Sembra passata una vita da quando con Heavenly Sword, Enslaved: Odyssey to the West e DmC, Ninja Theory si presentava sul mercato in una veste diversa rispetto a quella attuale. Con Hellblade, lo studio inglese è completamente passato a un altro registro, svelando intenti pionieristici nel voler cambiare per sempre la percezione delle malattie mentali all’interno del medium di riferimento.
Lo dimostra non solo la sofferente rappresentazione della psicosi di Senua, ma soprattutto il passo successivo dello studio, concretizzatosi in un innovativo e ambizioso progetto di ricerca e sviluppo per proporre nuove terapie per i disturbi mentali. The Insight Project vuole unire la tecnologia, il game design e la neuroscienza clinica al fine di creare nuove strategie per alleviare i disagi psichici.
Hellblade: Senua’s Sacrifice riusciva in maniera brillante a comunicare il dramma che si vive in una condizione mentale dove lucidi deliri, allucinazioni e il completo distacco dalla realtà diventano le sbarre di una prigione da cui è difficile evadere. All’Io narrante a cui veniva lasciato il compito di raccontare la storia si aggiungevano le voci che Senua aveva nella mente, che con la loro incoerenza e le manifestazioni di nessi associativi alterati perfezionavano una caratterizzazione del personaggio già assicurata dallo spessore interpretativo di Melina Juergens – dipendente di Ninja Theory che era stata a sua volta affetta da una grave forma di psicosi.
Hellblade: Senua’s Sacrifice dimostrava che gli “indie di lusso” possono rappresentare un modello commerciale sostenibile, in grado di non rinunciare alla qualità a discapito del prezzo di vendita. Dopo l’acquisizione da parte di Microsoft, le persone coinvolte saranno ben più di venti, ma la filosofia rimarrà la stessa: se Hellblade offriva uno sguardo intimo su un tema delicato e difficile da rappresentare come quello della psicosi, Hellblade 2 dimostrerà come la pazzia e la sofferenza possano dare forma ai miti, agli dei e alle religioni. E mentre i lavori proseguono sull’opera di punta della software house, ce n’è un’altra su cui si sta lavorando in parallelo: Project Mara.
Si tratta di un titolo sperimentale che mira ad esplorare una nuova modalità di narrazione, basandosi su una realistica rappresentazione del terrore che possa mostrare in modo inedito ed estremamente accurato gli orrori della mente grazie ad approfondite ricerche scientifiche e al vissuto di alcuni pazienti. L’approccio, ancora più di quanto visto con Hellblade, sarà medico-scientifico, senza tuttavia mettere da parte le peculiarità del medium di appartenenza.
Tameen Antoniades, a capo di Ninja Theory, nell’ultimo anno non ha avuto come principale referente un artista né tanto meno uno sviluppatore illuminato, ma un medico. Si tratta di Paul Fletcher, psichiatra e professore di neuroscienze all’università di Cambridge. Il mutuo interesse per le malattie mentali ha dato vita a The Insight Project, utile a Ninja Theory per i motivi testé menzionati, e fondamentali per Fletcher per dare finalmente a chi ne ha bisogno la possibilità di avere un controllo diretto dell’ambiente e di rendere tangibile ciò che è celato alla vista, come gli elementi primigeni capaci di scatenare paure e ansie.
È lo stesso Fletcher a indicare come potenzialmente si possa dare l’opportunità di aiutare le persone a dare finalmente una forma a ciò che non è visibile, così da poterlo combattere e superare. Attualmente The Insight Project è a uno stato embrionale, alle prime fasi di prototipazione e di test su come usare e interpretare i dati biometrici per creare e controllare delle simulazioni legate a corpo e mente; in parallelo, vengono condotti esperimenti per verificare i risultati e diffonderli lungo i canali scientifici stabiliti.
Così facendo, Fletcher spera di eliminare alcune delle limitazioni attualmente presenti nelle classiche metodologie scientifiche e proporre nuovi approcci per sviluppare efficaci trattamenti per i disturbi mentali. Dal sito istituzionale dello psichiatra è possibile leggere:
Ritengo che se riuscissimo a individuare le basi che il cervello usa per costruire associazioni e stabilire l’importanza di certi stimoli ambientali, forse potremmo applicarle per raggiungere una migliore comprensione di sintomi psicotici come il delirio, le allucinazioni e disturbi del pensiero.
Ninja Theory può contribuire a far diventare realtà questo desiderio.