La serie Yakuza ha recentemente riscosso un insolito successo in occidente grazie all’arrivo su PlayStation 4 di Yakuza Zero e di Kiwami, remake del primo capitolo, ma non è sempre stato così. Anzi, per un intero decennio la serie è stata tra le meno apprezzate fuori dalla terra del Sol Levante dove è attualmente arrivata al sesto capitolo canonico attraverso tre generazioni videoludiche. In questo episodio di Why Not Famous cercheremo di analizzare il perché di questa inversione di tendenza.
SEGA pubblicò il primo Yakuza anche in occidente nel 2006 su PlayStation 2, credendo nel progetto a tal punto da localizzare i sottotitoli in diverse lingue, compreso l’italiano, ma in molti ricordano che l’accoglienza fu tutt’altro che positiva. Due anni più tardi, infatti, anche Yakuza 2 fece il suo arrivo in Europa e Nord America, ma stavolta con la sola localizzazione inglese, fattore che ha reso, soprattutto in Italia, la serie ideata da Toshiiro Nagoshi uno dei prodotti più di nicchia del suo genere. Ma qual è il genere in cui classificare Yakuza? Forse il problema del suo iniziale insuccesso sta proprio nella risposta a questa domanda, visto che per molti anni i vari Yakuza sono stati accostati alla serie GTA di Rockstar, tra le più famose e vendute di sempre in occidente, al cui confronto sembravano offrire molta meno libertà d’azione. Questo per un motivo molto semplice: la serie Yakuza è molto più un action adventure story driven con elementi da picchiaduro e sandbox che non un action-tps open world come GTA.
Vien da sè che se persino la critica si approcciava alla valutazione di questo giochi con gli stessi parametri con cui si valutava GTA e gli utenti non avrebbero potuto fare diversamente. L’assenza degli scontri a fuoco e la presenza invece delle arti marziali e delle risse da strada, insieme a tanti altri elementi squisitamente nipponici come i minigiochi quali sale arcade e karaoke, hanno contribuito a dare alla serie Yakuza un’aura da titolo “troppo giapponese” per i nostri gusti, tant’è che molti capitoli spin-off ambientati in altre epoche storiche quali Yakuza Ishin e Yakuza Kenzan non sono proprio mai arrivati oltreoceano. C’è che da ammetere che la serie offre molto di più, ed è per questo che in patria è stato così tanto acclamato per aver saputo combinare un gameplay innovativo insieme a una storia di stampo cinematografico ispirata alla malavita nipponica. Famitsū ha sempre premiato la serie con voti altissimi che oscillano tra 37/40 e 38/40 fino al perfect score raggiunto da Yakuza 5 nel 2012. In occidente invece i giudizi Metacritic oscillano dal 75/100 del primo capitolo all’83/100 di Yakuza 5.
Il punto forte della serie è senz’altro la sua narrazione, cui il gameplay di stampo action ben si presta, incentrata sulle vicende di Kazuma Kiryu del Tojo Clan, un antieroe che si troverà sempre coinvolto nelle vicende della Yakuza pur essendo in realtà alla ricerca di una vita differente. Le sceneggiature messe in piedi per i titoli sono di altissimo livello e pathos, presentano uno spaccato del Giappone più crudo e violento di quanto si veda in altri videogiochi e al tempo stesso raccontano una storia estremamente umana, intima, fatta di affetti, amore, amicizia, compassione, ma anche tradimenti, odio e vendetta. L’inversione di tendenza che ha portato la serie alla ribalta anche in occidente si è avuta con l’uscita di Yakuza Zero, prequel che affronta le origini di Kazuma mentre cerca di riscattare se stesso muovendo i primi passi nella Yakuza, e quelle di un altro personaggio fondamentale della serie, il folle Goro Majima, in un doppio binario narrativo che rappresenta una delle migliori trame mai viste finora nella serie. Inizia tutto tra le notti illuminate dalle insegne al neon di Tokyo e Osaka nel 1988 e, con quest’atmosfera SEGA, è stata in grado di confezionare un’esperienza perfetta sia per i fan della serie che per i neofiti che hanno ora un nuovo punto d’inizio per avvicinarsi alla serie.
Il successo del prequel ha spinto la società a portare in occidente più in fretta anche Yakuza Kiwami, remake del primo capitolo che ha ovviamente venduto piuttosto bene, e ad ufficializzare l’arrivo di Yakuza 2 Kiwami, previsto il 7 dicembre in Giappone, nei primi mesi del 2018 anche in occidente. In attesa di scoprire se il terzo, il quarto e il quinto capitolo, originariamente usciti per PlayStation 3, subiranno la medesima sorte o verranno semplicemente rimasterizzati, la storia di Kazuma si concluderà anche per noi il prossimo 20 marzo con l’arrivo di Yakuza 6: The Song of Life.
Forse i gusti dei giocatori sono cambiati negli ultimi dieci anni, rendendoli più aperti anche a qualcosa di nuovo e diverso rispetto agli schemi già noti. Forse sono cambiati i giocatori stessi, fatto sta che la serie Yakuza, prima sconosciuta ai più, rappresenta ora uno degli appuntamenti più attesi dell’anno per moltissimi videogiocatori ed è diventata una delle esclusive di maggior spessore su cui il parco titoli PlayStation 4 può contare anche fuori dal Giappone.