Una decisione che ha dato un colpo molto serio alla scena esports che il gioco era riuscito a sviluppare nel corso degli ultimi anni.
La mano di Activision
Blizzard fa parte di Activision Blizzard, il contenitore con la casa di Call of Duty e quella appunto dei vari Diablo, Overwatch, StarCraft e World of Warcraft.
Da quando la compagnia si è guadagnata l’indipendenza da Vivendi grazie all'(auto)acquisizione di Bobby Kotick, Activision ha assunto una rilevanza superiore nelle decisioni di Blizzard.
E, a quanto pare e a quanto vociferato dopo l’annuncio di Diablo Immortal, questa influenza si eserciterebbe nella realizzazione di più titoli con un supporto post-lancio ridotto a livello di tempistiche.
Un modello simile a quello di Call of Duty e altri titoli di successo della compagnia nordamericana, insomma, che starebbe così facendo una piccola ‘invasione di campo’ nella filosofia finora da isola felice della software house di Irvine.
L’indiscrezione
Come rivelato oggi da Jason Schreier di Kotaku, “a Blizzard è stato detto di tagliare i costi e fare più giochi”, in virtù di questo cambiamento.
“La notizia di oggi di Heroes of the Storm, relativa al ridimensionamento e della perdita di sviluppatori, ha molto senso. È stato il gioco di minor successo di Blizzard finora”.
L’impressione è quindi che oltre ad un focus sui giochi più popolari già esistenti ci sia la possibilità di avere più sequel, come un Overwatch 2 nel giro al massimo di un paio di anni.
La speranza è che a questo punto l’influenza di cui sopra sia contenuta e non vada a minare il rapporto fino a questa stagione eccellente dello studio californiano con la propria community.
As I've reported, Blizzard has been told to cut costs and ship more games. (https://t.co/la61HsDDga) So today's news on Heroes of the Storm, which is scaling down/losing developers, makes a lot of sense. It's been Blizzard's least successful game by far: https://t.co/XtkI3V6A8L
— Jason Schreier (@jasonschreier) December 14, 2018