori di vita, pur essendo tutto sommato di nicchia nel mercato videoludico, può vantare ormai diversi rappresentanti su tutte le console. Tra le varianti più gettonate c’è sicuramente quella bucolica: possiamo contare decine di titoli che permettono al giocatore di costruire la sua vita contadina in una terra silenziosa e lontana dal frastuono a cui siamo ormai abituati nelle nostre vite quotidiane.
Oggi a questa selezione di titoli si aggiunge Fae Farm, titolo in arrivo l’8 settembre su Nintendo Switch e PC. Si tratta di un simulatore con forti elementi RPG sviluppato da Phoenix Labs, in cui potremo costruire la nostra vita da sogno nel villaggio di Azoria.
Come si può intuire dal titolo e dalla copertina, il gioco mescola la classica arcadia verdeggiante ad elementi fantasy, per aggiungere un pizzico di pepe alla nostra seconda vita. Noi abbiamo potuto giocare il titolo in anteprima: scopriamo insieme nella recensione com’è stata la nostra esperienza.
Una nuova vita ad Azoria
La premessa narrativa di Fae Farm è estremamente semplice: saremo i nuovi arrivati ad Azoria, villaggio dove avremo la possibilità di costruirci una nuova vita. Qui potremo coltivare sementi, pescare, catturare animaletti, costruire la nostra confortevole casetta, interagire con i nostri concittadini e risolvere tutti i loro problemi.
Se vi sono venuti in mente titoli come Story of Seasons, Rune Factory o Harvest Moon, siete sulla strada giusta: Fae Farm riprende in modo piuttosto fedele la struttura già vista in quei titoli. È nei dettagli che il gioco cerca di dire la sua, come vedremo nel corso della recensione.
A differenza di titoli come Animal Crossing, in Fae Farm avremo costantemente delle missioni da portare a termine, tra obiettivi principali che portano avanti la storia e missioni secondarie. Ad Azoria, infatti, stanno succedendo diverse cose strane, e sarà nostro compito indagare su di esse.
Certo, non aspettatevi granché dal comparto narrativo di Fae Farm: si tratta di una trama funzionale, godibile nella sua semplicità, ma poco più di un pretesto per tenere viva l’attenzione del giocatore.
Il cuore del gioco sta nelle altre attività, dalla semplice cura del villaggio al nostro rapporto con gli altri abitanti. Dovremo fare i conti con lo scorrimento del tempo, ma ogni giorno saremo liberi di dedicarci, nei limiti del possibile, a tutto quello che vorremo, senza alcun obbligo da parte del gioco di seguire un percorso prestabilito.
Fae Farm pone, a questo proposito, un forte accento sulla componente relazionale. Potremo stringere amicizia con gli altri personaggi e, immancabilmente, anche iniziare una relazione con alcuni di loro.
Il problema, in questo caso, è che i personaggi sono tutti incredibilmente piatti. Se a distinguerli non ci fosse il loro aspetto fisico, potreste avere l’impressione di parlare sempre con la stessa persona, o quasi. Nessuno ha una backstory degna di questo nome, così come nessuno sembra avere una particolare personalità.
Ed è un peccato, perché così anche l’instaurare relazioni con gli altri diventa un semplice completare l’ennesima missione, senza particolare incentivo a livello narrativo.
Dal punto di vista tecnico, Fae Farm si presenta discretamente per quelli che sono gli standard del genere su Nintendo Switch (che potete recuperare nella splendida versione Oled su Amazon), senza infamia e senza lode.
Purtroppo, al momento in cui stiamo scrivendo continuiamo a riscontrare cali di frame rate piuttosto frequenti, nonostante il gioco non sia particolarmente esoso dal punto di vista grafico. Speriamo che gli sviluppatori abbiano modo di sistemare le cose attraverso degli aggiornamenti in futuro, ma per il momento la situazione è questa.
Per la colonna sonora vale un po’ lo stesso discorso: buona ma senza particolari guizzi. Non abbiamo incontrato dei brani che si sono scavati un posto nella nostra imperitura memoria, ma le tracce sono comunque godibili nel contesto del gioco.
Il villaggio ha bisogno di noi
Come vi abbiamo anticipato, il ritmo di gioco è scandito dallo scorrere dei giorni e dalla presenza di numerosissime missioni da completare, tra principali e secondarie. Il gioco può essere diviso in due grandi aree, vale a dire la vita quotidiana ad Azoria e l’esplorazione dei dungeon.
Ad Azoria potremo interagire con l’ambiente attraverso diversi strumenti, tutti tipici di questo genere di giochi: potremo pescare con la nostra canna da pesca, utilizzare la nostra pala per scavare, la falce per tagliare i cespugli, l’ascia per abbattere alberi e fare della legna e così via.
La componente ruolistica è molto marcata. Ogni strumento può essere migliorato diverse volte (a patto di avere denaro ed i giusti materiali), ed inoltre riceveremo esperienza per ogni azione completata; ad esempio, catturare una farfalla ci farà guadagnare x punti esperienza (che variano in base alla rarità dell’animale, in questo caso) nel campo “cattura animaletti”, e per ogni livello miglioreremo la nostra abilità con il retino.
Capirete ben presto che gli upgrade sono fondamentali per alcune missioni: per esempio, per abbattere alcuni alberi avrete necessariamente bisogno dell’ascia di ferro. Oltre a questo, gli upgrade vi consentiranno di farmare materiali più in fretta, dunque fin dall’inizio del gioco vorrete sempre avere tutti i vostri strumenti aggiornati al meglio delle loro attuali possibilità.
Abituatevi fin dall’inizio, quindi, a raccogliere tutto quello che vedete, perché le numerose missioni del gioco vi chiederanno di utilizzare tantissimi materiali – e, prima farete scorta, meno dovrete sudare dopo per raccogliere quello che vi serve.
Uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato di Fae Farm (che potete già trovare su Amazon) è la semplificazione di tutte queste attività. Anziché dover scegliere, volta per volta, lo strumento di cui abbiamo bisogno, il gioco selezionerà da solo, nella maggior parte dei casi, l’oggetto da utilizzare in base a ciò con cui stiamo interagendo.
Un altro aspetto quality of life che abbiamo apprezzato è stata la possibilità di consegnare gli oggetti richiesti dalle missioni anche se non sono presenti nel nostro zaino: non dover spostarsi continuamente tra magazzino ed obiettivo della missione taglia una buona fetta di inutile backtracking, semplificando molto la vita del giocatore. Una scelta ideale, considerando anche la natura rilassante dell'esperienza di gioco.
La seconda area di gameplay sono i dungeon, e qui Fae Farm sembra la versione semplificata di un dungeon crawler. Dovremo attraversare i numerosi piani del dungeon cercando in ciascuno il tasto per aprire la porta di fine area (a meno di non attivare il piedistallo all'inizio, che richiede però il possesso di certi emblemi), e in ogni zona potremo farmare materiali non disponibili nel villaggio ed incontrare anche dei nemici.
Il combattimento è estremamente semplice e si basa sull’utilizzo di poche mosse, utilizzate in tempo reale; è chiaro che non è questo il focus del gioco, ma i dungeon più avanzati richiederanno comunque un notevole impegno per essere portati a termine.
Attraversare i dungeon sarà necessario sia per la trama principale che per la raccolta di materiali utili nelle quest secondarie, dunque non potrete evitare la loro esplorazione, che vi occuperà buona parte delle vostre giornate.
Questo loop di gameplay, tra vita cittadina ed esplorazione dei dungeon, funziona soprattutto se prendete Fae Farm a piccole dosi. Durante sessioni più lunghe, la ripetitività comincia a farsi notare, così come la lentezza generale del gioco.
Le missioni principali, infatti, vi richiederanno quasi sempre di raccogliere un grande quantitativo di materiali: ad esempio, nella missione X potrebbe esservi richiesto di creare una pozione, ma per creare la pozione vi servirà l’apposito macchinario che richiede i materiali Y e Z, e questi materiali devono essere ottenuti attraverso un altro macchinario – da costruire ovviamente con altri materiali diversi.
Lo stesso vale per i dungeon. Dovrete raccogliere grandi quantitativi dei materiali presenti in quelle zone, ma ovviamente sarete limitati in ciò che potrete raccogliere ogni giorno a causa della stamina (che può essere ricaricata con oggetti, ma che comunque finirà, prima o poi). Il giorno dopo dovrete riprendere la vostra esplorazione, e sarete sempre costretti a ripartire dall’ultimo piano in cui avete posto un sigillo (siate pronti quindi a costruirne parecchi).
Abbiamo ritenuto eccessivo il tempo richiesto da alcune missioni, ed in certi casi ci è apparso semplicemente un modo per allungare artificialmente la longevità del gioco. Questo, unito al cast di personaggi piatto, è ciò che più ha pesato sulla nostra valutazione di Fae Farm.
Non siamo certamente di fronte ad un brutto gioco, attenzione: Fae Farm riesce ad essere divertente, soprattutto se giocato – come dicevamo – a piccole dosi. Al contempo, però, siamo anche lontani dai migliori esponenti di questo genere, e se Phoenix Labs vorrà trasformare questa sua creatura in una serie dovrà cercare di migliorare la sua proposta e correggere le storture evidenziate, in vista di un ipotetico secondo episodio.
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Voto Recensione di Fae Farm | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Alcuni elementi danno assuefazione
-
Loop di gameplay divertente...
Contro
-
... ma meglio a piccole dosi
-
Frequenti cali di frame rate
Commento
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