I Giochi Senza Frontiere altro non sono che una raccolta di prove rocambolesche e, per la maggior parte strampalate, ilari tanto nell’idea che ci sta alla base quanto nella loro esecuzione. Questa breve descrizione, d’altra parte si applica a un particoalre passatempo estivo che ogni videogiocatore che si rispetti ha avuto, almeno una volta nella sua vita. Parliamo dei party game e, scavalcando il più noto idraulico baffuto e combriccola con i leggendari Mario Party, per trovare un parallelismo con i tanto amati giochi recuperemo dallo scaffale un titolo molto particolare dedicato al Bandicoot più famoso di sempre. Dopo il suo recente ritorno con la N.Sane Trilogy, infatti, l’onore toccherà al nostro amichevole peramele di quartiere, Crash Bandicoot, in particolare con Crash Bash.
Crash senza frontiere
La prova che abbiamo scelto di mostrarvi prevede che dei concorrenti si affrontino all’interno di un’arena in cui si trovano numerosi palloncini pendenti dall’alto. I giocatori dovranno cercare di farli scoppiare, ed ogni scoppio equivale ad un punto. Se la premessa vi sembra già abbastanza folle, bisogna aggiungere il fatto che i giocatori si devono muovere su dei trampoli, senza possibilità di scendere, pena dover ripartire dall’esterno dell’arena; non solo, ma dovranno usare questi stessi trampoli per far scoppiare i palloncini. Togliamo i trampoli, ma lasciamo l’arena e lo scoppio dei palloncini. Ecco che ci troviamo di fronte a Ring Ding, uno dei minigiochi della collezione di Crash Bash. Qui ogni giocatore deve far scoppiare i palloncini del proprio colore saltandovi contro, e chi dei quattro partecipanti ne scoppierà di più vincerà la partita. A complicare le cose ci pensano numerosi oggetti che vanno a influenzare pesantemente il corso della partita: avremo a disposizione aspirapolvere in grado di attirare i palloncini a noi, palloncini speciali che ci permetteranno di colorare tutti i palloncini presenti del nostro colore e altro ancora. Una mossa che dà un doppio vantaggio, in quanto chi colpisce un palloncino di un colore diverso dal proprio viene stordito. Chiunque abbia provato il gioco sa quanto questa sfida dal concept bizzarro possa diventare un vero e proprio caos, specie quando ad affrontarsi sono quattro persone sedute accanto. Nonostante il caldo estivo, spintonarsi per impedire ad un amico di raggiungere l’agognato aspirapolvere rimane un’esperienza impagabile, sudore compreso.
Un marsupiale festaiolo
Parliamo del gioco in sé: Crash Bash prende sicuramente ispirazione da Mario Party, ma se ne differenzia in modo netto. Se Mario Party si presenta come una particolare variazione del gioco dell’oca, Crash Bash è soltanto una collezione di minigiochi: niente di più, niente di meno. E’ presente una modalità avventura in cui si affrontano numerose sfide all’interno di ciascun minigioco e sono addirittura presenti delle vere e proprie boss fight. Ciliegina sulla torta è la possibilità di affrontare l’avventura in compagnia di un secondo giocatore in cooperativa: le risate sono assicurate, specie quando vi ritroverete a danneggiarvi involontariamente a vicenda. Se la sfida principale consiste solamente nel vincere un minigioco tre volte, ottenendo così un trofeo che permette l’avanzamento nell’avventura, per ottenere il 120% è necessario affrontare altre sfide di varia natura. Sostanzialmente, queste ripropongono lo stesso minigioco, ma aggiungendo numerose difficoltà come limiti di tempo, potenziamenti per i nemici o svantaggi per i giocatori. Può sembrare una cosa da poco, ma rende il gioco un’esperienza ostica anche per due giocatori affiatati, che vi farà sudare le mani più di quanto già non faccia la temperatura di questa stagione.
A differenziare Crash Bash da Mario Party c’è anche un altro elemento: se in Mario Party i minigiochi sono tutti eterogenei tra loro, in Crash Bash ci sono sei tipi di minigioco, ciascuno dei quali ha quattro variazioni possibili, cambiando regole, location e approccio alla partita. Vi è poi un settimo stile, l’unico in cui le quattro variazioni differiscono completamente l’una dall’altra (Ring Ding, il minigioco di cui abbiamo parlato, fa parte di quest’ultima categoria).
I minigiochi sono decisamente folli e rappresentano bene lo spirito goliardico dei Giochi Senza Frontiere. Ci troveremo a spingere i nostri avversari fuori da un’arena di ghiaccio, facendoli precipitare nell’acqua gelida, il tutto a bordo di un orso polare; ci troveremo a guidare carri armati in labirintiche arene in cui dovremo stare attenti tanto al fuoco dei nostri avversari quanto al nostro che, rimbalzando sulle pareti, potrebbe rivelarsi letale anche per noi stessi. Personalmente, però, chi vi scrive ha sempre avuto una particolare predilezione per Ballistix. In questa categoria, i giocatori, che si muovono a bordo di quella che sembra una specie di astronave, sono disposti ai quattro lati di un’arena quadrata, ciascuno a difesa di una “porta”. Nell’arena vengono generate delle palle metalliche, che rotolano all’infinito fino a che non entrano nella porta di un giocatore, sottraendo un punto al suo punteggio totale: una volta raggiunto lo zero, il giocatore viene eliminato. Ciò che rende la sfida davvero esilarante, però, è che ogni giocatore può respingere le palle tramite un’onda di energia, tentando di fare punto nella porta di un avversario. Impresa più facile a dirsi che a farsi, perché spesso capita di calcolare male i rimbalzi, e la palla che avevamo spedito da un avversario potrebbe tornare da noi e costituire la nostra rovina. Partendo da un concept relativamente semplice, Crash Bash riesce a proporre un’esperienza caciarona e divertente, che non può mancare nell’estate di un videogiocatore, a patto di avere degli amici con cui affrontarla (si può giocare anche da soli, ovviamente, ma il divertimento ne esce dimezzato).
Crash Bash è una possibile traduzione dei giochi senza frontiere in termini videoludici: sfide tanto pazze quanto esilaranti mettono a confronto quattro giocatori, assicurando ore di divertimento. Questa folle collezione di minigiochi ha costituito l’infanzia estiva di gran parte dei giocatori cresciuti durante l’era della prima Playstation, e siamo sicuri che ancora oggi sarebbe in grado di regalare ore di divertimento. Per i nostalgici, ma anche per i neofiti, non c’è periodo migliore dell’estate per rimettere le mani su questa piccola perla: credeteci, non ve ne pentirete.