Civilization VI: Gathering Storm: l'ultima espansione del celebre 4x
La recensione di Sid Meier’s Civilization VI: Gathering Storm, ultimo dlc dello storico strategico di Firaxis Games, pubblicato da 2k.
Advertisement
a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Firaxis Games
- Produttore: 2K Games
- Distributore: Cidiverte
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Strategico
- Data di uscita: 21 ottobre 2016 (PC), 16 novembre 2018 (Switch), 22 novembre 2019 (PS4, Xbox One)
L’uomo non è solo nel corso della Storia. L’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei o quella di Thera che rase al suolo Akrotiri e le altre isole dell’Egeo circostanti, per non parlare del terremoto che mise in ginocchio Costantinopoli nel 447 d.C, facendo crollare mura difensive, torri e buona parte del centro abitato. Per quanto ci si illuda, non siamo i soli a scrivere il corso degli eventi, ma spesso è la natura stessa, così imperscrutabile, a incidere con la sua mano sulle sventure o sulle opportunità per il genere umano. Gathering Storm, ultima corposa espansione per Sid Meier’s Civilization VI, ci ricorda la potenza devastante di Madre Natura e lo fa introducendo una serie di eventi ambientali come tornadi, uragani, inondazioni, eruzioni vulcaniche e tempeste di sabbia. Questi fattori non vivono però separatamente dallo scorrere del tempo e sono serviti agli sviluppatori di Firaxis per aggiungere ulteriori meccaniche di gioco e garantire così maggiore profondità al proprio 4X. Questo nuovo DLC fuoriesce inoltre dal semplice contorno del videogioco e si inserisce con prepotenza nell’attualità, trattando tematiche come il cambiamento climatico, le sue ripercussioni sulla nostra vita e, purtroppo, le scarse politiche finora attuate.
Gathering Storm aumenta in modo esponenziale sin dai primi turni il fattore “risk & rewards”. Se in passato la scelta della casella in cui insediare la propria città poteva al massimo garantire qualche vantaggio tecnologico, ora questa decisione diventa fondamentale: piazzare tende e palizzate vicine ad un vulcano può essere una condanna a morte, ma può valer la pena rischiare visti i preziosi bonus dati dalla fertilità del terreno. Medesimo discorso per un villaggio che sorge lungo le rive di un fiume, sempre a rischio allagamento, ma avvantaggiato dalla sua posizione strategica. Gli elementi su schermo aumentano per via di queste introduzioni, ma c’è davvero da fare i complimenti al team di sviluppo per aver integrato in modo veramente convincente questi nuovi elementi in una UI già ricca in precedenza, sfruttando icone chiare e di facile lettura. Inoltre, la serie di novità riguardanti il terreno danno alla stessa mappa un ruolo primario e attivo, che va oltre al semplice sfruttamento passivo delle risorse e all’esplorazione. Nelle prime ere di gioco, gli effetti di questi disastri ambientali si fanno sentire con relativa forza, ogni tanto occorre sistemare qualche casella su cui imperversa una tempesta di sabbia, ma sono tutti inconvenienti temporanei che non segnano in modo marcato il corso della partita.
Almeno fino all’età moderna, Gathering Storm mantiene sullo sfondo questi fattori ambientali a favore delle altre introduzioni aggiunte con questo DLC, soprattutto quelle riguardanti il sistema diplomatico e l’inedito Congresso Mondiale. Ogni trenta turni i leader delle varie fazioni sono riuniti in una discussione globale – salvo guerre e interventi che non riguardano in nessun modo la propria potenza – per decidere su alcuni temi fondamentali e indirizzare in modo evidente lo svolgimento della partita. Per sfruttare al meglio queste fasi occorre presentarsi al tavolo con una cospicua dose di favore diplomatico, una risorsa nuova di zecca e indispensabile per far valere in modo decisivo il proprio voto, oltre che scambiabile come un qualsiasi altro materiale durante i normali rapporti diplomatici.
Queste vertenze internazionali riguardano molteplici temi, come gli scambi commerciali, l’intervento in guerra a favore o per sanzionare un rivale o, ancora, la relazione con le più piccole città stato. Riuscire a imporre il proprio volere significa alle volte ottenere vantaggi fondamentali, come maggiori introiti derivanti dalle proprie carovane o, al contrario, minare alla base l’economia del proprio rivale, penalizzando le sue industrie e miniere. Sulla carta il sistema è decisamente interessante e vivacizza i rapporti tra le civiltà, inspessendo un lato diplomatico già ricco di per sé. Purtroppo l’IA non si rivela sempre il migliore degli alleati e spesso si dimostra o fin troppo accondiscendente nei confronti del giocatore, premiato in tutte le mozioni, o quasi autolesionista, abbracciando scelte sulla carta controproducenti. Se non altro il Congresso Mondiale e le rimostranze mettono un argine alla guerra perenne in cui si trovano costantemente alcune fazioni e, in modo decisamente verosimile, rendono difficile la vita a chi voglia perseguire una vittoria militare semplicemente dichiarandosi ostile a tutti gli avversari e facendo marciare le proprie truppe ai quattro angoli della mappa.
La vera portata di Gathering Storm la si apprezza solo nelle fasi evolutive più avanzate delle civiltà, anche grazie ad una era creata ad hoc per questa espansione, che convoglia in sé le massime espressioni industriali e scientifiche del XXI secolo. I giorni nostri sono figli della prima rivoluzione industriale, un cambiamento che mutò radicalmente non solo il modo di vivere della popolazione mondiale, ma anche l’ecosistema in cui viviamo. La crescita richiede sempre nuove risorse fossili e combustibili e il progresso esige sempre nuovi tributi: il petrolio e il carbone fanno così la loro comparsa in questo DLC e diventano immediatamente due materiali indispensabili per accedere alle tecnologie e alle unità più avanzate. Il loro utilizzo intensivo, se da un lato contribuisce al sorgere di nuove industrie e fabbriche, dall’altra sconvolge l’ambiente circostante e impatta in modo sensibile sulla presenza di CO2 nell’atmosfera e, di conseguenza, sul clima.
Anche la salute dell’ecosistema è stata inserita in una interfaccia creata appositamente e, nonostante la complessità crescente di un Civilization VI sotto steroidi, tutto appare sensato e perfettamente incastrato in un menù tanto funzionale quanto bello da vedere. L’impatto sul pianeta dell’inquinamento comporta delle ulteriori modifiche alla mappa che, con catastrofi naturali sempre più frequenti, ricorda al giocatore la lezione sull’hybris tanto cara ai greci d’epoca classica. Per ovviare ad un clima impazzito si può ricorrere ad interventi mirati sulle proprie città, dotandole di possenti argini per limitare l’avanzata dei fiumi oppure preferendo l’energie rinnovabili ai combustibili fossili, ma i cambiamenti all’ecosistema non toccano mai una singola civiltà ed ecco perché la soluzione può venire esclusivamente dal Congresso Mondiale. Questa è la sede in cui si decide la sorte del pianeta e, proprio in queste fasi conclusive, diventa di vitale importanza il proprio bagaglio di favore diplomatico, indispensabile ad esempio per bandire l’utilizzo del petrolio e per cercare di porre un rimedio all’innalzamento dei mari.
Gathering Storm presenta delle meccaniche di gioco inedite nella longeva serie di Civilization, ma non si limita a rivedere il sistema diplomatico e ad introdurre il fattore clima. Questo secondo DLC aggiunge infatti svariate opere di elevata ingegneria, meraviglie, tecnologi e, soprattutto, ben otto leader – nove se si conta la duplicità di Eleonora d’Aquitania, regina di Francia e d’Inghilterra – per un roster complessivo che ora conta la notevole cifra di 45 personaggi. Fra i nuovi arrivati spiccano i nomi di Solimano il Magnifico, guida degli Ottomani e figura adatta a chi preferisce un approccio armi alla mano, di Cristina di Svezia, pensata per perseguire una vittoria culturale, di Didone, regina dei cartaginesi la quale può spostare la propria capitale fra le città in suo possesso o, ancora, di Kupe, alla testa dei suoi Maori, sicuramente una delle fazioni più peculiari di tutto il gioco. Tutti questi leader allargano il ventaglio delle soluzioni tattiche, anche se alcuni, per via dei loro tratti caratteristici, implicano un approccio sin troppo guidato alle partite, penalizzando sin da subito un percorso lungo la storia che esca da binari già predefiniti.
+ I cambiamenti climatici sono delle vere new entry per la serie
+ Ben 8/9 leader nuovi
+ Novità perfettamente integrate nell'UI
- Qualche leader è fin troppo "guidato"
- Il DLC inizialmente si fa poco sentire
8.0
Sid Meier’s Civilization VI: Gathering Storm aggiunge ulteriore carne al fuoco e dona ancor più longevità e varietà ad un gioco già di per sé sconfinato. Se eravate usciti dal tunnel del “Ancora un turno e poi smetto“, la nuova espansione realizzata da Firaxis Games rischia di farvi precipitare di nuovo in quel buco nero dove il tempo smette di esistere, assorbito da esplorazione della mappa, ricerche di nuove tecnologie e conquista di una nuova casella. Dal punto di vista dei contenuti, questa espansione aggiunge del vero materiale inedito e va a ritoccare in profondità l’aspetto diplomatico, anche se non sempre l’IA riesce a reagire in modo adeguato agli input, ma il vero protagonista di Gathering Storm è il clima, che mette al centro dell’attenzione i mutamenti ambientali e le politiche che noi, non solo giocatori, dovremmo attuare da qui in avanti.
Voto Recensione di Sid Meier's Civilization VI - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
La diplomazia assume maggiore articolazione
-
I cambiamenti climatici sono delle vere new entry per la serie
-
Ben 8/9 leader nuovi
-
Novità perfettamente integrate nell'UI
Contro
-
L'AI non sempre reagisce in maniera brillante
-
Qualche leader è fin troppo "guidato"
-
Il DLC inizialmente si fa poco sentire
Commento
Advertisement