Torna anche questa settimana Zona Revival, la rubrica che ha come obiettivo quello di fornirvi una retrospettiva su quelle che per noi sono state alcune delle tappe fondamentali della storia del videogioco moderno. Così se nei primi episodi abbiamo trattato Sonic the Hedgehog e Mortal Kombat, oggi andiamo a vedere cosa il 1993 ha offerto di innovativo al mondo videoludico.
L’anno del gallo
Il 1993 forse non è nel complesso ricco di eventi memorabili come i due anni precedenti, ma anch’esso ha saputo offrire qualche avvenimento decisamente rilevante. Bill Clinton si insediò alla Casa Bianca come quarantaduesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, Jiang Zemin divenne Presidente della Repubblica Popolare Cinese, venne inaugurato il Museo Olimpico a Losanna in Svizzera, Toni Morrison (Chloe Anthony Wofford) divenne la prima scrittrice di colore a vincere il Premio Nobel per la letteratura e Federico Fellini ritirò il Premio Oscar alla carriera.
Di contro il 1993 fu un anno estremamente denso di titoli importanti per il mondo videludico, da Maniac Mansion a Secret of Mana, passando per Virtua Fighter e Doom. Sebbene quest’ultimo sia probabilmente considerato la più grande uscita dell’anno, in molti si dimenticano di un titolo che all’epoca sconvolse il pubblico per le sue caratteristiche, il suo enigmatico mistero e la sua narrativa silenziosa; un titolo che in un mercato dominato dall’interattività decise di spostare la lente d’ingrandimento sull’esplorazione: Myst.
Innovazione silenziosa
Al giorno d’oggi, siamo tutti abituati a vedere giochi cosiddetti “story-driven” ovvero tutti quei giochi in cui la narrativa e la trama fanno da colonna portante del titolo, risultando più importanti del gameplay stesso. In questi giochi il fruitore è spesso spinto a concentrarsi principalmente sulla storia, in un incedere scandito dalla voglia di proseguire alla scoperta delle vicende retrostanti il titolo in questione. All’epoca in cui uscì Myst invece, il mondo videoludico era principalmente pervaso da giochi in cui l’interazione del giocatore era molto più importante rispetto alla mera esplorazione. Con l’eccezione di alcune avventure grafiche, Myst risultava quasi un gioco fuori dal tempo e dallo spazio, con la sua grafica estremamente dettagliata e quell’alone di mistero che permeava ogni sua schermata.
I fratelli Miller, fondatori della Cyan Inc. (Cyan Worlds), crearono quindi una narrativa silenziosa che il giocatore poteva scoprire solamente esplorando le ambientazioni e interagendo in maniera estremamente limitata solo per esaminare oggetti, indicare il luogo in cui spostarsi e risolvere puzzle ove richiesto: il tutto con sempre e solo un click. Limitando l’interazione degli utenti, gli sviluppatori non solo poterono concentrarsi sulla componente esplorativa, ma poterono incanalare tutti i loro sforzi nella grafica e nel suono in modo da offrire un prodotto estremamente immersivo e ispirato. Tutto ciò fu poi contornato da alcune scelte di spessore, quali l’assenza di inventario e la mancanza di un’interfaccia così come la intendiamo oggi, proprio per dare l’impressione di un maggiore realismo. Per via di queste caratteristiche, in molti avevano l’impressione di assistere a un prodotto del futuro: un oggetto di inestimabile valore ritrovato in una capsula del tempo o, come più adatto a Myst, un libro dalle capacità mistiche in grado di portare il lettore in un’altra dimensione. Di grande pregio fu anche la colonna sonora del titolo: non solo la massiccia presenza di brani originali, ma soprattutto la qualità degli effetti ambientali che esaltò ogni immagine a schermo.
Siediti, ti racconterò una storia
Myst, vi mette nei panni dello Straniero (così viene chiamato il giocatore all’interno del titolo) che in alcune misteriose circostanze è entrato in possesso di un libro chiamato: Myst. All’interno del tomo, il giocatore noterà una strana immagine in movimento che una volta toccata trasporterà lo Straniero all’interno dell’immagine stessa. Impossibilitato nel ritornare indietro, al giocatore non rimarrà altra scelta che trovare una via di fuga esplorando la misteriosa isola sui cui si ritrova. Tra ingranaggi misteriosi, libri colorati e personaggi dal passato oscuro, il giocatore si troverà a vivere una storia magica che trae ispirazione da capolavori come “L’isola misteriosa” di Jules Verne. E proprio gli elementi fondamentali della letteratura fantascientifica si intravedono nei meravigliosi panorami che Myst offre, ancor più che tra le righe della sua trama. L’esplorazione dell’ignoto, la scoperta del mistero sono elementi centrali della narrativa del titolo che non manca di colpi di scena. Sorprendere e stupire il giocatore non sarà un evento occasionale, ma lo scopo trainante di tutta l’opera.
Myst è stata una perla di incommensurabile valore, un seme importante che negli anni ha saputo far germogliare titoli dalla spiccata componente narrativa. Il gioiello dei fratelli Miller è l’esempio di come una solida trama può essere davvero la chiave di volta per il successo. Navigare tra i panorami di quello slide show pittoresco è stato un viaggio superbo alla scoperta di una terra mistica dal fascino puramente romantico.