Doom Eternal | Recensione Switch - Un altro piccolo miracolo?
Macellare demoni ovunque siate? Adesso si può
a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: id Software
- Produttore: Bethesda Softworks
- Distributore: ZeniMax Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 20 marzo 2020
I ragazzi di Panic Button lo hanno fatto ancora: dopo aver portato su Switch titoli assolutamente impensabili, tra cui il reboot di Doom del 2016, Wolfenstein II e anche Wolfenstein Youngblood, hanno messo mano a Doom Eternal, acclamato seguito targato ID Software di cui avrete sicuramente letto la recensione del nostro Domenico qualche mese fa.
Dopo aver vestito nuovamente i panni imbrattati di sangue e interiora di demoni del Doom Slayer, siamo qui oggi a dirvi se vale la pena giocare questo furioso sparatutto anche sulla macchina ibrida Nintendo (spoiler: sì, eccome!).
Da Marte alla Terra
Non è un caso che abbiamo aperto questa nostra disamina con la citazione del pezzo pubblicato lo scorso marzo sulle nostre pagine: in assenza di contenuti inediti o di significative novità in termini di storia o di gameplay, è infatti a quella recensione che rimandiamo tutti i nostri lettori che non avessero familiarità con il franchise o, quantomeno, con gli ultimi due episodi, quelli che ne hanno segnato il ritorno in grande stile.
In questa sede ci occuperemo piuttosto degli aspetti più tecnici del porting e delle specificità di Switch per quanto concerne il sistema di controllo e le performance generali, prima causa di preoccupazione quando sulla console attualmente meno potente in commercio arrivano titoli di questo calibro. In ogni caso, come già sottolineato puntualmente da Domenico in fase di recensione della versione PC e console, ci troviamo dinanzi all'episodio più strutturato in termini narrativi dell'intera saga fin qui.
Sebbene la storia rimanga largamente un orpello dedicato solamente ai giocatori più interessati ad essa, che cercheranno i log sparsi per le mappe, le cinematiche ed il taglio maggiormente hollywoodiano del racconto rappresentano un gradito sforzo da parte di ID Software di lavorare su uno degli storici punti deboli del loro franchise di punta.
Essenza intatta
La minuziosa ed efficace implementazione dei controlli giroscopici, che pure da parte nostra non preferiamo in termini assoluti, rappresenta solo un altro indizio di quanto curato sia stato questo porting: potendo settare la sensibilità, l'inversione delle assi e la presenza ed intrusività del puntamento assistito nelle opzioni, tutti i giocatori che amano utilizzare questa feature su Switch non potranno che rimanere molto soddisfatti.
Le numerose opzioni per personalizzare il livello di difficoltà, mediamente molto sostenuto a meno di non optare per i livelli più bassi, il sistema di upgrade delle armi, le loro modalità secondarie, le glory kills e tutto ciò che ha contribuito a rendere il titolo così apprezzabile altrove torna in questa versione per la console ibrida Nintendo, che è quindi dovuta scendere a compromessi esclusivamente dal punto di vista tecnico.
Il ritmo forsennato di gioco, la spettacolarità di certi frangenti e l'accento sull'esplorazione rimangono quindi i capisaldi della produzione, a creare un amalgama ipnotico, che non a caso ha saputo meritarsi un voto eccellente sulle nostre pagine. A livello di controlli, abbiamo notato una latenza quasi nulla, in linea con quella delle altre versioni giocabili con un pad, anche se la minore corsa degli analogici dei Joy-Con non li rende particolarmente adatti a questa tipologia di prodotti.
Sebbene questo non sia ovviamente imputabile al team di sviluppo, il consiglio che diamo ai nostri lettori è di giocare a Doom Eternal con un controller Pro, se possibile, per non avere alcun tipo di limitazione nella furiosa corsa allo smembramento dei demoni.
Abbiamo gradito enormemente l'implementazione della funzione di HD rumble, che alterna momenti in cui rimane di solo sottofondo ad altri in cui assurge al ruolo di protagonista indiscussa, come nelle sezioni platform o nelle mischie più furiose: un altro piccolo tocco, certo, ma che contribuisce alla valutazione molto positiva di questo porting.
Molto bene anche dal punto di vista del multiplayer, che torna in tutte le modalità viste nelle precedenti versioni e senza problemi di infrastruttura o di connessione di sorta, quantomeno dei giorni in cui sono state effettuate le nostre prove, a ridosso del day one.
L'impresa è accorgersi del downgrade
Sebbene, sulle prime, arrivando da una delle altre versioni del gioco, il dimezzamento dei frame di aggiornamento colpisca come un pugno nell'occhio, i 30 fps sono granitici in entrambe le modalità concesse da Switch, e non abbiamo riscontrato cali nemmeno in situazioni estremamente caotiche, quando, in tutta onestà, ce li saremmo aspettati.
Questo risultato è stato possibile grazie ad un uso sapiente della risoluzione dinamica, i cui effetti sono però visibili soprattutto giocando su un televisore dall'ampia diagonale; nondimeno, le performance del gioco sono virtualmente inattaccabili, ed in un titolo così frenetico questo è ciò che conta di più. Il rovescio della medaglia, come anticipato, è però rappresentato dalla slavatura di certe texture e da una risoluzione costretta spesso a scendere a compromessi, a volte anche sotto la soglia fisiologica dei 720p.
Per accertarcene, ci siamo presi la briga di testare il prodotto in versione docked su due televisori differenti, un 65 pollici full HD ed un 55 pollici OLED 4k, ottenendo, in entrambi i casi, risultati piuttosto sconfortanti dal punto di vista della chiarezza e della pulizia dell'immagine. Ovviamente, sul pannello 4K la situazione era peggiore, con un impastamento notevole dell'immagine in certi frangenti e una miriade di texture di superficie in bassa definizione che l'elevata risoluzione nativa del televisore rendevano assai più evidenti.
D'altro canto come già accaduto in passato con titoli ad alto impatto grafico, giocando ad una risoluzione 1080p le cose miglioravano sensibilmente, sebbene la resa complessiva rimanesse diversi gradini sotto le altre versioni console (e quella PC, nemmeno a dirlo). In modalità handheld, invece, il titolo offre il meglio di sé, con le dimensioni ridotte dello schermo che nascondono lo scalare della risoluzione e dei dettagli a schermo, peraltro difficilmente visibili ad occhio nudo nel bel mezzo dell'azione frenetica ed iper violenta che caratterizza il titolo.
L'unico aspetto negativo a riguardo è il rapido consumo della batteria di Switch (anche del modello Lite), ma questo è fin qui stato un problema comune a tutte le produzioni tripla A che si sono affacciate al mercato Switch con dei porting coraggiosi come questo.
Inutile dire che chi possedesse un PC di alto livello o una console mid-gen (per non parlare di PS5 e Xbox Series X), dovrebbe continuare a giocarlo su quelle piattaforme, a meno di non vedere l'ora di eviscerare deformità anche sotto le coperte, in treno o in bagno. Eppure, si badi bene, questa analisi non è affatto diminutiva del lavoro svolto dai ragazzi di Panic Button: i compromessi erano non solo necessari, ma inevitabili per poter regalare anche all'utenza Switch un titolo di questa caratura, e, nonostante questa rimanga la versione meno bella da vedere sul mercato, la sua sola esistenza rappresenta un mezzo miracolo tecnologico.
A ulteriore riprova dell'eccezionalità del lavoro svolto, il team di sviluppo ha potuto permettersi di non implementare il motion blur, indispensabile per nascondere alcuni dei compromessi più evidenti nel porting di Doom uscito sul mercato tre anni or sono. Un plauso, in questo senso, va fatto anche alla scalabilità del motore di gioco, quell'ID Tech 7 diretta evoluzione di quello che muoveva il reboot di quattro anni fa, che non vediamo l'ora di vedere all'opera su altri titoli: dallo splendore mostrato su hardware da diverse centinaia di euro fino a questa versione, il motore proprietario della software house statunitense si è dimostrato sempre sul pezzo.
Intatto il fascino magnetico della rockeggiante colonna sonora, che con un paio di auricolari di qualità si apprezza su Switch anche meglio di quanto non succedesse sulle altre console, a meno di non possedere impianti audio da centinaia di euro a corredo di queste ultime.
Non possiamo dirci d'accordo con la scelta del publisher di non pubblicare il gioco anche in versione fisica, differentemente dal primo Doom: il peso del file non è indifferente (siamo attorno ai 19 GB, al netto di eventuali patch e di Doom 64), e, considerando che il titolo viene venduto a prezzo pieno, ci aspettavamo una duplice pubblicazione come fatto anche per molti altri titoli similari.
Forse per farsi perdonare questa mancanza e la lunga attesa che hanno dovuto affrontare gli utenti Switch, Bethesda ha però deciso di regalare Doom 64 e un pacchetto contenente armi e skin a chiunque effettuerà il download entro il 22 dicembre 2020: alla luce della qualità dell'episodio originariamente pubblicato su Nintendo 64, se fossimo in voi ci affretteremmo.
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Voto Recensione di DOOM Eternal - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Rapido, violento, adrenalinico
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Porting che ha del miracoloso
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Doom 64 in regalo per qualche settimana
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Docked o portatile, le performance soddisfano sempre
Contro
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Sicuramente la versione più brutta da vedere tra quelle uscite sul mercato
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Peccato per l'assenza della versione fisica