SpazioMMO - novembre 2014

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a cura di Plinious

Questo mese l’appuntamento con la rubrica mensile rivolta ai MMORPG si rinnova con qualche giorno di ritardo, ma sempre in tempo per raccontarvi tutte le principali novità nel mondo del gioco di ruolo online. Di roba da dire, d’altronde, ce n’è davvero tanta, quindi è meglio iniziare subito.
Pronti via, iniziamo con WildStar, il MMORPG cartoon sci-fi di Carbine Studios. Il gioco, come ricorderete, è uscito a giugno, e da allora non si sono più avuti annunci importanti. Non si tratta di un caso: dopo il lancio WildStar ha passato dei mesi piuttosto travagliati, con diverse figure di spicco del team di sviluppo che hanno lasciato la software house (tra cui addirittura il presidente Jeremy Gaffney), un gran numero di licenziamenti e il conseguente abbandono dei promessi update mensili a favore di più sporadici update a cadenza quadrimestrale. Carbine si è giustificata dicendo di voler lavorare sui feedback della community e garantire aggiornamenti di qualità maggiore, ma la sensazione è quella di un momento non esattamente roseo per il titolo, vista anche la penuria di player che ha costretto al passaggio dai server tradizionali ai megaserver, due per l’Europa e altrettanti per l’America. Per rendere il processo meno problematico per i giocatori, i transfer sono definitivamente diventati gratuiti.
L’impressione, comunque, è che oggi nel mercato dell’online sia sempre più difficile ritagliarsi la propria fetta di utenza, a maggior ragione con un prodotto P2P che propone schemi già visti e consolidati. Il passaggio al free to play potrebbe rilanciarne le ambizioni, ma al momento Carbine Studios si è limitata a proporre uno sconto del 50% sul gioco. Annunciati invece i nuovi update, di cui il primo è arrivato questo mese: Mystery of the Genesis Prime ha espanso i contenuti endgame, introdotto l’inedita zona The Defile e implementato una storyline a episodi dell’universo di gioco chiamata Nexus Saga. Il primo capitolo prende il nome di Journey to OMNIcore-1 e racconta di una potente intelligenza artificiale che è andata fuori controllo e che dovremo combattere. L’episodio è rivolto a giocatori Exile e Dominion di alto livello e può essere affrontato anche in solo.
Parliamo di un altro prodotto solo l’ala di NCSoft, ovvero Guild Wars 2. Dopo una pausa nei mesi scorsi, ArenaNet è tornata alla carica con la seconda parte della Season 2, che include i già rilasciati Echoes of the Past e Tangled Paths. Questi contenuti si concentrano sulla disperata battaglia delle razze di Tyria contro l’antico drago Mordremoth e sulla scoperta di un uovo di drago (no, Game of Thrones non c’entra) che potrebbe cambiare il destino del mondo. Non mancano nuove regioni, nuovi boss e inedite ricompense estetiche tra cui due set di armatura, la Luminescent armor e la Carapace armor. Infine ArenaNet ha da poco rivelato il prossimo update che si intitola Seeds of Truth, andrà live il 2 dicembre e porterà avanti la storia del living world. Lo stesso giorno verrà rilasciata anche una patch per lo structured PvP, che vanterà un sistema di matchmaking rinnovato e introdurrà il ready check, una nuova modalità di selezione delle mappe e un punteggio di disonore per i player che abbandonano le partite in corso.
Ora dedichiamo un paragrafo a Elite Dangerous, il simulatore spaziale di David Braben. Il gioco uscirà entro la fine dell’anno, precisamente il 16 dicembre, ed è live da pochi giorni la fase Gamma, che ha esteso ulteriormente i contenuti del gioco prima della release. Per tutti i dettagli vi rimandiamo allo speciale di Pregianza che si è catapultato in Inghilterra per provare il titolo. A buon intenditor, poche parole.
ArcheAge
A inizio novembre per ArcheAge ha debuttato un fondamentale aggiornamento nella forma di una grossa patch gratuita. Conquest of Auroria, questo il nome dell’update, ha apportato nuove meccaniche volte soprattutto a migliorare ed estendere l’endgame del gioco, online da ormai più di tre mesi. Andiamo dunque a vedere quali novità e cambiamenti ha apportato sui server.
Il primo cambiamento, e sicuramente il più importante, riguarda l’apertura del terzo continente, pensato per i giocatori al cap: Auroria è una regione neutrale in cui è possibile raccogliere risorse pregiate, reclamare terreni, costruire castelli e assediare le fortezze nemiche. ArcheAge, infatti, propone un endgame aperto, tipico dei sandbox, in cui è possibile darsi all’esplorazione, al crafting, al commercio o al PvP sfrenato. Auroria apporta sei nuove zone, su quattro delle quali è possibile edificare, aumentando così non di poco il terreno a disposizione dei giocatori per case e fattorie, mentre nella zona PvP permanente, com’è prevedibile, assedi e battaglie di gilda sono all’ordine del giorno. Per poter costruire su un terreno bisogna prima averlo rivendicato, ed è proprio questo il motore del Guild versus Guild del gioco. L’update non ha mancato di aggiungere un nuovo dungeon per 10 player, Serpentis, oltre a nuove armi, armature e veicoli, tra cui persino un sottomarino a vapore. Non bisogna dimenticare, infatti, che su ArcheAge è molto importante l’esplorazione marina, con l’oceano che circonda Auroria a fare spesso da scenario a scontri e abbordaggi all’ultimo sangue.
Da quanto descritto finora si direbbe che su ArcheAge sia tutto rose e fiori. Non è così però: se i problemi di code dei primi giorni dal lancio di Auroria sono stati per lo più risolti, lo stesso non si può dire per hacker, bot e goldseller che infestano il titolo a centinaia, al punto che è difficile dire che l’economia del gioco non sia stata almeno in parte compromessa; basti pensare che il mese scorso Scott Hartsman, CEO di Trion Worlds, ha dichiarato che la softco banna una media di 5000 account al giorno, ma l’emergenza non è ancora rientrata. La gestione dei developer si è purtroppo rivelata fallimentare, con provvedimenti in ritardo e spesso inefficaci, nonché la grave mancanza di un public test server su cui poter testare le patch prima che vadano online. A peggiorare la situazione arriva la situazione finanziaria di Trion Worlds, che sembra navigare in brutte acque, tanto da aver chiesto aiuto a XL Games (sviluppatori della versione orientale di ArcheAge) per arginare i problemi.
Naturalmente ci dispiace dover essere così severi con Trion, ma d’altra parte i segnali arrivati in questi mesi sono tutt’altro che incoraggianti: il modello di pagamento F2P è discutibile, e in particolare alcune aggiunte allo store in-game sono poco limpide e sembrano avvicinare pericolosamente l’ombra del pay to win. Si tratta di un vero peccato, perchè ArcheAge è un MMO dalle grandi potenzialità che meriterebbe ben altra sorte. Nella speranza di vedere risolti i problemi, non mancheremo di tornare sulla vicenda.
Final Fantasy XIV: A Realm Reborn
Se c’è invece un MMORPG che sta in ottima forma questo è Final Fantasy XIV. Il gioco propone un’offerta di contenuti di grande qualità e quantità e può vantare una comunità solida e appassionata. Gran parte del merito va agli sviluppatori di Square Enix che, con A Realm Reborn, hanno brillantemente rimediato agli errori/orrori della prima versione. Ora come ora il titolo gode di update gratuiti trimestrali e sta viaggiando a gonfie vele sulla strada che lo condurrà alla prima espansione ufficiale. Dopo il rilascio della patch 2.4 Dreams of Ice (di cui trovate tutti i dettagli qui) nel mese di ottobre, l’attenzione si è infatti spostata su Heavensward, l’espansione annunciata da Naoki Yoshida all’Eorzea Fan Fest di Las Vegas e che vedrà la luce la prossima primavera. Heavensward porterà con sé una marea di novità grandi e piccole: si parla di equipaggiamento inedito, nuovi dungeon, raid endgame e primal da sconfiggere, un livello massimo dei personaggi fissato al 50, una nuova razza giocabile, le ambite mount volanti (tra cui il Chocobo nero) e almeno due nuove classi. Finora è stato confermato il dark knight, mentre si vocifera che l’altra sarà un gunner. Le vicende narrate saranno ambientate a Ishgard durante la Dragonsong War: sarà dunque presente una nuova regione e una quarta città stato, The Holy See of Ishgard. Dal punto di vista del lore i veri protagonisti dell’espansione saranno i draghi, che saranno numerosi e giocheranno un ruolo cruciale nella trama di Heavensward.
L’ultima nota riguarda invece lo store online che verrà presto introdotto in gioco: Yoshida assicura che tramite esso si potranno acquistare soltanto pet e oggetti estetici e non sarà presente alcun elemento che possa sbilanciare il gameplay. Square Enix ha inoltre annunciato che la free trial di 14 giorni di Final Fantasy XIV, al momento disponibile solo su Windows, sarà presto pubblicata anche su PS3 e PS4.
Insomma, A Realm Reborn è un po’ la dimostrazione di come un MMORPG possa mantenere il canone mensile anche se non è sviluppato da Blizzard e non è ambientato nell’universo di Warcraft. L’importante è che il gioco venga supportato e aggiornato con attenzione e regolarità, cosa che, per fortuna dei player, finora è avvenuta. Peccato che le giornate durino solo 24 ore.
World of Warcraft: Warlords of Draenor
L’abbiamo chiamato e non potevamo non parlarne. Warlords of Draenor, quinta espansione del bestseller di Blizzard, ha debuttato un paio di settimane fa con la stessa potenza di un’onda anomala che si infrange su una zattera. Come conseguenza del lancio gli abbonamenti sono nuovamente schizzati alle stelle raggiungendo i 10 milioni, numero non poi così lontano dal record di 12 milioni del 2010 e risultato eccezionale per un gioco con un decennio sul groppone. Sì, perchè proprio pochi giorni fa World of Warcraft ha festeggiato il decimo anniversario, come abbiamo voluto ricordare con l’articolo firmato da Mascalzone. Da parte sua, Blizzard ha rilasciato un documentario sulla storia del loro prodotto di maggior successo, svelando molte curiosità e mostrando scene di backstage mai viste: il nostro consiglio è di prendervi un’ora per vederlo poiché si tratta di un lungometraggio realizzato davvero bene e che effettua una bella panoramica non solo sul titolo, ma su tutto il genere dei MMORPG fin dagli albori.
Tornando al gioco in sé, per quanto chi vi scrive non sia un fan sfegatato e irriducibile di World of Warcraft, nonostante ne riconosca l’innegabile merito “storico”, non si può non rimanere stupiti di fronte al lavoro svolto per la nuova espansione: Warlords of Draenor è una bomba, capace di mandare in sollucchero sia i nuovi player sia i fan di vecchia data. I primi giorni però sono stati duri, anzi durissimi, con drammatici problemi di sovraffollamento e lag, segno che persino una software house con anni d’esperienza sulle spalle può faticare a gestire il tipico pienone del day-one. Nello specifico buona parte degli affanni erano causati dalle guarnigioni, le fortezze personalizzabili istanziate per ogni giocatore: il passaggio dall’ambiente di gioco connesso alla guarnigione rappresentava un collo di bottiglia a causa dell’enorme afflusso di player, con conseguenti crash e loop infiniti nei primi dì. Fortunatamente ora i problemi sono stati risolti, ma Blizzard si è voluta far perdonare aggiungendo cinque giorni all’abbonamento di ogni utente attivo.
Come detto comunque l’espansione merita assai, grazie a dieci nuovi livelli di esperienza, una notevole qualità di scrittura della storyline e delle missioni (molte quest sono impreziosite da cutscene doppiate), una serie di novità intelligenti e un leggero innalzamento del livello di difficoltà, che non fa mai dispiacere. In particolare le nuove feature sono integrate brillantemente nel gameplay base, laddove invece in Mists of Pandaria diverse attività, dalle fattorie alle arene d’addestramento, risultavano piuttosto fini a se stesse. Per non parlare, ovviamente, del rifacimento dei modelli delle razze in HD, lifting apprezzatissimo e utile per mantenere uno standard di qualità omogeneo. Infine il primo raid, Altomaglio, verrà aperto a scaglioni a partire dal 2 dicembre.
Insomma, un compleanno alla grande per un titolo che proprio non ne vuole sapere di andare in pensione e “lasciare spazio ai giovani”. Ma d’altronde se World of Warcraft è sopravvissuto a Mists of Pandaria può davvero sopravvivere a tutto, no?

Negli ultimi tempi si sente spesso dire che siamo di fronte alla fine del genere MMORPG. Secondo il sottoscritto siamo ancora lontani da quel momento: ci sono stati sicuramente mesi di magra, ma l’impressione è che siamo più che altro davanti a una crisi del modello tradizionale che ha spopolato per anni. La maggior parte delle software house concorrenti di Blizzard, che per un decennio hanno fatto spuntare cloni di World of Warcraft come funghi, si sono accorte a loro spese che non è intelligente sfidare il campione imbattuto sul suo stesso campo e sperare di uscirne vincitori (WildStar, che non sta avendo grande fortuna, è solo l’ultima vittima). Da parte sua, Blizzard ha fatto tesoro degli errori commessi con Pandaria e partorito un’espansione, Warlords of Draenor, che è un vero inno alla storia di Warcraft e un incredibile ampliamento dell’esperienza che è possibile vivere su Azeroth. Insomma, forse arriverà un giorno in cui il mercato dei giochi di ruolo online morirà, ma non è questo il giorno.

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