Dynasty Warriors e i Tre Regni, Breve guida videoludico-storica | Parte 1
Con l’aiuto dei Dynasty Warriors e dei Total War, iniziamo a chiarire uno dei periodi più celebri e videoludicamente sfruttati della storia cinese ma anche mondiale.
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Creative Assembly
- Produttore: Sega
- Piattaforme: PC
- Generi: Strategico
- Data di uscita: 23 maggio 2019
È per i cinesi quello che Re Artù è per gli europei: stiamo parlando del periodo dei Tre Regni. Un’epoca che, al di fuori del suo paese di origine, sono più di vent’anni che cerca di divenire nazional-popolare anche in Occidente. Un’impresa che, nonostante gli sforzi e serie videoludiche pluridecennali, ancora non riesce. Con l’aiuto della tanto amata-odiata serie di Dynasty Warriors e del recentemente pubblicato Total War Three Kingdoms, in questo speciale in due parti vogliamo riassumere il periodo dei Tre Regni nel modo più chiaro e lineare possibile.
La scintilla che tutto accende: i Turbanti Gialli e Porta Hu Lao
Volendola riassumere in una frase, la vicenda dei Tre Regni è la storia di come il trono imperiale cinese sia passato dagli Han agli Cao e infine ai Sima (rinominatisi Jin) nell’arco di circa un secolo. Tutto ha inizio nel 184 dopo Cristo: la setta di ispirazione taoista conosciuta come Via della Pace catalizza l’insofferenza della gente comune nei confronti dell’allora regnante Dinastia Han. Al comando dei fanatici vi è la controversa figura di Zhang Jiao, che coadiuvato dai suoi due fratelli riesce in breve tempo a mettere su una ribellione di dimensioni mostruose. Per via delle sciarpe e dei copricapi gialli di cui si vestivano, i rivoltosi si meritarono il nome di Turbanti Gialli. Per far fronte alla cosa l’autorità imperiale decide di chiamare a raccolta molti ministri capaci e coalizzarli sotto il comando del delegato imperiale He Jin. Tra questi vi sono coloro che poi diverranno le personalità di spicco dei Tre Regni: Liu Bei con i suoi fratelli giurati Guan Yu e Zhang Fei, Cao Cao (pronuncia Tsao Tsao) con i cugini Xiahou Dun e Xiahou Yuan e infine Sun Jian con i suoi tre figli Sun Ce, Sun Quan e Sun Shangxiang. Tramite un’organizzazione superiore la coalizione prevale sui Turbanti, facendo anche i conti con i (presunti) poteri magici di Zhang Jiao, che soccombe insieme alla sua setta.
Inizialmente la cosa sembra finire lì, ma ben presto diviene chiaro che i Turbanti Gialli sono un precedente pericoloso. Il fatto che un “signor nessuno” come Zhang Jiao fosse riuscito a mettere insieme una simile ribellione in così poco tempo era solo segno di quanto l’istituzione imperiale non avesse più alcun effettivo controllo sul territorio. A inaugurarsi è quindi un’era di guerra e caos, dove chiunque avrebbe avuto un’opportunità. La seconda grossa ribellione avviene cinque anni dopo i Turbanti Gialli: a seguito della morte dell’Imperatore Ling, il laido generale Dong Zhuo (già partecipante alla repressione dei Turbanti Gialli) fa il colpo di mano uccidendo i Dieci Attendenti, la fazione di eunuchi imperiali sua avversaria; ad aiutarlo c’è il potentissimo Lü Bu. Stabilitosi a Luoyang, sotto l’arrogante facciata di stare proteggendo l’imperatore Dong Zhuo instaura un regime dispotico. La coalizione che già aveva sconfitto i Turbanti Gialli si riunisce nuovamente e avendo come generale il nobilotto Yuan Shao combatte a Porta Hu Lao. Gli alleati vincono nuovamente, nonostante la forza di Lü Bu e le scorrette manovre a cui Dong Zhuo ricorre (tra cui anche incendiare Luoyang pur di non conceder loro un vantaggio). La sua arroganza però lo porta ben presto alla morte: viene infatti tradito e ucciso da Lü Bu, che da quel momento decide di andare per conto proprio con i suoi luogotenenti Chen Gong e Zhang Liao. Di solito, i Turbanti Gialli e Porta Hu Lao sono le prime battaglie dei Dynasty Warriors, dato che sono i momenti in cui buona parte dei personaggi principali della vicenda sono tutti presenti e ancora tutti dalla stessa parte. Stessa cosa è stata per Total War Three Kingdoms: una delle prime anteprime riguardava appunto la coalizione che combatteva Dong Zhuo.
I signori della guerra
Dopo la morte di Dong Zhuo le strade dei vari signori della guerra si dividono. Cao Cao soffoca le ultime sacche di resistenza dei Turbanti Gialli aumentando la sua egemonia nel settentrione. Nel corso di questi anni assolda le sue due guardie del corpo più fidate (Dian Wei e Xu Zhu) e prende con sé coloro che vogliono seguirlo, aggiudicandosi quindi molte menti notevoli. Spesso però sono conquiste pagate care: uno dei momenti peggiori è contro lo stratega Jia Xu, che attirandolo in una trappola ben orchestrata riesce a uccidergli sia Dian Wei che un figlio (Cao Ang). Il definitivo rinsaldo del potere politico di Cao Cao avviene alla battaglia di Guandu, contro il suo vecchio amico e alleato Yuan Shao. Aiutato da suo figlio Cao Pi, riesce a prevalere contro un esercito enormemente superiore tagliando loro i rifornimenti. Nasce quindi il primo embrione del Regno di Wei.
Liu Bei e i suoi fratelli giurati vagano invece per molti anni da un feudo all’altro, al servizio di coloro che li accettano. Per un po’ di tempo Guan Yu si allontana da loro andando al servizio di Cao Cao, mentre Liu Bei è costretto a stringere una precaria alleanza con Lü Bu, venendo però tradito da quest’ultimo al castello di Xiapi. Nonostante le ripetute ostilità Liu Bei e Cao Cao si ritrovano a lavorare nuovamente insieme, e approfittando dell’arroganza e dell’atteggiamento sprezzante di Lü Bu lo sconfiggono e catturano. Lü Bu, ormai in catene ma ben conscio di come Cao Cao accolga presso di sé le persone di talento, gli offre il suo aiuto. Ma visto il dissenso di Liu Bei Cao Cao non abbocca e Lü Bu viene giustiziato per strangolamento.
Frattanto Sun Jian e i suoi figli continuano a far fronte alla turbolenta situazione dell’est del paese, dove molti signori della guerra continuano a proclamarsi imperatori. La causa di questo viene scoperta poco dopo la morte di Dong Zhuo: tra le rovine fumanti di Luoyang il signore di Jiangdong ritrova uno dei sigilli imperiali di giada, oggetto prezioso che tecnicamente da la possibilità di proclamarsi appunto imperatore. Ben conscio dei guai che questo oggetto avrebbe potuto attirare Sun Jian decide di non approfittarne, ma la sorte non gli è benigna e poco dopo muore. A prendere il comando è il suo primogenito sedicenne Sun Ce, che insieme al suo stratega e migliore amico Zho Yu decide a sua volta di non proclamarsi imperatore. Il Jiangdong è diventato bollente, dato che a seguito della morte di Sun Jian tutti i feudatari si sono rivoltati. Frustrato dalla situazione e dalle promesse non mantenute dei vari signori cui si mette a servizio, alla fine costituisce un esiguo esercito (tremila uomini) pagandolo con il sigillo imperiale. Ad acquisire il Sigillo è Yuan Shu, che si autoproclama imperatore ma viene spazzato via poco dopo.
Mentre Cao Cao e Yuan Shao sono ai ferri corti a Guandu, Sun Ce se ne torna nel Jiangdong e con alcune battaglie ben riuscite lo riporta all’ordine, guadagnandosi il soprannome di “piccolo conquistatore”. Sono le basi per il futuro Regno di Wu, ma sfortunatamente anche Sun Ce muore giovanissimo. Le circostanze della morte sono tutt’oggi non chiare: c’è chi dice fosse stato attirato in una trappola durante una battuta di caccia, altri che le forze di Wei avessero mandato degli assassini per evitare che approfittasse dell’assenza di Cao Cao, che era impegnato a Guandu. Pur riluttante, il secondogenito Sun Quan eredita il trono di Wu.
La grande svolta delle Scogliere Rosse
Liu Bei nel frattempo riprende a vagare per il paese, prendendo infine servizio presso Liu Biao. Pure quest’ultimo non dura a lungo, ma mentre fugge Liu Bei incontra un’altra figura chiave della sua storia: il grande stratega Zhuge Liang, il Drago Dormiente. Mantenuto il suo giuramento con Cao Cao, Guan Yu torna dal suo fratello giurato. Il leader di Wei nel frattempo è riuscito a farsi nominare Cancelliere dall’Imperatore Xian, il quale lo incarica di ripristinare la pace nell’Impero. Cao Cao resterà fedele a Xian fino alla morte, ma questo lo porterà presto a decisioni terribili. Uno dei momenti peggiori è la battaglia al ponte di Changban: Liu Biao muore e il suo successore si arrende a Cao Cao. Comprendendo che il comandante Wei lo vede come un concorrente pericoloso, Liu Bei è costretto a un affrettato esodo insieme a migliaia di civili. Nella ressa perde sua moglie, mentre suo figlio Shan viene fortunosamente recuperato da Zhao Yun (lanciere e mascotte dei Dynasty Warriors). I fratelli giurati di Liu Bei fanno del loro meglio per trattenere i nemici e dargli il tempo di fuggire; di contro l’ufficiale Wei Zhang Liao (già al servizio di Lü Bu) si macchia di un crimine terribile attaccando gli indifesi profughi.
Stabilitosi in una piccola frazione di territorio confinante sia con Wei che con Wu, su consiglio di Zhuge Liang alla fine Liu Bei decide di tentare l’impossibile: allearsi con Wu per sconfiggere Cao Cao fermando la sua avanzata nel meridione. Zho Yu appoggia subito la decisione, e dopo una lunga trattativa anche Sun Quan riscopre la propria sicurezza e decide a sua volta per l’alleanza contro Cao Cao. Le due fazioni arrivano allo stallo alle Scogliere Rosse (Chi Bi), parte del Fiume Giallo tuttora esistente. Cao Cao è riuscito a mettere insieme una flotta gigantesca e un esercito altrettanto enorme, ma non ha familiarità con la guerra navale e questo lo porterà a gravi errori. Lo stallo dura per dei mesi, ma con l’aiuto del suo vecchio collega di studi Pang Tong e alcune finte diserzioni Zhuge Liang prepara una grandiosa trappola. Prevedendo ad arte un cambiamento climatico (con il vento che comincia a soffiare nel verso opposto) incendia l’intera flotta nemica, segnando una vittoria schiacciante che arresta le mire espansionistiche di Wei.
L’inizio dell’anacronismo
Nei fatti la battaglia di Chi Bi rappresenta sia il punto centrale della storia dei Tre Regni sia la sua svolta. Inevitabilmente, anche il fatto che storicamente la sua risoluzione sia dipesa da un delicato concatenarsi di fattori l’ha fatta divenire il momento più difficile da sbrogliare per la videoludica ambientata nei Tre Regni. Anche un solo fattore cambiato può produrre anacronismi vistosi. Se vogliamo, è proprio da qui che deriva uno dei punti deboli di Dynasty Warriors: la mancata conoscenza di come è andata veramente, spesso utilizzata ai fini dell’ucronia, crea solo confusione agli occhi di un videogiocatore occidentale. Senza poi contare che le stesse fonti sui Tre Regni sono spesso solo calcoli degli anni, dal tono agiografico o palesemente di parte. Lo stesso Romanzo dei Tre Regni è palesemente schierato con Liu Bei, ritraendo quindi Cao Cao come il male assoluto e attribuendogli crudeltà non riscontrate nelle altre fonti.
Ancor prima di questo c’è poi l’esigenza di dover in qualche modo semplificare l’iter che porta alle Scogliere Rosse, cosa che spesso crea a sua volta piccoli “errori”. Non è stato infatti raro che a Chi Bi si avvicendassero personaggi o avvenimenti che in realtà non vi hanno mai messo piede (come Sun Jian, storicamente già morto ma il cui avvenimento non era stato mostrato). Ciò è anche dovuto al fatto che fino a Dynasty Warriors 6 la modalità Storia era concentrata sui personaggi, pertanto qualunque di questi venisse scelto dal giocatore sarebbe stato destinato a vincere e a riunificare la Cina. Ecco quindi che le carte si possono improvvisamente ribaltare, e le forze di Cao Cao possono sventare il piano dell’attacco incendiario e quindi procedere con l’espansione verso sud. Con la coalizione Liu Bei-Sun Quan distrutta, la storia è di solito destinata a concludersi in fretta con riunificazione della Cina da parte di Wei.
Ugualmente consapevoli di questo i Creative Assembly hanno deciso di dividere il loro Total War Three Kingdoms in una modalità più storica e in una più romanzata (trovate qui i dettagli). Solo con Dynasty Warriors 7 la Koei si deciderà finalmente a cambiare punto di vista, riorganizzando le vicende non per persone, ma per Regni. Una scelta che probabilmente non sarà piaciuta ai fan soprattutto giapponesi, ma che era necessaria per dare un elemento di continuità e una visione chiara su come è andata per davvero.
In questa prima parte dell’approfondimento sui Tre Regni abbiamo ripercorso la fase antecedente alla celebre battaglia delle Scogliere Rosse. Sicuramente abbiamo capito che il motivo per cui questa particolare epoca è molto utilizzata è nella sua natura intrinseca di “secolo affollato”. In poco più di centovent’anni succedono talmente tante cose e si affaccendano talmente tante personalità leggendarie che è impossibile che l’immaginazione non cominci spontaneamente a lavorare. Tanto che ancora adesso in Cina vi sono proverbi che rimandano ai Tre Regni, e i personaggi sono diventati parte del linguaggio comune: il loro “Parli di Cao Cao e Cao Cao arriva” è l’equivalente del nostro “Parli del diavolo e ne spuntano le corna”. Rimanete con noi per la seconda parte!
Voto Recensione di Total War: Three Kingdoms - Recensione
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