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Diablo IV | Recensione - Bentornati a Sanctuarium

Abbiamo avuto modo di giocare una build pressoché definitiva di Diablo 4, il grande ritorno del franchise Blizzard: vediamo com'è andata.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

In sintesi

  • Atmosfera gotica e oscura.
  • Meccaniche di gioco adatte anche ai neofiti.
  • Sanctuarium è un mondo aperto davvero enorme.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Diablo 4
Diablo 4
  • Sviluppatore: Blizzard Entertainment
  • Produttore: Blizzard Entertainment
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 6 giugno 2023

Diablo IV è uno di quei titoli su cui Blizzard ha puntato di più in questi anni, sia perché si tratta del quarto capitolo ufficiale di una saga leggendaria, sia per il fatto che rappresenta il simbolo del rilancio per la compagnia americana, dopo anni tumultuosi e di grande incertezza.

Tornare in una Sanctuarium dalle tinte fosche e oscure è stato per noi sempre un gran piacere, visto che anche in occasione della Closed Beta di qualche mese fa abbiamo potuto testimoniare coi nostri occhi la bontà di un progetto che, imparati gli errori del passato, ha avuto da subito tutte le carte in regola per farcela.

Dopo l'annuncio di Diablo IV, difatti, erano in molti a sperare che il gioco in questione fosse un rilancio in grande stile per Blizzard e per il franchise nella sua interezza, dopo la parentesi Diablo III che ha lasciato una fetta di appassionati piuttosto perplessa (trovate la Eternal Collection su Amazon), nonostante il gioco fosse comunque un prodotto divertente e di qualità.

Ora, dopo aver avuto modo di testare una versione pressoché definitiva del titolo in uscita il 6 giugno, possiamo subito anticiparvi che sì, Diablo è tornato.

Hello, my friend. Stay awhile and listen

La prima cosa che salta all'occhio e di cui gli sviluppatori non hanno mai fatto mistero è che questo quarto capitolo è uno dei modi migliori con cui approcciarsi per la prima volta alla serie, vista anche e soprattutto la palese ispirazione alle origini del franchise - specie dal punto di vista estetico - oltre al fatto che Blizzard ha cercato di venire incontro anche ai neofiti.

La trama del gioco (di cui non vi spoilereremo i dettagli, tranquilli) ci porta nelle lande di Sanctuarium, un mondo nato dall'incontro tra l’arcangelo Inarius e Lilith, temibile figlia di Mephisto. Una terra arida, sofferente, tra le cui pieghe si nascondono sette segrete di occultisti pronte a evocare nuovamente la Dea delle Succubi.

Quando il demonio torna in vita a seguito di un antico rituale proibito le cose si mettono da subito male per gli esseri umani. Fermare Lilith, dandole la caccia nei luoghi dove ha portato morte e distruzione, sarà la nostra missione principale, aiutati da altri temerari avventurieri dotati di altrettanto spirito indomito.

Insomma, la narrazione è impostata in maniera sensibilmente più seria e convincente rispetto al precedente Diablo III, immergendoci in un universo fantasy oscuro e deprimente, la cui aria è permeata da un tanfo di morte e putrefazione, ma anche di flebile speranza.

Delle cinque classi di Diablo IV (ciascuna delle quali customizzabile a piacimento grazie al consueto editor)  abbiamo scelto il Tagliagole, efficace sia in mischia che a distanza, sebbene è con l'arco che il personaggio in questione risulta essere davvero letale.

Tra gli altri, i giocatori potranno scegliere l'Incantatore (quella con la maggiore capacità di elusione grazie ad abilità magiche davvero versatili), il Negromante (in possesso del Libro dei morti, tomo che gli permette di evocare personalizzare un esercito di scheletri al suo servizio), il Barbaro (che, senza troppi complimenti, ama buttarsi nella mischia brandendo le sue enormi armi e smembrando i nemici) e, ultimo ma non meno importante, il Druido (utile per quanto riguarda la trasformazione in bestia feroce, oltre a lanciare incantesimi a distanza e altro ancora).

Sanctuarium è ora open world, un mondo di gioco caratterizzato da villaggi, città principali e non, come quella di Kyovashad, all'interno della quale potremo fare la conoscenza dei primi NPC utili a darci missioni, oggetti e suggerimenti su come metterci sulle tracce della figlia di Mephisto). Vette Frantumate (Fractured Peaks) è solo la prima location che andremo ad esplorare, una catena montuosa innevata e gelida e con una rete di caverne molto pericolosa.

Ovviamente, questa è solo una delle cinque regioni disponibili visitabili dal giocatore, collegate l’una all’altra e senza alcuna pausa o caricamento d'intermezzo. Viste le dimensioni del mondo di gioco, realmente sorprendenti se paragonate a quelle decisamente più modeste dei primi Diablo, sono state introdotte le cavalcature per potersi spostare più agevolmente tra una zona e l'altra.

L'effetto finale, una volta in sella al fido destriero, non ha nulla da invidiare ad altri titoli open world in cui il cavallo è il nostro mezzo di locomozione principale, oltre ovviamente alle nostre gambe.

Sanctuarium non è però solo enorme in termini di quello che potremo esplorare in superficie, visto e considerato che i dungeon saranno così tanti e ben sparsi nella mappa che sarà difficile resistere a non addentrarci nelle profondità di una caverna o di un tunnel, anche solo per il puro gusto di scoprire cosa si cela al suo interno (e le ricompense, in tal senso, sono molteplici, tra denaro ad armi ed equipaggiamento extra).

Che il nuovo capitolo sia impostato come un ritorno al passato lo si percepisce anche a livello di meccaniche di gioco. Diablo IV non si discosta infatti dalla struttura già ampiamente rodata dai predecessori, visto che il focus centrale è e resterà sempre la mattanza pressoché totale dei gruppi di avversari a cui dovremo fare fronte.

Come in passato, anche stavolta dovremo fronteggiare nugoli di mostruosità di ogni genere (qualcuno ha forse detto ghoul?), in grado di donarci oro, pozioni, armi, e, soprattutto, punti esperienza. Il sistema delle ricompense è infatti identico a quanto visto nel terzo episodio (così come anche il drop e i vendor), e funziona ancora piuttosto bene.

Con i punti abilità da investire in vari alberi ramificati potremo sbloccare nuove skill o potenziare o modificare gli effetti di armi e magie. Ovviamente, al giocatore sarà data totale libertà in tal senso, soprattutto in base alla classe selezionata all'inizio dell'avventura. Per il resto, sarà fondamentale equipaggiare il nostro eroe con le migliori armi e protezioni, con la possibilità di vendere o riciclare il ciarpame che rischierà solo di appesantire il nostro inventario, impedendoci di raccogliere altri oggetti sul campo.

Your death will be avenged!

Immancabili, e decisamente importanti, sono le boss fight: durante gli scontri contro le mostruosità di Diablo IV bisognerà tenere in considerazione anche il terreno di gioco, il quale potrebbe spesso nascondere trappole o elementi utili a evitare danni. Il range di attacco di alcune creature infernali è risultato essere decisamente fuori scala, sebbene - nel caso si decidesse di affrontare i mostri in gruppi composti da più avventurieri - l'effetto finale strizzerà l'occhio alle boss fight viste nei vari MMORPG.

A tal proposito, per quanto riguarda l'approccio online, l'avere enormi mappe colme di contenuti darà modo a gruppi di avventurieri di organizzarsi e darsi appuntamento nei vari villaggi (i quali fungeranno da HUB) dove, assieme ad altri giocatori, vedremo nascere un gran numero di clan: ovviamente, non essendo ancora uscito il gioco al momento in cui scriviamo, i server di Diablo IV non sono popolati né è possibile capire come e quanto lo saranno nei prossimi mesi.

Sicuramente, in virtù anche delle closed e open beta rilasciate in precedenza, ci auguriamo che le code e i tempi di attesa siano ragionevoli.

Ovviamente, i lupi solitari troveranno più di una ragione per lanciarsi in Sanctuarium, visto che Blizzard ha in ogni caso impostato il gioco per essere fruito anche in solitaria (sebbene di tanto in tanto avremo al nostro fianco NPC che ci aiuteranno a risolvere le situazioni più spinose e difficili da risolvere).

Per quanto concerne invece l'esplorazione, le aree saranno quasi sempre accessibili da subito, con cinque macro zone liberamente visitabili a patto di avere il giusto grado di esperienza per affrontarle.

Potremmo infatti incappare in grotte e ruderi dimenticati, al cui interno ci aspettano tesori preziosi, ma solo nel caso in cui orrore e morte non prendano il sopravvento: tradotto, se il level cap del nostro eroe sarà inferiore a quello dei nemici presenti nel dungeon, non potremo di certo avere la meglio su di loro. Sarà quindi nostra premura affrontare missioni secondarie con il giusto grado di consapevolezza, pena una morte prematura.

Graficamente, Diablo IV mette in mostra un'atmosfera gotica davvero tetra e spettrale, con le sue ambientazioni ispirate all’Europa medievale e al suo folklore tipico. I personaggi, le creature e gli ambienti che andremo ad esplorare trasudano di dettagli, con un’attenzione particolare agli elementi distruggibili dello scenario.

Durante il nostro test effettuato su console PlayStation 5 non siamo incappati in alcun bug o glitch di sorta, così come non abbiamo riscontrato cali di frame rate neppure nelle situazioni più concitate (incluse le cut-scene, decisamente più frequenti rispetto ad altri titoli Blizzard).

Non manca inoltre una notevole varietà ambientale, visto e considerato che oltre alle zone innevate iniziali (avvolte solo in seconda battuta dal flebile torpore dell'alba del mattino), visiteremo parti della mappa decisamente più assolate, ad altre avvolte invece da una tenebra malata e corrotta, atta farci percepire tutto il malessere di una terra che sembra soffrire pene indicibili, esattamente come gli sfortunati esseri umani che la abitano.

Diablo IV è quindi un piacere da vedere e da ascoltare, grazie anche alle melodie che faranno da sfondo alle nostre peregrinazioni - in grado di donare all'atmosfera generale un tocco in più - senza contare anche un doppiaggio in italiano realmente ben fatto, in grado di alzare spesso e volentieri il tono della narrazione, la quale si attesta generalmente sempre su di un livello medio-alto.

Considerazioni finali

Aggiornamento 5 giugno 2023

Dopo aver testato il gioco per parecchie altre ore, grazie anche all'avvio dell'Accesso Anticipato disponibile per coloro che avevano preordinato l'Ultimate Edition, è risaltato ulteriormente che ciò che differenzia Diablo IV dai predecessori è l'approccio libero al gameplay.

Man mano che si avanza nei vari atti che compongono la campagna, è diventato ancora più chiaro che l'esplorazione e le attività da portare avanti per salire di livello sono il fulcro dell'esperienza, visto che al giocatore è lasciata la più ampia libertà possibile.

A livello di secondarie, man mano che sbloccheremo le varie zone di Sanctuarium gli amanti dell'esplorazione saranno chiamati a scovare gli altari di Lilith e le Roccaforti, missioni opzionali che si riveleranno estremamente utili a potenziare tutti gli eroi presenti nel nostro account Blizzard.net. Questo perché i side-content che faranno da sfondo allo scenario principale costituiscono solo una parte dell'esperienza, considerate le altre modalità e livelli di difficoltà avanzati, i quali permettono di mettere mano a equipaggiamento extra (come per gli oggetti Sacri e Unici).

Per quanto concerne invece l'endgame, questo dà inoltre accesso al cosiddetto Albero dei Sussurri, un NPC che ci affiderà obiettivi extra da portare a termine (e la ricompensa finale sarà piuttosto ghiotta), oltre ai Boss Mondiali e le Spedizioni da Incubo: i primi sono ben nascosti nel mondo aperto e si affrontano in battaglie a più fasi, durante le quali i giocatori saranno obbligatoriamente chiamati a collaborare per sconfiggerli.

Le seconde, invece, sono rappresentate da luoghi infestati da ogni genere di creatura demoniaca, per una modalità di gioco estremamente difficile ma allo stesso tempo gratificante.

Tutti contenuti extra alla campagna in cui la parola d'ordine sarà una soltanto: grinding. È anche evidente come Blizzard abbia intenzione di rendere molto lungo il ciclo vitale di Diablo IV,  grazie ai consueti contenuti aggiuntivi post-lancio che non mancheranno di aumentare la longevità (come accaduto con le Stagioni del precedente Diablo III).

Insomma, parliamo nel complesso di un gioco che è destinato ad assurgere a classico immortale col passare del tempo, più di quanto, forte anche del suo nome, già non sia.

Voto Recensione di Diablo IV | recensione


9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Atmosfera oscura e tetra.

  • Sanctuarium è enorme e ricca di luoghi da esplorare.

  • Adatto anche a chi si avvicina a Diablo per la prima volta.

Contro

  • Un po' troppo "facile".

Commento

La ricerca della Figlia dell'Odio, madre di Sanctuarium, è un'avventura unica e coinvolgente che non mancherà di appassionare sia i fan storici del franchise che i nuovi adepti, visto che Diablo IV è seriamente rivolto anche a chi non ha mai toccato un capitolo della saga Blizzard in vita sua. Graficamente ed esteticamente sontuoso, dotato di un'atmosfera che si taglia con il coltello e di un open world che - incredibile ma vero - riesce davvero a restituire quella sensazione di oscuro degrado e raccapriccio che pervade ogni angolo del mondo. Le meccaniche di gioco, a tratti un po' troppo semplificate, rendono in ogni caso il titolo un action RPG agile e scorrevole, che non ama perdersi in lungaggini e in menù troppo complessi. Inoltre, lo spettro dell'always online è fugato, visto che Diablo IV è e resta anche e soprattutto un'avventura da giocare in solitaria, sebbene fare gruppo darà una spinta in più all'intera esperienza (specie col passare dei mesi). Il ritorno della regina delle tenebre, per quanto visto fino a ora, sembra proprio non potesse essere migliore di così.
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