Why (not) Famous - Final Fantasy IX

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a cura di Parzival

Dei tre capitoli canonici di Final Fantasy usciti per l’originale PlayStation, Final Fantasy IX è stato senz’altro quello che ha generato meno clamore, ma di recente in tanti hanno rivalutato l’enorme potenziale del titolo tanto che Square lo ha reso disponibile sia su Steam che, più di recente, anche per PlayStation 4. Con la rubrica Why (Not) Famous andiamo ad analizzare i motivi che portarono a questa accoglienza atipica per una serie che aveva appena partorito due titoli come Final Fantasy VII e VIII.
Final Fantasy VII segnò un momento fondamentale per l’evoluzione dei videogiochi, rappresentando il primo capitolo della serie completamente in 3D, che tra l’altro siglò il rapporto di esclusività su console Sony della saga di Square che durerà per ben due generazioni. Oltre alle tante innovazioni tecniche il titolo introdusse personaggi diventati vere e proprie icone generazionali come Cloud, Vincent Valentine e lo spietato Sephirot. Non c’è da stupirsi che in tanti lo ricordino come il miglior capitolo della saga e attendano con trepidazione l’uscita del remake annunciato ormai due anni fa. Anche Final Fantasy VIII non fu da meno, osando forse un po’ troppo nel voler creare una grafica realistica che sebbene venne apprezzata nel 1999, oggi non mantiene per ovvi motivi lo stesso appeal. Le meccaniche del gioco dividono ancora oggi moltissimi fan tra chi lo odia e chi lo ama, ma è innegabile che anche le vicende di Squall, Rinoa e Seifer siano saldamente ancorate alla nave dei grandi successi della prima PlayStation. Poi nel 2000 arrivò Final Fantasy IX, che abbandonava lo stile dell’ottavo capitolo e le ambientazioni moderne e steampunk che avevano caratterizzato anche il settimo, abbracciando una cornice fantasy più classica e uno stile artistico deformed estremamente colorato e favolistico. Tra riferimenti e tributi ai vecchi capitoli della saga, la storia di Gidan, della principessa Garnet, del buffo cavaliere Steiner e dell’amabile mago nero Vivi, riscosse ottimi giudizi da parte della critica e vanta tutt’ora un Metacritic di 94/100 e un punteggio di 92,72% su Game Rankings. Eppure in quel momento non è stato apprezzato dai giocatori come i due titoli che lo precedettero, per ragioni attribuibili più al periodo in cui il gioco ha visto la luce che non al gioco in sé, che aveva davvero ben poche mancanze.
Molti giocatori non apprezzarono il ritorno a uno stile più classico e fantasy della serie, scartando a priori il nono capitolo dalla loro wishlist. Questo però non soltanto a causa dello stile di Final Fantasy VII e VIII, ma soprattutto perché tra marzo e novembre di quello stesso 2000 stava arrivando in Giappone, Nord America ed Europa la tanto attesa PlayStation 2 che nell’anno successivo avrebbe regalato ai giocatori Final Fantasy X, uno dei capitoli più iconici e apprezzati, che segnò una notevole evoluzione tecnica rispetto ai suoi tre predecessori e per cui Square aveva ben pensato di iniziarne la promozione con largo anticipo, tanto che molti acquirenti di Final Fantasy IX si ritrovarono all’interno della confezione anche un disco demo che mostrava le potenzialità dell’attesissimo decimo capitolo per PlayStation 2. 

Vittima, dunque, di un contesto poco fortunato, Final Fantasy IX rimase schiacchiato tra il successo dei suoi predecessori e quello del suo illustre successore, in un periodo in cui usciva letteralmente un capitolo della saga ogni anno. Nonostante la sua sorte non sia stata delle migliori, tra i tre capitoli per la prima PlayStation rimane oggi quello più piacevole da giocare o rigiocare proprio per il suo particolare stile artistico che è invecchiato dignitosamente. Se siete tra i tanti a non averlo giocato, vi consigliamo di dare un’occhiata alla recensione appena pubblicata in occasione dell’uscita su PlayStation 4 del titolo così potrete farvi un’idea del perché valga la pena recuperarlo.

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