Bioshock e il capolavoro di Sander Cohen | il Dettaglio
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a cura di Francesco Ursino
Il fascino di Bioshock continua a rimanere intatto nonostante il passare del tempo. Le incredibili atmosfere della saga, i suoi paradossi e le intricate trame hanno sicuramente lasciato un segno. L’incredibile struttura narrativa del primo capitolo, con la grande trovata delle sorelline e dei Big Daddy, il bellissimo finale di Bioshock 2, e tutti i virtuosismi spazio-temporali di Bioshock: Infinite non possono lasciare indifferenti i giocatori che amano i titoli guidati da una narrativa importante. Oltre all’aspetto estetico, che pure è sempre stato centrale in tutti i capitoli della serie, anche il comparto sonoro ha rappresentato un punto distintivo. Pensiamo alle prime scene di Bioshock, alle sequenze in cui il nostro personaggio, chiuso nella batisfera, osserva prima con meraviglia gli edifici di Rapture, e poi con orrore l’arrivo del primo ricombinante.
In tutto questo, un personaggio ha spesso rappresentato l’emblema della musica e dell’arte nella città in cui il sudore della fronte di un uomo non apparteneva né allo stato, né ai più deboli. Cari lettori, in questa nuova puntata de Il Dettaglio, la rubrica che racconta dei piccoli particolari nascosti all’interno dei grandi giochi, vi parlerò del solo e unico Sander Cohen.
Per brevità, chiamatelo artista
Poeta, compositore, scultore: sono tante le anime di Sander Cohen, il grande artista di Rapture. La sua storia è simile a quella di tanti degli artisti di cui Andrew Ryan si è voluto circondare a Rapture. Anche Cohen, quindi, nella sua vita sulla terraferma era un artista stimato, ma allo stesso tempo limitato dalla morale e dalle convenzioni. La grande utopia di Ryan, pertanto, ha rappresentato per Cohen l’occasione della vita.
Come sappiamo bene, Rapture è affondata sotto il peso delle sue stesse ambizioni, ma nonostante ciò il giocatore ha comunque la fortuna di incrociare Cohen diverse volte. In Bioshock, ad esempio, è possibile incontrarlo di persona, all’apice della sua follia artistica. In Bioshock 2, invece, Cohen è solo un’ombra, un riferimento. Si accenna a lui in ritratti, audiolibri e addirittura in una mostra a Dyonysus Park. Il ritorno in grande stile è invece in Burial at Sea, il DLC che continua la storia di Bioshock: Inifite. Nel primo episodio lo ritroviamo come esponente dell’allora viva corrente artistica di Rapture. Booker ed Elizabeth, in questo contesto, lo incontrano intento a organizzare una rappresentazione in cui trovano posto le iconiche maschere da coniglio bianco che, nel primo Bioshock, andranno a caratterizzare le sue povere vittime.
Similmente a quanto accade in Bioshock 2, nel secondo episodio di Burial at Sea Cohen non è presente in forma fisica, ma la sua presenza è senz’altro riconoscibile. Si parla di lui nel cortometraggio Regardèrent et Furent Observés, nei poster della caffetteria della Preparatory Academy e nell’elenco delle grandi personalità di Rapture, alla voce “artista”. Piccola parentesi: in questo stesso elenco, il nome di Cohen appare tra quelli di Brigid Tenenbaum e Yi Suchong, legati allo studio dell’ADAM e alle iconiche sorelline.
Se l’utopia non è un luogo, ma sono le persone…
Nel secondo episodio di Burial at Sea Sander Cohen incrocia in maniera evidente il proprio cammino con quello di Elizabeth. Girovagando per Rapture, infatti, è possibile imbattersi nel poster di You Belong to Me, la nuova composizione di Cohen che è cantata proprio dall’eroina di Bioshock: Infinite. Nella linea narrativa del DLC, infatti, Elizabeth è stata scelta tra centinaia di candidati per lavorare affianco a Cohen. La canzone è un classico della musica degli anni ’50, essendo stata cantata anche da Patsy Cline e, nel gioco, da Courtnee Draper.
Va da sé che You Belong to Me è solo una delle note composizioni degli anni ’50 che è possibile ascoltare in tutta la saga di Bioshock: questa però, è la canzone che lega maggiormente Cohen ai personaggi principali della saga. A meno di non considerare il grande capolavoro del Maestro, una composizione che richiama subito alla mente le atmosfere trasognate del primo titolo della serie.
Da da da da da, presto! Presto!
Una delle grandi trovate del primo Bioshock è quella di presentare i personaggi in maniera teatrale: pensiamo, ad esempio, alla grande sequenza dove si incontra per la prima volta il Dottor Steinman, con i violini a esaltare la follia di questa figura intenta a inseguire un’ideale di bellezza impossibile. D’altra parte, tutti i personaggi incontrati nel gioco si trovano a Rapture proprio a causa della loro personalità strabordante, che li ha portati a vivere nelle profondità marine pur di esprimere se stessi nella maniera più opportuna. Incontriamo per la prima volta Sander Cohen nell’area di Fort Frolic, intento a rimproverare il povero discepolo Kyle Fitzpatrick per la sua esecuzione errata al pianoforte del capolavoro del maestro, che nel gioco viene chiamato Cohen’s Scherzo 7. È questa la musica che richiama subito alla mente il personaggio di Cohen e, di rimando, tutte le atmosfere di Bioshock.
L’iconica composizione verrà riproposta altre volte, e in varie forme, nel corso non solo del primo Bioshock ma anche in Bioshock 2 e Burial at Sea, a testimonianza della sua importanza a Rapture. Nella realtà, il capolavoro di Cohen è stato composto da Gary Schyman, il quale ha creato il brano pur non sapendo in che occasione sarebbe stato utilizzato nel gioco. La struttura della composizione ricorda, secondo quanto si legge sulla wiki ufficiale di Bioshock, alcune sequenze dell’Etude Opus 8 numero 7 di Alexander Scriabin: al di là delle somiglianze apprezzabili dagli appassionati di musica classica, il brano riesce a trasmettere quel senso di creatività disordinata e, specie nella parte finale, di lucidità che pian piano cede il passo a un senso di distacco dal mondo.
Il sottoscritto, da pianista amatoriale, ha provato più volte ad approcciarsi al capolavoro di Cohen, senza riuscire a cavarne niente di decente: il pezzo, tutt’altro che banale, costituisce una bella sfida, che i più bravi al piano possono raccogliere collegandosi semplicemente a questo link del sito ufficiale di Gary Schyman. Tra scambi veloci di terzine, sestine e ottine, cambi di ritmo e alterazioni in chiave, c’è davvero da divertirsi.
Lo scherzo di Cohen, da suonare addirittura con un tempo “Andante con fuoco”, costituisce uno dei simboli di Rapture, uno di quei dettagli che rende la saga di Bioshock qualcosa di più di una semplice serie di sparatutto in prima persona. Tra le note della difficile composizione di Gary Schyman sono ben udibili tutti i sentimenti che corrodono l’animo degli abitanti della città di Andrew Ryan. Una bellissima utopia che non manca, ogni volta, di emozionare e affascinare.
Voto Recensione di Bioshock e il capolavoro di Sander Cohen | il Dettaglio - Recensione
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