Why (not) Famous - Fahrenheit

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a cura di Parzival

Bentornati a questo primo appuntamento del 2018 con Why (not) Famous, dove parleremo del secondo gioco, ai più sconosciuto, sviluppato dai francesi di Quantic Dream prima di spopolare con l’esclusiva PlayStation 3 Heavy Rain, ovvero Fahrenheit.

Secondo in quanto la prima opera della software house di David Cage è quel Omikron: The Nomad Soul uscito a cavallo tra il 1999 e il 2000 per PC e SEGA Dreamcast, noto per la presenza di un NPC doppiato da David Bowie, che ne condivideva anche le fattezze nel gioco. Nel 2005 però arrivò sugli scaffali dei negozi per PC, Xbox e PlayStation 2 questo emblematico Farenheit, titolo che poneva già le basi per la formula di gameplay che avrebbe reso famosi Heavy Rain e Beyond: Two Souls e che vedrà la sua massima espressione con Detroit: Become Human.

Formula che si declina in un’esperienza fortemente narrativa e caratterizzata dall’alternanza di fasi d’esplorazione e di azione, legate a quick time event. Non si tratta però di una versione più elaborata delle moderne avventure grafiche stile Telltale Games, perché la libertà d’azione e soprattutto la difficoltà nel comprendere cosa fare o cosa non fare è tutta nelle vostre mani. In Fahrenheit il giocatore controlla alternatamente tre personaggi e si troverà davanti a tre finali alternativi che varieranno in base alle scelte compiute durante il gioco.

L’evoluzione di un genere

Una dinamica che sembra quasi scontata oggi, ma che all’epoca non lo era affatto ed è da qui che parte il marchio di fabbrica di Quantic Dream. Anche la storia del gioco è decisamente ben scritta e ci porta a New York nel gennaio 2009. Lucas Kane, risvegliatosi ex abrupto nei bagni di un diner, scopre di aver appena ucciso un uomo. Tenta di fuggire, ma gli ispettori di polizia Carla Valenti e Tyler Miles si mettono presto sulle sue tracce e il giocatore sarà chiamato a impersonare l’uno e gli altri rispettivamente per scappare e catturare il fuggitivo. Sullo sfondo di quello che potrebbe sembrare un normale thriller poliziesco si cela però il mistero di un’antica profezia Maya che si inerpicherà sullo sfondo di una New York innevata per colpa di un’ondata di freddo artico.

Tanti premi, poco interesse

Tutto questo venne confezionato in una veste grafica di ottimo livello ma soprattutto attraverso una super colonna sonora che poteva vantare diversi brani su licenza e altri orchestrali scritti da Angelo Badalamenti, che ha più volte collaborato anche con l’eclettico David Lynch per cui ha composto, tra le altre, l’intera colonna sonora della serie cult Twin Peaks. Anche per questo suo approccio sperimentale e cinematografico, il titolo ha ricevuto diversi premi al netto di una media voti piuttosto tiepida, e ha venduto in totale 700.000 unità in tutto il mondo. Probabilmente è solo arrivato nel momento sbagliato, visto il successo riscontrato poi dalle altre opere di Cage e soci.

Ad ogni modo, se non avete ancora mai giocato Fahrenheit e siete curiosi di provarlo, tra il 2015 e il 2016 è stata pubblicata un’edizione rimasterizzata dal titolo “Fahrenheit: Indigo Prophecy Remastered” attualmente disponibile su PlayStation 4, PC Windows e Mac e anche su dispositivi mobile iOS e Android.

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