Vite in Gioco

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a cura di Phoenix

Questa settimana la rubrica Vite in Gioco esce un po’ dai suoi schemi. Si spezza, in un certo senso, il costume di riflettere e analizzare figure serie, misteriose e, in un certo senso, decisamente adulte. Ciò che non viene meno, tuttavia, è la profondità e l’importanza, del personaggio in oggetto, all’interno nel mondo videoludico. La figura presa in oggetto questa settimana è la straripante figura del pirata, forse, più maldestro che si possa incontrare; si sta parlando, ovviamente, dell’indimenticabile Guybrush Ulysses Threepwood, protagonista della serie “Monkey Island” prodotta da LucasArts a partire dal lontano 1990. L’opera di LucasArts è ricca di ironia e di personaggi bizzarri, compreso il nostro protagonista, il quale inaspettatamente, e forse inconsapevolmente, si carica di risvolti oltremodo profondi e degni di riflessione. Monkey Island, infatti, mette in scena le vicende di Guybrush Threepwood, un simpatico ragazzo deciso a diventare il pirata più temibile del mar dei Caraibi.
Un pirata in cerca d’autore.
La storia di Guybrush Threepwood è una storia di ironia; una storia che non nasconde molteplici significati, bensì esalta e palesa il potere strutturale e innato dell’ironia. Guybrush vuole diventare un pirata, ma l’unica cosa che sa fare è trattenere il respiro per dieci minuti. Tutto ciò non è affatto comico, bensì ironico; poiché solo ciò che è ironico si palesa dinanzi allo spettatore, che in questo caso è anche videogiocatore, con chiarezza assoluta, senza la fatidica necessità di uno sforzo riflessivo.
Guybrush Threepwood non è un attore comico. Egli è un personaggio ironico; una differenza sostanziale tra chi interpreta una forma, un’essenza, e chi, invece, è realmente una forma. Il messaggio che Guybrush porta con sé è identico a quello che si racchiude, anche se in una diversa espressione, all’interno di “Sei personaggi in cerca d’autore”, opera del grande maestro Luigi Pirandello.
Guybrush è un vero personaggio; egli non interpreta nessuno, non nasconde nessun significato che vada al di là della sua stessa figura. Egli è come i “personaggi” di Pirandello: essenze reali della vita del teatro, realtà paradossali e autentiche di ciò che, al di là della sua stessa rappresentazione, non esiste. Guybrush è, per essenza, il paradosso della realtà di ciò che può essere solo rappresentato; un personaggio senza autore, una realtà senza realtà, Guybrush Threepwood è ironia…ironia senza comicità. Il nostro personaggio, come i personaggi di Pirandello, lascia dietro di sé un’ombra che può essere colta solo da chi assiste alle sue simpatiche e pittoresche avventure. Un’ombra che è fatta di sorrisi, di sonore risate e di sana incredulità, un’ombra lasciata da un personaggio che, a conti fatti, esiste senza esistere:
Un personaggio, signore, può sempre domandare ad un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre qualcuno. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere nessuno.” 
La serie Monkey Island è un teatro nel teatro; l’ironia di Guybrush è una catarsi platonica che offre, al videogiocatore, una versione surreale della propria realtà, una realtà che si svuota di tutto ciò che è triste e serio. Il videogiocatore assiste, con passione, ad uno spettacolo ironico e bizzarro, uno spettacolo in grado di purificare il suo animo, anche se per poco, dalle tristezze e dai pensieri che lo attanagliano; Guybrush è un personaggio su un palcoscenico senza sipario, e con forte ironia e spensieratezza ci ricorda il valore eminentemente estetico e conoscitivo di ogni forma d’arte che nasce allo scopo di intrattenere il suo pubblico.
In un mondo di pirati…e di scimmie a tre teste.
Guybrush Threepwood è protagonista nell’unico mondo in cui può davvero essere un protagonista. Un mondo che si adatta, continuamente e dinamicamente, al suo strambo desiderio di divenire un pirata. Guybrush è una “maschera”, una maschera in un universo di maschere, una maschera che si osserva, continuamente, anche nel nostro mondo reale; una maschera che trova la sua rappresentazione, ma che, alla fine, nasce e può divenire protagonista solo e soltanto nel suo mondo, quel mondo fatto di strani pirati, di riti voodoo e, soprattutto, di fantomatiche scimmie a tre teste. All’interno di Monkey Island, a dire il vero, si fa una certa fatica a comprende se sia nato prima il mondo o il suo protagonista; alle volte Guybrush sembra un tipico personaggio del mondo in cui vive, un prodotto del suo universo, altre volte, invece, sembra che sia quello straordinario mondo ad essere nato ad hoc per Guybrush Threepwood. Probabilmente, come accade spesso, la verità sta nel mezzo; forse, alla realtà dei fatti, è vero che Guybrush è espressione del suo mondo, tanto quanto è vero che il suo mondo è espressione di Guybrush. Eppure resta il fatto che all’interno del suo mondo, questo strambo pirata, diviene, a tutti gli effetti, una maschera pirandelliana straordinariamente riuscita.
La sua ironia, e la sua natura intrinseca di “personaggio”, rendono, la figura di Guybrush Treepwood, una figura inossidabile, intramontabile; una figura che resta sempre identica a se stessa anche nel mutare del tempo e delle condizioni esterne. L’unica cosa che cambia è l’occhio dell’osservatore che assiste allo spettacolo delle sue bizzarre avventure; ciò che cambia, con il passare del tempo, è il videogiocatore, il quale si arricchisce di esperienze, matura, cresce, ricorda e impara ad apprezzare alcune figure che all’apparenza sembrano averci abbandonato, ma che in realtà restano sempre lì, fisse, immobili, sempre pronte a raccontarci la stessa storia, una storia che, in fin dei conti, non ci si stanca mai di ascoltare.
Guybrush Threepwood è davvero un pirata? Questa forse è l’unica domanda che potrebbe dar luogo ad una riflessione seria e sincera sul fine ultimo di questa splendida figura; eppure, nel mondo del quale Guybrush fa parte, non è importante. Rispondere in modo serio e troppo riflessivo, tuttavia, sarebbe chiedere troppo ad un contesto che rifugge la serietà del nostro mondo. Il vero significato di Guybrush sta nella sua ironia, nella sua avventura e nel suo essere intramontabile, non nel suo avvenire, né nella sua meta. E mai come in questo caso si è giustificati ad ammettere: “Così è…se vi pare

La figura di Guybrush si incastra perfettamente all’interno della grande filosofia pirandelliana del teatro nel teatro. La magia della sua ironia sorprende, ed egli diviene indimenticabile, sempre attuale e moderno; al di là di ogni giudizio morale, questo personaggio diverte a prescindere da ogni epoca e luogo. Egli è un personaggio che con la sua letteraria e travolgente ironia distrugge ogni forma di realismo, ed evidenzia, con grande chiarezza, il valore euristico di ciò che definiamo “opera d’arte”.

“Nessun artista crede alla verità oggettiva, cioè reale in sé, del mondo che rappresenta. Ma si potrebbe dire che questa verità oggettiva, non solo per l’artista, non esiste per nessuno.” (Luigi Pirandello)

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