Demon’s Souls su PS5: una grande occasione tra passato e remake - Anteprima
Facciamo il punto della situazione riguardo il remake di Demon’s Souls, annunciato insieme a PlayStation 5 e possibile occasione per qualcosa di più di un remake.
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
C’è chi lo attendeva da dieci anni, per molti altri il suo arrivo era qualcosa di prevedibile ai limiti del segreto di Pulcinella. Finalmente, la sera del reveal PlayStation 5 di giovedì 11 giugno, ne abbiamo avuto annuncio ufficiale: Demon’s Souls, il “nonno scorbutico” di Dark Souls, Bloodborne e volendo anche di Sekiro, avrà finalmente un remake che uscirà su PlayStation 5, presumibilmente entro il 2021. Facciamo un po’ il punto della situazione.
Immagini in movimento e fisse
In sé, l’annuncio di Demon’s Souls è stato fatto secondo due componenti ben distinte. La prima a essere mostrata è il trailer, molto breve ma riconoscibile. Per buona parte era infatti una versione rielaborata del filmato in CG che faceva da introduzione all’originale. Ai tempi infatti (2009-2010) era ancora possibile l’inclusione dei filmati in CG come “copertina” di un gioco, e in tal senso molti sviluppatori giapponesi conservavano la verve del riuscire a racchiudere un gioco intero in pochi minuti di pura passione. Tuttavia questo trailer era filmato introduttivo solo in parte, in quanto sono stati mostrati nemici e situazioni che in originale non vi comparivano.
Si trattava comunque di avversari assolutamente riconoscibili per i veterani del gioco originale, nonché probabilmente fonte di ricordi dovuti alla loro pericolosità. Oltre al celeberrimo Cavaliere della Torre (un po’ un secondo simbolo per il gioco), il trailer ha mostrato anche i mietitori alla Cripta delle Tempeste, i gargoyle della Torre di Latria e infine il terribile Fiammeggiante. Dove per quest’ultimo si è trattato solo di un breve flash con ruggito annesso (ma che basta e avanza per ricordare a tutti la fatica nell’affrontarlo e sconfiggerlo), le gargolle erano invece rappresentate dopo la prima bossfight della loro zona, quando si accingono a ghermire il giocatore per portarlo oltre la Prigione della Speranza. E infine, per chiudere degnamente il trailer, il ritorno del titanico e mostruoso Dio Drago, che come nell’originale chiude la scena con il suo terribile ruggito.
Il secondo componente con cui si è presentato questo remake è quello iconografico: è stata resa subito disponibile una piccola serie di immagini, alcune delle quali presenti anche in questa anteprima. La maggior parte di queste è stata riconosciuta come appartenente al “Viaggio fino al Nexus”, cioè il tutorial; inoltre, con un po’ di memoria visiva, molti hanno riconosciuto i modelli degli equipaggiamenti come rielaborazioni di quelli già ai tempi usati per Dark Souls III. Dove chiaramente il confronto tra ambientazioni originali e quelle di PlayStation 5 fa un po’ il medesimo effetto del confrontare i Crash originali con la N. Sane Trilogy del 2017, in tali immagini compare anche un altro dei boss più conosciuti di Demon’s Souls, l’Avanguardia. Questo demone obeso e armato di ascia è infatti il boss del tutorial, oltre che il punto in cui la maggior parte dei giocatori muore per la prima volta. Le luci dello screenshot lasciavano intendere una colorazione leggermente diversa dall’originale: quest’ultimo era grigio, qui invece la pelle del demone è stata resa più putrida e marcia apposta per dare maggiore enfasi all’horror intrinseco nella sua natura di dark fantasy.
Spade, fotogrammi e fratture
Le ultime informazioni date su Demon’s Souls riguardano la grafica e, un po’ a sorpresa, l’introduzione di una nuova modalità. Sony infatti assicura che il gioco è stato ricostruito dalle fondamenta, e che verrà impiegato il ray-tracing. Quest’ultima è una tecnologia che (semplificando) permette, attraverso specifici programmi e algoritmi, di elaborare in tempo reale la luce e la reazione dei suoi raggi con gli oggetti che colpiscono. In sé non stiamo parlando di niente di nuovo, ma richiede una quantità di risorse hardware piuttosto onerosa, cosa che ne ha reso difficile l’impiego nella corrente generazione.
Inoltre, sarà possibile scegliere tra due modalità: una che privilegia il dettaglio e un’altra che invece punterà alla stabilità dei fotogrammi. Quest’ultima modalità è, nuovamente, quella più interessante, in quanto da molti anni i videogiochi FromSoftware sono in qualche modo “costretti” ai 30 fotogrammi al secondo, con poche eccezioni. Il motivo di interesse è appunto che nei Souls la frequenza dei fotogrammi è una delle basi per il grande lavoro di bilanciamento che da sempre li caratterizza.
Oltre a ciò c’è la Fractured Mode. Al momento in cui scriviamo non è stato ancora chiarito in cosa consista questa modalità, ma non sono mancate le speculazioni presso le community di fan. C’è chi ipotizza che possa essere qualcosa che renda casuali non solo i drop dei nemici ma anche la posizioni di oggetti ed equipaggiamenti (prendendo spunto da alcune mod di Dark Souls), altri invece sperano in una contaminazione con il roguelike. Quest’ultima idea, in cui appunto la morte di ogni personaggio è definitiva e bisogna ripartire con un altro, si sposa molto con quelle che erano le prime idee per Demon’s Souls.
Miyazaki e i suoi collaboratori infatti durante le prime fasi del progetto avevano accarezzato l’idea che il gioco cancellasse il personaggio ogni volta che il giocatore moriva. Chiaramente, la cosa fu scartata perché ritenuta troppo estrema pure per il primo dei Souls, ma comunque non sarebbe niente di impossibile, perlomeno a livello teorico. La morte sarebbe sì definitiva costringendo il giocatore a ricominciare da capo, ma a livello di game design si compenserebbe facendo ereditare (in tutto o in parte) al personaggio nuovo le statistiche ed equipaggiamenti del predecessore.
Demon’s Souls, ovvero un segreto in piena vista
In realtà, il sentore che fosse in lavorazione un remake di Demon’s Souls era nell’aria da quasi due anni. Il gioco originale infatti era stato “ignorato” con troppa insistenza da Sony, che non lo aveva inserito neanche su PlayStation Now. A ciò appunto si sommava il fatto che per lo stesso periodo di tempo si era continuato a “stuzzicare” l’utenza con il fatto che BluePoint Games stesse lavorando a un non meglio specificato progetto segreto. Tutti questi indizi, come i sassi di Pollicino, hanno inevitabilmente portato a quello che poi abbiamo visto confermato durante la presentazione di PS5.
Ciononostante molte cose rimangono ancora non svelate, e molte di queste fanno capo alla natura del gioco. Tralasciando che tra i fan si è andato dibattendo sulla natura stessa di remaster o remake, c’è anche da capire come saranno inserite alcune meccaniche uniche del gioco, come la difficoltà. L’originale Demon’s Souls era infatti molto difficile, e di tutta la produzione FromSoftware successiva probabilmente solo Sekiro: Shadows Die Twice è stato capace di eguagliarlo sotto questo aspetto (seppure l’abbia fatto prendendo una strada differente).
Concetto importante a livello di online e collegato alla difficoltà è proprio la Tendenza (Tendency), ovvero il modo in cui le performance dei giocatori influenzano i mondi. Se i giocatori muoiono poco i nemici sono più deboli, danno meno anime ma lasciano cadere più frequentemente gli oggetti curativi, viceversa danno più anime, lasciano cadere equipaggiamenti e altri tipi di loot ma sono molto più difficili da uccidere.
L’esordio di Hidetaka Miyazaki nel dark-fantasy poi, a vederlo oggi, mostra poi un sistema già profondo ma ancora molto acerbo, per certi versi “appesantito” e che spesso ricorreva a momenti in cui la difficoltà finiva col diventare artificiale, come appunto era con la bossfight col già citato Dio Drago. Bisogna in questo senso vedere come si comporterà BluePoint per queste situazioni limite.
E infine, la questione contenutistica. Una delle motivazioni più care ai fan per sperare in un remake di Demon’s Souls è appunto il fatto che il gioco originale avesse una notevole dose di contenuti tagliati. Nel disco di gioco infatti sono stati ritrovati molti contenuti inutilizzati: non stiamo parlando solo di varianti di nemici, ma di una vera e propria ambientazione inedita. Il suo portale altro non sarebbe che la sesta Arcipietra, quella dei Giganti. Nel gioco originale era inaccessibile, annerita e semi-distrutta, lasciando intendere che lì la situazione era giunta all’irreparabile. Ma tutti i dialoghi che compaiono nel gioco parlano appunto di sei arcipietre e non cinque, quindi in teoria non ci sarebbe neanche bisogno di ri-registrare i dialoghi.
+ Grafica ed estetica aggiornate
+ Possibilità concrete di vedere inseriti i contenuti in origine tagliati
L’annuncio del remake di Demon’s Souls è stata una sorpresa un po’ prevedibile, ma di certo non meno piacevole. Il fatto che al timone vi sia poi BluePoint Games, veterana in questo tipo di produzioni, è un’ulteriore iniezione di fiducia. C’è comunque da dire che BluePoint ha davanti una sfida non da poco, non solo per i fan ma anche per gli inevitabili compromessi con cui si ritroverà ad avere a che fare, sia a livello di bilanciamento che di contenuti. Del resto, altrimenti non sarebbe Demon’s Souls – famoso per la brutalità con cui mette di fronte ai propri limiti chiunque ci abbia a che fare, non importa se giocatore o sviluppatore.
Voto Recensione di Demon’s Souls su PS5: una grande occasione tra passato e remake - Anteprima - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Il Souls che più di tutti aveva bisogno di un remake
-
Grafica ed estetica aggiornate
-
Possibilità concrete di vedere inseriti i contenuti in origine tagliati
Contro
-
Bisognerà scendere a compromessi con meccaniche e difficoltà?
Commento
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