Thrustmaster GPX LightBack

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a cura di Nitro

Dal 1990 ad oggi, Thrustmaster è sempre riuscita a fornire ai videogiocatori dei prodotti di ottima qualità e a buon prezzo. In particolare, la compagnia statunitense si è sempre distinta per periferiche destinate al mondo dei racing game che sapessero garantire all’utente un’esperienza di gioco totalmente immersiva e senza precedenti. Dopo aver avuto l’occasione, circa un anno fa, di provare con mano il volante F1 T500, durante gli ultimi giorni abbiamo percorso chilometri e chilometri di strada a bordo di superbolidi con GPX Lightback, controller per Xbox 360 – e PC, aggiungeremmo – davvero valido.
Ai posti di partenza!
Aperta la scatola, si può subito notare la cura impiegata da Thrustmaster nella realizzazione del prodotto. GPX Lightback è poco più piccolo del controller standard per Xbox 360 e riporta essenzialmente il layout classico nella disposizione dei tasti. Il rivestimento dello stesso è realizzato in un materiale ruvido e antiscivolo che consente una maggiore presa e maneggevolezza durante l’utilizzo, in particolar modo in prossimità dei due grilletti che sono caratterizzati da una lunga corsa per garantire un elevato controllo durante le accelerazioni e le frenate. Non mancano i tasti funzione, tra cui troviamo Start, Back e quello adibito all’apertura della dashboard della console, d-pad, pulsanti standard e le due leve analogiche. Queste ultime sono state realizzate dalla compagnia in modo da garantire un’estrema precisione durante l’utilizzo nei più simulativi dei racing game, ad esempio quelli realizzati da Codemasters. Sotto di esse sono inoltre collocati dei led rossi che si attivano a seconda di ciò che accade a schermo e del titolo in riproduzione. Essi compaiono anche nella parte centrale del prodotto, suddivisi in due gruppi da quattro disposti simmetricamente e attivabili con lo switch presente sopra la fila di destra, e si illumineranno gradualmente in base alla pressione esercitata sui grilletti RT ed LT che, solitamente, corrispondono all’acceleratore e al freno. Aggiunte di questo tipo non danno dei particolari vantaggi a livello di prestazioni ingame, ma costituiscono solamente un semplice fattore estetico capace di rendere più accattivante il design di GPX Lightback.
Nella parte superiore compare il cavo USB lungo circa 3 metri, più corto rispetto a quelli dei prodotti concorrenti, mentre in quella inferiore il classico jack in da 2.5mm che non annovera però le entrate proprietarie presenti sul controller Microsoft. A tal proposito, chiunque possiederà il primo modello dell’headset Xbox 360 non sarà in grado di utilizzarlo con questo pad, così come chi utilizzerà la maggior parte cuffie wireless sarà obbligato ad adottare, se possibile, una soluzione con filo.
Rombo di motori
Durante la nostra prova su strada abbiamo voluto prendere in esame sia i titoli arcade sia quelli che puntano maggiormente sul fattore simulativo, rispettivamente Forza Horizon e F1 2012.
Nel titolo Playground Games non abbiamo riscontrato grandissime differenze rispetto all’utilizzo con il classico controller Xbox 360, se non una più accentuata precisione in accelerazione e frenata, permessa dalla già citata corsa dei grilletti, che ha facilitato il mantenimento di una velocità costante. La differente dimensione degli analogici può rivelarsi a prima vista un fattore negativo della soluzione Thrustmaster, tuttavia già dopo qualche chilometro macinato si riesce a prenderci la mano e a trovare il giusto equilibrio per impegnare correttamente qualsiasi tipo di curva. A ciò si aggiunge la risoluzione a 16 bit, che permette una – se non la migliore – precisione possibile su gamepad, e al rivestimento gommato delle levette. Come accennato precedentemente, l’illuminazione dei led presenti nella parte centrale e sotto agli analogici risulta fedele a ciò che accade a schermo, e i due motori per vibrazioni destro e sinistro presentanti intensità differenti riescono a immergere appieno nell’esperienza di gioco e a garantire feedback variabili e riscontrabili in specifiche condizioni di guida.
Mettendoci invece nei panni di un pilota di Formula 1 abbiamo riscontrato grandi miglioramenti rispetto a quanto offerto dal controller Microsoft. In particolare, durante determinate sezioni di alcuni circuiti, siamo riusciti a mantenere una traiettoria costante e ad evitare di correggerla continuamente, ottenendo notevoli vantaggi sulla CPU e sugli altri giocatori. Ovviamente tutto ciò è riscontrabile dopo qualche ora di gioco, quindi è naturale, almeno durante le prime sessioni, sentirsi spaesati e magari sottovalutare le qualità di GPX Lightback.
Nonostante sia finalizzato all’utilizzo nei racing game su Xbox 360, il prodotto Thrustmaster si sposa bene con il rimanente parco titoli della console Microsoft e, volendo, anche su PC. Abbiamo provato a utilizzarlo durante alcune sessioni in Halo 4 e non abbiamo riscontrato particolari problemi, così come su PC la procedura di collegamento e impostazione è avvenuta in pochissimi istanti. L’unico consiglio che possiamo dare è, forse, quello di non utilizzare il controller con i picchiaduro, in quanto il d-pad, analogamente a quanto accadeva con Razer Onza: Tournament Edition, non risulta particolarmente reattivo e ciò potrebbe rallentarvi nell’esecuzione di alcune combo o, addirittura, comprometterle. Un difetto tranquillamente trascurabile in ogni caso, dato che per il target di riferimento occorre necessariamente che analogici e grilletti funzionino alla perfezione. Una cosa che, con GPX Lightback, accade sicuramente.

La nostra prova con GPX Lightback si è rivelata positiva. Dopo averlo provato su numerosi racing game come Forza Horizon e F1 2012, possiamo ritenerci davvero soddisfatti del lavoro svolto da Thrustmaster. Se non amate utilizzare volanti o non avete spazio necessario vicino alla console e siete alla ricerca di una soluzione che sappia garantirvi prestazioni ottimali e a buon prezzo (40 euro circa), vi consigliamo di dare una possibilità a questo particolare prodotto.

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