Il personaggio che questa settimana sarà oggetto della nostra rubrica, Vite in Gioco, rappresenta una vera e propria perla nascosta. Lo Strano Tizio è un enigmatico personaggio che si può incontrare all’interno dell’immenso free-roaming western di Rockstar, Red Dead Redemption. Il titolo, uscito il 21 maggio 2010, è stato un vero e proprio capolavoro del suo genere e rappresenta, senza dubbio, un vero e proprio must per tutti gli amanti del vecchio e selvaggio west. Lo Strano Tizio è un personaggio davvero speciale; enigmatico, freddo, onnisciente e assolutamente imperscrutabile, sin dal primo incontro con il protagonista trasmette una sensazione di assoluta sapienza che affascina e, al contempo, irretisce il videogiocatore calato nei panni di John Marston.La sua è una faccia comune ma che non si dimentica, la sua voce non fa trasparire emozioni eppure resta impressa nella memoria, la sua espressione è fredda e distaccata eppure riesce ugualmente ad emozionare il videogiocatore. Lo spessore morale degli incontri con lo strano tizio è di non facile lettura; all’interno del titolo Rockstar si ripete spesso la problematica del rapporto tra idee e fatti, tra l’ideale e il reale, così anche gli incontri con lo strano tizio sembrano racchiudere un messaggio di questo tipo. Egli sembra intenzionato a mostrare al videogiocatore due importanti verità: il paradosso del voler misurare la realtà in base agli ideali e, in modo altrettanto geniale, l’utopia del voler analizzare un ideale in base alla sua attuazione reale. E così, con ambigua freddezza e con estrema lucidità, lo Strano Tizio accompagna il videogiocatore verso una più profonda concezione e consapevolezza della “Redenzione” di John Marston. La redenzione è reale o ideale? Quale tipo di redenzione sta cercando il protagonista? Morale o fattuale? Siamo davvero in grado di porre rimedio ai nostri errori? Queste sono le domande profonde che lo strano tizio propone al videogiocatore profondo, tutte splendide, tutte interessanti, eppure ognuna di esse è pronta a sollevarne un’altra ancora più disarmante, ancora più filosofica: in base a che cosa saremo giudicati? In base alle nostre azioni o in base agli ideali che hanno mosso i nostri atti? Sarà la vita a giudicarci, o la morte?
Vi presento…lo Strano TizioUna voce lontana, quasi impercettibile, eppure così decisa da sembrare un’impetuosa folata di vento che passa sibilando tra i rami di uno spoglio albero autunnale. Essa turba la mente di un uomo, ma non è immaginaria, è reale. Una sola parola:“S씓Chi sei? Cosa vuoi da me? Che significa sì?”“Questa è la risposta alla tua domanda.”“Quale domanda?”“La vera domanda, quella che hai paura di fare.”“Sto per morire?”“Sì”
Gli appassionati di cinema avranno sicuramente riconosciuto questo breve dialogo. Si tratta di una citazione abbastanza libera dello stupendo film diretto da Martin Brest e risalente al 1998 dal titolo “Vi Presento Joe Black”. Il dialogo avviene all’incirca ad inizio pellicola, quando il grandissimo Anthony Hopkins scopre finalmente il significato di quella voce che sentiva da alcuni giorni. Tale citazione non è velleitaria, poiché non è difficile cogliere delle straordinarie simmetrie tra lo strano tizio e la morte di “Vi presento Joe Black”, la quale nello specifico è interpretata da un giovanissimo Brad Pitt. Lo Strano Tizio, esattamente come Joe Black, conosce la realtà, è consapevole di ciò che avviene nel mondo, eppure il mondo e le emozioni umane sembrano andare completamente al di là della sua comprensione. L’alone di freddezza e apatia che circonda i due personaggi è pressoché il medesimo, eppure la realtà dei fatti è un’altra; purtroppo non è lecito affermare con assoluta certezza che lo Strano Tizio sia, a tutti gli effetti, la morte.Eppure la sua figura riesce a stupire, ad affascinare, ad ammaliare forse proprio perché non possiamo rispondere con certezza alla domanda “Chi è lo Strano Tizio?”.
Ci si vede in giro, cowboyLo Strano Tizio evidenzia e sottolinea, al videogiocatore, la necessità di scegliere. Purtroppo però all’uomo è negata la possibilità di conoscere anticipatamente quale sia la scelta giusta. La nostra morale detta la legge delle nostre azioni, ma è davvero sottile il confine tra reale e razionale, tra realtà e idea. Talmente sottile che a volte il cammino verso la redenzione porta alla luce vecchie abitudini, vecchie scelte, vecchi errori e li fa rivivere come se l’unica redenzione possibile potesse essere quella interiore e invisibile della coscienza.Paulo Coelho affermava che “l’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni.”; ed ecco allora che alla luce del Tutto acquistano significato le parole dello Strano Tizio che, sul luogo della futura tomba di John Marston, afferma di essere un semplice contabile. La vera pace, per John, arriverà solo e soltanto nella morte, ma, a questo punto dell’avventura, nello spirito del videogiocatore era già nato questo sospetto. Solo nella morte la redenzione di John potrà veramente essere giudicata, solo allora egli comprenderà il senso delle sue scelte e la qualità reale delle sue idee. Il divario tra reale e ideale, tra azione e pensiero, nonché tra spirito e materia si azzera in un istante e tutto diviene chiaro, cristallino, quasi paradossale.
(Strano tizio) “È perfetto, come posto, non è vero?”(John) “Sicuro. Cosa ci fai qui?”(Strano tizio) “I conti. Sono un contabile”(John) “Davvero?”(Strano tizio) “Diciamo di sì”(John) “Come ti chiami?”(Strano tizio) “Peste al diavolo se me lo ricordo”(John) “Dimmi come ti chiami e come fai a conoscermi, dannazione!”(Strano tizio) “Beh, ti conosco per via del Messico, e ti conosco dai tempi in cui eri all’ovest. Ti conosco da sempre!”(John) “Dimmi come ti chiami, o non sarò responsabile delle mie azioni”(Strano tizio) “Oh, ma lo sarai. Sarai responsabile. È proprio un posto perfetto. Ci si vede in giro, cowboy”(John) “Maledetto!”(Strano Tizio) “Già, me lo dicono in tanti”
I dialoghi tra lo Strano Tizio e John Marston si rivelano davvero profondi nascondendo tutta una serie di domande le quali spingono il videogiocatore attento e profondo verso delle riflessioni che trascendono l’aspetto più eminentemente ludico dell’opera Rockstar. Ognuno di noi sarà responsabile delle sue scelte dinanzi alla morte e dinanzi alla vita, non esiste differenza. O forse sì, forse esiste una semplice ma assoluta differenza che riempie di significato sia il viaggio di redenzione di John sia le parole del nostro personaggio. Dove c’è scelta c’è libertà, senza scelta e senza libertà resta solo la morte.
Devo confessare che il personaggio di questa settimana mi ha messo a dura prova. Il compito di estrarre delle riflessioni da una personalità così enigmatica e imperscrutabile è stato quanto mai arduo, ma la difficoltà, come al solito, è direttamente proporzionale alla soddisfazione che si trae dal suo superamento. Lo Strano Tizio riesce ad affascinare sin dal primo incontro, e il suo sottile messaggio è legato indissolubilmente al messaggio generale dell’intero viaggio di John Marston. Come al solito chiudo con un breve estratto del personaggio trattato, il quale, giustamente, si è ampiamente meritato un posto in questa rubrica:
John: “Lascerò che sia chi di dovere a giudicare la mia moralità, amico”
Strano Tizio: “Sì, lo farai. E sarai giudicato”