È proprio vero, il passato ritorna. Era il 29 aprile 2008 quando, su PS3 e Xbox 360, sbarcava, letteralmente, Niko Bellic, protagonista dell’attesissimo GTA IV. Niko è un uomo di circa trent’anni, veterano della guerra in Kosovo e deciso a lasciarsi la sua vecchia vita alle spalle. Con questa intenzione, con questa speranza, egli si imbarca sulla nave mercantile Platypus diretta a Liberty City. Così comincia la sua avventura, e, di riflesso, quella del videogiocatore. Le sue vicende, fatte di sparatorie e di fughe, di furti e rapine, di droga e omicidi, riescono comunque a far riflettere; con la freddezza della lucidità, il videogiocatore attento riesce a compiere delle riflessioni a partire da questo mondo crudo e violento, un mondo in cui non c’è spazio per speranza e cambiamento, un mondo che non si lascia sfuggire neppure un occasione per palesare, con la violenza delle azioni, quell’enorme distanza che separa, inesauribilmente, l’ideale dal reale.
Credo fermamente che, a questo punto, sia opportuno operare una precisazione; Niko Bellic permette delle riflessioni, ma senza esigerle, GTA IV consente, al videogiocatore attento, di elaborare un pensiero, ma senza suggerirlo e senza pretenderlo. E, forse, la bellezza, e la grandezza, di questi messaggi risiede proprio in questa essenza di libertà che viene emanata, come una leggera brezza di vento autunnale, sul viso del videogiocatore impegnato a seguire le difficili vicende di Niko Bellic. Già, perché probabilmente questa libertà, beneficio esclusivo del videogiocatore, è l’unica libertà rimasta viva all’interno delle dure strade della terribile, ma bellissima, Liberty City.
Il Sogno Americano
Niko Bellic sbarca a Liberty City deciso a cambiare vita, deciso a vivere quel sogno americano di cui tanto si parla. In fondo, per lui, Liberty City è la terra delle opportunità, una terra in cui un uomo può scegliere cosa essere, una terra in cui un uomo, detto in altre parole, può scegliere “di essere”. Questo è il vero obiettivo di Niko, un emigrato serbo tormentato dal suo passato, stanco di non poter scegliere, stanco di essere in balia delle avide mani del destino. Eppure, il destino che egli cerca disperatamente fuggire, sta per riservagli un’amara sorpresa; egli, sin dal suo arrivo a Liberty City, dovrà fare i conti con una tremenda e sconvolgente verità: il sogno americano è, purtroppo, solo un effimero sogno, una nebbia che avvolge le strade senza poterle toccare, senza poterle cambiare, né eliminare, bensì in grado solo di nasconderle. E sono proprio i sognatori come Niko che tengono vivo quel sogno, quel desiderio, quella speranza.
Il peso della realtà di Liberty City diventa, pian piano che si avanza nel gioco, sempre più schiacciante sugli ideali di Niko, i quali fanno sempre più fatica a rimanere vivi all’interno di una coscienza che resta delusa e angosciata da una realtà che non può disegnare a suo piacimento, una realtà che essa non può cambiare e, nello stesso tempo, neppure accettare. Una coscienza, quella di Niko, che in alcuni momenti addirittura sembra scomparire, persa in quell’abisso profondo che il destino ha minuziosamente scavato tra l’intenzione di essere qualcosa di diverso, e la cruda realtà di non poter essere nient’altro che se stessi. Così, il sogno americano si infrange contro le barriere reali, e sociali, di Liberty City, e Niko si ritrova catapultato in un mondo in cui la “scelta” è solo una vana parola scritta nella sua mente.
Un dubbio amletico
Niko Bellic non è il classico criminale senza scrupoli; la figura disegnata dai ragazzi di Rockstar ben si inserisce nel contesto sociale di Liberty City. In questa città, infatti, il problema morale rimane latente, chiuso nell’interiorità della coscienza, nell’impercettibile sottosuolo delle sue strade, e bloccato dalla reale assenza di un’azione libera dai vincoli dettati dalla società. Non è raro, infatti, che Niko sia costretto a compiere azioni che non vuole compiere, e le accetta perché, in realtà, non aveva alcuna possibilità di scelta. A Liberty City non c’è alcun “dubbio amletico”, nessuna possibilità di scelta tra l’essere e il non essere, ma questo, probabilmente, il videogiocatore già lo immaginava, mentre per Niko Bellic, invece, rappresenta una distruzione delle sue intenzioni, una distruzione del palesarsi di una coscienza pronta ad esprimere se stessa attraverso la scelta delle proprie azioni. Eppure, dobbiamo dirlo, in un universo antieroico e oggettivamente anti-educativo come quello di GTA non ci si poteva certo aspettare un tormento morale, né un protagonista attanagliato dai rimorsi; ma, al di là di questa ovvia considerazione, Niko Bellic riesce comunque a mantenere una sua precisa identità all’interno di questo caos. Anzi, in fin dei conti, possiamo osare una considerazione generale, ben più ampia; probabilmente, infatti, è proprio questo trionfo generale della necessità che impedisce al nostro protagonista di diventare, per il videogiocatore, un comune criminale di Liberty City. Proprio come un personaggio di orwelliana memoria, egli conserva il suo desiderio solo perché l’oggetto del suo desiderio gli è costantemente negato. L’impossibilità di scegliere permette di conservare il desiderio di scegliere, poiché ciò che è posseduto non è più desiderato. Il potere intrinseco di Liberty City, tuttavia, è quello di ingannare, è quello di salvare un desiderio cancellando, nello stesso tempo, il potere di realizzarlo.
Niko e John
Alla luce di tutte queste considerazioni, si può osservare una certa simmetria tra due storie; per certi versi, infatti, le vicende di Niko, così ricondotte, richiamano alla mente la tragica avventura di John Marston, altro personaggio nato dalla mente dei ragazzi di Rockstar. E, forse, non è un caso che Niko sia venuto prima di John; come una sorta di metempsicosi dello spirito che combatte se stesso, il desiderio di libertà di Niko si trasfigura nel desiderio di “redenzione” e di cambiamento di John.
Due eroi, una storia. Già, perché entrambi fuggono un passato che, continuamente, si ripresenta dinanzi ai loro occhi, rievocando vecchi fantasmi e vecchie azioni che non sarà mai possibile cancellare con un semplice colpo di spugna. Anche l’ideale di Niko, come la redenzione di John, è destinato a rimare nell’abisso interiore della coscienza.
Un’eroe, due storie. Perché gli spiragli che sembrano aprirsi nel selvaggio West, sono, a tratti, completamente annullati nell’opprimente microcosmo di Liberty City. Così, John e Niko si completano, si annullano, si compenetrano e si giustificano, pur rimanendo differenti, pur raccontando, ciascuno a suo modo, una storia di idee e di redenzione, fatta di sbagli e di ideali riplasmati, trasfigurati dall’uomo per adattarli ai propri scopi e ai propri desideri. Una fuga infinita dal proprio passato, un passato che, inevitabilmente, si fa più forte, e più vicino, quanto più ci si allontana esso. È proprio vero, il passato ritorna.
Niko Bellic è di sicuro un personaggio che riserva delle sorprese. Scrivere un articolo, a diversi anni dalla sua comparsa nel mondo videoludico, permette di osservare tutta la sua vicenda con maggiore lucidità e, soprattutto, con maggiore consapevolezza. La storia di Niko riesce a coinvolgere il videogiocatore, ed è praticamente impossibile astenersi dal tentativo, a volte inconsapevole, di penetrare verso il significato di queste vicende, che, a conti fatti, sono tutt’altro che banali, o semplici.
La consuetudine vuole che io termini queste considerazioni con una frase che le rievochi, racchiudendo in essa un senso generale che può essere ricondotto al personaggio in oggetto:
“L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene.” (Jean J. Rousseau)