Sicuramente la maggior parte di voi conoscerà Google Chrome, il browser sviluppato circa un paio di anni fa dalla grande G e caratterizzato da un’ ottima velocità. Non tutti invece sanno che il 15 Giugno verrà rilasciato il primo computer portatile interamente basato sulle feature di questo navigatore web, denominato, guarda caso, Chromebook. Ma oltre ad un nome altisonante e un bel logo colorato stampato sulla scocca, questo notebook concepito dagli sviluppatori di Mountain View si prefigge di proporre un’ alternativa ai vari tablet, netbook e smartphone, puntando tutto sulle qualità del cloud computing e sulle applicazioni web.
Prezzi, modelli e caratteristiche tecnicheAnche in Italia Chromebook arriverà il 15 Giugno, e verrà venduto in esclusiva da Pixmania nei modelli Samsung Serie 5 versione WiFi e 3G e Acer Chromebook, versione WiFi e 3G, disponibili rispettivamente al prezzo di 429, 499 e 349 dollari (nessun dato è stato ancora fornito sul prezzo dell’Acer WiFi e nemmeno i corrispettivi prezzi in euro dei vari modelli). La formula d’acquisto prevede anche la possibilità di accaparrarsi il notebook tramite un noleggio triennale che varia a seconda dell’acquirente: per le aziende il canone mensile è da 28 dollari nella versione WiFi e da 31 in quella 3G, mentre per le scuole si va dai 20 per il modello WiFi ai 23 per il notebook 3G. Condizione necessaria per poter attivare il noleggio è quella di prendere in prestito almeno dieci modelli.
Di seguito le caratteristiche tecniche:
Samsung Serie 5
– Display con luminosità di 300 nit da 12,1
– 3,26 libbre/1,48 kg
– Oltre 8.5 ore di utilizzo continuo
– Processore Dual-Core Intel Atom
– Tecnologia Wi-Fi dual-band integrata e tecnologia 3G
– World-mode (opzionale)
– Webcam HD con microfono che elimina i rumori
– Due porte USB 2.0
– Slot della scheda di memoria 4 in 1
– Porta Mini-VGA
– Tastiera Google Chrome di dimensioni standard
– Trackpad di grandi dimensioni completamente cliccabile
Acer Chromebook
– Schermo LCD retroilluminato a LED HD Widescreen
– CineCrystalTM da 11,6
– 2,95 libbre | 1,34 kg
– Oltre 6 ore di utilizzo continuo 1 1
– Processore Dual-Core Intel® AtomTMTM
– Tecnologia Wi-Fi dual-band integrata e tecnologia 3G
– World-mode (opzionale)
– Webcam HD con microfono che elimina i rumori
– Supporto dell’audio ad alta definizione
– Due porte USB 2.0
– Slot della scheda di memoria 4 in 1
– Porta HDMI
– Tastiera Google Chrome di dimensioni standard
– Trackpad di grandi dimensioni completamente cliccabile
Nuvole, dubbi e speranzeGoogle ha deciso di reinventare completamente il modo di utilizzare il notebook. La filosofia di Mountain View affonda infatti le sue radici nel cloud computing, la tecnologia che permette a qualunque utente dotato di un device (computer, smartphone o tablet), un browser e una connessione internet di poter usufruire dei servizi offerti in remoto da un server. Con questa architettura il fruitore non ha più l’esigenza di procurarsi hardware all’ultimo grido o software specifici, ma deve solo trovare il giusto servizio web e collegarsi. Volendo fare un paragone in ambito videoludico, anche la piattaforma OnLive esegue i videogiochi in streaming proprio attraverso il principio del cloud computing. Ed è proprio così che funziona anche Chromebook. Dopo una prima registrazione, oppure sfruttando un login Gmail, si può accedere al proprio account da qualsiasi Chromebook vedendosi apparire immediatamente tutte le informazioni e i dati personali. Questo perché, rispetto ai notebook tradizionali, il Chromebook non registra praticamente nulla sul disco fisso (che è comunque presente con 16 Gb di memoria) ma invia ogni dato ai server Google. Niente più grattacapi per installare programmi ostici o scegliere il sistema operativo più veloce, poiché tutto ruota attorno al browser Chrome, che è la chiave di volta dell’intero ecosistema, ricoprendo contemporaneamente il ruolo di sistema operativo e di contenitore software (anche se in realtà si tratta di applicazioni web). Agli utenti più anziani la mancanza di programmi “fisici” e sistemi operativi più classici potrebbe sembrare alienante o motivo di iniziale frustrazione, ma concettualmente non siamo poi così lontani dall’approccio gestionale offerto da uno smartphone qualunque. Basterà dunque scegliere l’applicazione utile alle nostre esigenze e lanciarla immediatamente, senza nessun processo d’installazione, dato che ogni app viene gestita direttamente da Chrome e deve essere utilizzata al suo interno. Sull’App Store sono già disponibili circa 2500 applicazioni che faranno contenti praticamente tutti, dai professionisti ai videomaker, anche se purtroppo una buona parte di queste saranno a pagamento. Fortunatamente, grazie alla tecnologia HTML5, le applicazioni continueranno a funzionare anche in mancanza di una connessione internet permanente, concedendoci il lusso di qualche black out di rete. Tuttavia, per poter sfruttare al meglio un notebook basato interamente su di una tecnologia web come il cloud computing, è fondamentale avere a disposizione una connessione stabile e veloce. I modelli WiFi funzionano come qualsiasi altro computer con tale tecnologia, e si connettono immediatamente alla rete wireless selezionata. In Italia i modelli 3G sono dotati di una scheda SIM con 3 GB di traffico gratuito da sfruttare entro il primo mese, mentre successivamente sarà necessario pagare 5 euro mensili con un limite di traffico da 3GB. Anche se la tecnologia 3G è ovviamente da preferire per via dei limiti della diffusione Wireless sul territorio nazionale, la soglia dei 3GB potrebbe rappresentare uno scoglio non irrilevante visto e considerato il massiccio ed indispensabile utilizzo della rete da parte dei futuri utenti Chromebook. Dai primi test eseguiti sul prototipo apparsi sul web, sembra che Google si sia dimenticata le funzioni basilari di un computer, ovvero versatilità e compatibilità. Infatti molte periferiche esterne non vengono riconosciute dal Chromebook, non solo vecchie stampanti o device particolari, ma anche semplicissime chiavette USB o webcam. Va bene il cloud computing, ma un po’ di sana “retrocompatibilità” sarebbe ben gradita.
Dopo la fresca esperienza del black out di PlayStation Network, ci si può ancora affidare al cloud computing? E quanto saranno protetti i nostri dati personali? Sarà giusto basare tutto il funzionamento di un notebook solo a questa tecnologia con un prezzo comunque elevato? Ma, soprattutto, i consumatori saranno già pronti all’avvento del Chromebook, o rimarranno ancorati alla vecchia scuola di pensiero “pre-cloud computing”?
Solo il 15 Giugno conosceremo la risposta a queste lecite domande. Per ora, possiamo solo dare grande merito al coraggio e alle avveniristiche idee della grande G. Tenendo comunque presente che, come spesso accade, le belle idee possono anche rivelarsi scommesse fatali.