Terraria sta diventando come Campo Minato. Grazie ai vari saldi di Steam e a promozioni più o meno vantaggiose, è assai difficile che non possediate una copia di questo gioco installata sul vostro PC. Certo, il gioco è molto particolare e non è per tutti i palati, ma quantomeno ne avrete sentito parlare. Magari ve l’avranno descritto come “Minecraft in 2D”, o come “un gioco con i cubettoni e i mondi generati a caso”. In ogni caso, il titolo ha saputo conquistare una folta schiera di pubblico, tanto da generare una quantità enorme di guide online per districarsi all’interno di un mondo estremamente complesso.
Terraria è quel genere di gioco che ci pone davanti a un aut-aut: o lo si ama, o lo si odia. L’impatto iniziale è semplicemente tremendo: non si ha la minima idea di quello che si deve fare, la guida che incontriamo ci dà informazioni col contagocce e, in generale, si fa molta fatica a superare la prima notte. Con un po’ di pratica tiriamo su tre pareti e ci costruiamo un buco-Hobbit dove sopravvivere, ma nelle prime ore di gioco si ha la pessima sensazione che il gioco abbia poco da offrire. Non è così. Anzi, superate le prime due o tre ore di gioco, Terraria ci inonda di cose da fare, di segreti da scoprire e di elementi-sorpresa che non avremmo neanche immaginato. Terraria ci emoziona, ci spaventa, ci annoia e ci diverte al tempo stesso. Ed è questo che, forse, rende questo gioco davvero unico e, contemporaneamente, così difficile da apprezzare.
Un mondo (casuale) in tasca
Ed è così che ci ritroviamo a scrivere la seconda recensione di
Terraria su Spaziogames.
La prima occasione era stata quella della versione console, dove il gioco si rivelò all’altezza della versione PC, nonostante il sistema di controllo rallentasse un ritmo già di per sé lento. Ebbene, nel caso della versione PS Vita, gli sviluppatori hanno sostanzialmente preso la versione per Xbox 360 e PS3 e l’hanno letteralmente copiaincollata nella console portatile a marchio Sony. Ciononostante, le (pochissime) novità danno il loro contributo a modificare l’accessibilità del gioco in maniera positiva. Anzitutto, l’interfaccia dei menù è completamente accessibile via touch screen. La cosa si fa notare nell’organizzazione dell’inventario, dove il drag & drop dei propri oggetti è rapido e intuitivo, per certi versi persino migliore di quello visto nella versione PC del gioco. Al contempo, gli sviluppatori hanno pensato bene di permettere al giocatore di controllare un cursore nelle fasi esplorative grazie al touch pad posteriore di PS Vita, che permette di evitare la noiosa configurazione dual stick già sperimentata nelle versioni Xbox 360 e PS3.
Eppure, nonostante questi cambiamenti, il cuore è rimasto quello della versione console. In breve, è possibile scegliere se utilizzare un cursore automatico o uno manuale per decidere quali blocchi colpire. Il sistema richiede un po’ di pratica, ma nel complesso funziona bene. Come notato su PS3 e Xbox 360, però, le operazioni esplorative che portano il giocatore a scavare nel terreno diventano piuttosto lente, così come tutti i momenti in cui è necessario combinare con precisione dei blocchi. Se arrivate dalla versione PC, dunque, troverete tutte le noie e i problemi visti sulle console casalinghe anche su PS Vita.
Semmai, la versione PS Vita di Terraria si differenzia da tutte le altre versioni perché ci permette di sperimentare le potenzialità di questo prodotto come gioco portatile. C’è poco da dire: Terraria funziona a meraviglia come gioco portatile grazie a un sistema di salvataggio che permette di interrompere il gioco in qualsiasi momento, e soprattutto grazie a un gameplay che ci lascia la libertà totale di fare qualunque cosa, in qualsiasi momento. Se pensavate che sessioni di gioco inferiori a 15 minuti fossero impossibili in questo genere di giochi, Terraria vi smentirà nel giro di due o tre giorni. Ci siamo ritrovati a dedicare pochi minuti a compiere delle operazioni semplici (riemergere da un dungeon, ottenere della legna, eccetera), il tutto per preparare una sessione di gioco più lunga. Così, dopo un pomeriggio di gioco “a spizzichi e bocconi”, alla sera eravamo pronti per affrontare le profondità dell’inferno in un paio d’ore di intensissimo gameplay.
Ne vale la pena?
Quando Terraria uscì su console ci ponemmo la stessa domanda: dopo aver trascorso decine e decine di ore su PC, vale la pena passare a una versione console? Su 360 e PS3 gli sviluppatori cercarono di convincerci offrendo nuove armi, nuovi animali domestici e altre amenità, riuscendoci in parte. Su PS Vita non cambia nulla, se non fosse che la portabilità del gioco rende il tutto ancora più interessante.
A questo è doveroso aggiungere la funzionalità cross-play, che vi permette di continuare la vostra partita su PS3 dopo averla interrotta su PS Vita, e viceversa. Per contro, non vi è alcuna funzionalità cross-buy, che avrebbe reso il valore del prodotto infinitamente più alto. Il prezzo di 15 euro, infatti, è decisamente altino per un titolo originariamente uscito due anni e mezzo fa e spesso disponibile su PC al prezzo di una birra media.
– Stessa qualità della versione console
– Il touch screen facilita alcune operazioni
– Multiplayer online per 8 giocatori
– Cross-play con PS3
– Stessi problemi della versione console
– Prezzo elevato e niente cross-buy con PS3
Terraria era e resta un titolo eccellente. Questa versione portatile, per certi versi, è persino migliore della versione console, grazie alla configurazione touch che semplifica almeno una parte dei controlli. Al contempo, non c’è alcuna evoluzione nel gioco, e quella giunta su PS Vita non è altro che una copia-carbone dello stesso titolo uscito su PS3 e Xbox 360, per giunta allo stesso prezzo e senza funzionalità cross-buy. L’esperienza di Terraria su console portatile è semplicemente splendida, per nulla intaccata dalle sessioni di gameplay più brevi. Al contempo, il prezzo è decisamente alto per un gioco che ci è stato proposto su Steam a prezzi talvolta anche sette o otto volte più bassi. Fate le vostre valutazioni: la qualità c’è, le novità no.