In questa nuova puntata della nostra classifica rigorosamente non numerata, abbiamo raccolto per voi i dieci boss più strani mai apparsi in un videogioco. La scelta è stata veramente molto complicata, e siamo stati costretti a tenere fuori dalla Top 10 alcuni nemici davvero strambi e assai inconsueti. Abbiamo deciso pertanto di dare un po’ di varietà alla classifica, inserendo boss storici, altri maliziosi e che lasciano poco spazio all’immaginazione, e altri ancora che lasciamo a voi il piacere di commentare.
Mecha Hitler: Wolfenstein 3D – Coi contenuti politicamente corretti a tutti i costi, le insensate crociate per i diritti inventati e le intrusioni inopportune di associazioni che a malapena conoscono il significato della parola videogioco, difficilmente vi ricapiterà di rivedere un boss come il Mecha Hitler di Wolfenstein 3D. Durante la prima fase, ve lo ritrovavate davanti a bordo di un Mech che montava una quadrupla gatling gun; successivamente, il Führer imprecava per il danno subito e proseguiva lo scontro fino a essere ucciso, sciogliersi davanti ai vostri occhi e dare l’ultimo commiato alla sua Eva Braun con uno stringato: “Eva, auf wiedersehen”.
The Slot Machine: Star Fox – La slot machine dell’originale Star Fox è uno di quei boss che difficilmente potremmo definire tale. È accessibile attraverso una zona facoltativa del gioco, sbloccabile dopo aver eseguito tre manovre anomale che aprono una nuova dimensione da cui è praticamente impossibile uscire. La Slot Machine fluttuava davanti all’astronave e regalava dei gettoni tutte le volte che veniva colpita la sua leva; dopo qualche tiro fortunato e aver ottenuto il risultato migliore, esplodeva lasciando spazio ai titoli di coda, e subito dopo era possibile sparare alla scritta The End per raddrizzarla.
Negative Man: Mother 3 – Conosciuta dalle nostre parti col nome di EarthBound, la serie Mother è un oggetto di culto per molti fan di Nintendo. In Mother 3, uscito solo in Giappone su Game Boy Advance, all’interno di una caverna troverete Negative Man, una specie di parallelepipedo depresso e in ginocchio. Non vi attaccherà mai e subirà in silenzio i vostri colpi in un vortice di disperazione, mentre di tanto in tanto dirà frasi pessimistiche sull’inutilità della sua esistenza e su quanto sia inefficace provare a reagire. La sconfitta, per Negative Man, è la più grande delle liberazioni.
Mega Smith: The Matrix: The Path of Neo – Da una saga cinematografica elaborata e piena di ottimi spunti come Matrix, anche per quanto riguarda il nostro settore ci aspettavamo tanto, ma visto che la maledizione dei tie-in non si è mai veramente placata, nella trasposizione videoludica ci sono state delle cadute di stile francamente imperdonabili. Un esempio tra tutti è il Mega Smith formato dai cloni dell’agente, che concludeva la sua trasformazione staccando un paio d’occhiali da sole da un cartellone pubblicitario e indossandoli. Più che una trovata geniale che ben si adattava a un videogioco, è risultata essere una delle scene più trash del gioco.
John Romero: Doom 2 – Non poteva mancare nella nostra classifica dei boss più strani un vero e proprio pezzo di storia. Stiamo parlando di John Romero in Doom 2, o meglio, della sua testa impalata, considerata a tutti gli effetti il vero boss finale del gioco. Trattandosi di un particolare easter egg, per vederla era necessario inserire un codice che permetteva di passare attraverso la testa del boss ed entrare in un angusto corridoio dove si trovava quella infilzata di Romero. D’altra parte, la voce del demone di fine livello era una registrazione distorta e riprodotta al contrario di una frase oramai diventata leggendaria: “Per vincere il gioco, devi uccidere me, John Romero”.
Joe Head Joe: Skullmonkeys – I creatori del punta e clicca Neverhood svilupparono un platform per PSOne chiamato Skullmonkeys, considerato il suo seguito diretto. Dotato di un particolare stile grafico che lo faceva somigliare a un mondo interamente modellato col pongo e animato con la tecnica dello stop-motion, Skullmonkeys aveva un boss che merita di essere inserito in questa top 10: Joe Head Joe. Consisteva in una testa umana con braccia e gambe da scimmia, che sputava palle di fuoco e vi lanciava contro i propri bulbi oculari. Non sappiamo se il ragazzo afroamericano che ha dato il volto al boss fosse uno sviluppatore, ma l’idea, per l’epoca, era davvero molto stramba.
The Great Mighty Poo: Conker’s Bad Fur Day – Al periodo d’oro di Rare apparteneva anche Conker, una serie all’apparenza simile ai platform dell’epoca ma che aveva in realtà contenuti per adulti, come un linguaggio scurrile, dei riferimenti sessuali e una comicità non esattamente adatta ai più piccoli. Un boss indimenticabile di Conker’s Bad Fur Day è indubbiamente The Great Mighty Poo, ossia una montagna di sterco parlante che si esibiva in filastrocche di dubbio gusto, che doveva essere sconfitta lanciando dentro la sua bocca dei grossi rotoli di carta igienica prima di tirare lo sciacquone e liberarsi così di un grande peso.
Gokujyo Parodius Arcade: tutti i boss – La serie Parodius di Konami è famosa per essere apparsa nelle sale giochi giapponesi a metà degli anni ’90, prima di essere portata su Sega Saturn e PlayStation. In Gokujyo Parodius Arcade erano presenti un panda in tutù rosa, un pinguino-gabinetto, un polpo abbigliato da odalisca, una spogliarellista in abiti da carnevale di Rio e altre stranezze che ci hanno costretto a inserire tutti i boss della serie in questa classifica. Persino i normali nemici che incontravate lungo gli scenari erano completamente fuori di testa, a dimostrazione del fatto che si trattava di una saga che non aveva paura di alcun tipo di censura.
Mara: Shin Megami Tensei (Serie) – Mara è un demone che nella ultraventennale saga di Shin Megami Tensei ha fatto spesso la sua apparizione. Le sue rappresentazioni hanno subito nel tempo alcune lievi variazioni, ma il suo aspetto di base è rimasto sostanzialmente identico. Nella mitologia buddista è conosciuto come un tentatore, personifica le pulsioni considerate immorali e simboleggia la morte della vita spirituale: ecco perché nel gioco appare inequivocabilmente come un fallo tentacolare, adagiato talvolta su un imponente carro dorato.
Cho Aniki: tutti i boss – Chiudiamo la nostra Top 10 con un’altra serie che simboleggia al meglio il lato folle del popolo giapponese. Tutto ciò che vedrete dall’inizio alla fine vi farà seriamente dubitare della sanità mentale degli sviluppatori: culturisti inseriti su schermo senza alcun senso logico, allusioni sessuali ovunque e boss davvero ridicoli da vedere, sono solo alcuni degli ingredienti che fanno di Cho Aniki una delle serie più assurde di sempre. Non cercate di trovare una spiegazione plausibile per ciò che state vedendo, perché semplicemente non esiste. L’idiozia fuori parametro della saga è in fondo il suo miglior tratto distintivo, e a suo modo, è anche un’alternativa per essere al contempo sopra le righe e dannatamente originali.