Dragon Quest XI S: Echi di un'era perduta - Edizione Definitiva - Recensione
Dragon Quest XI S: Echi di un'era perduta - Edizione Definitiva è la versione per Switch di un titolo che si arricchisce ulteriormente di contenuti. Ecco la nostra recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Square Enix
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: Disponibile (PlayStation 4, Nintendo 3DS, Microsoft Windows), 27 settembre 2019 (Nintendo Switch) - 4 dicembre 2020 Xbox One
A poco più di un anno di distanza dall’uscita su PS4 e PC, l’undicesimo capitolo creato dall’inossidabile Yūji Horii arriva finalmente su Switch col titolo Dragon Quest XI S: Echi di un’era perduta – Edizione Definitiva. Vi diciamo sin da subito che l’attesa è certamente valsa la pena, perché questa versione dell’avventura del Lucente e soci è, in termini contenutistici, la migliore che possiate trovare sul mercato.
Dragon Quest XI S – Il Grande Viaggio
Sono poche le saghe JRPG rimaste davvero fedeli alle proprie origini. Con Final Fantasy che è ormai diventato qualcos’altro – una creatura mutata e difficile da accettare per i fan di vecchia data – e molte serie che si sono piegate alla modernità in favore dell’abbandono dei canoni classici, Dragon Quest è una delle poche a resistere davvero fino alla fine. E questo undicesimo capitolo lo dimostra chiaramente. Lo fa smentendo tutti quei produttori e sviluppatori che nel corso degli anni hanno dichiarato che non è più possibile offrire incontri a turni, che bisognava obbligatoriamente svecchiare la formula per non soccombere. E invece si sbagliavano. Di grosso.
Dragon Quest XI non solo è stato uno dei migliori giochi dello scorso anno, ma anche il miglior JRPG di questa generazione, e la versione per Switch riesce persino a spingersi oltre, al netto di un rimaneggiamento tecnico obbligatorio dovuto alle qualità intrinseche della console Nintendo.
Ad eccezione dell’ottavo capitolo, Dragon Quest non è mai stata una serie con storie davvero memorabili; è sempre stata, piuttosto, una saga che faceva dei suoi personaggi il miglior biglietto da visita per veterani e neofiti, pronti ad affezionarsi a delle personalità istrioniche, buffe, sboccate, simpatiche e mai scontate. A tal proposito, una delle novità introdotte in Dragon Quest XI S è rappresentata da alcune inedite missioni secondarie che approfondiscono il profilo dei comprimari, le quali aumentano il numero piuttosto esiguo delle quest viste nel titolo originale.
Per il resto, sin dai suoi esordi, la saga è sempre stata un festival di cliché, eventi piuttosto prevedibili e scontati. Eppure il gusto per l’avventura, il modo in cui tutto viene proposto, la durata che può sfondare il tetto delle centinaia di ore e la quantità di attività da portare a termine, insieme a un ritmo che difficilmente cede il passo al tedio, sono sempre stati i valori migliori che hanno contraddistinto una delle più longeve proprietà intellettuali di quest’industria sempre in odore di grandi e improvvisi cambiamenti.
Attorno al mondo, a cavallo e non solo
Come avrete già letto nella nostra precedente recensione, il protagonista, consapevole di essere il Lucente che può spazzare via la minaccia che angustia il regno di Erdrea, dopo la grande rivelazione va via dal suo villaggio. Testimone in prima persona di un passato piuttosto burrascoso e di un potere che scopre solo in adolescenza, parte dunque alla volta di Hellador, dando così il via a una serie di rocambolesche avventure assieme a un party che non fa di certo rimpiangere quelli visti nei precedenti capitoli. D’altra parte, la serie ha sempre messo in primo piano proprio i personaggi, e a dispetto del protagonista muto che è forse l’unica vera caratteristica anacronistica, tutte le altre personalità sono ben delineate e siamo certi che vi ci affezionerete sin da subito.
Senza la necessità di rimarcare quanto abbiamo già detto nella disamina della versione PS4, è bene informare che Dragon Quest XI S ha alcune caratteristiche aggiuntive davvero niente male. Su tutte, la possibilità di traslare il gioco dalla grafica moderna a quella rétro a 16 bit. Potrete fare questa scelta presso una chiesa e in generale nei punti in cui è possibile il salvataggio, mantenendo tutte le vostre caratteristiche fin lì acquisite. E vi possiamo assicurare che ne vale davvero la pena, perché sembra di avere per le mani un gioco completamente diverso.
Per le tempistiche, la congenita lentezza e il modo di proporsi al giocatore, la modalità 2D è l’equivalente di un tuffo in un passato che non avete mai vissuto: le sembianze e le meccaniche sono quelle dei JRPG vecchia scuola, ma la storia e gli accadimenti assumono un gusto totalmente nuovo. Se ci avete già giocato lo scorso anno, ricominciare Dragon Quest XI S in questo modo è certamente l’idillio del fan vecchia scuola.
Importanti sono anche le missioni secondarie che vi riporteranno nei mondi dei Dragon Quest del passato, la colonna sonora orchestrata e altri piccoli miglioramenti. Tecnicamente Dragon Quest XI S mostra un po’ il fianco e non può rivaleggiare alla pari con le altre due versioni. E questo, badate bene, lo diciamo nonostante la conversione sia a tutti gli effetti ben realizzata: non ci sono cali di frame (che rimangono stabilmente a 30), il colpo d’occhio è rimasto buono e pur con una risoluzione di 720-900p il gioco resta assai godibile. Certo, va detto che la differenza di risoluzione si nota, soprattutto se si considera come siano presenti meno elementi negli scenari e come i colori appaiano più sbiaditi rispetto a quelli vividi della versione PS4 e PC. In modalità portatile, oltretutto, il pallore della palette cromatica si fa più evidente, così come i fondali appaiono un po’ più fuori fuoco rispetto a mostri e personaggi.
+ Nuove missioni secondarie
9.0
A poco più di un anno di distanza, l’attesa dei possessori di Switch è stata ampiamente ripagata: Dragon Quest XI S è un titolo imperdibile per tutti gli amanti del genere e delle poche avventure rimaste saldamente ancorate al passato, senza derive moderne. Le aggiunte di questa edizione definitiva rafforzano il già ottimo pacchetto proposto, rendendo l’undicesimo capitolo della serie un must have.
Voto Recensione di Dragon Quest XI: Echi di un'era perduta - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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La modalità rétro a 16 bit è una meraviglia
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Nuove missioni secondarie
Contro
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Nonostante la buona conversione, l'edizione Switch appare con colori più smorti