Amnesia: Rebirth | Video Recensione - Un nuovo orrore cosmico
Amnesia: Rebirth è la rinascita di una serie che trova nuova linfa e una nuova maturità per lo storytelling. Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Frictional Games
- Piattaforme: PC , PS4
- Generi: Survival Horror
- Data di uscita: 20 ottobre 2020
Amnesia: Rebirth non è solo la rinascita di una tra le più importanti serie del panorama horror indipendente, ma anche la chiara dimostrazione che Frictional Games, dopo quella brillante perla di fantascienza d'anticipazione chiamata SOMA, si è evoluta al punto da aprire una nuova stagione per lo storytelling all'interno del genere.
Sebbene non manchino diversi rimandi all'intramontabile Amnesia: The Dark Descent, con questo nuovo capitolo l'intenzione è quella di mettere in scena temi molto più delicati e complessi da trattare, presentando al pubblico un dramma personale che va ben al di là dei topoi tipici del genere. Amnesia: Rebirth racconta dell'allucinante calvario di una donna devastata dalla perdita, convogliando il senso del dolore straziante e irreparabile tramite un racconto incentrato sulla resilienza umana e sul feroce attaccamento alla vita.
Amnesia: Rebirth, la storia
Amnesia: Rebirth si apre subito con un evento catastrofico: durante una spedizione in Algeria, un disastroso incidente aereo squassa la quiete del gruppo e divide di fatto la protagonista Tasi Trianon dal suo compagno di una vita. Dopo lo schianto, Tasi si risveglia nel velivolo e non trova più nessuno al suo interno; si avvia cempennante verso l'uscita, scoprendo suo malgrado che di fronte a lei si estende solo il deserto sferzato da un'insostenibile calura, punteggiato da ciò che resta degli effetti personali dei passeggeri.
Stordita, incredula e determinata a scoprire cosa ne è stato della spedizione, s'incammina verso una zona d'ombra che la conduce a una misteriosa grotta segnata da strani idoli di pietra attorniati da deliranti frasi e testi che non preannunciano nulla di confortante, testimoni silenti di una sciagura che di lì a breve segnerà un'avventura a cavallo tra il surreale e l'onirico.
In pochi minuti Amnesia: Rebirth si apre a qualcosa di ben diverso da ciò a cui ci ha abituati la serie, mettendo in risalto non solo l'orrore sempiterno e ineffabile che si annida nei più reconditi recessi della mente umana, ma anche divinità sfuggenti e ultraterrene che dalle loro alcove interdimensionali governano i destini segreti dell'umana stirpe.
Ecco dunque che in Amnesia: Rebirth v'imbatterete sia negli antri asfittici immersi nel buio – che oggi come allora vi ridurranno a un cumulo di nervi tremanti – sia in aree al di fuori della nostra percezione, con architetture aliene e meccanismi impossibili che sembrano plasmati da un'intelligenza superiore.
Il modo in cui viene gestita quest'alternanza è delegato ai salti dimensionali, e in particolare a un oggetto di cui già il protagonista di Amnesia: The Dark Descent in qualche modo faceva menzione.
Ciò non significa che Amnesia: Rebirth ceda il passo a divagazioni tali da configurarsi come degli elementi di rottura nella serie, tutt'altro: c'è una continuità strisciante che amplia di gran lunga lo spettro narrativo, punteggiando il mondo di gioco di dettagli che lasciano spazio a una impressionante sequela di approfondimenti di grande rilievo e tante, tante interpretazioni.
A tal proposito, il modo in cui gli sviluppatori hanno raccontato la vicenda non esclude affatto diverse chiavi di lettura. In poco più di dieci ore arriverete ai titoli di coda, ma il doppio finale può senza dubbio darvi una pienezza conoscitiva superiore, offrendo elementi importanti per capire con cognizione di causa dove Frictional Games vuole davvero andare a parare.
Come già lasciato intuire, Amnesia: Rebirth fa molto più di ciò che solitamente fa un horror indipendente. Oltre a immergervi in un'ambientazione inedita, portandovi nel deserto d'Algeria e approfondendo degli eventi storici legati al saccheggio e alle prepotenze di cui i legionari francesi si macchiarono nel Nord Africa, distruggendo gli equilibri e la quiete dei popoli autoctoni, tocca temi legati agli equilibri precari della psiche violata dai traumi.
Tasi Trianon, nel corso dell'avventura, rivive gli eventi scatenanti che l'hanno ridotta a un'anima in pena che ha perso tutti i punti di riferimento. Costruisce appigli immaginari per resistere, attraversa col pensiero le tappe di una vita segnata dal dolore, urla internamente mentre si avvinghia alla possibilità di sopravvivere e trova un equilibrio nella follia che l'attraversa.
Amnesia: Rebirth va interiorizzato, capito, approfondito col pensiero vivace di chi sa rimuginare davvero su ciò che ha vissuto; e solo così fiorisce delle virtù che porta con sé, raccontando il mondo interiore di chi non si è lasciato ancora sconfiggere dalla vita e le conseguenze di misteri insondabili che si agitano nell'altrove.
Gameplay
Amnesia: Rebirth mantiene con decisione i suoi punti di forza e ancora una volta vi conduce in aree da scandagliare con circospezione mentre si rimane lontani dal buio. Ritornano il panico e la distorsione delle innate abilità percettive e sensoriali quando ci si perde nella densità del nero assoluto che ospita deliri e silhouette informi, e ritornano anche le fonti di luce che rischiarano le aree e offrono precarie sicurezze. Troverete e userete pertanto dei fiammiferi utili ad accendere candele e torce fissate alle pareti, ma anche una lampada a olio da usare con grande parsimonia.
Forse Amnesia: Rebirth ha smesso di essere quell'esperienza di gioco che soleva essere The Dark Descent, con le sue tensioni al limite e i suoi momenti in cui si faticava ad avanzare; eppure il passaggio a una nuova maturità non ci è affatto dispiaciuto. In Amnesia: Rebirth ci sono ancora momenti di grande terrore, ma la predominanza di una rinnovata conduzione di gioco si è fatta sicuramente più evidente.
Il nuovo capitolo della serie è adesso molto più predisposto ad abbracciare parecchio puzzle solving, disseminando le diverse aree con enigmi ambientali basati sulla fisica e altri che stimolano il pensiero laterale. Gli esempi migliori li abbiamo visti nelle zone aliene, dove non risultava così immediato comprendere il funzionamento di certe macchine avveniristiche e le modalità di attivazione di sblocco di determinate funzioni misteriose e governate da simboli astrusi, giochi di luce, pantagruelici totem da far ruotare e schemi di lettura da interpretare.
Niente di troppo complesso, sia chiaro, ma è bene segnalare che nella progressione si sono intrufolati (con discreto successo) tutta una serie di meccaniche che per la saga risultano essere inedite. E bisogna dire che funzionano davvero alla grande, non rivelandosi mai proibitive, frustranti o anti-intuitive; al contrario, riteniamo che possano essere stimolanti anche durante delle fasi miste che prevedono la risoluzione dei puzzle e quelle di fuga, sebbene quest'ultime siano apparse poco ficcanti e un po' arretrate rispetto agli standard moderni.
Tecnicamente Amnesia: Rebirth è sostanzialmente rimasto allo stesso livello di SOMA, con cui condivide il medesimo motore grafico. Non ci sono stati miglioramenti degni di nota, e a più riprese si nota una modellazione degli ambienti piuttosto basilare, soprattutto quando si avanza tra i budelli stretti di grotte e insenature naturali.
Discorso diverso invece per i palazzi principali in cui il giocatore verrà spinto: tra torrioni abbandonati, case e vecchie strutture che ospitano al loro interno antiche armi da guerra e i resti di battaglie perdute nel tempo, abbiamo sempre testimoniato una caratterizzazione degli ambienti davvero degna di nota, senza singulti e con una chiarezza d'intenti cristallina, capace di abbinare accurate ricostruzioni storiche a interpretazioni mai troppo fantasiose.
Ma è nei presidi extraterrestri che Frictional ha dato il meglio di sé, dipingendo interni dalle fisionomie inquietanti e ambienti esterni dove in lontananza si nota sempre qualcosa che si pone a distanza siderale dalla comprensione e dai sensi, come dei nuovi orrori cosmici che trovano la loro ragion d'essere nelle cieche credenze extra-religiose di un popolo a cui è rimasto solo l'attaccamento a dei ritorti squilibri, per tramandare la decadenza delle bieche ideologie da cui sono stati traviati.
Se volete immergervi tra gli orrori di Amnesia: Rebirth, vi consigliamo di acquistare delle cuffie da gaming in grado di isolarvi e garantirvi la migliore esperienza di gioco possibile: le trovate a questo link.
Voto Recensione di Amnesia: Rebirth - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Nuova maturità nello storytelling, con temi più adulti e delicati
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Il nucleo non è cambiato
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Molto più basato su un puzzle solving stimolante
Contro
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Tecnicamente non si notano grandi migliorie rispetto a Soma
-
Perde un po' del suo tipico terrore, ma guadagna in tutto il resto
Commento
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