Vite in Gioco

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a cura di Phoenix

Eternal Sonata è un sogno, per il suo protagonista e per il videogiocatore che, con passione, viene catapultato in un mondo che all’apparenza non può essere preso sul serio, ma che, in realtà si rivela estremamente profondo e quantomai “reale”. Pitturato con i colori tipici dei quadri surrealisti, Eternal Sonata ci narra la storia di un sogno; l’ultimo sogno del famoso musicista Fryderyk Fraciszek Chopin, prossimo alla dipartita, e, soprattutto, pronto a riflettere sul significato della propria esistenza. Uno strano sogno, quello di Chopin, un sogno particolare, un sogno in cui il sognatore è cosciente di trovarsi in un sogno. Eppure, il procedere dell’avventura fa vacillare, nel protagonista, questa sua convinzione; e dinanzi agli occhi attenti del videogiocatore, si manifesta, in una paradossale e surreale chiarezza, la verità del fatto che, in fin dei conti, un sogno è davvero qualcosa di estremamente reale, almeno finché viene vissuto. La riflessione che Eternal Sonata propone, delicatamente, al videogiocatore, si estende, tuttavia, molto al di là della semplice natura del sogno; come un quadro che, da diverse angolazioni, mostra significati differenti, Eternal Sonata si presta a diverse interpretazioni, e, soprattutto, a diverse riflessioni importanti sull’essenza e sulla natura nel nostro mondo reale, un mondo di cui è sempre complesso avere una visione oggettiva, essenziale, universale. Chopin e i suoi compagni cercano di dare una risposta, cercano di trasmettere una visione generale delle cose propriamente umane. Il sogno che il videogiocatore è chiamato a vivere è davvero emozionante e profondo, poiché, alla fine, quando il video si spegne e si guarda fuori dalla finestra, è proprio il nostro mondo che, a conti fatti, sembra piuttosto strano e profondamente incomprensibile, quasi come se, alla fine di tutto, si fosse destinati, irrimediabilmente, a svegliarsi.
Un viaggio in musica
L’avventura narrata in Eternal Sonata, al di là del suo romantico aspetto, è piuttosto seria e ricca di sfaccettature che stimolano, il videogiocatore attento e maturo, a trattenere in sé quelle semplici ma delicate riflessioni che i protagonisti del titolo offrono in modo decisamente consapevole. Quello di Chopin è un viaggio che mette a nudo, attraverso i dialoghi e la trama, la quasi totalità dei terribili classicismi della nostra società; una società che, a discapito delle chiare riflessioni di Thomas Hobbes, non sembra mai riuscire ad uscire, in modo consapevole e razionale, dal violento e crudo “Stato di Natura“. Forse, la figura più riuscita di questo critico “ritratto musicale” del nostro mondo è proprio quella del Conte Valzer, quel Conte Valzer versione PS3, il Conte Valzer che desidera, fino alla follia, lasciare un segno nel mondo; non una classica figura del tiranno senza scrupoli e assetato di potere, bensì una figura ben più profonda. L’ossessione di garantire per sé l’immortalità trasforma il banale tiranno in un personaggio assolutamente singolare, interessante, profondo, ma, soprattutto, incredibilmente umano. Forse, non è sbagliato dire che il Conte Valzer è il surrogato reale, e al contempo onirico, dell’unico futuro che si presenta al nostro protagonista; già, perché Chopin, ormai prossimo alla morte, sembra creare in Valzer il suo desiderio di travalicare i confini della mortalità, conscio che, grazie alla sua musica, egli sarà ricordato per sempre, e il suo nome continuerà a suonare per sempre all’interno delle sue note.
Il Conte, in sostanza, è un desiderio, un desiderio essenzialmente umano, e, probabilmente, non è sbagliato definirlo come uno dei tanti, impossibili, “volti onirici” del nostro protagonista.
Un sogno chiamato realtà
Il sincero criticismo di Eternal Sonata verso la reale società moderna si mostra, con chiarezza, sin dall’inizio, appena il videogiocatore è chiamato a percorrere i primi passi all’interno del mondo di gioco; un mondo che, in pieno stile dickensiano, nasconde la sua vera natura dietro una superficie di artificiose menzogne. Così, sin dalla città di Ritardando, si scopre che il mondo di gioco è in realtà ben più subdolo di ciò che ci si potesse aspettare. Una città apparentemente normale, nasconde, in realtà, un sentimento individualista ed egoista profondamente radicato, un sostrato in cui i più semplici valori morali sono persi, derisi, abbandonati. In una veste artistica, come l’ultima creazione di una mente brillante, i dialoghi del nostro protagonista con Allegretto e Beat, suoi compagni di viaggio, sottolineano spesso questo aspetto egoistico della società moderna. Eppure, va detto, le asserzioni critiche non sono mai ridondanti, esse riescono, con opportuna precisione, a cogliere la semplice essenza che si nasconde nell’individualismo moderno:
La mancanza di fiducia è una cosa normale. La società definisce idioti coloro che a causa della troppa fiducia perdono tutto
Il nostro mondo, tanto quanto l’universo di Eternal Sonata, non può accettare una cosa simile, non può stare semplicemente a guardare. Prendere coscienza dei mali del mondo moderno non significa odiarlo, non significa accettarlo; questo è un prerequisito essenziale che Eternal Sonata riesce a sottolineare in più punti, e in molti dialoghi. Non ci troviamo dinanzi la classica visione pessimistica dell’uomo e del mondo, anzi, Eternal Sonata consegna al videogiocatore un messaggio di speranza, un invito a continuare a credere nei valori, nella vita e, soprattutto, nella giustizia.
Persino il tema difficile della guerra è trattato, brillantemente, con grande delicatezza e poesia. Il viaggio di Chopin sembra chiedere: Esiste il giusto? È possibile scoprire quale sia la vera giustizia? Perchè gli ideali, in guerra, si trasformano, si ribaltano, si rafforzano. E il messaggio che Eternal Sonata consegna al videogiocatore è maturo, consapevole, quasi assurdo. Una risposta a questi quesiti non esiste, e, forse, non esisterà mai; eppure, come ricorda Allegretto, “non si può rimanere fermi e accettare questo destino di morte. Devi combattere e resistere.”  
Innocenza rubata
L’avventura di Chopin, a tratti, solleva un certo senso di malinconia, e, nonostante siano passati sei anni dalla sua uscita, Eternal Sonata è ancora pienamente attuale, con i suoi messaggi di critica e di insofferenza sociale che non sono per nulla piegati dal tempo passato. Credo, ed è un’opinione assolutamente personale, che il vero potere del titolo dei ragazzi di Tri-Crescendo non risieda nelle risposte che riesce a dare, bensì nel modo in cui riesce a porre le domande. La pura innocenza delle frasi di Allegretto aiuta il nostro protagonista e, con lui, il videogiocatore, a riflettere sulle proprie esperienze. É un’antica dicotomia, quella tra innocenza ed esperienza, che Eternal Sonata riesce a proporre, al videogiocatore, in modo essenzialmente semplice e, nello stesso tempo, profondo.
Il nostro protagonista, Chopin, è in ogni dialogo, è in ogni frase e in ogni pensiero, poiché egli è il sognatore, il demiurgo di questo splendido, ma subdolo universo. La sua personalità, alla fine, è un’ideale fusione di tutti i personaggi del titolo, mentre il mondo creato non è nient’altro che una rappresentazione onirica della crudeltà morale, e individuale, del mondo reale che egli stesso ha vissuto, e che sta, inesorabilmente, per lasciare. Così, il messaggio finale si tinge di nuovi colori e di nuovi sapori, mentre l’amara e giusta critica lascia il suo posto, inevitabilmente, a quella che, in fin dei conti, definiamo “speranza“.

Chopin è un personaggio delicato, profondo, poetico. La sua avventura è un viaggio nella psiche della società di fine ottocento, ma non è difficile vedere come le cose, oggi, non siano cambiate più di tanto. All’interno di questo complesso scontro di personalità isolate, Eternal Sonata riesce a trasmettere un messaggio di speranza e di fiducia. Così, il titolo di Tri-Crescendo solleva dei quesiti importanti, e invita, con delicatezza e decisione, a pensare ciò che osserviamo e, cosa ancora più importante, ci insegna che non è poi così difficile imparare ad osservare ciò che pensiamo.

“Ogni difficoltà su cui si sorvola diviene un fantasma che turberà i nostri sogni” (F. F. Chopin)

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