Immagine di Cyber Shadow | Recensione - L'ombra del passato
Recensione

Cyber Shadow | Recensione - L'ombra del passato

Ritorno al futuro ninja edition

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Cyber Shadow
Cyber Shadow
  • Sviluppatore: Mechanical Head Studios
  • Produttore: Yacht Club Games
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: 26 gennaio 2021

Yacht Club Games è meritatamente salita alla ribalta delle cronache videoludiche qualche anno fa, grazie allo straordinario successo di Shovel Knight, un platform bidimensionale realizzato con cura e talento, adesso disponibile su praticamente tutte le piattaforme sul mercato. Stavolta, però, il team statunitense ci propone un prodotto non nella veste di sviluppatore ma di semplice publisher, sebbene questo tocchi, apparentemente, le medesime corde delle avventure del cavaliere con la pala: parliamo di Cyber Shadow, sviluppato da un solo uomo, Aarne Hunziker, aka MekaSkull.

Abbiamo giocato per voi alla versione PS4 e quello che segue è il resoconto della nostra avventura.

One man show

Non fatevi ingannare dal nome altisonante: Mechanical Head Games, autore di Cyber Shadow, è uno studio composto da una sola persona, l'Aarne Hunziker già citato in apertura di questo articolo, che con amore, tempo e il fondamentale aiuto di Yacht Club Games ha dato vita ad un platform bidimensionale in pieno stile 8 bit, quando la difficoltà non faceva prigionieri, le colonne sonore erano (forzatamente) in chiptune e, nonostante i videogame durassero solo un paio d'ore, ci si ritrovava a giocarci per almeno venti.

Come spesso accaduto con progetti simili, partiti da un'idea e concretizzatisi, anno dopo anno, sacrificando la gran parte delle ore di vita dello sviluppatore (ci torna in mente Thomas Happ con il suo eccellente Axiom Verge), Cyber Shadow è un prodotto squisitamente artigianale, che tradisce la sua natura in elementi come la trama, appena abbozzata, la non esaltante varietà dei nemici e la generale mancanza di originalità, nel suo tentativo di omaggiare in maniera forse un po' troppo pedissequa i classici del genere.

In una recente intervista, Hunziker ha citato gli episodi a 8 bit di Batman e Shadow of the Ninja come sue principali fonti di ispirazione, ma sono evidenti i richiami anche a Ninja Gaiden, ai primi episodi di Megaman, e, più recentemente, a The Messenger, che su queste pagine abbiamo premiato senza pensarci due volte solo due anni e mezzo or sono.

Ecco, è proprio nel confronto diretto con alcuni dei migliori action platform di cui la libreria di Switch e PS4 si è andata riempiendo nel corso degli anni che Cyber Shadow non sempre esce vincitore, a cominciare dalle avventure di un certo cavaliere armato di pala vecchie ormai di sei anni. Eppure questo non significa affatto che siamo rimasti delusi dalle peripezie di Shadow, e anzi ci siamo goduti ognuna delle circa nove ore scarse spese in compagnia del gioco e, in maniera minore, ognuna delle 297 (!) morti in cui siamo incappati prima di vedere i titoli di coda.

A proposito di Shadow, per dovere di cronaca riportiamo le premesse narrative dell'action platform che vede protagonista l'enigmatico ninja: risvegliatosi dopo anni di coma, il nostro eroe scopre che, sfortunatamente, il mondo per come lo conosceva è andato a farsi benedire, e con esso tutti i componenti del suo clan. Come se non bastasse, al danno si aggiunge la beffa: molte delle anime dei suoi vecchi commilitoni sono state intrappolate da un malvagio e folle scienziato all'interno di automi da combattimento, che sono solo alcuni degli avversari che ci si pareranno dinanzi lungo la strada.

Sebbene tutto puzzi di già visto, una manciata di cutscene interessanti e un paio di timidi colpi di scena (insieme ad un discreto utilizzo della cosiddetta "narrativa ambientale") contribuiscono quantomeno a tenere a galla la narrativa della produzione, che non intralcia mai il giocato ma offre motivazioni sufficienti per continuare ad avanzare.

Tutto bene, ma tutto già visto

Gli ingredienti dei classici action platform a scorrimento dell'epoca d'oro ci sono tutti, da livelli con lo scrolling automatico (sia orizzontale che verticale) a piattaforme semoventi, passando per nemici che spawnano nei posti e nei momenti meno opportuni. La maggior parte delle movenze che hanno reso famosi i giochi a base di ninja di trent'anni fa andrà sbloccata progredendo lungo l'avventura, fatta eccezione per la possibilità di abbassarsi (inspiegabilmente assente) e la sensazione di libertà e potenza che daranno il doppio salto e, soprattutto, lo scatto in avanti, che faranno tornare i meno giovani ai pomeriggi dorati passati dinanzi al Nes (o al Master System, come nel caso di chi scrive).

La possibilità di potenziare i checkpoint, spendendo la moneta in-game guadagnata affettando nemici, rappresenta una delle poche peculiarità del titolo, e dimostra la sua utilità soprattutto nell'ultimo terzo dell'avventura, quando il già pronunciato livello di sfida raggiunge vette considerevoli, inducendo al turpiloquio anche il più morigerato dei giocatori.

Nonostante la sgradevole impressione dell'artificiosità dell'aumento della difficoltà a gioco inoltrato, tuttavia, non si può accusare Aarne Hunziker di non aver provato ad andare incontro ai giocatori più giovani (o ai vecchietti rammolliti da anni di platform che si completavano da soli). L'assenza di un cronometro consente di esplorare e di tirare il fiato tra una sequenza adrenalinica e quella successiva, mentre quella di un contatore delle vite significa che avremo infinite possibilità di portare a termine il titolo.

Oltre a questo, il fatto stesso che Shadow venga sbalzato indietro solo in maniera impercettibile dopo aver subito un colpo rappresenta un'altra delle concessioni moderne opportunamente implementate, senza le quali la frustrazione avrebbe probabilmente preso il sopravvento.Certo, se verrete colpiti in fase di salto probabilmente ne morirete, ma, quantomeno quando sarete con i piedi saldamente ancorati ad una piattaforma, non vi capiterà mai di cadere dopo aver subito un colpo da un nemico.

D'altronde, a partire all'incirca dal quarto livello (con picchi considerevoli in concomitanza con il settimo e l'ottavo, per la cronaca), il tasso di sfida si innalza consistentemente, stridendo con la relativa semplicità dei primi due stage e con alcune delle facilitazioni di cui sopra: è soprattutto l'incostante posizionamento dei checkpoint a causare qualche frangente in cui è forte la tentazione di gettare la spugna per non guadagnarsi un girone infernale a suon di parolacce.

A seconda dei gusti di chi legge, la spiccata linearità dell'esperienza, soprattutto se confrontata con l'intelligente backtracking impiegato da The Messenger, può rivelarsi un punto debole (e noi la pensiamo più o meno così) o uno a favore, così da offrire un'esperienza maggiormente controllata nei ritmi e nell'alternanza tra boss fight e fasi esplorative.

Abbiamo anche maldigerito la scelta di associare il colpo verso il basso, necessario non solo per rompere superfici altrimenti indistruttibili ma anche per utilizzare i nemici come piattaforme di fortuna per coprire larghe distanze, alla pressione contemporanea di un tasto frontale e della direzione in basso: non sarebbe stato più comodo ed intuitivo optare per una sola delle due?

Classe e stile possono bastare

Sebbene questa tipologia di giochi si vanti di rispettare le limitazioni e le regole a cui dovevano sottostare i team di sviluppo tra la seconda metà degli anni '80 ed i primi anni '90 per la realizzazione di prodotti similari su Nes e Master System, il numero di sprite a schermo, la fluidità delle animazioni, il sapiente utilizzo di livelli multipli di parallasse e la totale assenza di rallentamenti non sarebbero semplicemente stati possibili né sui sistemi di quella generazione di console né, probabilmente, su quelli appartenenti alla successiva.

Eppure chiudere un occhio su questa piccola incongruenza non è mai stato così piacevole: Cyber Shadow è un'esplosione di colori e di stile, di cura per ogni minimo dettaglio e citazionismi spinti, e sebbene non ci sia stata data l'opportunità di provarlo sullo schermo di Switch in modalità portatile, riteniamo che quella sia la sua casa ideale. Nondimeno, giocando su un pannello OLED da cinquantacinque pollici, su una PS4 Pro, la creatura di Mechanical Head Studios si difende benissimo, sebbene l'effetto sgranatura non sia del tutto assente.

Molto bene, e c'era da aspettarselo vista la cura per i dettagli e per il rispetto per il materiale originale degli anni '80, dal punto di vista sonoro: Enrique Martin ha dato vita ad una colonna sonora energetica e perfettamente in linea con i toni cyberpunk e retro-futuristici di cui la produzione è intrisa, e Jake Kaufman in sede di post-produzione ha aggiunto il suo tocco come ciliegina sulla torta.

Più difficile quantificare la durata complessiva, strettamente legata alla quantità di morti e tentativi successivi di ogni singolo utente: potrebbe essere attendibile, a riguardo, una stima che va da un minimo di sei o sette ad un massimo di poco meno di dieci ore, a seconda della bravura del giocatore e della sua voglia di esplorare nei frangenti in cui il level design lo permette.

Questa durata, a fronte di un prezzo richiesto di poco inferiore ai venti euro su tutte le piattaforme, potrebbe sembrare un po' esigua, ma è in realtà perfetta per un prodotto che non sarebbe a proprio agio, per com'è stato concepito, se costretto a dilungarsi ulteriormente.

Versione recensita: PS4

Se volete godervi Cyber Shadow in portatile, vi raccomandiamo di approfittare del prezzo di Nintendo Switch Lite.

Voto Recensione di Cyber Shadow - Recensione


7.6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Grandissima cura per i dettagli

  • Sistema di controllo e level design sempre sul pezzo

  • Musiche ed effetti sonori da applausi

Contro

  • Mancano spunti davvero originali

  • Bilanciamento della difficoltà da rivedere

Commento

Secondo noi, Mechanical Head Studio ha il talento per creare, tenendo buone le fonti di ispirazione di Cyber Shadow, un gioco più coeso e bilanciato di quest'ultimo, soprattutto considerando che la pubblicazione è avvenuta sotto l'ala protettrice di Yacht Club Games. Invece, la produzione finlandese marca il passo proprio laddove altri congeneri brillano, e cioè sulla capacità di diversificarsi dalla massa e su un aumento della difficoltà certosino e commisurato ai poteri ottenuti dal protagonista. Eppure, pur notando questi inciampi, soprattutto per chi è cresciuto a pane e Ninja Gaiden è difficile tenere il broncio a lungo alle avventure di Shadow, punteggiate da una colonna sonora di gran classe, da una cura per i dettagli fuori dal comune e da un sistema di controllo sempre preciso, che non sarà mai causa di una delle centinaia di morti in cui è inevitabile incappare. Adesso ci aspettiamo il salto di qualità da questo promettente sviluppatore, perché le premesse per un successo in stile Shovel Knight ma a tema cyberpunk ci sono tutte.
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